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L'Igea Sant'Antimo alla Final Eight di Summer Cup
L’Igea dei “bambini terribili” continua a stupire in Summer Cup. Il canestro da centro campo di Carlo Cantone, play dell’85, in forse fino all’immediata vigilia per un attacco influenzale, vale la qualificazione per la fase finale di Summer Cup e lancia, limitatamente all’ effimero quanto stimolante “basket estivo”, i biancorossi tra le prime otto della B1. Ma andiamo per ordine, il match esprime già nel 1°, bellissimo quarto, tutto quanto verrà poi fuori nei successivi 35’, i residui tre quarti e poi nell’emozionante overtime. Sant’Antimo impone da subito la forza della sua difesa ad uomo, Veroli si affida invece ad una zona 2 – 3 che ha lo scopo di contenere le incursioni in palleggio dei piccoli dell’Igea e soprattutto limitare i rifornimenti agli interni biancorossi. Quindi da entrambe le parti la parola d’ordine sembra essere difesa, difesa, ed ancora difesa. La preparazione del match di Ponticiello e Salieri è da questo punto di vista immediatamente riconoscibile, entrambi alle prese con assenze e problemi fisici, per il primo l’influenza che debilita (almeno nei primi due quarti…) Cantone, il graduale recupero di Di Salvatore, la pesante assenza di Cessel, la lenta ripresa di Mariani, per il secondo, puntano tutto sull’impatto difensivo per controllare il match. In particolare, sia Sant’Antimo che Veroli sembrano puntare ad una tattica di logoramento dell’avversario, ma il 1° quarto non manifesta vantaggi per nessuna delle due squadre, finisce sul 13 pari. Il canovaccio non muta neppure nei primi 5 giri di lancette del 2° quarto, il minimo vantaggio ospite, 20 a 22 al 5° minuto, è ancora interno a questa prima fase di grande equilibrio. A sorpresa però, da quel momento in poi l’Igea smarrisce completamente la bussola, complice le condizioni di Cantone ed il conseguente tourbillon di quintetti che Ponticiello è costretto ad alternare, i biancorossi finiscono con l’insistere eccessivamente con soluzioni dal perimetro ed allora Veroli si trova improvvisamente nelle condizioni di poter disporre di tutto ciò che, fino a quel momento, la difesa dell’Igea gli aveva negato: tiri ad alta percentuale. La Prima converte in contropiede il buon lavoro della sua difesa e soprattutto gli errori dei padroni di casa ed il parziale di quarto, 9 a 20 per gli ospiti, impietoso, fotografa il momento del match e l’empasse di Sant’Antimo. Al rientro dalla pausa lunga, l’Igea riesce però a riannodare le fila del discorso. La difesa ritorna il muro invalicabile dei primi 10’, Berti e soprattutto Benassi riescono a riportare sotto immediatamente l’Igea ed il 35 a 40 con cui inizia l’ultimo quarto parla già di un ritrovato equilibrio. L’Igea nel frattempo si ritrova a disporre in modo più consistente del suo febbricitante play Cantone, intelligentemente gestito nei primi due quarti, ciò fa si la pressione sulla palla dell’Igea divenga, progressivamente, impressionante e soprattutto che le iniziative in contropiede, che nel 2° quarto avevano sancito l’allungo di Veroli, passano ora tutte, saldamente nelle mani dei padroni di casa. A metà del quarto (59 – 54) Acunzo & Co. hanno già ribaltato l’esito del doppio confronto in chiave qualificazione, ma Veroli non molla, e complice la stanchezza che i biancorossi hanno maturato nella fase di recupero e successivo mini - allungo, la perdita per falli di Berti e Tomasiello, Veroli riesce nell’impresa di arrivare agli ultimi 30” dei tempi regolamentari addirittura avanti di 3 punti, 60 – 63. E’ però da questo momento in poi che l’Igea legittima il passaggio del turno, De Monaco realizza da 3punti il 63 pari, e quando Poeta realizza i due tiri liberi che sembrano chiudere il conto, Cantone, lucidissimo, invece di cercare la soluzione da 3 punti che avrebbe dato all’Igea un successo che si sarebbe trasformato in una autentica beffa, si esibisce in un coast to coast che manda il match all’overtime. Infatti nel match d’andata Veroli si era aggiudicato il confronto per un solo punto di scarto, ed allora se Sant’Antimo avesse pareggiato il conto vincendo di uno, il largo successo casalingo di Veroli contro Palestrina avrebbe consentito ai laziali, in virtù di un migliore quoziente canestri totale, cioè maturato in tutti i 6 match del gironcino di coppa, di passare il turno. L’overtime invece azzera tutto, ma soprattutto fa divenire Cantone l’autentico padrone del match. Alla spaventosa pressione difensiva sui vari Poeta, Rossi e Plateo, il giovanissimo playmaker napoletano aggiunge 9 pesantissimi punti (sugli 11 totali segnati dall’Igea nell’extra time…), e tutti di una importanza notevole. Sarà in particolare la palla che Cantone, novello Arsenio Lupin, scippa dalle mani di un Rossi oramai esausto, ed il conseguente e nettissimo fallo antisportivo a cui lo stesso play, ex Novara, è costretto a 45” dalla sirena, nel tentativo di fermare il contropiede 1 vs 0, a dare l’avvio al tripudio biancorosso. Cantone fa 2/2 dalla lunetta, invece nell’azione successiva, Serino calpesta la linea e vieta all’Igea di poter speculare sulla differenza canestri. Ed è allora Veroli, a soli 4” dalla sirena ed in conseguenza di uno sciagurato errore nel cambio difensivo della difesa di casa e del conseguente fallo su Dordei, a cui è costretto capitan Acunzo, bravo nel fermar in tal modo il cronometro, a poter gestire la situazione. Il 73 – 71 per l’Igea se dovesse essere pareggiato da un 2/2 dalla lunetta del lungo verolano consentirebbe a Sant’Antimo di poter sperare in un 2° overtime, utile per ribaltare ancora la differenza canestri, un doppio errore invece consegnerebbe il passaggio di turno direttamente nelle mani di Sant’Antimo. Ovviamente Dordei sceglie la terza ipotesi, quella che portando l’Igea sul +1, farebbe passare il turno, per i motivi precedentemente esposti, a Veroli: l’ex imolese segna il 1° tiro libero e sceglie di sbagliare il 2°. Sembra fatta per Veroli, e l’esultanza dello stesso Dordei, pare sancire l’amaro epilogo delle speranze della giovane Igea di Ponticiello, ma non sarà così. Sant’Antimo ripete il copione che gli aveva concesso di arrivare all’overtime: Acunzo pesca Cantone ed il buon “Carletto”, malgrado la febbre, malgrado i suoi soli 20 anni, malgrado la distanza siderale, almeno 15 metri, malgrado i pochi secondi che mancano alla sirena, lancia una dolcissima parabola che scivola nella retina di Veroli mentre tutti, pubblico e giocatori sono con il fiato sospeso: ciuff! L’Igea vince di quattro, 76 a 72 e corona un sogno “quasi impossibile”. Un team giovanissimo, uno dei più giovani dell’intera B1, disputerà, a dispetto di tutti i pronostici, la Final Eight di Atri. Ma neppure l’esultanza del pubblico, neppure il prestigio del traguardo conseguito, smuove lo staff biancorosso dal suo cliché fatto di concretezza e moderazione. “Avremmo meritato in due – dichiara a fine partita coach Ponticiello – le due squadre, sia nel match di stasera che nel quadro dei due scontri diretti, si sono sostanzialmente equivalse, ed allora credo sia giusto unire entrambe in un unico plauso”.
Nella Capasso
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