Melli corre sulle orme di Gallinari«Vorrei imitarlo e migliorare i suoi risultati. Che brividi quell’ovazione»- Il Resto del Carlino -25/11/2008 10:27 - Nicolò Melli, ripartiamo dall’inizio. Uno a 17 anni va in campo, a Brindisi, davanti a 2500 «avversari», sbaglia 5 tiri di fila e a quel punto cosa gli passa per la testa?
«Eh, mica è contento, logico. Poi, sono sincero, non sono stato lì a contare i tiri che sbagliavo. Però - svela il giovane e bravissimo talento della Trenkwalder - mi sono arrabbiato: mi dava fastidio che non mi venisse niente di quello che stavo provando a fare».
Ah, capito: se quando si arrabbia reagisce così, meglio non farla arrabbiare mai...
«In realtà ci sono un paio di cose per le quali torno da Brindisi soddisfatto. La prima è che, malgrado girasse tutto storto, non mi sono depresso e, anzi, mi sono sforzato di giocare in modo ancor più deciso. E poi c’è la cosa più importante».
E qual è?
«La cosa più importante è che domenica, stranamente, sono riuscito a non dipendere dall’attacco. Questo, secondo me, è molto positivo perché se riesco a non abbattermi quando fatico a trovare la via del canestro, tutto diventa più facile. Detto questo, voglio però anche sottolineare che il mio 3/11 conclusivo al tiro è impietoso. Da questo punto di vista devo migliorare».
Perché ha usato l’espressione «stranamente» dicendo che a Brindisi la sua prova non è stata condizionata dagli errori in attacco. Pensa che questo sia uno dei suoi limiti?
«Sì, lo è. O forse lo era, anche se non mi voglio illudere che una partita mi abbia permesso di superare questo scoglio. Diciamo che sto facendo dei passi in avanti e comincio a non farmi condizionare dagli errori. E’ già importante».
Quando si è accorto di aver recuperato 18 rimbalzi?
«A fine match e sono rimasto sorpreso. Sapevo di averne catturati parecchi, ma così tanti, cavolo... E’ il mio record a livello professionistico, ma non mi fermo: ora lavorerò per fare ancora meglio...».
Una settimana fa lei ha confessato che le piacerebbe ripercorrere la strada di Gallinari migliorandone, magari, i risultati finali. Non è che sta accorciando i tempi, eh?
«No, - ride Melli - non credo. Io sto lavorando per ottenere il massimo. Poi lo ribadisco: l’obbiettivo è quello di provare a percorrere la stessa strada di Gallinari. E, se possibile, fare ancora meglio...».
Quanti complimenti, sms, telefonate ha ricevuto in queste ore?
«Ma quali sms, a me non li manda nessuno...».
Ci dica la verità...
«Vabbè: diciamo che ce ne sono stati un paio che mi hanno fatto piacere. Però l’emozione più grande è stata quell’applauso che mi ha riservato il pubblico di Brindisi. Non potete immaginare che piacere mi abbia fatto. E poi anche a fine gara ho firmato un sacco di autografi e fatto tantissime foto: è stato tutto molto bello».
Dopo una partita così, magari uno dentro di sè può pensare: ecco, sto diventando un giocatore vero. Lo ha fatto anche lei?
«In effetti, lo ammetto, gare di questo tipo possono significare una svolta. Sapete perché?».
Perché?
«Perché mi sto rendendo conto che gli avversari mi rispettano sempre più. Capisco che durante la settimana mi studiano, cercano di capire i miei punti deboli e questo significa che mi temono. A Brindisi, ad esempio, cercavano di non farmi penetrare a destra perché ormai tutti sanno che fatico di più a sinistra e questo è un segnale preciso. Però...».
Però...?
«Però tutto questo mi condiziona sempre meno. Perché mi rendo conto che sto migliorando e sto ottenendo le risposte che cerco. Sto crescendo: questa, a mio parere, è la vera svolta».
C’è stato un momento difficile ad inizio campionato: ha fatto cattivi pensieri?
«Sì, ma non mi sono avvilito o angosciato; anzi tutto questo mi ha dato motivazioni in più. E mi sono messo a lavorare anche da solo al venerdì mattina per migliorare ulteriormente».
Parliamo un po’ della Trenkwalder...
«A patto che non mi diciate che giochiamo male in attacco...».
Beh, mica siete bellissimi da vedere...
«Vero, facciamo fatica e, in questo periodo, stiamo litigando con il canestro. Detto ciò, io credo che quella di domenica sia stata una partita anomala, in cui avrebbero faticato tutte le squadre della LegaDue per il clima che si era creato. Sono convinto che se all’inizio del match ci fossero entrati un paio di quei tiri che sono stati sputati fuori dal ferro, tutta la partita sarebbe stata diversa. Dopo quegli errori, invece, non abbiamo più trovato il giusto bilanciamento».
A questo punto, allora, la domanda è una sola: quando comincerete anche a fare canestro cosa succederà?
«Che otterremo risultati importanti, semplice no? Scusate, ma io penso che se noi riusciamo a vincere gare come quella di Brindisi, quando troveremo maggiore fluidità in fase offensiva ci potremo davvero divertire».
CITAZIONE (TimHenman @ 25/11/2008, 09:12)
Allora Gallinari, che ha fatto 30 punti in A1 a 19 anni, ora dovrebbe farne 70?
a parole tutti fenomeni mi par di capire...