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l'I.D.F., l'Italia dei Favori

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view post Posted on 10/11/2011, 15:28
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Il potere è l'immondizia della storia degli umani e, anche se siamo soltanto due romantici rottami, sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte: siamo i "Grandi della Mancha", Sancho Panza e Don Chisciotte !

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Poi apre bocca per spiegare il suo pensiero...e fa più danni della grandine....

CITAZIONE
Di Pietro parla di due uomini a letto e la comunità gay si infuria
La metafora del leader Idv scatena la critiche di Arcigay, Equality Italia, circolo Mario Mieli, Gay Center: "Appena il clima politico si surriscalda emergono i pensieri più triviali e arcaici"
di MARCO PASQUA

Di Pietro parla di due uomini a letto e la comunità gay si infuria Il leader Idv, Antonio Di Pietro (agf)
ROMA - Una convergenza tra Pd e Pdl per sostenere un esecutivo tecnico guidato da Mario Monti? Impossibile, perché Pd e Pdl dopo uno o due mesi "si accorgeranno che non possono stare insieme, visto che due maschi in camera da letto non fanno figli". Antonio di Pietro boccia l'ipotesi di un governo Monti e lo fa servendosi di una metafora che fa arrabbiare - e non poco - i gay. Un'uscita certamente poco elegante che spiazza la comunità e le associazioni Glbt, anche perché l'IdV, sul tema delle unioni civili e della legge contro l'omofobia, ha sempre portato avanti delle posizioni che hanno riscosso ampi consensi tra gli omosessuali italiani.

Ma stavolta lo scivolone di Di Pietro, intervistato da Maurizio Belpietro su Canale 5, ha fatto infuriare quelle stesse persone che, in passato, avevano apprezzato la sua linea sui diritti civili. Anche perché arriva a distanza di poche ore da un altro paragone omofobo. Paolo Patané, presidente di Arcigay e Aurelio Mancuso, leader di Equality Italia fanno, infatti, notare come ieri sera, durante la puntata di Porta a Porta, "Di Pietro nella foga oratoria, rivolgendosi alla Bindi e La Russa abbia definito l'accordo come 'un matrimonio tra uomini', sottolineando l'assurdità della nascita di un governo tecnico". "Nel giro di nemmeno dodici ore, il leader dell'IdV Antonio Di Pietro per scagliarsi contro il possibile sostegno di Pd e Pdl a un governo presieduto da Mario Monti, riesce ad insultare le persone omosessuali - attacca Mancuso - il messaggio lanciato dal leader politico sembra assai chiaro: l'accordo tra le più importanti forze politiche è innaturale come l'unione tra due uomini. Non c'è molto da dire, se non che appena il clima politico si surriscalda emergono i pensieri più triviali e arcaici di leader, che hanno bisogno di offendere a turno i gay, gli ebrei, i neri, gli zingari, i disabili e così via, incapaci di rispettare le cittadine e i cittadini italiani".

Duro il giudizio di Patané, che pure, in passato, aveva riconosciuto il merito delle posizioni di Idv sui temi cari alla comunità Glbt: "Questa affermazione - ha detto, riferendosi alle dichiarazioni fatte nello studio di Bruno Vespa - identifica uno di quei casi in cui la comunicazione pubblica determina conseguenze, comporta responsabilità e pone interrogativi sulla sincerità ed autenticità di un percorso politico sul tema dei diritti civili ed in particolare delle persone gay, lesbiche e transessuali. Penso che sia davvero molto spiacevole e preoccupante l'affermazione dell'onorevole Di Pietro, perché allunga un'ombra sul suo pensiero profondo. Su questi temi non è possibile sbagliare. Che cosa avremmo detto se qualcuno avesse pubblicamente dato un'accezione negativa al matrimonio tra un bianco o un nero, ovvero tra un ebreo ed un cattolico?".

Arcigay si attende "più che una rettifica" e chiede "un incontro urgente a Di Pietro": "Chiediamo che con la massima serietà si eviti di ricorrere all'immagine dell'incidente di linguaggio perché chi ha ruolo pubblico deve confermare un impegno al miglioramento della società e del rispetto delle persone e delle loro affettività, a partire dalle immagini e dalle parole che utilizza". C'è anche chi osserva come le frasi pronunciate da Di Pietro siano l'espressione "di una cultura omofoba di cui è impregnato il Paese": a dirlo è Paola Concia, deputata del Pd, che rivendica l'impegno del suo partito su alcune questioni chiavi per i gay. "Sono stata io a presentare in Parlamento la proposta di matrimonio gay - dice l'esponente lesbica del partito di Bersani - mentre l'Idv si è fermata ai Pacs. Allo stesso modo, la proposta di legge sulle famiglie omogenitoriali (sul riconoscimento della figura del cogenitore) porta la firma di diversi parlamentari Democratici. Mi inquieta il fatto che un grande dirigente di partito usi metafore del genere e dica, sostanzialmente, che il matrimonio tra gay è innaturale, come lo sarebbe un'alleanza tra Pd e Pdl. Questa è un'immagine omofoba e, a questo punto, mi chiedo cosa pensi realmente Di Pietro".

Anche Rossana Praitano, presidente del Mario Mieli, fa notare come non sia la prima volta che al politico "sfuggano dalla bocca parole che amareggiano la comunità glbt": "Crediamo che Di Pietro debba scusarsi con tanti cittadini gay, lesbiche e trans per sue parole inappropriate che non possiamo giustificare in nessun modo, nonostante le boutades folcloristiche dipietriste", dice la Praitano. Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, punta sull'ironia: "Per Di Pietro il governo Monti di larghe intese sarebbe un governo gay. Magari, diremmo noi. Vuol dire che farebbe qualcosa anche sui diritti civili, visto che anche su quelli l'Italia è fuori tempo massimo. Con questa metafora non certamente riuscita, sembra candidarsi a un'opposizione non solo più a sinistra del Pd, ma forse un po' più a destra di Berlusconi, rubandogli la scena dell'eterosessimo berlusconiano della gnocca". I commenti critici arrivano anche sulla pagina Facebook dell'ex magistrato: "Iniziate un po' a contare quanti voti avete perso con questa bella metaforetta", scrive un utente, mentre un altro osserva: "Berlusconi non avrebbe saputo dire di meglio. L'omofobia è uno dei valori nell'Italia dei Valori?".

(10 novembre 2011)

http://www.repubblica.it/politica/2011/11/...43/?ref=HREC1-2

 
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topitos67
view post Posted on 10/11/2011, 15:31




magari voleva convincere vendola ad accettare monti
 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 17/11/2011, 21:02




CITAZIONE
Di Pietro: "Si rispetti referendum". Il presidente dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro, fa eco a Bonelli."Se il buongiorno si vede dal mattino oggi non è un buon giorno per l'Ambiente. Alla prima dichiarazione pubblica il ministro Corrado Clini ha già sbagliato due volte. In primo luogo perchè ritiene che in Italia bisogna considerare l'opzione nucleare, in secondo luogo perchè, esercitando uno strumento di democrazia diretta, il popolo italiano ha bocciato con il 95% questa tecnologia obsoleta e pericolosa. Mi auguro che questo governo rispetti la volontà dei cittadini. Per questo, l'Italia dei Valori, che ha promosso quel referendum, vigilerà affinchè si tenga conto del responso che è arrivato dalle urne".

c'era una vlta un referendum contro il finanziamento pubblicoai partiti....
di pietro il solito buffone!
 
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topitos67
view post Posted on 18/11/2011, 09:43




straquoto
magari andasse fare il VIGILE sul serio
 
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micio000
view post Posted on 29/10/2012, 19:25




L'Italia dei valori (immobiliari)

Video
 
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WP Alex&Dusty 79
view post Posted on 8/11/2012, 10:46




Se penso che il Di Pietro e il suo partito erano il nuovo che avanza e l'aria nuova della politica :sick:

Ora aspetto di vedere cosa, prima o poi, tireranno fuori e come distruggeranno il comico e e il Vendola, per dirne 2 a caso del vento nuovo, anche se già, (com'era per Di Pietro, perchè ciò che è uscito solo ora del tutto mica è di oggi e di quest'anno, anzi) qualcosa su di loro è uscito.........

Renzi non aspetto nemmeno, è talmente insulso, ( poi, mi ricorda troppo quello sbronzo figlio di papà sfruttatore del mio EX capo che mi fregio di aver sfanculato) ed è talmente evidente che è come tutti gli altri (ce l'ha scritto in fronte) che non lo calcolo nemmeno...

Votate gente, votate :D :(

Edited by WP Alex&Dusty 79 - 8/11/2012, 11:29
 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 8/11/2012, 11:09




CITAZIONE (WP Alex&Dusty 79 @ 8/11/2012, 10:46) 
Renzi non aspetto nemmeno, è talmente insulso, ( poi, mi ricorda troppo quello sbronzo figlio di papà sfruttatore del mio EX capo che mi fregio di aver sfanculato) ed è talmente evidente che è come tutti gli altri (ce l'ha scritto in fronte) che non lo calcolo nemmeno...

chi sei? lombroso?
 
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WP Alex&Dusty 79
view post Posted on 8/11/2012, 12:31




CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 8/11/2012, 11:09) 
CITAZIONE (WP Alex&Dusty 79 @ 8/11/2012, 10:46) 
Renzi non aspetto nemmeno, è talmente insulso, ( poi, mi ricorda troppo quello sbronzo figlio di papà sfruttatore del mio EX capo che mi fregio di aver sfanculato) ed è talmente evidente che è come tutti gli altri (ce l'ha scritto in fronte) che non lo calcolo nemmeno...

chi sei? lombroso?

Chi? Quello del blog?
No! Io sono io!
Non capisco se la tua sia una presa per il culo o cosa, ma vabbe... :amen:
 
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.Torero Camomillo.
view post Posted on 8/11/2012, 13:17




non mi permetterei mai.

lombroso questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Lombroso
 
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WP Alex&Dusty 79
view post Posted on 8/11/2012, 15:23




CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 8/11/2012, 13:17) 
non mi permetterei mai.

Ok, a posto :yes:

lombroso questo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Lombroso

Capito, conosco a grandi linee, CREDO sia 1 caso che si somiglino e non la regola, comunque io ne so di certo molto meno di Lombroso su quest'argomento, detto questo, non credendo alla gente che resuscita, la vedo difficile che io sia lui :lol:

Edited by WP Alex&Dusty 79 - 8/11/2012, 15:49
 
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micio000
view post Posted on 8/11/2012, 18:42




Curioso che molti giornali se ne accorgano solo adesso. Sono cose che erano state denunciate anni fa e taciute da questi stessi giornali per motivi ben noti

da corriere.it


Case e polemiche, le carte non mostrate

Di Pietro dice di replicare con la «carta che canta» dal suo sito. Appunto, carta canta - Sabrina Giannini

















“Contro le calunnie semplicemente la verità”, scrive Antonio Di Pietro sul sito dell’Italia dei valori. “Hanno attribuito quindici appartamenti ai miei figli!”.
Evitando di dire la fonte di quell’affermazione falsa, il gioco riconduce all’inchiesta di Report, nel corso della quale sono stati attribuiti (soltanto) tre appartamenti ai figli più piccoli (uno cointestato a Bergamo e uno a testa a Milano).

Replicare con un falso alle “perle di disinformazione” e “scientifica opera di killeraggio politico” è un po’ come cadere nella casella probabilità del Monopoli. Probabile che l’abbia detto Report, al quale Di Pietro dice di replicare con la “carta che canta” dal suo sito. Appunto, carta canta.
Alleghiamo le visure delle sue proprietà visto che dal sito Idv ne troviamo solo alcune.

Di Pietro ci tiene a precisare che i suoi appartamenti sono 11 e non 56, “un equivoco che nasce dalla risposta ambigua di Massimo D’andrea, il consulente (di parte) di Elio Veltri nella causa contro Antonio Di Pietro, all’inviata di Report” (Il Fatto Quotidiano, 3 novembre).

Sarebbe stato sufficiente rivedere la puntata “Gli insaziabili” per appurare che l’estensore della perizia (giurata) specifica che tra le proprietà della famiglia Di Pietro ci sono anche i terreni, che hanno un loro valore.

Per evitare fraintendimenti, e a conferma di una impostazione garantista, la sottoscritta ha tolto dal dato complessivo le proprietà della moglie e del figlio più grande, Cristiano, e precisato che le proprietà dell’ex magistrato “sono 45, un dato che comprende anche i terreni, le cantine, i garage”. Giocare sui numeri delle proprietà distoglie l’attenzione dal loro valore, quantificato dal perito all’incirca in cinque milioni di euro, ma con una stima prudenziale.

Se il valore di mercato dell’intero cespite della famiglia fosse davvero di quindici milioni potrebbe confermarlo un qualunque esperto esterno al quale Di Pietro potrebbe affidare una controperizia. Nell’intervista a Report emergono ben più gravi criticità sulle quali Di Pietro glissa, per esempio in merito all’appartamento di 180 metri quadri in via Merulana a Roma acquistato nel 2002.

«Quando ho visto dalla sua inchiesta che Di Pietro si era ristrutturato l’appartamento di via Merulana con i soldi del partito sono saltato sulla sedia», afferma indignato il capogruppo alla camera Massimo Donadi, «e a me non risulta infatti che in quella casa ci sia mai stata una sede dell’Idv».

D’altro canto è lo stesso Di Pietro a confermarlo in una dichiarazione al magistrato nella quale afferma che è domiciliato in via Merulana dal 2000. La carta che canta è stata mostrata da Report. Non risulta che i magistrati abbiano appurato se dietro quella fattura ci fosse o meno una sottrazione dei fondi del partito per uso privato.

Potrebbe chiarirlo Di Pietro, allontanando così il sospetto di un’analogia con Bossi: per una faccenda analoga il leader della Lega Nord è sparito dalla scena politica.

Val la pena di rimarcare che anche i suoi trentadue fedelissimi non si sono mai sentiti in obbligo verso gli elettori di chiedere più trasparenza e democrazia al loro leader, pur sapendo che gestiva la cassa del partito con la moglie e l’onorevole Silvana Mura. La stessa incredibilmente nominata dal socio unico Antonio Di Pietro nel Cda della sua società immobiliare Antocri, con la quale ha acquistato due appartamenti poi affittati al partito.

Nel corso dell’intervista l’onorevole Di Pietro prima non ricorda che gli anni della gestione a tre della cassa è durata per ben nove anni. Poi non ricorda che in quel periodo i soldi del finanziamento pubblico riversati sul conto corrente sono stati quasi cinquanta milioni di euro, e non lo ricorda nemmeno la tesoriera Silvana Mura.

Il presidente dell’Idv mostra a sua difesa i pronunciamenti della magistratura che lo scagionerebbero da ogni sospetto di appropriazione, arrivando addirittura a negare un dualismo tra partito e associazione a tre che invece proprio la magistratura ha più volte rilevato.

La verità processuale sbandierata esclude però alcuni fatti (mai accertati e penalmente rilevanti come quello della ristrutturazione della casa di via Merulana a Roma) che attengono al piano dei comportamenti e dell’etica, che per un politico sono dirimenti.
E lo sono ancor più nel suo caso, perché agli occhi dei suoi elettori, sensibili alla morale, si è sempre posto come moralizzatore.

È proprio a loro che l’ex simbolo di mani pulite certamente non mancherà di mostrare l’unica carta che può davvero cantare dissipando ogni dubbio sull’uso a fini personali dei soldi pubblici erogati al partito: tutta la movimentazione bancaria del partito-associazione dal 2001 ad oggi.

I bilanci e le rendicontazioni che mostra oggi, quelle che lui chiama “pezze d’appoggio”, valgono poco o niente, e Di Pietro lo sa da quando raccolse la deposizione di Bettino Craxi nel corso del processo Cusani: «I bilanci erano sistematicamente dei bilanci falsi, tutti lo sapevano ivi compreso coloro i quali avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo nominati dal presidente della camera, ma agli atti parlamentari non risulta».

Il resto, appunto, è un gioco di parole e si sa che nel Monopoli ci sono molte caselle dell’imprevisto.

Sabrina Giannini
 
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Exfisio
view post Posted on 10/11/2012, 09:01





Di pietro...forse riuscirai a dimostrare la tua innocenza, forse uscirai assolto da tutto questo....forse la macchina del fango non ti sporcherà....
Se questo succederà...sarà perchè probabilmente ti sai muovere in equilibrio tra le varie leggi e cavilli amministrativi.

Il mio voto comunque non lo prenderai mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più....mai più...mai più...

 
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micio000
view post Posted on 1/3/2013, 19:34




dal corsera

<Mi candido alla prossima legislatura, poi vado a fare il contadino». Di Pietro concluse così l’intervista che rilasciò a Report e che, a suo dire, è tra le ragioni della sconfitta elettorale che lo riportano ai vigneti di Montenero di Bisaccia con cinque anni d’anticipo.

Preferisco lasciare il merito del prepensionamento dorato a Di Pietro e a chi gli ha allestito il tour riabilitativo che, alla luce delle elezioni, non ha avuto molto successo. «L’Italia dei Valori è morta con Report. Ora risorgiamo», dichiarò pochi giorni dopo la messa in onda del mio servizio “Gli insaziabili”.

Era un’ammissione di colpa e una dichiarata intenzione a voltare pagina. Poi qualcuno deve avere suggerito all’ex pm di cavalcare lo spirito partigiano che in questo paese alimenta ostilità e fango e che sarebbe bastato giocare il ruolo dell’eroe vittima di un “killeraggio politico” orchestrato da mandanti (da quel Partito Democratico che pure era stato criticato nel corso dello stesso servizio che mostrava i soldi elargiti dal tesoriere Lusi ad alcuni esponenti della Margherita).

Sistemi di delegittimazione dell’informazione che lo stesso Di Pietro aveva criticato quando ad attivarli era stato Berlusconi.
Come quest’ultimo scelse i salotti comodi della televisione che avevano un unico denominatore: l’assenza di un contraddittorio che potesse rispondere punto su punto alla sua requisitoria.

Marco Travaglio si è lanciato in una difesa a Servizio Pubblico ripetendo che Report aveva dichiarato che Di Pietro possedeva 54 case: «Nemmeno il sultano del Brunei, non si è detto che in realtà, appunto, non erano tutte case ma in gran parte erano i terreni ereditati dal padre, per non parlare addirittura delle stalle e della porcilaia».

Si era detto eccome, visto che pochi minuti prima era stato trasmesso il mio servizio nel quale si specificava più volte che le proprietà includevano case, terreni, cantine e garage.

«Contro le calunnie semplicemente la verità», scriveva Antonio Di Pietro sul sito dell’Italia dei valori, agitando bilanci e archiviazioni della magistratura.
Ma dribblando sulle questioni eticamente rilevanti come la ristrutturazione della casa di via Merulana a Roma fatta a spese del partito e la cassa dell’Idv gestita da un’associazione parallela composta da tre soli soci: lui medesimo, sua moglie (che è sua moglie) e l’onorevole Silvana Mura, la tesoriera dell’Idv nominata da Di Pietro nel Cda della sua società immobiliare, con la quale ha acquistato due appartamenti poi affittati al partito.

Nel corso dell’intervista era apparso smemorato e reticente mentre negava la gestione a tre dei rimborsi elettorali e che fosse durata per ben nove anni. Non ricordava neppure che dal 2001 al 2009 fossero confluiti sul conto ben cinquanta milioni di euro. L’errore è stato pensare che bastasse del fango per coprirne altro e che non esistano italiani sensibili alla coerenza.

A conti fatti sappiamo che i suoi voti sono passati al moralizzatore originale senza macchia: Beppe Grillo. Che non a caso ha come cavallo di battaglia proprio il rifiuto dei rimborsi elettorali e la trasparenza che consenta la partecipazione diretta dei cittadini esclusi (anche dall’Idv) dal controllo dei soldi elargiti ai partiti.

Ancora oggi non si capisce perché Di Pietro non ha risposto alla nostra esortazione a mostrare tutta la movimentazione bancaria del partito-associazione dal 2001 ad oggi, unico atto che avrebbe dissipato così ogni dubbio sull’uso a fini personali dei soldi erogati al partito.

Ormai precipitato nei sondaggi all’1,8 per cento, ha deciso di non presentare il suo simbolo a livello nazionale ma di finanziare la campagna di Ingroia che, interpellato sulla questione sollevata da Report, ha risposto: «Non sono l'inquisitore dell’Idv, credo che Di Pietro abbia già chiarito».

Intanto si dovrà chiarire che ne sarà della cassa dell’Idv che dovrebbe contenere ancora una trentina di milioni di euro di rimborsi elettorali. Con l’Idv inabissata il capitano Di Pietro aveva messo al sicuro la sua rielezione, che sarebbe stata certa se il movimento avesse superato lo sbarramento.

L'argent fait la guerre. Evidentemente non basta per la rivoluzione.

Sabrina Giannini
 
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