| Terra & Libertà |
| | CITAZIONE (Mr Anzai @ 9/2/2009, 01:41) Se uso le virgolette per quanto riguarda gli "efferrati delitti" commessi dagli Italiani è perché ritengo che buona parte del materiale relativo sia stato ampiamente manomesso "ad usum delfini" ed esageratamente amplificato. E non mi pare che la sostituzione dei toponimi sia stata così drammatica... poi c'è anche chi insiste a dire che Ragusa si chiama Dubrovnik. l'italianizzazione forzata è stato qualcosa di molto diverso dalla sostituzione dei nomi delle città, è stata una polizia etnica e le prove ci sono tutte, dai campi di concentramento ai dispacci che il regime fascista mandava chi operava in quelle zone. Sui materiali manomessi ed amplificati, visto che hai toccato la questione, io allora avrei anche molto da dire sulle foibe, le cifre non sono assolutamente provate , soprattutto per quanto riguarda i civili. Qundi lasciamo stare, sono stati entrambi drammi, ma sono figli di una politica violenta e prevaricatrice, che se la riassumi tutta in un cartello scritto in una lingua straniera dai quasi l'impressione di voler prendere in giro tanta è la distanza con i drammi reali dei quali ci siamo macchiati come nazione. riscrivo quanto già avevo scritto giusto per ricordare tutto, ricordo che quelle non erano terre italiane, ricordo la tentata italianizzazione forzata e crudele, ricordo i campi di concentramento per gli slavi, ricordo il tentativo di snazionalizzazione delle popolazioni locali, ricordo il divieto del serbo, ricordo il divieto del croato, ricordo le epurazioni sui posti di lavoro, ricordo lo scioglimento delle amministrazioni locali e la repressione violenta di ogni forma di dissenso. Ricordo l'istituzione dei tribunali speciali cui "spetta il compito di ristabilire l'ordine affermando sia il primato della razza e della civiltà italiana, sia il ruolo giocato da un confine che funge da barriera con un mondo barbaro e inferiore''. e ricordo che quella che oggi viene fatta passare per una vicenda politica non è stata noientaltro che una vendetta verso una popolazione occupante fascista e alleata ai nazisti che anche in quella parte di europa portava terrore. Ricordo i sanguinari ustascia di Ante Pavelic manovrati anche dai fascisti italiani. Ricordo le repressioni fatte dall'esercito italiano ricordo le stragi fatte dall'esescito italiano ricordi villaggi bruciati dall'esercito italiano ricordo le deportazioni nei campi di concentramento, dove si moriva a migliaia per fame, malattie e torture
ricordo l'ordine che il federmaresciallo Keitel spedì ai suoi comandi "per soffocare i disordini fin dall'inizio bisogna, appena si manifestano, prendere senza esitazione i provvedimenti più duri per affermare con la forza l'autorità degli organi di occupazione e impedire la diffusione dei disordini. Bisogna tenere presente che una vita umana in questi paesi spesso non vale niente e che si può ottenere l'effetto di terrorizzare solo con una straordinaria crudeltà. Come rappresaglia per la vita di un soldato tedesco bisogna prendere in questi casi come regola generale la pena di morte per 50-100 comunisti. Bisogna poi eseguire le pene capitali in modo da rendere ancora maggiore l'effetto terroristico''
ma ricordo anche le parole del generale Mario Robotti, comandante dell'XI Corpo d'armata di stanza in Slovenia "è vero, si ammazza troppo poco''.
Ricordo che nell'aprile del '42 venne costituito a Trieste l'ispettorato speciale di pubblica sicurezza per la Venezia Giulia guidato dal commissario Giuseppe Gueli, collaboratore, assieme a Gaetano Collotti e al federale Orlandini, dei nazisti. Ricordo che si ebbero fucilazioni e impiccagioni di massa. Ricordo altri campi di concentramento, Gonars, Monigo, Renicci tra i tanti. Ricordo che furono internati centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini. Nel solo campo di Sabac, in Serbia, in poche settimane furono rinchiusi oltre 220 mila deportati e in pochi giorni 5.960 di loro furono massacrati. Ricordo i generali fascisti come Roatta, Ambrosio, Orlando, Robotti e altri che ordinarono massacri, Ricordo fucilazioni Ricordo impiccaggioni Ricordo feroci rastrellamenti ricordo incendi di intere città e villaggi spietatamente eseguiti da reparti di camicie nere, carabinieri e talvolta anche dall'esercito. Ricordo che il campo di concentramento italiano sull'isola di Rab (Arbre), nel Quarnero, fu per gli jugoslavi ivi deportanti un luogo di terrore, di sofferenza e di morte.
Ribaltata la situazione che cosa ci si aspettava?
Ci sarebbe una cosa che tutti noi dovremmo ricordare sempre ed in ogni situazione, che la violenza genera violenza e che spesso ne pagano la conseguenza persone che non se lo meritavano, gli italiani che abitavano in istria, la petacci a piazza loreto o i tanti in italia dopo il 25 aprile. Ma quelli che si ricordano metà delle cose farebbero bene a capire che è troppo comodo pretendere che la violenza si arresti quando loro diventano la parte debole, troppo comodo e per niente giusto.sui documenti manomessi ed amplificati invece riporto quanto scritto a suo tempo da bank Giusto non dimenticare. Gianni Bartoli (sindaco di Trieste): “Martirologio delle genti adriatiche–Le deportazioni nella Venezia Giulia e Dalmazia”, 1961, libro che raccoglie 4.122 nomi di “scomparsi” dalle province di Trieste, Gorizia, Istria, Dalmazia; si parla soprattutto di dispersi in combattimento. Lo studio delle note biografiche dei dispersi dimostra che diverse persone ritenute scomparse per opera delle milizie partigiane fecero altra fine: è il caso di Barut Servolo, dirigente dell’Osvobodilna Fronta (Fronte di Liberazione) di Caresana. Arrestato il 23.6.1944, fu ucciso nel Lager di Risiera San Sabba. Luigi Papo: “Albo d’oro”, 1995, 20.712 nomi di morti tra Trieste, Gorizia, Istria, Dalmazia e non meglio identificate “terre irredente” (“Fronte russo”, “Fronte greco”, Corsica...), in un periodo storico che inizia con il 10.6.40, ed arriva fino a citare il generale Licio Giorgieri (ucciso dalle B.R. il 28.3.87) ed il militare Millevoi Andrea (ucciso a Mogadiscio l’1.7.93). Tra questi oltre ventimila nomi troviamo: tutti i caduti sui vari fronti della seconda guerra mondiale, i deportati nei lager tedeschi, i partigiani, i morti sotto i bombardamenti, nelle rappresaglie naziste, e le “vittime degli slavi”. Anche qui molte anomalie, per es.: «Serbo Eugenio, capitano 57° Rgt. Art. Div., rimpatriato dalla Germania fu catturato dagli Slavi e deportato nei pressi di Lubiana; risulta deceduto il 14.12.44 a Leitmeritz». Leitmeritz è il nome tedesco di Litoměrice, cittadina che si trova nell’attuale Repubblica Ceca nei pressi di Terezin, praticamente a metà strada tra Praga e Dresda. Come hanno fatto i partigiani sloveni ad internare il povero Serbo in un lager nazista? Luigi Papo si è reso responsabile di rastrellamenti in Istria; fu arrestato dai partigiani per i crimini di guerra da lui commessi e deportato a Prestranek in Slovenia, da dove però venne rilasciato. Importante elemento dei servizi d'informazione della Milizia repubblichina, collaborò, dopo la fine della guerra con i servizi alleati ed i neocostituiti servizi italiani, occupandosi, indovinate un po', di documentazioni sulle foibe... Marco Pirina: “Genocidio…” Adria Storia n. 4, dove è presente una lunga lista di nomi talvolta con l’indicazione della qualifica e della data di “scomparsa”; in ogni caso, Pirina non chiarisce cosa possa essere successo a questi "scomparsi", limitandosi a scrivere “D” per deportato, “S” per scomparso, “I” per infoibato...; però non riporta alcun “R” (rimpatriato) se il “deportato” ha poi fatto ritorno, come in molti casi è successo. Tutto ciò serve solo a lasciar credere che tutti i deportati siano anche scomparsi facendo lievitare le cifre dei morti. Inoltre confonde i nomi delle foibe (es. “abisso di Semich” e poi un “abisso di Semez” nella stessa pagina, senza accorgersi che si tratta dello stesso “abisso”) delle persone uccise tanto che parecchie persone risultano infoibate in diversi luoghi, salvo poi scoprire che le stesse sono decedute trent’anni dopo nel loro letto a Napoli o a Roma. Marco Pirina è stato presidente del FUAN a Roma alla fine degli anni Sessanta, fu anche presidente del “Fronte Delta”, gruppo di estrema destra operante all’università “La Sapienza” di Roma. Per l’attività in questo gruppo fu incriminato per il coinvolgimento nel golpe Borghese; arrestato nel luglio del 1975 fu rilasciato un mese dopo e poi prosciolto, come tutti quelli coinvolti nel golpe. Il PM Pititto, ha chiesto il rinvio a giudizio per “genocidio” di alcune persone, e che ha più volte asserito che una delle “prove” basilari della sua inchiesta sono i libri pubblicati dal pordenonese Marco Pirina.
Dopo l’8 settembre fino al ritorno dei tedeschi si conteggiano circa 250 – 300 infoibati più altre 2000 vittime nel corso dei combattimenti. In tutto i corpi effettivamente ricuperati nelle foibe sono circa 600. Molte altre persone, nella maggior parte dei casi funzionari civili, militari e delle forze di polizia collaborazionisti furono deportati a Lubiana dove subirono processi. Solo da lì si perdono le tracce di molti: tuttavia diverse persone furono rilasciate come Papo.
La Miniera (non foiba) di Basovizza era profonda 254 metri diventati 198 dopo il ’45. Di qui la convinzione che vi siano sepolti più di 250 metri cubi di cadaveri. Gli alleati a ottobre del ’45 tirarono su 8 cadaveri umani interi e alcune carcasse di cavalli. Due corpi erano di soldati tedeschi: le autorità alleate ritennero che tali corpi fossero stati sepolti dopo la battaglia di Basovizza, ovvero prima dei presunti infoibamenti. Inoltre nel 1954 la miniera venne svuotata fino a quota 225 mt senza trovare altri resti umani. Dopo lo svuotamento il sindaco Gianni Bertola (proprio lui) autorizzo l’uso della miniera come discarica rifiuti. L’invasione e l’occupazione della Jugoslavia da parte degli Italiani costò la vita a 250.000 persone (i Serbi dicono 300.000), la minima parte militari. Assai consistente il numero di uomini donne vecchi e bambini morti di inedia o ammazzati nei lager italiani. Nella sola Slovenia oltre 40.000 morti. A questi si aggiungono quelli ammazzati dai nazisti.
Quanto sopra non vuole asserire l’estraneità ai fatti dei reparti Jugoslavi: 1944, direttiva del Partito Comunista Sloveno: “… tenere preparato tutto l’apparato. Dappertutto, il più possibile, bandiere slovene e jugoslave. Ad eccezione di Trieste, non permettere in nessun caso manifestazioni italiane. Rinforzare l’Ozna (polizia politica, nda)” 6 maggio1945 Rapporto delle autorità civili e militari jugoslave: “ci sono stati arresti e fucilazioni arbitrarie. È necessario riprendere il controllo … l’Ozna si rifiuta di capire la situazione, e continua in arresti di massa…dobbiamo renderci conto che tali errori ci portano il danno maggiore” .
A quando uno studio serio che ci dica effettivamente come sono andate le cose?io credo che per certi drammi, una nazione seria dovrebbe trovare un sentimento condiviso, invece purtoppo tutto viene buttato sempre in caciara. Mi sono portato avanti con il lavoro, ho scritto tutto oggi, domani non ci sono
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