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Alitalia: quale futuro?, ai francesi o agli italiani?

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pizzo1
view post Posted on 22/3/2008, 09:26




CITAZIONE (micio000 @ 22/3/2008, 07:52)
scusa, ma chi ha scritto quell'articolo? Piu' che di un giornalista mi sembrano le parole di un esponente dell'attuale maggioranza

forse terra :fischia:
 
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conmar
view post Posted on 22/3/2008, 10:11




Strano che non ci sia il nome del giornalista .. comunque credo che siano considerazioni del direttore :unsure:
 
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pizzo1
view post Posted on 22/3/2008, 10:48




simpatiche, un PO' di parte ma simpatiche
 
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conmar
view post Posted on 22/3/2008, 11:14




CITAZIONE
Piersilvio Airways
Marco Travaglio

Quand’erano un filo più giovani, i due figli di primo letto Marina e Piersilvio servivano al Cainano per giurare il falso sulle loro povere teste. Ora che son cresciuti, vengono adibiti agli usi più disparati. C’è da sistemare una precaria? Che problema c’è, se la sposa Piersilvio (il poveretto non viene nemmeno consultato sui suoi gusti sessuali). C’è da salvare l’Alitalia? Ghe pensi mi, «ci sono i miei figli pronti a rilevarla, insieme a Toto e Banca Intesa». Purtroppo Toto ha già perso la sua chance.

Mentre Banca Intesa, non avendo legami di parentela con la famiglia Berlusconi (ma solo cospicui crediti con Forza Italia e con Toto), ha subito smentito. I due incolpevoli pargoli, invece, non osano nemmeno fiatare.

Del resto papà lo conoscono bene: lui le spara così, a raffica, come gli vengono. Infatti, col venir meno della banca, nonno Silvio fa presente che «la cordata è sempre pronta», ma c’è una piccola postilla: bisogna trovare qualcuno che metta i soldi, che sarà mai. Di qui l’idea geniale: il governo Prodi potrebbe lanciare un «prestito ponte», prelevandolo dalle tasche dei contribuenti, per finanziare l’operazione. In Europa si ride di gusto, visto che le regole comunitarie vietano gli aiuti di Stato. Ancora qualche ora e il Cainano dirà di essere stato frainteso dai soliti comunisti.

Peccato, però, che sia finita così. Intanto perché una compagnia aerea denominata «Piersilvio Airways» («Air Marina» avrebbe ingenerato equivoci col trasporto nautico) non avrebbe guastato affatto, in alta quota. Poi perché il conflitto d’interessi berlusconiano languiva da qualche anno sulle solite cosucce tipo tv, giornali, radio, portali internet, banche, assicurazioni, calcio, cinema, processi penali, insomma poca roba. Inglobare anche una compagnia di bandiera nel gruppo del futuro premier avrebbe conferito al conflitto d’interessi un frizzante tocco di novità, al punto che persino Uòlter, forse, avrebbe dovuto occuparsene. Ma l’operazione Piersilvio Airwaiys avrebbe giovato soprattutto per un terzo motivo: avrebbe inaugurato una nuova via tutto italiana al «fare impresa». Un tizio, uno a caso, mettiamo Berlusconi, diventa presidente del Consiglio nel 2001 e si incarica di mandare definitivamente a picco un’azienda pubblica già cagionevole di salute. Per essere sicuro che non ne resterà più traccia, la affida nelle mani sicure della Lega e di An, che ci giochicchiano per l’intera legislatura con i loro leggendari supermanager. Si comincia con l’ex deputato leghista Giuseppe Bonomi, promosso presidente di Alitalia e rimasto celebre per aver sponsorizzato i mondiali di equitazione indoor salto a ostacoli, ad Assago (Milano), dove lui stesso si esibì in sella al suo cavallo baio. Poi Bonomi viene spedito alla Sea (Linate e Malpensa) e ad Alitalia arriva un fedelissimo di Fini: Marco Zanichelli. Ma subito Tremonti litiga con Fini: «Giù le mani da Alitalia, non c’è più una lira». Zanichelli, preso fra le risse di potere del Cdl, se ne va dopo appena 70 giorni, rimpiazzato dall’ottimo Giancarlo Cimoli, che aveva già fatto così bene alle Ferrovie. Il tempo di scortare la compagnia verso il burrone, poi anche lui leva il disturbo, con una modica liquidazione di 5 milioni di euro.

A quel punto, affondata la flotta, il Cainano se ne va in ferie per un paio d’anni. E al suo posto arriva gente seria, come Prodi e Padoa Schioppa che tentarono di riparare ai guasti suoi. Quando ce la stanno per fare, trovando Airfrance interessata a rilevare un bidone che brucia 1 milione e ha perso 15 miliardi in 15 anni, riecco l’Attila di Arcore che, travestito da Buon Samaritano, tenta di sabotare la trattativa con l’aiuto consapevole di Bobo Formigoni, Bobo Maroni e Morticia Moratti e l’aiuto inconsapevole dei soliti sindacati miopi. Dice che compra tutto lui, anzi «i miei figli», più il celebre Toto, naturalmente coi soldi degli altri: o delle banche, o dello Stato. Perché lui, com’è noto, è un imprenditore che si è fatto da sé, e anche un vero liberale.

Una compagnia della buona morte talmente inguardabile che perfino Bonomi, da Malpensa, prende le distanze e, sotto sotto, si tocca. Basti pensare che come rivelava ieri sulla Stampa Minzolini sul caso Alitalia il consigliere più ascoltato di Berlusconi è il deputato forzista Giampiero Cantoni, già presidente craxiano della Bnl, più volte inquisito e arrestato, dunque titolare delle giuste credenziali per occuparsi della faccenda: per esempio, un patteggiamento di 11 mesi di reclusione per corruzione (con risarcimento di 800 milioni di lire) e un altro di 13 mesi per concorso in bancarotta fraudolenta del gruppo Mandelli. Un esperto. È la via berlusconiana al risanamento. Chi si chiama al capezzale di un’azienda dalla bancarotta? Un bancarottiere. Per dargli un’altra chance.

 
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pizzo1
view post Posted on 22/3/2008, 11:30




io preferirei AIR-PADANIA
 
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conmar
view post Posted on 22/3/2008, 12:01




Ma facciamo Aria e basta..
Iersera guardai un po' di quella pseudo trasmissione dove c'era, tra gli altri, oltre pezzotta, ferraro e Marini, anche l'ex Ministro dell'interno Pisanu...
Disse un paio di cavolate sulla cordata ( insaponata per affossare ancora di più alitalia )... Ok..impressione mia, che tra l'altro non sono neutrale d'accordo, fu che a quelle panzane che sparò, per contratto con il capetto , non ci credesse neanche lui ..ma tant'è...

Da:L'Unità

CITAZIONE
Se decolla la propaganda
Alfredo Recanatesi

Davvero qualcuno potrebbe credere che in Italia ci siano imprenditori disposti a investire sul risanamento e sul rilancio di Alitalia? Via. Se in Italia ci fosse una Imprenditoria con la “i” maiuscola la compagnia non sarebbe arrivata allo stato precomatoso nella quale purtroppo si trova. Di tempo per pensarci e organizzarsi non è certo mancato dal momento che il problema si è posto da almeno cinque anni, ossia da quando una soluzione sarebbe stata finanziariamente meno impegnativa e industrialmente meno complessa.

L’ipotesi, si sa, è stata avanzata da Berlusconi nel corso di un intervento elettorale. Come imprenditore, oltre che come politico, Berlusconi si ritiene un leader. Ma, mentre un leader politico può dire ciò che vuole, rimanendo a chi lo ascolta in che misura dargli credito, un leader imprenditore no: se entra oggi, a pochi giorni dalla scadenza che l’unico potenziale acquirente ha posto per una definitiva decisione, nella questione Alitalia deve farlo seriamente. Il leader politico può anche limitarsi a sventolare la bandiera dell’italianità per caricare il suo elettorato in vista delle elezioni. Il leader imprenditore, se auspica e sollecita una cordata di imprenditori italiani per rilevare e rilanciare la compagnia, la deve rendere credibile mettendo sul piatto, lui per primo, l’impegno finanziario che è disposto ad assumersi nella operazione. Invece lui ha gettato il sasso e ritirato la mano, dicendosi personalmente disinteressato alla questione per via del suo impegno politico (sic!) ma prospettando, tanto per dire, una possibile, ma sempre vaga, adesione dei figli. Il cardine dell’operazione dovrebbe essere - sempre nell’ipotesi di Berlusconi - la accoppiata Air One-Banca Intesa, che già si fece avanti quando fu bandita l’asta, ma con un piano industriale che non raccolse valutazioni positive, tanto che la stessa Banca appare già da tempo ben lontana dai suoi originari entusiasmi.

È evidente, dunque, che quella di Berlusconi è solo una strumentalizzazione in chiave elettorale di una vicenda triste, per molti aspetti drammatica, come quella di Alitalia. Una strumentalizzazione soprattutto degli interessi lombardi che ruotano attorno all'aeroporto di Malpensa. Berlusconi, infatti, non si è limitato a prospettare una possibilità alternativa, ma ha espresso palese contrarietà nei confronti ai Air France-Klm, ben sapendo che il presidente Spinetta puntava ad ottenere il consenso anche del centro-destra per evitare il rischio di ritrovarsi un governo ostile in un Paese del quale gestisce la compagnia di bandiera. Tutto - si diceva - per tutelare il ruolo ed i fatturati di Malpensa, ossia di un aeroporto che - è bene ricordarlo - come hub è sostanzialmente abortito poiché raccoglie una quota modesta del traffico intercontinentale originato nel Nord; ed è abortito perché lo stesso Nord ha commesso la follia di dotarsi di un aeroporto ogni cinquanta chilometri, per cui è molto più semplice e conveniente raggiungere un hub vero - come Zurigo, Fiumicino, Parigi o Francoforte - con un volo da uno di questi aeroporti “sotto casa” che raggiungere Malpensa per strada o in treno.

L’ultimo affronto che Alitalia poteva meritare è proprio di vedere quanto può ancora costituire il suo futuro sacrificato sull’altare di una contingente convenienza elettorale. L’offerta di Air France-Klm può essere anche giudicata colonialista, opportunista, o quel che volete voi. Alcune condizioni poste possono anche essere ritenute mortificanti. Può essere irritante, specie per la mentalità italiana secondo la quale niente è mai definitivo e tutto si può sempre trattare, che si sia arrivati al “prendere o lasciare”. Ma non è questo il punto. Il punto è che il gruppo franco-olandese è l’unico ad offrire ad Alitalia un futuro credibile. Altre possibilità, dopo mesi di procedura ufficiale ed anni di sondaggi, non ce ne sono. Possiamo piangere fiumi di lacrime sul latte versato, ma questo non varrebbe a definire una alternativa. Se l’offerta di Air France-Klm viene lasciata decadere, la situazione economico-patrimoniale di Alitalia rende pressoché automatico il commissariamento, seguito a ruota dal fallimento. E fallimento significa che molti rami d'azienda di Alitalia verranno chiusi, altri finiranno ad altre compagnie o società di servizi, i più perderanno il lavoro, quelli che lo manterranno ricominceranno da zero o quasi, alle dipendenze di altre società.

Creare l’illusione che possano esserci soluzioni più convenienti, più “italiane”, più disponibili a mantenere gli attuali organici alle condizioni economiche e normative attualmente vigenti, e magari anche a mantenere sulla giacca di Malpensa i galloni di hub intercontinentale; tutto questo può aiutare a conquistare facili consensi da spendere il 13 aprile, alla condizione, però, che non si pensi neppure al conto che dopo si dovrà pagare

 
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save6969
view post Posted on 22/3/2008, 12:05




se poi alitalia la piglia berlusca almeno un licenzia come dimostra la storia di mediaset
 
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micio000
view post Posted on 22/3/2008, 12:44




CITAZIONE (conmar @ 22/3/2008, 10:11)
Strano che non ci sia il nome del giornalista .. comunque credo che siano considerazioni del direttore :unsure:

aridatece Ostellino
 
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conmar
view post Posted on 22/3/2008, 12:49




CITAZIONE (save6969 @ 22/3/2008, 12:05)
se poi alitalia la piglia berlusca almeno un licenzia come dimostra la storia di mediaset

:ridi: :ride: :roftl:
Vero è un benefattore lui ..preferisce andare a buo billoro prima di licenziare -_-
Che maschio... :wub:
 
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view post Posted on 22/3/2008, 13:11
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Orgoglioso membro del club "strozzi ed anche un po' cornuti"

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Una capsula (da clonazione) di fluido primario...

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Facciamo 2 conti:

La cordata AirOne prevedeva:
1)proposta di acquisto non vincolante della azioni Alitalia al prezzo di un centesimo di Euro per ciascuna
2)mantenimento degli hub di Malpensa e Fiumicino
3)rinnovamento della flotta
4)copertura finanziaria fino a 4 miliardi garantita dagli istituti di credito
5)esuberi e dunque tagli al personale per circa 2750 unità.

Analizziamo: il costo per azione è ridicolo, ma si potrebbe giustificare con la necessità del risanamento necessario ed accollato a chi compra; gli hub costano ma non rendono; un rinnovo del parco velivoli è necessario e qui nessuno contesta. I punti salienti sono gli ultimi due: partiamo dal quinto, vale a dire gli esuberi... AirFrance-KLM ne prevede 650 in meno rispetto a Toto & c.: come mai? Già questo comunque è qualcosa che dovrebbe far pendere la preferenza dalla parte di Spinetta. Ma la parte più inquietante è la n. 4: qual'è il vero obiettivo? E' presto detto, tagliando la testa al toro e scoperchiando la reale trama di AirOne: acquistare a prezzo di saldo, per poi scorporare l'attività e cederne i diversi pezzi ai migliori offerenti sul mercato, di volta in volta interessati al settore cargo, o ai singoli impianti o a parte delle tratte e della flotta.

Quale altro interesse può avere Toto, che guida una compagnia medio-piccola, a fagocitare un carrier di bandiera? Sarebbe come se il topolino si mangiasse l'elefante... assurdo, oltre che grottesco. Ed i suoi partners finanziari, che cosa ne ricaverebbero dall'impegnarsi per una cifra pari ad 1/9 dell'ultima Finanziaria per sanare un'azianda in perdita, un vero buco nero? Semplicemente un investimento a basso costo (1 centesimo per azione è un'inezia) per poi realizzare a livelli stratosferici ogni singola cessione. Il tutto, è ovvio, alla faccia dell'italianità tanto sbandierata in giro.

Veniamo alla questione politica: hanno capito tutti che la questione Malpensa è solo un tentativo di parte di Forza Italia (la sezione lombarda) di catalizzare i voti riconducibili allo scalo di Malpensa dalla propria parte. Altrimenti come si spiegano le uscite del governatore forzista del Veneto, Galan, che pubblicamente dice di fregarsene di Malpensa, perchè (sue testuali parole) "i turisti che vanno a Venezia, sul Brenta o nelle Dolomiti atterrano al Marco Polo e non nel varesotto"? E' la solita, schifosa matematica elettorale, dove ogni singolo voto, per quanto possa essere brutto o ignobile, pesa. Ed è penoso vedere dei politicanti mendicare le preferenze sulla pelle dei lavoratori e di tutti i cittadini italiani. Perchè ci si è dimenticati di un aspetto fondamentale: se Alitalia dovesse portare i libri contabili in tribunale, chi pagherà? Facile, dicono tutti, il Ministero dell'Economia, maggiore azionista. Ma il Ministero è lo Stato, e lo Stato è composto da tutti i cittadini che pagano le imposte. Chiaro il concetto?
 
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save6969
view post Posted on 24/3/2008, 15:38




CITAZIONE (conmar @ 22/3/2008, 12:49)
CITAZIONE (save6969 @ 22/3/2008, 12:05)
se poi alitalia la piglia berlusca almeno un licenzia come dimostra la storia di mediaset

:ridi: :ride: :roftl:
Vero è un benefattore lui ..preferisce andare a buo billoro prima di licenziare -_-
Che maschio... :wub:

il suo gruppo non hai mai licenziato nessuno

CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 22/3/2008, 13:11)
Facciamo 2 conti:

La cordata AirOne prevedeva:
1)proposta di acquisto non vincolante della azioni Alitalia al prezzo di un centesimo di Euro per ciascuna
2)mantenimento degli hub di Malpensa e Fiumicino
3)rinnovamento della flotta
4)copertura finanziaria fino a 4 miliardi garantita dagli istituti di credito
5)esuberi e dunque tagli al personale per circa 2750 unità.

Analizziamo: il costo per azione è ridicolo, ma si potrebbe giustificare con la necessità del risanamento necessario ed accollato a chi compra; gli hub costano ma non rendono; un rinnovo del parco velivoli è necessario e qui nessuno contesta. I punti salienti sono gli ultimi due: partiamo dal quinto, vale a dire gli esuberi... AirFrance-KLM ne prevede 650 in meno rispetto a Toto & c.: come mai? Già questo comunque è qualcosa che dovrebbe far pendere la preferenza dalla parte di Spinetta. Ma la parte più inquietante è la n. 4: qual'è il vero obiettivo? E' presto detto, tagliando la testa al toro e scoperchiando la reale trama di AirOne: acquistare a prezzo di saldo, per poi scorporare l'attività e cederne i diversi pezzi ai migliori offerenti sul mercato, di volta in volta interessati al settore cargo, o ai singoli impianti o a parte delle tratte e della flotta.

Quale altro interesse può avere Toto, che guida una compagnia medio-piccola, a fagocitare un carrier di bandiera? Sarebbe come se il topolino si mangiasse l'elefante... assurdo, oltre che grottesco. Ed i suoi partners finanziari, che cosa ne ricaverebbero dall'impegnarsi per una cifra pari ad 1/9 dell'ultima Finanziaria per sanare un'azianda in perdita, un vero buco nero? Semplicemente un investimento a basso costo (1 centesimo per azione è un'inezia) per poi realizzare a livelli stratosferici ogni singola cessione. Il tutto, è ovvio, alla faccia dell'italianità tanto sbandierata in giro.

Veniamo alla questione politica: hanno capito tutti che la questione Malpensa è solo un tentativo di parte di Forza Italia (la sezione lombarda) di catalizzare i voti riconducibili allo scalo di Malpensa dalla propria parte. Altrimenti come si spiegano le uscite del governatore forzista del Veneto, Galan, che pubblicamente dice di fregarsene di Malpensa, perchè (sue testuali parole) "i turisti che vanno a Venezia, sul Brenta o nelle Dolomiti atterrano al Marco Polo e non nel varesotto"? E' la solita, schifosa matematica elettorale, dove ogni singolo voto, per quanto possa essere brutto o ignobile, pesa. Ed è penoso vedere dei politicanti mendicare le preferenze sulla pelle dei lavoratori e di tutti i cittadini italiani. Perchè ci si è dimenticati di un aspetto fondamentale: se Alitalia dovesse portare i libri contabili in tribunale, chi pagherà? Facile, dicono tutti, il Ministero dell'Economia, maggiore azionista. Ma il Ministero è lo Stato, e lo Stato è composto da tutti i cittadini che pagano le imposte. Chiaro il concetto?

bertinotti e bianchi non la pensano come te
neache loro
 
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view post Posted on 24/3/2008, 16:19
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bertinotti e bianchi non la pensano come te
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Non mi curo: la loro è un'opinione, probabilmente dettata (come da parte di Silvio & c.) da motivazioni elettorali, vale a dire raccattare miserevolmente qualche migliaio di voti lombardi per Malpensa ed il restante carrozzone.
Alitalia è al collasso ed attendere ulteriormente significa solo aumentare i danni: questa cordata italiana c'è o no? Ad oggi, sembra proprio di no, visto che Banca Intesa si è tirata indietro, che Unicredit non è interessata ed altrettanto il gruppo MPS; ricordiamoci che per AirOne ed il suo piano spezzatino l'appoggio delle banche è fondamentale... Berlusconi non è d'accordo? Invece di fare insider trading, visto che i soldi non gli mancano, si compri la compagnia di bandiera, girandola poi ai figli o ai suoi tanti prestanome (Doris, Libonati e compagnia cantante); altrimenti la smetta e lasci fare a chi ne sa ben più di lui - la sparata sui francesi onestamente se la poteva risparmiare: con che faccia andrà a parlare con Sarkozy dopo le minacce rivolte a Spinetta?
 
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view post Posted on 24/3/2008, 16:58




CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 24/3/2008, 16:19)
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bertinotti e bianchi non la pensano come te
neache loro

Non mi curo: la loro è un'opinione, probabilmente dettata (come da parte di Silvio & c.) da motivazioni elettorali, vale a dire raccattare miserevolmente qualche migliaio di voti lombardi per Malpensa ed il restante carrozzone.
Alitalia è al collasso ed attendere ulteriormente significa solo aumentare i danni: questa cordata italiana c'è o no? Ad oggi, sembra proprio di no, visto che Banca Intesa si è tirata indietro, che Unicredit non è interessata ed altrettanto il gruppo MPS; ricordiamoci che per AirOne ed il suo piano spezzatino l'appoggio delle banche è fondamentale... Berlusconi non è d'accordo? Invece di fare insider trading, visto che i soldi non gli mancano, si compri la compagnia di bandiera, girandola poi ai figli o ai suoi tanti prestanome (Doris, Libonati e compagnia cantante); altrimenti la smetta e lasci fare a chi ne sa ben più di lui - la sparata sui francesi onestamente se la poteva risparmiare: con che faccia andrà a parlare con Sarkozy dopo le minacce rivolte a Spinetta?

ciao fede
d'ora in poi per me sei pena (buzzer)
non hai nè idee nè ideali
magari uccidi anche te come i tuoi amici cini?
sei così' vigliacco che banni anche i messaggi privati
ciao pena
te e terra dovreste chiedr scusa per le cose che pensate

CITAZIONE (conmar @ 22/3/2008, 12:49)
CITAZIONE (save6969 @ 22/3/2008, 12:05)
se poi alitalia la piglia berlusca almeno un licenzia come dimostra la storia di mediaset

:ridi: :ride: :roftl:
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le cooperative non son maschie
licenziano e lasciano senza garanzie coloro che han truffato assumendoli come soci
ma vai mona
 
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view post Posted on 24/3/2008, 21:18
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Guarda sciarpa, delle tue opinioni (dovrei chiamarli insulti, a dir la verità) non mi curo proprio. E, per la cronaca, non ho nessun potere di ban, tanto meno negli mp.

Invece di spargere veleno e letame sugli altri, impara ad accettare punti di vista diversi dal tuo.
 
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613 replies since 28/1/2008, 00:25   5072 views
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