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Fenomeno Obama, può davvero diventare presidente?

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The MailMan
view post Posted on 10/1/2008, 17:50




concordo.
aspetto che il sindacato la smetta di essere lobbista.
perchè un sindacato deve decidere chi entra in una azienda?
questa è la normalità, non l'eccezione.
ma questa cosa la vedo solo io (quindi sono un pazzo, schletorico, visionario) o lo vedono pure gli altri?
scusa, alle ultime elezioni (2006) confindustria che fazione politica ha appoggiato?

vedi un pò tu

cordialità
 
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view post Posted on 11/1/2008, 08:57
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ominide

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Certo che questi dati fanno pensare:

CITAZIONE
Analysts at the Election Defense Alliance (EDA) have confirmed that based on the official results on the New Hampshire Secretary of state web site, there is a remarkable relationship between Obama and Clinton votes, when you look at votes tabulated by op-scan v. votes tabulated by hand:

Clinton Optical scan 91,717 52.95%
Obama Optical scan 81,495 47.05%

Clinton Hand-counted 20,889 47.05%
Obama Hand-counted 23,509 52.95%

The percentages appear to be swapped. That seems highly unusual, to say the least.

In Italia ci sarebbe già la gente in piazza.
 
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micio000
view post Posted on 28/1/2008, 09:15




da repubblica.it

Il senatore dell'Illinois batte la Clinton e prende anche un quarto dei voti dei bianchi
Una vittoria scontata, ma con un risultato numerico inaspettato
South Carolina, trionfa Obama
Hillary doppiata: 55,4% a 26,5%
John Edwards si ferma al 18% ma annuncia che andrà avanti
E Caroline Kennedy si schiera con Barack: "Mi ricorda mio padre"

NEW YORK - Una vittoria strepitosa, che supera qualunque aspettativa: Barack Obama ha battuto Hillary Clinton nelle elezioni primarie democratiche della South Carolina con un distacco clamoroso: 55,4% a 26,5%. Il senatore nero ha conquistato più del doppio dei voti dell'ex first lady e ha vinto in tutte le fasce d'età, tranne che tra gli anziani. Terzo è arrivato John Edwards, che nonostante giocasse in casa si è dovuto accontentare di meno del 18 per cento, ma ha annunciato che non si ritira dalla corsa e vuole arrivare fino in fondo. Anche la partecipazione è stata clamorosa: quattro anni fa erano andate alle urne 293mila persone, ieri solo Barack ha preso 295mila voti e il totale dei partecipanti ha superato il mezzo milione.

I Clinton avevano cercato di chiudere Obama nel recinto del sud, di farlo diventare il candidato dei soli neri, ma non ci sono riusciti. Certo l'80 per cento degli afroamericani hanno votato per lui, ma ha anche preso un quarto dei voti bianchi e ha avuto la maggioranza degli elettori fino a 64 anni e delle donne. Proprio ieri durante il voto Bill Clinton aveva paragonato Obama a Jesse Jackson, ricordando come quest'ultimo avesse vinto in South Carolina nell'84 e nell'88. Un modo per sottolineare che il giovane senatore avrebbe vinto lo Stato dove i neri sono un terzo della popolazione, ma insinuando che poi sarebbe scomparso come Jackson.

Ma il responso delle urne mette in evidenza una differenza sostanziale: Jackson aveva avuto solo il 7 per cento dei voti bianchi, Obama ne ha più del triplo.
"Dopo quattro battaglie - ha detto Obama - noi abbiamo più voti e più delegati e la più grande coalizione che si sia vista da molto tempo: l'America ha voglia di cambiare".

Accompagnato dalla moglie Michelle, vestita di rosa come la sua cravatta, Obama ha scandito il suo credo: "Il cuore di questa elezione è il futuro contro il passato: e non ci dite che il cambiamento è impossibile, perché noi vi rispondiamo: "Sì, si può"". E la platea in delirio ha cominciato a scandire lo slogan "Yes, we can", mentre Obama sottolineava che "il cambiamento non lo porta chi ha una maggiore longevità a Washington o chi è stato più vicino alla Casa Bianca".

Hillary Clinton invece ha parlato da Nashville in Tennessee, sfiorando appena la notizia della sconfitta e dedicandosi invece ad un lungo comizio. Prima di lui aveva preso la parola Bill Clinton, che era in Missouri e che ha rilanciato la candidatura della moglie parlando sempre al plurale: "Noi abbiamo fatto... Noi faremo".

Insieme alla vittoria è arrivato per Barack Obama anche un sostegno importante e simbolico: quello di Caroline Kennedy, figlia del presidente assassinato a Dallas. In un editoriale uscito questa mattina sul New York Times, intitolato "Un presidente come mio padre", l'erede di JFK afferma: "Non c'è mai stato un presidente che mi ispirasse nel modo in cui le persone mi dicono facesse mio padre. Ma per la prima volta credo di aver trovato l'uomo che può essere quel presidente, non solo per me, ma per una nuova generazione di americani".


 
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save6969
view post Posted on 29/1/2008, 11:15




CITAZIONE (micio000 @ 28/1/2008, 09:15)
da repubblica.it

Il senatore dell'Illinois batte la Clinton e prende anche un quarto dei voti dei bianchi
Una vittoria scontata, ma con un risultato numerico inaspettato
South Carolina, trionfa Obama
Hillary doppiata: 55,4% a 26,5%
John Edwards si ferma al 18% ma annuncia che andrà avanti
E Caroline Kennedy si schiera con Barack: "Mi ricorda mio padre"

NEW YORK - Una vittoria strepitosa, che supera qualunque aspettativa: Barack Obama ha battuto Hillary Clinton nelle elezioni primarie democratiche della South Carolina con un distacco clamoroso: 55,4% a 26,5%. Il senatore nero ha conquistato più del doppio dei voti dell'ex first lady e ha vinto in tutte le fasce d'età, tranne che tra gli anziani. Terzo è arrivato John Edwards, che nonostante giocasse in casa si è dovuto accontentare di meno del 18 per cento, ma ha annunciato che non si ritira dalla corsa e vuole arrivare fino in fondo. Anche la partecipazione è stata clamorosa: quattro anni fa erano andate alle urne 293mila persone, ieri solo Barack ha preso 295mila voti e il totale dei partecipanti ha superato il mezzo milione.

I Clinton avevano cercato di chiudere Obama nel recinto del sud, di farlo diventare il candidato dei soli neri, ma non ci sono riusciti. Certo l'80 per cento degli afroamericani hanno votato per lui, ma ha anche preso un quarto dei voti bianchi e ha avuto la maggioranza degli elettori fino a 64 anni e delle donne. Proprio ieri durante il voto Bill Clinton aveva paragonato Obama a Jesse Jackson, ricordando come quest'ultimo avesse vinto in South Carolina nell'84 e nell'88. Un modo per sottolineare che il giovane senatore avrebbe vinto lo Stato dove i neri sono un terzo della popolazione, ma insinuando che poi sarebbe scomparso come Jackson.

Ma il responso delle urne mette in evidenza una differenza sostanziale: Jackson aveva avuto solo il 7 per cento dei voti bianchi, Obama ne ha più del triplo.
"Dopo quattro battaglie - ha detto Obama - noi abbiamo più voti e più delegati e la più grande coalizione che si sia vista da molto tempo: l'America ha voglia di cambiare".

Accompagnato dalla moglie Michelle, vestita di rosa come la sua cravatta, Obama ha scandito il suo credo: "Il cuore di questa elezione è il futuro contro il passato: e non ci dite che il cambiamento è impossibile, perché noi vi rispondiamo: "Sì, si può"". E la platea in delirio ha cominciato a scandire lo slogan "Yes, we can", mentre Obama sottolineava che "il cambiamento non lo porta chi ha una maggiore longevità a Washington o chi è stato più vicino alla Casa Bianca".

Hillary Clinton invece ha parlato da Nashville in Tennessee, sfiorando appena la notizia della sconfitta e dedicandosi invece ad un lungo comizio. Prima di lui aveva preso la parola Bill Clinton, che era in Missouri e che ha rilanciato la candidatura della moglie parlando sempre al plurale: "Noi abbiamo fatto... Noi faremo".

Insieme alla vittoria è arrivato per Barack Obama anche un sostegno importante e simbolico: quello di Caroline Kennedy, figlia del presidente assassinato a Dallas. In un editoriale uscito questa mattina sul New York Times, intitolato "Un presidente come mio padre", l'erede di JFK afferma: "Non c'è mai stato un presidente che mi ispirasse nel modo in cui le persone mi dicono facesse mio padre. Ma per la prima volta credo di aver trovato l'uomo che può essere quel presidente, non solo per me, ma per una nuova generazione di americani".

è così obama lo stan votando tanti tanti bianchi
puo farcela
 
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bob lauriski
view post Posted on 29/1/2008, 12:36




CITAZIONE (save6969 @ 29/1/2008, 11:15)
è così obama lo stan votando tanti tanti bianchi
puo farcela

Magari ! :rolleyes:

Invece mi chiedo perchè noi italiani non lo troviamo mai un candidato tipo Obama. :(

Mi accontenterei di un CANDIDATO anche se risultasse perdente. In Italia non c'è...CHANGE !


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save6969
view post Posted on 29/1/2008, 13:36




CITAZIONE (bob lauriski @ 29/1/2008, 12:36)
CITAZIONE (save6969 @ 29/1/2008, 11:15)
è così obama lo stan votando tanti tanti bianchi
puo farcela

Magari ! :rolleyes:

Invece mi chiedo perchè noi italiani non lo troviamo mai un candidato tipo Obama. :(

Mi accontenterei di un CANDIDATO anche se risultasse perdente. In Italia non c'è...CHANGE !


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secodno me un obama vincerebbe qui
 
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view post Posted on 29/1/2008, 13:46

forumista oltre

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mi sembra persona nuova...valida...+ o - sincera....brillante oratore....e anche abbastanza lontana dagli intrighi della politica
in poche parole il politico che servirebbe a un paese disatrato come il nostro...
 
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save6969
view post Posted on 29/1/2008, 13:51




CITAZIONE (adrimir @ 29/1/2008, 13:46)
mi sembra persona nuova...valida...+ o - sincera....brillante oratore....e anche abbastanza lontana dagli intrighi della politica
in poche parole il politico che servirebbe a un paese disatrato come il nostro...

quoto
solo che noi siamo anche un popolo schifoso
di opportunisti e furbacchioni e i ns politici son nostra espressione
di prodi condivido poco ma ha ragione uqando dice che i parlamneto ci son i rappresnetanti degli italiani in tutti i sensi
 
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bob lauriski
view post Posted on 29/1/2008, 18:10




image

Massimo d'Azeglio...nel 1861, alla costituzione del Regno d'Italia, pronunciò le famose parole: "Ora che l'Italia è fatta, bisogna fare gli italiani", dimostrando di aver capito subito quanto gravi fossero i problemi che il nuovo Stato doveva affrontare



Siamo ancora a quel punto...
 
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save6969
view post Posted on 30/1/2008, 09:35




CITAZIONE (bob lauriski @ 29/1/2008, 18:10)
(IMG:http://upload.wikimedia.org/wikipedia/comm...o_Hayez_048.jpg)

Massimo d'Azeglio...nel 1861, alla costituzione del Regno d'Italia, pronunciò le famose parole: "Ora che l'Italia è fatta, bisogna fare gli italiani", dimostrando di aver capito subito quanto gravi fossero i problemi che il nuovo Stato doveva affrontare



Siamo ancora a quel punto...

è così
 
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hustlazz
view post Posted on 30/1/2008, 13:53




io di quello che propone obama nella sua campagna elettorale non so neanche una virgola. so che epidermicamente mi sta simpatico ma prima di affermare che mi piacerebbe un obama anche in italia vorrei sapere, appunto, quello che propone.
 
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Pozthebest
view post Posted on 30/1/2008, 15:03




CITAZIONE
I Clinton avevano cercato di chiudere Obama nel recinto del sud, di farlo diventare il candidato dei soli neri, ma non ci sono riusciti. Certo l'80 per cento degli afroamericani hanno votato per lui, ma ha anche preso un quarto dei voti bianchi

io aspetterei a fare simili illazioni, aspetterei le elezioni vere e proprioe, in america, gli americani, cambiano opinione politica ad ogni piccolo evento. pensa che per un " rigatone" hanno impicciato Clinton, quindi ci andrei molto cauto, e poi, non dividerli tra bianchi e' neri, anche se letteralmente accettato il termine, da la sensazione errata di diversita. Gli americani sono americani punto e basta.

CITAZIONE
abbastanza lontana dagli intrighi della politica

non cosi lontano come si crede pero.
 
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bob lauriski
view post Posted on 30/1/2008, 15:35




CITAZIONE (hustlazz @ 30/1/2008, 13:53)
io di quello che propone obama nella sua campagna elettorale non so neanche una virgola. so che epidermicamente mi sta simpatico ma prima di affermare che mi piacerebbe un obama anche in italia vorrei sapere, appunto, quello che propone.

Più che giusto.

Io neanche a dire il vero so quello che propone, ma non so neanche che proongono Hilary e tutti i candidati repubblicani. So però che Hillary è la continuazione di Bill (infatti si presenta con il cognome del marito) e ho letto un pò delle storie dei vari candidati. Si va dall'eroe di guerra McCain (e grande ammiratore di Reagan) il cui punto debole sembra solo essere l'età, al mormone Romney al predicatore Huckabee (che non voterei mai).

Obama come ha ben impresso in tutti i suoi cartelli rappresenta il CHANGE. Già il fatto di essere nero e figlio di un economista del Kenia (e di una bianca) fa di lui un soggetto nuovo, fuori dai soliti schemi fatti di candidati provenienti da ricche famiglie e dinastie americane. Inoltre proprio questa sua vicinanza al continente africano (e alla religione mussulmana) può significare molto per un futuro diverso.

Comunque in rete ho trovato questo x chiarirci meglio il personaggio. Già il titolo mi soddisfa assai. :D

Barack Obama è di destra?
di Erik Marangoni - 30 giugno 2007

È un senatore dell'Illinois, iscritto al partito democratico, è di colore, (il padre è immigrato dal Kenia e nel paese africano ha ancora diversi parenti), è cresciuto frequentando scuole islamiche radicali in Indonesia prima del definitivo approdo negli Stati Uniti. Barack Obama, uno dei tre candidati del Partito Democratico per le elezioni presidenziali del 2008, sembra avere le qualità necessarie per distinguersi da quelli che sono gli stereotipi dei candidati repubblicani, che negli Stati Uniti vengono spesso identificati con l'acronimo WASP (bianco, anglosassone e protestante). Ciò naturalmente ha sollevato negli Stati Uniti e nell'opinione pubblica mondiale un'ondata di simpatia nei confronti di colui che potrebbe diventare il primo presidente afro-americano della storia degli Stati Uniti d'America e, da parte sua, Barack Obama non perde occasione per sottolineare le profonde differenze che lo distinguono dall'attuale presidente in carica. Ma è davvero proprio cosi?

Il sito www.foreignaffairs.org, collegato ad uno dei più prestigiosi think-tank americani, ha recentemente pubblicato un saggio del candidato democratico che ne illustra la visione strategica in materia di politica estera. Nel documento vengono toccati i principali temi all'ordine del giorno, dalla lotta al terrorismo, alla guerra in Iraq e Afganistan, dal ruolo della Cina e della Nato, al tema del riscaldamento globale, il tutto condito da una sana dose di retorica che dovrebbe, nelle intenzioni di Obama, vincere i cuori degli americani e costruire una nuova fiducia del mondo nei confronti degli Stati Uniti d'America. Il documento di Obama Barack ha sollevato diversi dubbi presso analisti e politologi, al punto che più di uno si è chiesto se il senatore dell'Illinois fosse davvero schierato con il Partito Democratico e non avesse invece deciso di candidarsi con i rivali Repubblicani. In effetti, a parte il richiamo a figure «sacre» per i democratici, come Kennedy, Roosevelt e Truman e alla necessità per gli Stati Uniti di recuperare credibilità attraverso una politica estera «condivisa», tutte cose particolarmente sentite dall'elettore democratico, quando si tratta di affrontare temi concreti, le idee di Barack Obama non sembrano poi tanto diverse da quelle di George W. Bush. Cosi, quando si parla di Iraq, pur deplorando la decisione di invadere il paese, Barack Obama si dice convinto che la strada migliore per riportare la pace passi per il ritiro (graduale) delle truppe americane, accompagnato da un'azione diplomatica volta a ricostituire la vita civile e a ridurre le sofferenze della popolazione civile. In ogni caso, dice Obama, il suo governo non cercherà di installare basi militari in Iraq ma, aggiunge, lascerà un piccolo contingente militare per proteggere il personale americano, addestrare le forze di sicurezza irachene e combattere contro al-Qaeda.

Palestina/Israele. Barack Obama dichiara il suo interesse per una definitiva soluzione della palestinese, accusando Bush di aver trascurato per troppo tempo il problema. Si dichiara favorevole alla soluzione dei due stati ma il primo obiettivo da conseguire è la sicurezza di Israele. Sul versante palestinese, l'impegno americano sarà rivolto a isolare quanti cercano conflitto e instabilità e rafforzare, invece, coloro che sono seriamente impegnati per la ricerca di una soluzione. Esattamente quanto sta accadendo in questi giorni con l'appoggio americano e israeliano a Fatah, contro i radicali di Hamas.

Sul tema del nucleare iraniano, la posizione di Obama è a dir poco sorprendente. Pur riconoscendo la necessità di avere contatti diretti con il regime degli ayatollah (ricordiamo che recentemente si sono tenuti dei colloqui tra Stati Uniti e Iran sul tema dell'Iraq), non esclude, anzi, ribadisce per ben due volte la possibilità di ricorrere all'uso della forza militare per eliminare la minaccia nucleare. Allo stesso modo, diplomazia e «pressioni» (economiche e militari) verranno impiegate per costringere la Siria ad un atteggiamento più moderato. Un atteggiamento di fermezza Obama lo richiede anche nei confronti dell'Afganistan, dove la lotta contro i talebani passerà attraverso il rafforzamento dei contingenti militari europei, anche se non viene naturalmente spiegato come verranno convinti i pavidi governanti del Vecchio Continente ad aumentare le proprie truppe.

Sul tema del riscaldamento globale, Obama adotta una posizione più morbide e si dichiara convinto della necessità di contribuire a ridurre le emissioni di gas industriali e di limitare l'utilizzo di combustibili fossili a favore di fonti alternative di energia. Tuttavia, quasi a tranquillizzare i businessmen americani, afferma che lo sviluppo del mercato dei combustibili naturali rappresenterà la nuova frontiera della ricchezza, stimato nell'ordine dei 500 miliardi di dollari annui.

Insomma, un manifesto programmatico decisamente «ambiguo» per il candidato democratico Obama Barack, che rischia di provocare diversi mal di pancia soprattutto nell'elettorato democratico. D'altra parte, se l'origine e il background culturale del candidato presidente risultano ben accetti presso i circoli liberal della sinistra americana, di certo non lo sono certe sue posizioni radicali in tema, per esempio, di Iraq, Iran e Siria, oppure sull'uso della forza militare, che Obama ha affermato di voler utilizzare, anche unilateralmente, ogni volta che cittadini e interessi americani vengono colpiti o minacciati in qualsiasi parte del mondo. Un'affermazione che fa a pugni con le tendenze «multilateraliste» dei compagni di partito di Obama e che potrebbe costargli cara in vista della battaglia per la nomination presidenziale.
 
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view post Posted on 30/1/2008, 16:37
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Non la sapevo questa cosa delle origini keniane...
 
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bob lauriski
view post Posted on 5/2/2008, 14:44




YES WE CAN !

Scarlett Johansson, Will.I.Am e altri artisti cantano su YouTube per Obama



Notate che nel video all'inizio c'è Kareem Abdul Jabbar (quello sulla destra alto e completamente pelato, anche le sopracciglia :o:)


 
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505 replies since 5/1/2008, 20:36   4810 views
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