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Palestina: che futuro??, ..........Yasser non c'è più.......

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Tierra y libertad
view post Posted on 4/6/2010, 10:29




 
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bank robber
view post Posted on 4/6/2010, 10:45




CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 4/6/2010, 10:58)
CITAZIONE (bank robber @ 4/6/2010, 10:49)
Ciao Torero.
Se mi permetti la citazione Israele è una democrazia "per alcuni e un incubo per altri", il che dovrebbe qualificarlo nella migliore delle ipotesi come parzialmente democratico. Se nei fatti manca un riconoscimento sostanziale, quindi fattivo, dei diritti umani e bada, non solo dei cittadini, mancano i presupposti fondamentali per definire uno stato pienamente democratico. E uno stato è pienamente democratico solo se rispetta i limiti che i diritti individuali pongono al suo potere: ovvero esce dalla democrazia se legifera o compie atti in aperta violazione di quei diritti. Non sono io a dirlo, ma di fatto lo dicono diverse fonti giuridiche, dal Bill of Rights inglese del 1688 alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, passando per la gran parte delle costituzioni moderne occidentali (e non solo). Israele come l'Inghilterra non possiede una carta costituzionale, ma ha emanato diverse leggi costituzionali, basic laws, (credo 12). Ma a differenza del Regno Unito è stato molto meno solerte a riconoscere i diritti fondamentali: solo nel 1992, ripeto 1992, sono state emanate dle prime due leggi sulla libertà e dignità dell'uomo e sulla libertà di occupazione e lì ci si è fermati. Mancano ancora leggi costituzionali sull'uguaglianza e sulla libertà di religione (fonte Jerusalem Post). Molte di queste leggi possono poi essere modificate con il semplice voto di maggioranza, quindi, mi dispiace, Israele non è una democrazia completa per come la possiamo intendere noi, sia perchè è carente sotto il profilo costituzionale in quanto manca un riconoscimento ufficiale di alcuni diritti, sia perché viola e nega in modo indiscriminato continuamente i diritti di una popolazione sottoposta al suo controllo e nei fatti attua o consente discriminazioni nei confronti di una parte dei suoi stessi cittadini, e non solo di religione musulmana o cristiana (vedi ebrei etiopi e ebrei orientali).
Se proprio debbo paragonare Israele a qualche altro stato, posso paragonarlo solo a Sparta, dove solo una parte della popolazione aveva la piena cittadinanza e uguaglianza (gli uguali), un'altra parte aveva una forma di cittadinanza che se da un lato escludeva il diritto di voto, dall'altro garantiva la libertà individuale (i perieci), e infine gli schiavi, i famosi Iloti, contro i quali vigeva uno stato di guerra unilaterale e tutto era consentito.
SPOILER (click to view)
Ogni autunno, secondo quanto detto da Plutarco (Vita di Licurgo, 28, 3–7), gli Efori spartani (greco classico Ἔφοροι) dichiaravano formalmente guerra alla popolazione ilota cosicché ogni cittadino spartano avrebbe potuto uccidere legalmente un Ilota. Disarmati, i kryptes erano mandati nella campagna con l'istruzione di uccidere ogni ilota che avessero incontrato di notte e di prendere qualsiasi cibo di cui avessero avuto bisogno. Questa usanza poteva avere il fine di eliminare gli Iloti considerati fonte di problemi e di preparare i giovani con una prova di virilità facendo loro provare l'esperienza del primo omicidio. L'oppressione brutale degli Iloti permise agli Spartani di controllare la popolazione contadina dedicandosi interamente alle pratiche militari.

Come Sparta Israele è uno stato fortemente militarista perché, non senza ragioni, terrorizzato dai nemici interni ed esterni. Si è obbiettato che Israele non può essere così militarista perchè ha cessato di espandersi e conquistare altre aree. Sparta adottava politiche di controllo sui vicini e non di espansione militare, cosa che invece riusciva assai meglio alla democratica Atene.
Lo stato di guerra, ammesso e non concesso che vi sia realmente, non esime dal rispetto dei più volte richiamati diritti, così come non esime dall'osservanza delle convenzioni internazionali in materia.

Gli Iloti a Sparta erano schiavi, cioè bassa manodopera senza diritti, una pratica non replicabile nel mondo moderno: permetti che il tuo paralellismo mi sembri una grossa forzatura. Vero che come a Sparta, anche in Israele la società è strutturata su base militare, con una punta di socialismo puro rappresentata dai kibbutzim e che spesso, in nome della sopravvivenza (e credo che certe vicende, come il processo Ben Gal del '62, abbiano rafforzato questa tendenza), le IDF se ne fregano delle convenzioni internazionali.

Paragonare non significa pensare che due diverse situazioni siano in tutto e per tutto identiche, sarebbe antistorico, ma rilevare semplicemente delle analogie, che anche tu evidenzi. Chiaramente, per ciò che riguarda gli Iloti, l'analogia si basa in primis sull'assenza di qualsivoglia tutela giuridica nei loro confronti: già a Roma le cose andavano leggermente meglio, in parte grazie all'istituto dell'emancipazione che faceva dell'ex schiavo un cittadino romano coi diritti elettorali passivi, in parte grazie ad una legislazione che a partire dalla rivolta di Spartaco fino ad Antonino Pio fornì alcune tutele basilari agli schiavi. Sulla schiavitù e sui suoi differenti modelli ci sarebbe quello che la Yourcenar fa dire ad Adriano nelle Memorie nel capitolo Tellus stabilita, ma questo è un altro discorso.
Il secondo fattore, quello che presenta forse l'analogia più forte e che da una suggestiva interpretazione dell'ordinamento spartano, lo trovi nel libro di Calasso "Le nozze di Cadmo e Armonia" dove si afferma che l'elemento dominante di Sparta era il terrore: non solo quello che veniva inflitto agli Iloti, ma quello di cui gli stessi Spartani erano vittime: ovvero di essere cancellati dalla ribellione degli oppressi. E in questo, a mio modo di vedere c'è una fortissima analogia "psicologica": Israele è vittima della sua stessa paranoia. E questo di fatto rende molto difficile saper discernere i pericoli reali (che ci sono) dalle paure, col risultato di produrre reazioni poco lucide e assolutamente maldestre (e criminali), come nel caso delle navi.
Reazioni che invece di eliminare un finto problema (quello delle armi?), aprono questioni più gravi e più pericolose per la sicurezza dello stato e della popolazione. E il persistere di questo atteggiamento mi preoccupa non poco, per Israele, per i Palestinesi e per noi stessi.
 
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view post Posted on 4/6/2010, 10:48
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CITAZIONE (bank robber @ 4/6/2010, 11:45)
CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 4/6/2010, 10:58)
Gli Iloti a Sparta erano schiavi, cioè bassa manodopera senza diritti, una pratica non replicabile nel mondo moderno: permetti che il tuo paralellismo mi sembri una grossa forzatura. Vero che come a Sparta, anche in Israele la società è strutturata su base militare, con una punta di socialismo puro rappresentata dai kibbutzim e che spesso, in nome della sopravvivenza (e credo che certe vicende, come il processo Ben Gal del '62, abbiano rafforzato questa tendenza), le IDF se ne fregano delle convenzioni internazionali.

Paragonare non significa pensare che due diverse situazioni siano in tutto e per tutto identiche, sarebbe antistorico, ma rilevare semplicemente delle analogie, che anche tu evidenzi. Chiaramente, per ciò che riguarda gli Iloti, l'analogia si basa in primis sull'assenza di qualsivoglia tutela giuridica nei loro confronti: già a Roma le cose andavano leggermente meglio, in parte grazie all'istituto dell'emancipazione che faceva dell'ex schiavo un cittadino romano coi diritti elettorali passivi, in parte grazie ad una legislazione che a partire dalla rivolta di Spartaco fino ad Antonino Pio fornì alcune tutele basilari agli schiavi. Sulla schiavitù e sui suoi differenti modelli ci sarebbe quello che la Yourcenar fa dire ad Adriano nelle Memorie nel capitolo Tellus stabilita, ma questo è un altro discorso.
Il secondo fattore, quello che presenta forse l'analogia più forte e che da una suggestiva interpretazione dell'ordinamento spartano, lo trovi nel libro di Calasso "Le nozze di Cadmo e Armonia" dove si afferma che l'elemento dominante di Sparta era il terrore: non solo quello che veniva inflitto agli Iloti, ma quello di cui gli stessi Spartani erano vittime: ovvero di essere cancellati dalla ribellione degli oppressi. E in questo, a mio modo di vedere c'è una fortissima analogia "psicologica": Israele è vittima della sua stessa paranoia. E questo di fatto rende molto difficile saper discernere i pericoli reali (che ci sono) dalle paure, col risultato di produrre reazioni poco lucide e assolutamente maldestre (e criminali), come nel caso delle navi.
Reazioni che invece di eliminare un finto problema (quello delle armi?), aprono questioni più gravi e più pericolose per la sicurezza dello stato e della popolazione. E il persistere di questo atteggiamento mi preoccupa non poco, per Israele, per i Palestinesi e per noi stessi.

Continuo a ritenere piuttosto "forte" ed un po' inadeguato il paragone con Sparta, per quando possa essere addolcito dalla maturazione dei tempi di ambientazione. Concordo per quel che riguarda la paranoia, che è rischiosa in ogni ambito, figuriamoci in quello mediorientale.
 
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bank robber
view post Posted on 4/6/2010, 11:55




CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 4/6/2010, 11:48)
CITAZIONE (bank robber @ 4/6/2010, 11:45)
Paragonare non significa pensare che due diverse situazioni siano in tutto e per tutto identiche, sarebbe antistorico, ma rilevare semplicemente delle analogie, che anche tu evidenzi. Chiaramente, per ciò che riguarda gli Iloti, l'analogia si basa in primis sull'assenza di qualsivoglia tutela giuridica nei loro confronti: già a Roma le cose andavano leggermente meglio, in parte grazie all'istituto dell'emancipazione che faceva dell'ex schiavo un cittadino romano coi diritti elettorali passivi, in parte grazie ad una legislazione che a partire dalla rivolta di Spartaco fino ad Antonino Pio fornì alcune tutele basilari agli schiavi. Sulla schiavitù e sui suoi differenti modelli ci sarebbe quello che la Yourcenar fa dire ad Adriano nelle Memorie nel capitolo Tellus stabilita, ma questo è un altro discorso.
Il secondo fattore, quello che presenta forse l'analogia più forte e che da una suggestiva interpretazione dell'ordinamento spartano, lo trovi nel libro di Calasso "Le nozze di Cadmo e Armonia" dove si afferma che l'elemento dominante di Sparta era il terrore: non solo quello che veniva inflitto agli Iloti, ma quello di cui gli stessi Spartani erano vittime: ovvero di essere cancellati dalla ribellione degli oppressi. E in questo, a mio modo di vedere c'è una fortissima analogia "psicologica": Israele è vittima della sua stessa paranoia. E questo di fatto rende molto difficile saper discernere i pericoli reali (che ci sono) dalle paure, col risultato di produrre reazioni poco lucide e assolutamente maldestre (e criminali), come nel caso delle navi.
Reazioni che invece di eliminare un finto problema (quello delle armi?), aprono questioni più gravi e più pericolose per la sicurezza dello stato e della popolazione. E il persistere di questo atteggiamento mi preoccupa non poco, per Israele, per i Palestinesi e per noi stessi.

Continuo a ritenere piuttosto "forte" ed un po' inadeguato il paragone con Sparta, per quando possa essere addolcito dalla maturazione dei tempi di ambientazione. Concordo per quel che riguarda la paranoia, che è rischiosa in ogni ambito, figuriamoci in quello mediorientale.

Guarda, non è un paragone a cui ho pensato solo io: il giornalista e saggista israeliano Heitan Haber su un pezzo pubblicato su Yedioth Ahronoth, il giornale più diffuso in Israele dice «Volevamo diventare Atene. Una volta per tutte diventeremo la nuova Sparta» (fonte italiana il sole 24 ore).
Ma se permetti vorrei approfondire il discoroso. Se partiamo dal concetto che ad ogni fatto corrispondono una o più cause che lo spiegano e lo determinano, dobbiamo poi ammettere che solo grazie all'analisi di questo rapporto all'interno di un dato contesto storico possiamo ricostruire una rappresentazione della realtà il più possibile oggettiva. Possiamo senza dubbio farlo meglio se abbiamo la possibilità di far tesoro dell'esperienza maturata su modelli e contesti già indagati e di cui si conosce tutto il percorso storico; in questo tipo di indagine si devono ricercare non solo gli elementi materiali, ma anche quelli religiosi, ideologici, filosofici ed emotivi. Quindi indagine storica ma anche filosofica e antropologica.
Nel fatto che lo spartano fosse terrorizzato dalla rivolta degli iloti e dalla fine di Sparta e l'israeliano sia terrorizzato dagli arabi e dalla fine d'Israele vedo l'espressione di uno stesso stato emotivo primario, ovvero la paura di estinguersi come individui e come cultura. La presenza di questo stato emotivo crea quindi un analogia ma non esclude necessariamente differenze anche profonde relative al contesto in cui questa paura si è sviluppata. Se poi tale stato emotivo diventa uno dei tratti dominanti di due diverse comunità in due diversi periodi storici, è chiaro che può essere molto utile confrontare e paragonare le due comunità.
 
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Jackson Keith Wilkes
view post Posted on 4/6/2010, 12:38




Arrieccomi,

CITAZIONE
Mi trovi un documento in cui è stabilito che Sharon (che nel cuor non mi è mai stato e mai sarà), durante la sua carriera militare, fu in un reparto del Sayeret Matkal?

Altra circostanza: il Sayeret Matkal è reparto di ricognizione dell'esercito assimilabile al SAS britannico, alla Delta Force americana o al nostro Col Moschin. Si tratta di piccole unità di fanteria aviotrasportata, non di elementi subacquei: quelli sono lo Shayetet 13, omologhi israeliani dello Special Boat Service inglese o dell'italiano Com.Sub.In.

Sono un precisino, il Torero lo sa.

Si parlava di Jonathan "YONI" Netanyahu dell' operazione Entebbe e di forze speciali,
Che centra Sharon?
Jonathan "YONI" Netanyahu era un paracadutista, a capo delle forze armate aviotrasportate israeliane che compirono l'Operation Thunderbolt
Erano impegnati nell'operazione oltre cento soldati delle IDF (in gran parte elementi del reparto speciale Sayeret Matkal) e, forse, diversi agenti del Mossad.

Per cui le forze speciali c'erano eccome ;)

 
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view post Posted on 4/6/2010, 12:59
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CITAZIONE (Jackson Keith Wilkes @ 4/6/2010, 13:38)
Arrieccomi,

CITAZIONE
Mi trovi un documento in cui è stabilito che Sharon (che nel cuor non mi è mai stato e mai sarà), durante la sua carriera militare, fu in un reparto del Sayeret Matkal?

Altra circostanza: il Sayeret Matkal è reparto di ricognizione dell'esercito assimilabile al SAS britannico, alla Delta Force americana o al nostro Col Moschin. Si tratta di piccole unità di fanteria aviotrasportata, non di elementi subacquei: quelli sono lo Shayetet 13, omologhi israeliani dello Special Boat Service inglese o dell'italiano Com.Sub.In.

Sono un precisino, il Torero lo sa.

Si parlava di Jonathan "YONI" Netanyahu dell' operazione Entebbe e di forze speciali,
Che centra Sharon?
Jonathan "YONI" Netanyahu era un paracadutista, a capo delle forze armate aviotrasportate israeliane che compirono l'Operation Thunderbolt
Erano impegnati nell'operazione oltre cento soldati delle IDF (in gran parte elementi del reparto speciale Sayeret Matkal) e, forse, diversi agenti del Mossad.

Per cui le forze speciali c'erano eccome ;)

A Entebbe sì ed il fratello del Netanyahu attuale premier fu l'unica vittima israeliana. In mare aperto a fine maggio scorso c'erano? A me non pare.

CITAZIONE
Guarda, non è un paragone a cui ho pensato solo io: il giornalista e saggista israeliano Heitan Haber su un pezzo pubblicato su Yedioth Ahronoth, il giornale più diffuso in Israele dice «Volevamo diventare Atene. Una volta per tutte diventeremo la nuova Sparta» (fonte italiana il sole 24 ore).
Ma se permetti vorrei approfondire il discoroso. Se partiamo dal concetto che ad ogni fatto corrispondono una o più cause che lo spiegano e lo determinano, dobbiamo poi ammettere che solo grazie all'analisi di questo rapporto all'interno di un dato contesto storico possiamo ricostruire una rappresentazione della realtà il più possibile oggettiva. Possiamo senza dubbio farlo meglio se abbiamo la possibilità di far tesoro dell'esperienza maturata su modelli e contesti già indagati e di cui si conosce tutto il percorso storico; in questo tipo di indagine si devono ricercare non solo gli elementi materiali, ma anche quelli religiosi, ideologici, filosofici ed emotivi. Quindi indagine storica ma anche filosofica e antropologica.
Nel fatto che lo spartano fosse terrorizzato dalla rivolta degli iloti e dalla fine di Sparta e l'israeliano sia terrorizzato dagli arabi e dalla fine d'Israele vedo l'espressione di uno stesso stato emotivo primario, ovvero la paura di estinguersi come individui e come cultura. La presenza di questo stato emotivo crea quindi un analogia ma non esclude necessariamente differenze anche profonde relative al contesto in cui questa paura si è sviluppata. Se poi tale stato emotivo diventa uno dei tratti dominanti di due diverse comunità in due diversi periodi storici, è chiaro che può essere molto utile confrontare e paragonare le due comunità.

Sotto il punto di vista socio-antropologico, la società spartana e quella israeliana hanno punti in comune: oltre alla militarizzazione ed al mito della potenza e dell'invincibilità, già affrontati, c'è la paura dello stravolgimento dei rapporti di forza e soprattutto il timore dell'estinzione della classe dominante e dello Stato da essa espresso. La paura, umanissimo sentimento, è quindi usata in maniera aggregante, intendendo caratterizzare al massimo la vita quotidiana con il rischio sempre pendente, in modo tale da coagulare i diversi strati in un'unico obiettivo comune, cioè la sopravvivenza ad ogni costo.

Differenze basilari tra Sparta ed Israele. A parte le ovvie questioni schiavista e religiosa, mentre la società spartana era strutturata sì in classi ma non prevedeva la formazione di idee politiche alternative al pensiero unico, in Israele c'è un minimo di pluralità, per quanto come detto l'istinto (degenerato) di sopravvivenza accomuni tutti. Ritengo Israele essere a metà strada tra la dittatura spartana e la protodemocrazia ateniese: non dimentichiamo che anche il contraltare ellenico conduceva piccole guerre (di indipendenza ma anche di egemonia). Israele preserva il carattere spartano della militarizzazione della società in funzione di sopravvivenza e mantenimento della posizione di forza, accomunandola con il tratto distintivo ateniese della pluralità del dibattito e della formazione di idee politiche contrastanti. Difficile che possa avvenire una svolta decisa verso uno dei due modelli definitivi - almeno non in tempi brevi. La soluzione spartana imporrebbe un taglio netto con la diplomazia mondiale (non attuabile, perchè l'isolamento alla lunga si paga, specie in termini economici) e la fine del dibattito con l'emergere di una dittatura che gli ebrei non approvano dai tempi della Bibbia. La soluzione ateniese, a mio avviso favorevole, è lontana perchè imporrebbe una diversa forma culturale riguardante la formazione educativa e quindi militare.
 
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bank robber
view post Posted on 4/6/2010, 13:46




CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 4/6/2010, 13:59)
CITAZIONE
Guarda, non è un paragone a cui ho pensato solo io: il giornalista e saggista israeliano Heitan Haber su un pezzo pubblicato su Yedioth Ahronoth, il giornale più diffuso in Israele dice «Volevamo diventare Atene. Una volta per tutte diventeremo la nuova Sparta» (fonte italiana il sole 24 ore).
Ma se permetti vorrei approfondire il discoroso. Se partiamo dal concetto che ad ogni fatto corrispondono una o più cause che lo spiegano e lo determinano, dobbiamo poi ammettere che solo grazie all'analisi di questo rapporto all'interno di un dato contesto storico possiamo ricostruire una rappresentazione della realtà il più possibile oggettiva. Possiamo senza dubbio farlo meglio se abbiamo la possibilità di far tesoro dell'esperienza maturata su modelli e contesti già indagati e di cui si conosce tutto il percorso storico; in questo tipo di indagine si devono ricercare non solo gli elementi materiali, ma anche quelli religiosi, ideologici, filosofici ed emotivi. Quindi indagine storica ma anche filosofica e antropologica.
Nel fatto che lo spartano fosse terrorizzato dalla rivolta degli iloti e dalla fine di Sparta e l'israeliano sia terrorizzato dagli arabi e dalla fine d'Israele vedo l'espressione di uno stesso stato emotivo primario, ovvero la paura di estinguersi come individui e come cultura. La presenza di questo stato emotivo crea quindi un analogia ma non esclude necessariamente differenze anche profonde relative al contesto in cui questa paura si è sviluppata. Se poi tale stato emotivo diventa uno dei tratti dominanti di due diverse comunità in due diversi periodi storici, è chiaro che può essere molto utile confrontare e paragonare le due comunità.

Sotto il punto di vista socio-antropologico, la società spartana e quella israeliana hanno punti in comune: oltre alla militarizzazione ed al mito della potenza e dell'invincibilità, già affrontati, c'è la paura dello stravolgimento dei rapporti di forza e soprattutto il timore dell'estinzione della classe dominante e dello Stato da essa espresso. La paura, umanissimo sentimento, è quindi usata in maniera aggregante, intendendo caratterizzare al massimo la vita quotidiana con il rischio sempre pendente, in modo tale da coagulare i diversi strati in un'unico obiettivo comune, cioè la sopravvivenza ad ogni costo.

Differenze basilari tra Sparta ed Israele. A parte le ovvie questioni schiavista e religiosa, mentre la società spartana era strutturata sì in classi ma non prevedeva la formazione di idee politiche alternative al pensiero unico, in Israele c'è un minimo di pluralità, per quanto come detto l'istinto (degenerato) di sopravvivenza accomuni tutti. Ritengo Israele essere a metà strada tra la dittatura spartana e la protodemocrazia ateniese: non dimentichiamo che anche il contraltare ellenico conduceva piccole guerre (di indipendenza ma anche di egemonia). Israele preserva il carattere spartano della militarizzazione della società in funzione di sopravvivenza e mantenimento della posizione di forza, accomunandola con il tratto distintivo ateniese della pluralità del dibattito e della formazione di idee politiche contrastanti. Difficile che possa avvenire una svolta decisa verso uno dei due modelli definitivi - almeno non in tempi brevi. La soluzione spartana imporrebbe un taglio netto con la diplomazia mondiale (non attuabile, perchè l'isolamento alla lunga si paga, specie in termini economici) e la fine del dibattito con l'emergere di una dittatura che gli ebrei non approvano dai tempi della Bibbia. La soluzione ateniese, a mio avviso favorevole, è lontana perchè imporrebbe una diversa forma culturale riguardante la formazione educativa e quindi militare.

Infatti era questo il senso del mio paragonare.
Per quanto riguarda il discorso del dibattito politico a Sparta, ovviamente se ne sa poco, ma le notizie che abbiamo su personaggi come Lisandro o Pausania, solo per citarne due, sembra possano suggerire che all'interno dell'aristocrazia degli Uguali un minimo di dibattito ci fosse, specie in merito ai rapporti tra assemblea, monarchia ed eforato. Pausania ad esempio venne formalmente condannato a morte non per aver cercato in qualche modo di includere gli Iloti nello stato spartano (I processo), ma per una corrispondenza col re dei re a detta dei maggiori storici del tutto falsa (II processo). Quindi per levare di mezzo lo scomodo personaggio, gli efori dovettero inventarsi un'accusa di tradimento, perchè evidentemente l'azione politica del re spartano ed eroe di Platea non poteva considerarsi svolta in modo illegittimo.
Atene è sicuramente la patria del dibattitto politico e del continuo formarsi di idee contrastanti, ma la marca dell'imperialismo ateniese era altrettanto se non più forte di quella spartana. Dopo l'occupazione della Messenia, avvenuta in età arcaica, ad esempio Sparta non arrivò mai a distruggere altre città greche e a venderne la popolazione civile come schiava, cosa che invece la democratica Atene non omise di fare. Anzi fu grazie al voto di Sparta che Atene non venne distrutta dalla Lega di Corinto alla fine delle Guerre del Pelopponeso.
A mio modo di vedere lo stato d'Israele, oltre ad essere dominato dal terrore e dalla paranoia di cui si è già detto (chiamiamolo fattore S., come Sparta), più che tra Atene e Sparta dal punto di vista istituzionale mi sembra stare tra lo stato costituzionale liberale coloniale e la democrazia moderna, perché il cammino costituzionale del riconoscimento dei diritti universali dell'uomo non è ancora concluso. E fatica a concludersi proprio a causa del fattore S.
 
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view post Posted on 4/6/2010, 13:51
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A mio modo di vedere lo stato d'Israele, oltre ad essere dominato dal terrore e dalla paranoia di cui si è già detto (chiamiamolo fattore S., come Sparta), più che tra Atene e Sparta dal punto di vista istituzionale mi sembra stare tra lo stato costituzionale liberale coloniale e la democrazia moderna, perché il cammino costituzionale del riconoscimento dei diritti universali dell'uomo non è ancora concluso. E fatica a concludersi proprio a causa del fattore S.

Infatti nessuna potenza coloniale nel pieno del relativo periodo era pervasa da un "terrore gallico" come quello che pervadeva Sparta nei confronti degli Iloti, l'antica Roma nei confronti dei celti ed oggi Israele. E' una grande anomalia, secondo me sanabile solo con una profonda riforma culturale, le cui basi però dovrebbero partire dalla stessa gioventù israeliana, che dovrebbe richiedere maggiore attenzione al dibattito in ogni consesso e meno ossessione militarista. Di pari passo, per aiutare una simile svolta, gli agenti esteri dovrebbe loro stessi mostrare buona volontà. Temo però che noi si stia parlando di una nuova utopia.
 
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bank robber
view post Posted on 4/6/2010, 14:34




CITAZIONE (fede(Buzzer) @ 4/6/2010, 14:51)
Infatti nessuna potenza coloniale nel pieno del relativo periodo era pervasa da un "terrore gallico" come quello che pervadeva Sparta nei confronti degli Iloti, l'antica Roma nei confronti dei celti ed oggi Israele. E' una grande anomalia, secondo me sanabile solo con una profonda riforma culturale, le cui basi però dovrebbero partire dalla stessa gioventù israeliana, che dovrebbe richiedere maggiore attenzione al dibattito in ogni consesso e meno ossessione militarista. Di pari passo, per aiutare una simile svolta, gli agenti esteri dovrebbe loro stessi mostrare buona volontà. Temo però che noi si stia parlando di una nuova utopia.

Purtroppo anche io sono molto pessimista: Israele è prigioniero in primo luogo delle gabbie che si è costruito e che si è fatto costruire dagli amici e in secondo luogo delle questioni legate alla sicurezza. L'appoggio a prescindere ad Israele è dannoso quanto, se non di più l'odio a prescindere.
Anche perchè in questo secondo caso media, governi e altre organizzazioni hanno esasperato il clima, tacciando di antisemitismo posizioni critiche verso i governi israeliani E, mi duole profondamente dirlo, questo gridare "al lupo, al lupo", ha fatto sì che che il lupo cominciasse a prendere corpo: il non voler riconoscere dignità politica al dissenso, l'accusarlo di essere strumentalmente razzista, ha creato in alcuni casi rancore e poi odio (del resto ricambiato, come mostrano i recenti fatti) in luogo di discussione e confronto.
 
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Tierra y libertad
view post Posted on 4/11/2010, 10:11




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Con i miei denti
Proteggerò ogni centimetro della terra della mia patria
Con i miei denti.
Non mi accontenterò di nessun surrogato,
Anche se mi appendono
Per le arterie.
Io resto
Prigioniero del mio amore..
Per la siepe di casa,
per la rugiada.. per i gigli ricurvi.
Io resto
Non mi schiacceranno
Le mie croci
Io resto
Per prendervi.. e prendervi .. e prendervi
A braccia aperte,
con i miei denti.
Proteggerò ogni centimetro della terra della mia patria
Con i miei denti.

(Tawfiq Zayyad)
 
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579 replies since 4/11/2004, 19:56   4912 views
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