Ncaa, semifinali: South Carolina domina, Iowa all'ultimo respiro su UConn col nuovo record di audience(per il resoconto del 1° turno clicca qui - 2° turno clicca qui - Sweet16 clicca qui) - Elite 8 clicca qui)- Sarà la finale più attesa per la March Madness del secolo. L'imbattuta
South Carolina tritatutto contro
Iowa di Clark e compagne; rivincita della semifinale dello scorso anno in cui la diva Caitlin confezionò quello che rimane probabilmente il suo massimo capolavoro, quando con 41 punti e 8 assist eliminò le "Galle da combattimento" (Gamecocks), anche allora imbattute. Stavolta il duello è in finale e significa che qualcuno piangerà per la seconda volta di fila: o South Carolina (per la seconda stagione dominando tutto salvo non vincere il titolo) o Iowa (per il secondo k.o. in finale, giacché lo scorso anno poi s'inchinò a LSU).
Sono storie e protagoniste che attirano le masse americane (e noi di riflesso): di nuovo battuto il
record ogni tempo di audience per il basket femminile con
14,2 milioni di media per la semifinale Iowa-Connecticut, ovvero il duello delle stars Clark e Bueckers; ma anche l'altra semifinale, di richiamo mediatico ben minore, è andata forte con
7,1 milioni (terzo miglior dato di sempre per una semi). Il tutto su ESPN che è una rete a pagamento.
Che tale botto d'interesse porti con sé le quasi inevitabili polemiche di contorno - segnatamente le accuse che ci sia uno sfondo razzistico nelle crociate degli haters di Angel Reese, la stella di LSU sconfitta nei quarti dalla fidanzata dell'America bianca, Clark -, è un prezzo fastidioso ma che non baratteremmo in cambio di un ritorno nel quieto vivere della nicchia che solitamente seguiva l'Ncaa femminile.
- Dinnanzi ai 18.000 spettatori dell'arena di Cleveland (prezzi dei biglietti fuori da ogni grazia di Dio), la
prima semifinale, il derby delle Caroline, dura due quarti, belli tirati, chiusi sul
32-31 per quella del Sud: l'ultra-favorita che però nelle ultime settimane aveva dato a tratti qualche sensazione di vulnerabilità, nonostante il percorso netto da 36 vittorie prima di questa, e poteva quindi sperare, l'outsider
NC State, di confezionare un'altra impresa dopo quelle che l'hanno portata al Gran Ballo nel ruolo d'invitata a sorpresa (ma non Cenerentola).
Tuttavia dopo l'intervallo la musica cambia drasticamente, con un assolo di
South Carolina, la quale soffoca con la difesa i guizzi delle nord-carolensi che sin lì avevano trovato spesso modo di pungere, a mo' di vivaci tafani, il possente avversario, mentre in attacco la quotata coppia di guardie titolari delle Gamecocks, Paopao e R. Johnson, si sveglia dopo un primo tempo incolore, sommandosi al dominio in area della torre brasileira
Cardoso che aveva sorretto la squadra sino all'intervallo. La risultanza è un parziale mortifero di
29-6, coronato da una tripla sulla sirena del 3° quarto da parte dell'aletta Hall (suo unico canestro) e dunque giochi chiusi con ampio anticipo (61-37 al 30'); ultima frazione di puro scorrimento sino al
78-59.
Cardoso mvp con 22 punti, 11 rimbalzi e 10/12 al tiro in soli 23 minuti, complice un'uscita temporanea con transito in spogliatoio in seguito a una scavigliatura. Strapotere sotto le plance per SC anche grazie a Watkins, 8 punti e 20 rimbalzi. Eloquente il 50% dal campo di squadra contro il 32%. Per NC State la stelluccia Aziaha James ne segna 20 ma con 6/17.
- Ed eccoci al super-clou, la
seconda semifinale,
Iowa-Connecticut, la più attesa, ultra-pompata nei giorni della vigilia come il duello del secolo tra Caitlin
Clark e Paige
Bueckers, le due giocatrici più popolari del college basketball. Si arrivava da quarti di finale in cui entrambe avevano scintillato, il che aveva contribuito all'eccessiva polarizzazione dell'interesse sulle due stars, certo utile mediaticamente ma poco rispettosa del valore dei due collettivi intorno alle leader riconosciute; e forse anche poco adatta allo spirito dei college che è sfida tra atenei, non fra individualità.
E in effetti la partita è stata ben altro che un duello fra singole. Né Clark né Bueckers hanno fatto miracoli, giocando da 6 in pagella (rispetto al loro assoluto valore, s'intende); hanno inciso di più, in particolare nel finale, i rispettivi "
cast di supporto". Poi ci si è messa anche una
chiamata arbitrale controversa, che con molta saggezza Bueckers non ha additato come causa della sconfitta, ma che da noi avrebbe scatenato un'interrogazione parlamentare. O perlomeno si sarebbe parlato quasi solo di quella.
- Ma andiamo alla cronaca, ché si fa notte. Nel primo tempo ambo gli attacchi stentano a trovare continuità, a partire dalle stelle designate, che si palesano subito in serata non entusiasmante: 2 punti a testa nel 1° quarto, oltretutto per Clark segnati alla primissima azione, per Bueckers dopo un paio di minuti, quindi poi una lunga siccità per ambo.
La Caitlin d'America è guardata a vista dalla tignosa croata
Mühl (elemento interessante, direi, per il basket europeo nel prossimo futuro, essendo una senior del 2001); è soprattutto la solida mezza lunga Stuelke, capitalizzando ogni occasione ravvicinata, a tenere a galla Iowa sui primi strappi di UConn (13-5, 19-11), che, sia per le diverse caratteristiche di Bueckers rispetto a Clark (la prima è soprattutto una finalizzatrice, la seconda è anche creatrice di gioco), sia per il maggior talento individuale che hanno le "altre" di UConn in confronto a quelle di Iowa, dipende meno dalla propria superstar, e quindi impiega meno tempo a compensarne l'inizio sottotono.
E' infatti ancora UConn a menare le danze, con la lunga Edwards dalle trecce multicolore, poi con una tripla di Bueckers per il +12 a metà 2° quarto (
28-16). E' brava, lì, Iowa a restare in partita, stringendo la difesa e rastrellando canestri come càpita, a partire da Clark che, in latitanza delle abituali prodezze da 3, s'arrangia in penetrazione.
Bueckers sigla in entrata sulla sirena il
32-26 per le Huskies all'intervallo, ma l'impressione è che UConn abbia capitalizzato solo in parte la sua supremazia territoriale. Lo stesso che era capitato a LSU, sempre contro Iowa, nel turno precedente. Segno di grande solidità per Iowa, che sa assorbire i frangenti negativi, per poi crescere alla distanza.
- E' quel che succede anche stavolta. La prima tripla di serata per Clark arriva dopo 2' del 3° quarto e ormai la fuga delle discepole d'Auriemma è vanificata; continuano a condurre, ma di poco; e dopo un gioco da 4 punti per Clark (sudato sette camicie per smarcarsi dall'asfissiante Mühl, fra blocchi, veli e spintonate) arriva il
sorpasso di Iowa, cui segue un frangente di belle giocate collettive su ambo i fronti, che dà come onesto prodotto un
51-51 al 30'.
La magia di Clark riappare, seppur sporadicamente, su una tripla in transizione per il +5 a 9' dalla fine (51-56). Poi lei stessa firma un arresto e tiro e un ennesimo assist per Stuelke, la quale è una macchina in appoggio a tabellone. Prezioso come oro colato il lavoro della sentinella difensiva Marshall, minuta ma guizzantissima, su Bueckers, che rimane ai margini del gioco per svariati minuti. E la stessa Marshall segna la tripla del +9 (
57-66 a -5'30").
- Ma tocca a UConn reagire. Mühl scippa Clark e alimenta Bueckers che segna una tripla in transizione (62-66 a -4'). C'è uno stallo di un minuto e mezzo, poi arrivano due canestri pesantissimi di Martin, il "secondo violino" di Iowa, sin lì poco prolifica. Ma non è ancora finita. Da +6 (64-70), Iowa concede un canestro da sotto, poi nell'ultimo minuto pastrocchia due azioni offensive regalando palla alle avversarie: nel primo caso gli sviluppi dell'azione portano a una tripla di Mühl per il meno 1 (69-70 a una trentina di secondi), nel secondo c'è aria di sorpasso, ma a 4" dalla fine - come accennato sopra - gli arbitri rubano la scena fischiando un dubbio fallo in attacco a Edwards per blocco irregolare (mentre cercava di smarcare Bueckers) sull'astuta Marshall, che accentua abilmente il contatto.
Senza entrare nel merito tecnico della chiamata, diciamo solo che l'azione decisiva meritava di essere conclusa da un canestro o da un errore delle giocatrici, non da un fischio opinabile. Ma tant'è.
Timeout, rimessa da metà campo per Iowa, ovvio fallo sistematico, va in lunetta Clark che segna il primo, sbaglia inopinatamente il secondo ma le sue compagne lavorano bene a rimbalzo offensivo e guadagnano un'altra rimessa, su cui scade il tempo (
69-71).
-
Clark chiude con 21 punti (4/7 da 2, 3/11 da 3, 4/5 ai liberi), 9 rimbalzi e 7 assist: non fosse lei, sarebbe grasso che cola; ma essendo lei fa notizia che non sia la top scorer delle sue, bensì Stuelke con 23 punti (9/12); 11 per Martin. Va notato che mentre LSU aveva scelto di non imbastire un trattamento difensivo speciale su Clark, beccandone 41 da lei e perdendo, Auriemma ha seguito la strada opposta, limitando lei ma finendo così per lasciare più spazi alle compagne.
Per UConn ne ha 17
Bueckers con 4/9 da 2 e 3/8 da 3; anche Edwards 17, poi Arnold 14; Mühl 9+7 assist.
Percentuali quasi identiche di squadra (46%, idem da 3, qualcosa di più per Iowa dalla lunetta, dove si è andati col contagocce ma UConn quasi mai (3/4 contro 10/14); importanti anche gli 11 rimbalzi offensivi (di cui 6 di Affolter) per Iowa contro solo 6 di UConn.
Rotazioni cortissime, che saranno piaciute ai paladini dell'antica tradizione, quella delle titolari in campo sinché non scoppiano: UConn ha giocato in 6 (va ricordato che era decimata da infortuni, a partire da quello estivo dell'egiziana El Alfy, poi altri 4, tra cui quello della fortissima Azzi Fudd), Iowa in 7 dando 12' totali ai suoi cambi. Per quanto vengono spremute le protagoniste, all'ennesima partita sotto massima pressione nel giro di poche settimane, è davvero notevole quello che fanno.
Edited by meursault - 12/4/2024, 04:08Attached Image: Espn_home_6-4mat