Coppe europee: il ruggito delle Lions sull'eterna incompiuta Venezia- "
London's burning": era già pronta la citazione musicale, anni '70, un pezzo forte dei Clash, per celebrare l'impresa di Venezia se avesse messo a ferro e fuoco la capitale britannica nel ritorno della semifinale di EuroCup.
E invece "Londra brucia" d'entusiasmo, anche se, nel vasto panorama sportivo degl'inglesi, solitamente refrattario al basket (casomai se si degnano di seguire il binomio donne & canestri, amano ben di più il netball, di cui sono vice-campionesse del mondo), è difficile che la prima qualificazione di una loro squadra di basket "canonico" a una finale europea abbia fatto onde. La BBC s'è quantomeno accorta del fatto, dedicando la bellezza d'una dozzina di righe in questo articolo (
vedi).
Tuttavia è un evento storico e non erano pochissimi gli spettatori accorsi a spingere le Lions verso il traguardo, sebbene nel palazzone da 6000 posti fossero circa un terzo quelli occupati (forse 2500, volendo abbondare).
- Per un giudizio più chiaro su
Venezia credo si debba aspettare l'esito della finale: se le suddite di re Carlo liquideranno anche il Besiktas, magari ancor più facilmente, si dovrà dedurre che le Mazzoniane hanno incocciato contro una squadra più forte e hanno fatto il massimo nell'uscire combattendo; altrimenti potrebbe risultare una grossa occasione persa contro il primo avversario duro, ma non durissimo, incontrato nella competizione.
"A pelle", cioè ora come ora, direi che Londra fosse forte quanto la Reyer, come potenziale; né di più né di meno. Alla serie di semifinale sono arrivate entrambe imbattute; la squadra dell'ex stella greca Kaltsidou ha fatto 2-0 nella serie, +12 di differenza canestri, quindi verdetto nitido, ma per l'andamento che le due partite hanno avuto resta l'impressione che le Lions abbiano giocato meglio le proprie carte in un confronto che se fosse finito con esito opposto non sarebbe stato clamoroso.
La sensazione, tale da lasciare più rimpianti rispetto allo scorso anno (quando la legnata contro il Galatasaray all'andata, meno 25, fu senza se e senza ma), è che la miglior Venezia, quella che brillava a inizio stagione, non si sia vista in questa serie di semifinale. Come del resto non s'è vista in Coppa Italia (faticaccia boia col Geas e sconfitta non umiliante ma netta con Schio).
Cosa c'è dietro questo calo? Si potrebbe indagare a livello tattico (trovando qualcosa che non funziona più nel modo in cui la squadra gira, e in come il coach la gestisce), ma mi soffermerei su un'analisi degli andamenti delle partite in questione, che fa più pensare a fattori mentali: ogni volta, la Reyer ha patito un clamoroso
blackout.
Nel dettaglio: in semifinale di Coppa Italia contro il Geas, da +16 a +3, ovvero uno 0-13 in meno di 4' poco dopo la metà del 2° quarto (finendo poi anche sotto salvo rappezzarla in extremis); in finale con Schio, da +5 a -8, ancora in pochi minuti nel finale del 2° quarto. Poi nell'andata contro Londra, un assurdo 0-20 nei primi 9' del 2° periodo; al ritorno, superato indenne il tabù del 2° quarto, ecco però il crash nel terzo (vedi sotto per il dettaglio), e qualificazione alle ortiche. Non so da cosa dipenda e probabilmente non lo sa neanche Mazzon, altrimenti avrebbe già posto rimedio.
- A livello di
giocatrici penso (non solo io, credo) che manchi, in questa squadra pur ottima, un elemento d'esperienza che traini le altre nel momento in cui perdono la bussola. Villa ha 19 anni, Berkani ha più sregolatezze che lampi di genio quando le difficoltà salgono, Kuier e Shepard sono due che fanno la propria partita, spesso buona se non ottima, ma non si tirano dietro nessuna. Le altre non hanno la statura tecnica per essere leader assolute.
Manca poi la miglior
Pan, reduce da problemi fisici; chiaro che lei non è né primo né secondo violino, però è un collante tra i reparti, è la tiratrice da 3 più affidabile in una squadra che per il resto ha gente che sa segnare da fuori ma non è specialista. Manca il brio di Santucci? Ok, ma non c'era neanche a inizio stagione eppure tutto andava bene; e non so se è al livello di cambiare le sorti di una semifinale europea.
- L'
andamento della disfida. Le Lions ruggiscono in avvio, 10-2, poi 14-7, indi 19-13 a fine 1° quarto. Ma lì Venezia si è già ripresa dall'imbarcata iniziale; e nel 2° quarto pareggia con Kuier e Shepard, poi sorpassa con Berkani+Shepard, e poco dopo di nuovo con Berkani da 3; 27-28 che diventa 27-31 quando anche Villa segna da 3, un evento che va sempre festeggiato come un goal; è una partita in cui la scelta della difesa avversaria, più volte bucherellata dalle sue iniziative al Taliercio, è di negarle le scorribande e sfidarla al tiro, sfida che lei accetta, ma finirà con 2/7 (comunque record stagionale di triple tentate per lei, campionato compreso, e pareggiato quello di realizzate, solo altre due volte fatto registrare su 36 partite).
Dopo il
31-33 al 20' prosegue l'onda favorevole a Venezia anche dopo l'intervallo: Shepard sigla il +5, 32-37. Poco dopo, sul 36-39, c'è una difesa ammirevole della Reyer che costringe un'impacciata Londra a un'infrazione di 24". Siamo intorno al 23'30".
E che succede da lì in avanti? Che il vento gira di colpo e la Reyer, inopinatamente, si trova esposta alla folata senza trovare rifugio. La tempesta si materializza sotto forma di
4 triple quasi consecutive delle britanniche: Fagbenle, Winterburn, Meyers e di nuovo Winterburn; in mezzo solo un semigancio di Cubaj a mettere una pezza.
Poi, sul 48-41, l'
azione simbolo della partita: Fagbenle forza dall'angolo, non prende il ferro, ma Gustafson di pura reattività e forza muscolare si mangia Pan a rimbalzo offensivo, costringendo la veneta a un fallo al lattemiele che non impedisce alla naturalizzata spagnola di segnare. Gustafson caccia un urlo selvaggio che esalta compagne e pubblico.
Poco importa se poi sbaglia l'aggiuntivo: la partita finisce lì. Perché dopo quella giocata Londra è padrona mentalmente e Venezia è succube.
Arriva poi anche la quinta tripla della frazione, opera della veterana Snytsina; è 55-45 al 30' con parziale di
21-7 nel 3° quarto; all'inizio dell'ultimo, la Reyer spreca le ultime chances di invertire il trend, sia di punteggio che mentale, e anziché recuperare finisce ancor più sotto (64-49 a 4' dalla fine, ovvero solo 4 punti segnati in 6'); si sblocca Fassina e segna la sua seconda tripla Villa, ma nulla che rianimi una partita ormai sepolta, che termina
71-59.
Cifre: Gustafson ha 19 punti con 9/13, Winterburn 17, Fagbenle 14+9 rimba; Venezia ha un buon 50% da 2 ma 4/21 da 3; Shepard 21 con 9/16 e 13 rimbalzi, Berkani 13, Villa 12 pur con 5/15, ma le altre tutte insieme fanno 13 punti e non poteva finire diversamente.
- Senza storia il ritorno dell'altra semifinale. Il
Besiktas godeva d'un +21 arraffato, per la verità, quasi tutto nell'ultimo quarto, ma
Girona fa ben poco per alimentare speranze di rimonta: 23-32 per le turche all'intervallo e ciao peppa. Le spagnole provano almeno a regalare al pubblico la vittoria parziale, e trovano il sorpasso verso la fine, ma nell'ultima azione sul 66-66 una rubata del torrione cinese Yueru manda a canestro Lazic in contropiede e finisce quindi 66-68 per le istanbullote (Evans e Nogic 14, Lazic e Yueru 12, la cinese anche 15 rimbalzi, mvp).
- Insomma vedremo (almeno a chi interessa) se prevarranno britanniche o turche. Per quanto ci riguarda, al tirar delle somme, archiviamo l'ennesimo
piazzamento di Venezia fra le prime 4 di EuroCup, il quarto di fila, senza alzare il trofeo; dopo due finali (di cui quella rocambolescamente persa, si ricorderà, con Valencia all'ultimo secondo) sono giunte due uscite in semifinale.
Ci tocca, come al solito in questo periodo, l'aggiornamento degli
anni senza coppe europee vinte; saliamo a 16 (EuroCup di Schio nel 2008); con l'Eurolega a 29, anche se lo scorso anno rompemmo quantomeno il tabù delle Final Four (dopo 21). La primavera inizierà senza più squadre nostrane in corsa; e del resto per noi è sempre inverno.
Edited by meursault - 17/3/2024, 15:31