A1: Geas corona l'ascesa, l'urlo di Battipaglia, Brescia manca il guizzo. A2: vigilia di Coppa- Giornata non banale in A1. Si è iniziato di venerdì con la vetrina televisiva nazionale, se non mondiale,
per
Ragusa-Roma. Va ammesso che non è stato uno spettacolo mozzafiato: si parlava qui, nei giorni precedenti, della questione di come rendere più spettacolare il basket femminile; ecco, francamente credo che quella partita non possa aver fatto innamorare legioni di spettatori generici; la media era di una cosa ben fatta ogni tre errori se non erroracci.
Pur senza sostenere la banale equivalenza tra punteggio basso e scarso divertimento, in questo caso il
59-49 finale è uno specchio onesto di una partita mediocre. Naturalmente "aiutata" (si fa per dire) da un arbitraggio stitico di fischi, che ha concesso la miseria di 7 tiri liberi per parte, manco fosse un'amichevole.
In realtà, nonostante la mediocrità del gioco, l'andamento non è stato privo d'interesse, con Ragusa in controllo nel primo tempo (su una Roma priva di Dongue e Gilli, sorretta soprattutto da Natali), poi scomparsa dal campo nel terzo quarto (parziale di 5-16) ma capace di riprendere il filo della partita al momento giusto, controsorpassando le capitoline. Giocata-chiave verso metà ultimo quarto, quando una Milazzo tra le migliori (11 punti e 7 assist; direi vice-mvp dietro Chidom, 16+15 rimba) ha depredato Romeo a metà campo e ha segnato in contropiede il +5. Da lì Roma s'è sciolta come neve. Una pentola senza coperchio che è abbastanza simbolo della sua stagione, anche se (complice il 20-0 avuto in regalo contro Sassari) c'è ancora possibilità di riscatto andando ai playoff.
- Perdono anche le rivali di Roma, pure loro impegnate a sfavore di pronostico. Chi va più vicino al colpo è
Brescia, in una partita che - almeno questa - ha divertito sia nell'andamento che nel gioco, a viso aperto. La svolta che sembra decisiva per
S. Martino arriva nel 2° quarto con un allungo fino a +16, spinto da Conte, D'Alie e Turcinovic; poi +13 all'intervallo, distacco che si conferma al termine del terzo. Brescia è, fin lì, sorretta quasi solo da
Zanardi (24 punti e 32 di valutazione, grande anche se probabilmente ha pagato lo sforzo nel finale), Garrick (22) e Tassinari (13), mentre le lunghe, soprattutto Boothe, sono inopinatamente abuliche, senza approfittare dell'assenza di Kostowicz. Quando sembra ormai tutto deciso, invece si riapre tutto con un parziale di 4-19 per Brescia che addirittura sorpassa con una tripla di Garrick (71-73) a -2'40".
Come spesso succede, però, chi si è dannato l'anima per rimontare, alla fine arriva in riserva mentre chi ha patito la rimonta, alla lunga si sblocca e salva la ghirba. Così è con D'Alie che inventa un canestro cruciale a centro area, difende bene su Zanardi che sbaglia un paio di tiri, e poi sempre la Rae d'Italia sigilla con due liberi, anche se poi Garrick mette una tripla e, sull'ultimo possesso, dopo che Turcinovic fallisce il k.o., reclama invano fallo su un tentativo peraltro improbabile dalla sua metà campo. Finisce
78-76 ed è risultato che pesa moltissimo sia per S. Martino (playoff molto vicini) sia per Brescia (che avrebbe potuto fare la differenza nella sua corsa).
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Sassari, l'altra in lotta tra 8° e 10° posto, prova a giocarsi le sue chances con
Venezia, ma dopo un illusorio 19-11 al 10', subisce una contro-focaccia da 10-24 nel 2° quarto da cui non si rialza più, pagando l'abisso tra la profondità delle panchine: per le nuragiche solo 5 punti dai cambi, per le gondoliere 34 (Villa 15 e Cubaj 10 hanno dato una discreta mano); e alla fine viene quasi un ventello di scarto.
La Reyer, che non ha un calendario semplice di qui a fine stagione regolare (6 partite tutte contro avversarie attualmente in zona-playoff), deve mantenere l'attuale +4 su
Bologna fino allo scontro diretto del 30/3, per non dipendere dall'esito del medesimo. Da parte sua la Virtus timbra il cartellino con autorità a
Milano: dopo 13'30" il punteggio è 15-42, frutto di un micidiale 2-25 nel giro di 7 minuti (cioè dal 13-17 del 6'30"). Zandalasini fa 12 punti nel 1° quarto, poi s'acquieta.
- Ma non è certo la sconfitta ultra-prevista con la Virtus a crucciare Milano. Casomai lo è la versione "2.0" di
Battipaglia, che coglie la sua prima vittoria, ai danni di
Faenza, peraltro un'occasione che sarebbe stata propizia anche senza i rinforzi per le campane. Le quali ribaltano un inizio negativo, -8 all'intervallo, con un gagliardo 25-14 nel 3° quarto. Nell'ultimo Faenza si danna, ma resta sempre indietro di qualche lunghezza, perdendo infine 71-67. Risultato che forse non servirà a far evitare a Battipaglia l'ultimo posto (deve vincere altre 2 partite), ma cruciale per la fiducia. Policari già 9 punti in 29' all'esordio; bene tutte e 4 le straniere di Batti e torna in doppia cifra anche Seka. Ora c'è la contromossa del Sanga in canna: e se alla fine scoprissimo che è Faenza la più debole?
Per ora non credo, ma c'è ancora un mese abbondante per amalgamare le varie maionesi, là nelle cucine delle pericolanti.
- E infine quello che, classifica alla mano, era il big match di giornata. Il
Geas resta imbattuto in campionato nel 2024, sono 6 di fila (7 contando l'ultimo match del 2023), completando senza macchia alcuna il ciclo di sfide con le rivali più dirette; espugna nuovamente
Campobasso dopo il quarto di finale di Coppa Italia d'inizio gennaio. E' di nuovo una sfida a basso punteggio, tra due difese che mordono e legnano senza risparmio (col benestare degli arbitri, i quali accordano appena 9 liberi alle lombarde e 10 alle molisane). Mettici pure una manciata (abbondante) di errori su tiri buoni, e di palle perse per qualche frenesia eccessiva, e si ha un primo tempo di canestri sudati sette camicie, ma anche otto o nove; giusto nel finale il Geas trova qualche guizzo per andare avanti
20-24 all'intervallo.
Nel 3° quarto si procede così, con gran tensione, per altri 5' circa; poi da 25-28, quasi all'improvviso, Campobasso ha una fiammata offensiva, quasi un miracolo in una partita così, aperta dell'ex di turno Kacerik con una tripla; diventa addirittura 12-0 di parziale, per un
37-28 al 29' che può essere una svolta vera. Anche perché nel frattempo Gwathmey è fuori per infortunio.
Ma ecco la contro-svolta. Panzera mette una tripla nel finale del 3° periodo (37-31); torna Gwathmey; e soprattutto, il Geas ancora una volta è micidiale nel "rimbalzare" dal momento di crisi con una metamorfosi di quelle che forse nemmeno Cinzia Zanotti sa spiegarsi (clamorosa quella, ricordiamo, in semifinale di Coppa con Venezia, quando dopo il tragico inizio il Geas recuperò tutto in pochi minuti); fatto sta che da quel +9 Campobasso si passa a un +6 sestese a 2'40" dalla fine, con un parziale di
2-17. Tra le artefici Dotto, Panzera ma anche una Begic in crescita (mentre Moore per una volta si è vista poco). Nel batti-e-ribatti finale il Geas riesce a restare davanti; Campobasso dopo una tripla di Mistinova perde la palla del possibile pareggio e Bestagno sigilla con un libero (
46-50).
Geas ora molto ben indirizzato verso il 4° posto (difficile insidiare Schio per il terzo, ma si vedrà), mentre Campobasso dovrà difendere il quinto dalla risorgente Ragusa.
- In
A2 Est cade, dopo 15 vittorie di fila,
Derthona per mano di
Mantova; in crescita le babies del
Basket Roma che fermano Broni con 24 punti di Aghilarre e 16 di Fantini; perde anche Selargius a Torino. Il che significa che tre alfiere di questo girone su 4 arrivano alle
Final Eight di Coppa Italia col viatico d'una sconfitta. E Valdarno non è in un periodo facile per le assenze. Così come non lo è, in
A2 Ovest, Roseto, che senza Obouh-Fegue, Botteghi più Miccio a mezzo servizio cede netto, 83-61, nel big match con Udine (Katshitshi 19 punti, 14 rimbalzi, 32 di valutazione). Mentre Alpo fa a pezzi Trieste ed è seconda da sola.
Se dovessimo guardare chi arriva più in forma alla kermesse rosetana, diremmo appunto Udine e Alpo. Ma a volte in questo tipo di eventi, chi entra papa esce cardinale e viceversa (anche se nella storia recente, Crema per 5 volte di fila non ha mai fallito, e lo scorso anno Castelnuovo, oggi Derthona, ha vinto da favorita).
- Personalmente sono andato al derby brianzolo tra
Giussano e
Costa, ospitato dal maestoso
PalaDesio da oltre 6000 posti, sede spesso di Eurolega maschile negli anni passati. Le presenze s'attestavano credo intorno alle 200 unità (così dal live score LBF), magari 250 reali. Partita non priva d'interesse anche se, manco a dirlo, a punteggio basso basso e con fischi arbitrali all'insegna dell'avarizia. Giussano, ben più corta d'organico complice l'assenza di Manzotti, riesce a ridurre il gap con un attento controllo dei ritmi, ma dal 3° quarto Costa, pur senza mai chiuderla anzitempo, resta in vantaggio e con il
50-54 finale porta a casa l'ottavo successo di fila. Certo rimpiangerà di non esserci, a Roseto, per via di una qualificazione sfumata sul filo, ma attualmente è quasi sicura di finire almeno terza, se non seconda, e magari ripetere la cavalcata-playoff del 2023. Giussano invece se la gioca per l'ottavo posto con una Spezia in risalita.
Edited by meursault - 8/3/2024, 13:54