| Da la "PROVINCIA DI COMO" di Simone Clerici
Zorzolo e Rusconi, salto nel passato. Scontro al Parini tra due grandi protagonisti degli scontri tra Cantù e Treviso
CANTU' Qualcuno entrando al Parini avrà pensato di essere tornato indietro di vent'anni. Stefano Rusconi e Alessandro Zorzolo, cosa ci facevano in campo? Era l'87 quando "Zorro" a 18 anni debuttava in serie A a Cantù, «ma io e Rusconi ci affrontavamo già nelle giovanili in quanto abbiamo soltanto un anno di differenza (40 l'ex campione d'Italia con Treviso e 39 il canturino-novarese, ndr.). Ricordo le mie prime partite in serie A. Io ci ero arrivato forse da dodicesimo, Rusconi invece era già in prima squadra in pianta stabile, tanto per dire quanto fosse importante. Non siamo mai stati avversari diretti perché lui è sempre stato un ?5? puro mentre io da "3" sono passato a "4". Poi le strade si sono divise, ci si affrontava quelle due volte all'anno, e non ho mai avuto occasione di frequentarlo come invece mi è capitato con altri giocatori di Varese o Milano. Quando è andato in NBA era il periodo in cui io giocavo a Imola ed ero molto amico di Morandotti. Mi ricordo che parlavamo di lui ma non giocava quasi mai (solo 7 presenze nei Phoenix Suns, ndr.), però Rusconi ed Esposito per quei tempi sono stati dei pionieri», racconta Zorzolo. Rusconi e Zorzolo si sono ritrovati, "gomito a gomito" nel vero senso della parola, per lo scontro diretto di serie C Dilettanti tra Gorla Cantù e Santa Margherita Ligure. Ha vinto il Gorla, come all'andata, nonostante la presenza inquietante e "illegale" del gigante di Bassano del Grappa che in questa categoria sta viaggiando con medie mostruose a 29.6 punti, 70.3% da 2, 17.2 rimbalzi, 38.7 minuti, e 40.1 di valutazione. Evidentemente però, a dispetto dei pronostici a favore dei liguri, un solo giocatore non fa una squadra. «Sì - afferma Zorzolo -, per esperienza personale posso dire che si vince con il gruppo e non con i singoli. Lui qui ha statistiche impressionanti, sotto canestro è veramente immarcabile, e fisicamente non ha rivali tra tutti i lunghi della categoria anche di 10-15 anni più giovani. Il problema è che dal 3° quarto vedi che inizia a stare indietro di un giro, e anche se stanno vincendo di 20 come nella gara d'andata gli fanno fare sempre 40' senza tirare il fiato. Questo perché, sebbene sia integro fisicamente, è troppo isolato dal contesto di una squadra che non è alla sua altezza». E qui sorge l'eterno dilemma: scendere di categoria per pura passione (il Fausto Bargna che è arrivato fino in Promozione) o smettere prima ? «Innanzitutto Rusconi è uno che ha un budget tale che poche società possono permetterselo e con cui ci fai più di metà squadra. E comunque non è detto che se un giocatore è abituato a fare lo specialista in serie A, quando poi scende nei campionati inferiori faccia 40 punti a partita. Io non li facevo neanche prima, e inoltre qua devi avere molto spirito di adattamento». Anche "Zorro" è rimasto indietro di un giro, nel senso che da quel 22 dicembre 2007, giorno del crack al crociato anteriore del ginocchio sinistro, si è accesa una spia. «E' passato un anno dall'intervento, ma a volte il ginocchio si gonfia ancora. Purtroppo mentre prima avevo un fisico e una reattività da giocatore, adesso mi sento invecchiato di tre anni a livello muscolare. Ho continuato perché dovevo tanto di cappello a una società che mi è sempre stata vicino, e perché è una realtà comoda che mi appaga. Intanto con le ultime due partite ci siamo rimessi in riga e se riusciamo a restare sul treno dei play off abbiamo una squadra sbarazzina che può dire la sua. Però - conclude - è come se stessi facendo un test a me stesso, e programmi a lunga scadenza non ne ho».
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