| tempo dei miracoli è finito. Forse. Quindicesimo posto, amarezza, rabbia, e tanto rammarico, per chiudere il campionato della Zarotti Imola che, a meno di un miracolo appunto, retrocede in B d’eccellenza. Dodici anni di professionismo, passati a centellinare investimenti e scelte, ad arraffare il meglio che poteva offrire il mercato, poi la retrocessione. Annunciata, per una squadra che in estate doveva dividere il budget tra mercato e debiti da saldare, ma non per questo meno dolorosa. Si ripartirà dalla B1 – attenzione comunque ai ripescaggi – ma le certezze finiscono lì. Il primo nodo, è alla voce palazzetto, con un rimpallo che non sembra mai finire tra PalaRuggi e PalaCattani, il secondo si chiama roster, totalmente da ridisegnare. Tanti i temi da trattare, tanti i problemi da risolvere, per un’estate che si preannuncia caldissima in via Valeriani. A margine, non va dimenticato, c'è una speranzina legata al ripescaggio, nel caso in cui una squadra tra A1 e Legadue alzasse bandiera bianca di fronte agli ispettori della ComTec. Prima del rompete le righe estivo però, ecco le pagelle di un’annata in cui la ciambella non è mai riuscita col buco, e che dovrà essere forzatamente un fondo su cui poggiarsi per ripartire subito verso l’alto, tra i professionisti. Con qualche certezza economica in più magari, per correre alla pari con le altre dal primo minuto. Aradori - Voto 7 (30 partite, 28.3 min, 12.8 pt, 3.1 reb) –Canestri quando servivano, tanta personalità, sia davanti che dietro, e una lingua sempre in movimento. Qualche errore di troppo nella prima metà, molto meglio nel girone di ritorno, quando parlare di “rendimento da americano” iniziava a non essere più un’eresia. Bonessio - Voto 6 (30 partite, 19.3 min, 4.3 pt, 2 reb) – Difesa, cattiveria, intensità. In tre parole, ecco il campionato del giovane romano. Bene dietro, meno davanti, dove ha pagato anche un metro arbitrale spesso e volentieri contrario. Investimento tutto sommato positivo, alla fine dei conti. Contaldo - Voto 5,5 (27 partite, 11.6 min, 3.7 pt, 2.6 reb) – I mezzi, sia fisici che tecnici, erano quelli che erano, e tra un erroraccio e una tripla, un minimo di simpatia attorno all’omone ex Maddaloni c’era sempre. Uomo ovunque fuori dal campo, si è trovato a fare il centro titolare in una squadra in cui doveva fare il quarto lungo: non era adatto, e si è visto. Gentile - Voto 6 (13 partite, 7.6 min, 2.3 pt) – Pochi minuti di campo, per mostrare comunque un bel talento. Più play che guardia, il figlio del coach ha dimostrato di non aver paura del confronto con i pari ruolo più esperti, e già questo, a sedici anni, non è poco. Meglio nell’under 18 dove, a suon di quarantelli, ha trascinato la Zarotti ad alto livello. George - Voto 6,5 (15 partite, 30.8 min, 15.9 min, 7.8 reb) – Più atletismo che tecnica, per un giocatore che in qualche modo, ti ripaga sempre del prezzo del biglietto. Schiacciatone, stoppate di pura rabbia, ma anche scelte di tiro quasi sempre discutibili e atteggiamento rivedibile. Quando la voglia c’è, le potenzialità sono tante. Jacobson - Voto 6 (12 partite, 29.7 min, 15.3 pt, ) – Uomo giusto al posto sbagliato. Il talento c’era, la voglia e il furore agonistico anche, ma avevano bisogno di un po’ di tempo per venire a galla. Alla Zarotti però, servivano punti per una salvezza difficile da agguantare già a settembre, e il taglio in favore di Mathis è stato un’ovvia conseguenza. Peccato. Jefferson - Voto 5,5 (11 partite, 31.5 min, 18.6 pt, 4.2 reb, 2.3 ast) – Con questa, è alla terza retrocessione negli ultimi quattro anni. Sia chiaro, non è sempre colpa sua, ma sarebbe il caso che il suo prossimo datore di lavoro, si ponesse qualche domanda prima di offrirgli un contratto. E’ arrivato per trascinare la Zarotti alla salvezza, a suon di uno contro cinque. Se non l’avesse capito, far tutto da solo in Legadue è però affare per pochi. Kelly - Voto 5 (5 partite, 27.8 min, 11.0 pt, 1.8 ast) – Di americani come lui ce ne sono obbiettivamente tanti. Cifre a parte però, uno che palleggiava per venti secondi prima di forzare una conclusione con almeno due uomini addosso, era tutto fuorché colui che poteva salvare l’Andrea Costa piena di giovani di quest’anno. Maiocco - Voto 5,5 (12 partite, 12.5 min, 3 pt, 1.2 reb) – In prestito da Pesaro, per tamponare il mancato arrivo del naturalizzato John Zito, ha speso qualche minuto in un ruolo non suo, complice l’infortunio occorso a Williams sul finire del girone di andata, ma non ha influito sui destini della Zarotti. Sull’impegno, c’è poco da dire, sull’opportunità del suo arrivo, qualcosina in più ci potrebbe stare. Mathis - Voto 4,5 (16 partite, 34 min, 12.7 pt, 2.4 ast) –Alla quarta stagione in Legadue, è arrivato per garantire un minimo di testa e di sostanza a un gruppo che la invocava a squarciagola. In realtà, ha giocato solo due partite, quando doveva dimostrare qualcosa a qualcuno, per il resto, poca roba. Fare di più era il minimo. Piazza - Voto 5,5 (26 partite, 22.5 min, 4.7 pt, 1.7 ast) – Siamo a un tiro da tre punti dal poter fare stabilmente il sesto uomo in Legadue. Impegno, regia e personalità sono già di alto livello, e per questo, c’è comunque di che essere soddisfatti. Ramelli - Voto 4,5 (29 partite, 23.7 min, 8 pt, 3.8 reb) – E’ arrivato con il soprannome di “Nowitzki della Legadue”, è andato via tra i fischi di gente che non vedeva l’ora che riprendesse un aereo per tornare a casa. Senza cattiveria e senza personalità, il lungo ex Capo d’Orlando ha fatto tutto tranne quello per cui era stato firmato: segnare. Peccato, perchè un 2.09 capace di segnare anche da tre punti, avrebbe potuto fare la differenza. Silimbani - Voto NG (4 partite 2.8 min, 0.3 pt) – Pochi minuti, quando i titolari erano seduti a sorbirsi gli urlacci di Gentile. Incerto tra i due ruoli di ala, è ancora da testare a questi livelli. Spippoli - Voto 5,5 (9 partite, 9.8 min, 1.4 pt, 1.9 reb) – Acquistato con due mesi di ritardo sulla tabella di marcia, in campo si è visto pochissimo. E dire che qualcosa da offrire, alle voci stoppate, difesa, e intimidazione, lui ce l’aveva per davvero. A posteriori, si può considerare un acquisto totalmente inutile. Williams - Voto 7 (14 partite, 29.7 min, 7.5 pt, 11.4 reb) – Un fattore, finchè c’è stato. Pescato quasi per caso, il passaportato irlandese si è guadagnato a suon di doppie doppie la candidatura a miglior centro del campionato. Si è fermato poco prima del giro di boa, guarda caso poco prima che l’Andrea Costa colasse a picco. Non un caso. Coach Gentile - Voto 4 (23 partite, 6 vinte e 17 perse) – Tre vinte al pronti via, poi due striscie di sconfitte da far accapponare la pelle. In mezzo, una presunzione e una gestione dei rapporti umani, dai giocatori alla stampa, passando per i tifosi, oggettivamente rivedibile. C’è modo e modo di retrocedere, Gentile è uno di quelli che, stavolta, hanno perso anche la faccia. Coach Pasini - Voto 6 (7 partite, 4 vittorie e 3 sconfitte) – Innesto tardivo, per un coach vecchia maniera, che con modestia e impegno, ci ha messo tutto sè stesso per cercare di salvare almeno il penultimo posto. Ha comunque chiuso con un bilancio positivo e, gara a Rimini a parte, la squadra ha sempre risposto alle sue direttive. Poteva andare peggio. Miro De Giuli
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