Comprensibile che ognuno di noi, oggi, sia un pò triste per l'addio di Bruno: vero playmaker, perfetto per il nostro sistema, una sorpresa per l'intera Europa.
Bisogna però fare i conti con la realtà: la storia della piccola società e dei 13.000 abitanti non è soltanto una favoletta, è un'incredibile verità. Se oggi al campanello suona il Galatasaray vuol dire che hai costruito bene, vuol dire che hai fatto anche meglio di loro, e questa è già una vittoria.
Leggo in giro che il mercato aperto è soltanto un male per il basket: credo invece che scambi del genere durante la stagione siano sempre più rari (è una pratica molto più diffusa nel calcio), che nella pallacanestro europea sia sempre più complicato trovare squadre che firmino giocatori con contratti pluriennali. Così facendo, ogni anno ogni squadra ricomincia quasi sempre da zero comprando nuovi giocatori, le trade praticamente non esistono. Nel nostro caso, gli unici sotto contratto per più anni sono Stojanovic, Perl e Laquintana. Non a caso i più giovani.
Quello che sta succedendo oggi con Fitipaldo, giocatore contrattualizzato per una sola stagione, è un caso raro. Tra 6 mesi, a fine campionato, avrebbe firmato con la squadra che gli avrebbe offerto il contratto più alto. L'Orlandina avrebbe incassato 0. Invece, dopo soltanto 11 partite giocate, lui avrà la possibilità di guadagnare uno stipendio importante giocando al massimo livello europeo. Capo d'Orlando incassa il buyout, e può comunque inserire un altro giocatore. Un affare che - al netto del dispiacere per le strade che si separano - non può che soddisfare entrambi.
Pensare, da domani, all'uomo da prendere per sostituirlo è un compito difficile, perchè oggi non serve il Boatright di turno, quello in grado di stravolgere squadra e campionato, ma un uomo capace di inserirsi nel nostro sistema ed integrarsi col nostro gioco. Non è facile. Non è detto che ne troveremo uno più forte. Ma visto che spesso facciamo paragoni con 10 anni fa, mi piace ricordare il momento in cui andò via Diener e quello in cui poi arrivò Mejia. Non so chi dei due in quel periodo era più forte, ma sicuramente Mejia ci aiutò tanto ed insieme al resto del gruppo ci portò ai playoff.
Non si tratta di scegliere, come ha scritto qualcuno, tra soldi e sogno. L'Orlandina non resterà immobile e quest'anno continuerà a sorprendere. I sogni non si fermano.
"Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa."
Buonanotte a tutti.
Edited by bresk - 27/12/2016, 01:37
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