QUOTE (guido_v @ 15/10/2013, 21:15)
Abele Ferrarini, storico masseur dell'Aquila, lavora a Capo d'Orlando con due big dell'ultimo scudetto.
Alessandro Gallo - Il resto del Carlino
La fortitudo è qualcosa che ti resta dentro, sempre. Non è un caso che ci sia una bandiera con l'Aquila che sventola fiera, in Sicilia. Siamo a Capo d'Orlando dove, da qualche settimana, è stata costruita una colonia biancoblù. Gianmarco #Pozzecco, oggi coach, è stato il primo. Il Poz ha voluto Gianluca #Basile. I due, memori della loro esperienza in una delle Fortitudo più belle dell'era Seragnoli, hanno voluto Abele Ferrarini. Settantatré anni, l'ex masseur dell'Aquila è rimasto vedovo in inverno, dopo 46 anni di matrimonio felice con la sua Paola. Così, i due 'ragazzi' l'hanno convinto, portandolo in Sicilia dove tutti lo chiamano col suo storico soprannome, 'professore'. «A Piumazzo facevo fatica - racconta Abele -: il peso della casa vuota era diventato insopportabile. Il dolore per il distacco è forte, ma qua, col Poz e il Baso, ho ripreso a lavorare». E a sorridere. E' entrato in punta di piedi, Abele, fisioterapista per il settore giovanile e, all'occorrenza, per la prima squadra. «Gianmarco è stato incredibile. Ha convinto il presidente Sindoni a scrivermi. Mi hanno dato una casa, non ho voluto soldi, e ora faccio parte di un bel progetto. Qua sto bene». Ventinove gradi anche ieri, possibilità di andare in spiaggia, sempre e una qualità della vita che l'ha conquistato. «Un giorno mi hanno preparato un piatto di tortellini - sorride -. Non c'è confronto con quelli di casa. Ma se mi soffermo sulle specialità del posto non sbaglio. Siamo in tre, qua. Vogliamo far bene a Capo d'Orlando, senza dimenticare la Fortitudo». Massaggiatore e, di fatto, papà aggiunto. Abele racconta i suoi figliocci. «Il Baso mi ha voluto con lui, in estate, in Sardegna. Poi ha spinto perché venissi in Sicilia. Non è ancora riuscito a giocare per un infortunio. Ma Gianluca è unico: domenica dovrebbe ricominciare. E con lui Capo d'Orlando riprenderà a vincere». E il Poz? E' ancora l'uomo dalle mille follie o ha messo la testa a posto? «Un pizzico di pazzia c'è sempre. L'altro giorno sono rimasto a casa, bloccato con la schiena. Prima della partitella ha preso la palla, l'ha messa a centrocampo. C'erano anche 30-40 tifosi a seguire l'allenamento. Ha chiesto un minuto di silenzio. Per me. E la gente ha obbedito, chiedendosi che cosa mi fosse successo, perche mi aveva visto fino al giorno prima». Il Poz che fa credere che Abele sia passato a miglior vita - «così me l'ha allungata», dice Ferrarini - poi siede in panchina e assume un ghigno che a BasketCity non conoscevamo. «Follie a parte, è diventato un altro. Ha preso molto da Tanjevic e Repesa, che sono i tecnici con i quali ha litigato di più. Ma il Poz è questo ». Uomo di cuore, così come il Baso. Un cuore Fortitudo che batte forte anche a Capo d'Orlando. Moltiplicato per tre.