Posts written by giangi68re

A parte la deriva comica e il solito ctr-C/ctrl-V, è evidente come l'Olimpia si sia infilata in una tunnel in cui è necessario avere roster da 16/18 giocatori, ma poi per un motivo o per un altro non lo si riesce a gestire. Allora tanto vale che i giocatori 15/16 siano italiani di prospettiva che vanno in panchina da 11 e 12 in campionato e fanno qualche minuto di garbage time, se sono degli Under19 che poi giocano anche il loro campionato e i tornei vari che ormai si fanno in Italia ed Europa (ma questo comporta giocoforza che saltino qualche allenamento con la prima squadra), altrimenti tanto vale prendere due qualunque che sanno in partenza che faranno solo allenamenti senza guardare la carta d'identità).
Comunque il mio sospetto è che non sia proprio colpa dei tifosi che mugugnano se Bortolani o Caruso sbagliano due palloni o si perdono partite in campionato perchè si fanno riposare Melli/Shields.

Io penso che sia doveroso fare settore giovanile, se non direttamente con la collaborazione di una società satellite. Per come funziona lo sport in Italia la società professionistica ha più risorse rispetto alle società di base, quindi ha la possibilità di fare settore giovanile in maniera più professionale e, si spera, con risultati nella formazione dei giocatori migliori.

Nel calcio, dove hanno i playout, se ci sono tot punti di distacco in classifica il playout non si gioca neanche, quella davanti con molto vantaggio è salva e quella dietro retrocede. Che mi sembra anche un buon modo per premiare la regular season.

Sulla coppa Italia sono d'accordo; Napoli aveva speso di più con un roster meno profondo. Il problema è stato l'approccio, tipo Virtus contro Reggio Emilia, quando parti pensando che tanto prima o poi la partita la porti a casa.
Il problema dello stress fisico e mentale è invece legato al complesso della stagione, e si ripete da alcuni anni; li ilproblema è la gestione del roster a disposizione, secondo a Milano deficitaria rispetto alle risorse, e questo si porta dietro anche i malumori di giocatori che giocano (anche bene) quando c'è emergenza, e poi vengono accantonati appena si può andare sul mercato. Solito discorso.
Interessante il ragionamento sul DIVERTIRSI, che vale anche per i giocatori professionisti; se il clima in squadra non è buono, il rendimento ne risente. O, se volete girarla diversamente, un buon clima coach/giocatori permette di superare meglio le difficoltà e andare oltre i propri limiti.

Io vedo più problemi di trattamento palla, si rischia che sia sempre Melli a portarla su. In difesa Procida e Fontecchio hanno le gambe e l'atletismo per marcare chiunque, la testa non lo so.

Qualche forumista più esperto potrebbe dirci se la cosa è stata valutata in passato.

Quoto solo questo intervento, ma anche tuitti i precedenti sono molto interessanti, dico la mia:
- la fruibilità è senz'altro una discriminante importante, dove non c'è tradizione femminile le bambine devono iniziare il minibasket con i maschi, e molte rinunciano anche per questo, in partenza o poco dopo.
- il fatto che in molti paesi ci sia da "giocare ocn i maschi" è una ulteriore componente che (secondo me) si somma alla componente "omofobia", non sono in grado di valutare quanto, ma è una cosa che i genitori (purtroppo) tengon in conto, e dove ci sono alternative scelgono altro per le figlie.
- del contatto fisico abbiamo detto tutto, su questo aspetto la pallavolo avrà sempre un enorme vantaggio.
- la spettacolarità: qua non son otanto d'accordo; per chi gioca cambia poco, avere in mano un pallone è sempre di grande soddisfazione per i bambini, anzi dal punto di vista della giocabilità la pallavolo è molto meno divertente in età scuola primaria. Per chi guarda secondo me è un falso problema, il basket, rispetto a calcio e pallavolo è limitato dalla complessità, che diventa poi bellezza del gioco per chi sa apprezzare certi dettagli, difesa, gioco senza palla, e così via. La discriminante vera da questo punto di vista è avere squadre vincenti, come le nazionali di pallavolo sono da 20 e più anni; se la tua nazionale vince, ti diverti anche guardando il curling.

Qualcuno dirà: perchè allora i genitori portano le bambine a pallavolo e non si preoccupano delle atlete bisex o gay (che saranno mediamente presenti in tutti gli sport in proporzioni simili)? Secondo me perchè la popolarità della pallavolo grazie alle vittorie delle nazionali e alla mancanza di contatto fisico, unita all'apparenza (abbigliamento e beach volley), permettono di bypassare questo ostacolo. Nell'intervista Jasmine Keys dice una cosa fondamentale, "vorrei che si parlasse di basket e basta, non basket maschile e basket femminile"; potrebbe sembrare una banalità ma è la percezione che molti (genitori che devono scegliere lo sport delle figlie) hanno.

A livello teorico, potrebbe fare il Baron, lasciando spazio per uno slot da straniero in un altro ruolo. Il problema è che nel fare le squadre ci saranno sempre due questioni da affrontare:
- che fiducia dare a un italiano quando so di poter pescare in un mercato stranieri praticamente infinito?
- come faccio a dare equilibrio a una squadra che tra il Giovedi e la Domenica cambia anche 4/5 giocatori su 12?
Purtroppo non son problemi banali, a quanto si è visto finora.

E non torniamo all'Olimpia di Peterson e D'antoni, dove si giocava in 7/8 a ritmi che erano la metà di quelli di oggi e con un terzo delle partite per stagione. Storie completamente diverse, anche se (mia opinione) il vecchio Dan in quanto a empatia si avvicina più a Pozzecco che a Messina, quindi penso se la caverebbe anche con i roster attuali.


Per me è invece 50/50 testa e fisico; gli alti e bassi sono all'ordine del giorno perchè la tensione al massimo è difficile tenerla sempre. Il roster da 16/18 giocatori va gestito, lo stanno dicendo un po' tutti qua sopra, ma la quadra ancora non è stata trovata.


20 anni fa era scontato perchè i giocatori erano sottoposti a un decimo degli stimoli a cui sono sottoposti oggi, e la leggenda secondo cui i giocatori di 20/30/40....n anni fa erano migliori di quelli di oggi è appunto una leggenda. Mediamente oggi c'è un livello che è fisicamente enormemente più alto, quindi i giocatori sono molto più livellati. Ai "bei vecchi tempi" c'erano due o tre americani superstar e qualche italiano, diciamo 5/6 giocatori per squadra di livello top, gli altri erano due/tre gradini sotto, ed era normale avere le stelle che giocavano 30 minuti e oltre di media per tutto il campionato. Oggi è un mondo completamente diverso. Un piccolo esempio: le medie punti dei migliori realizzatori si sono drasticamente abbassate, e non perchè siano più scarsi.

Cosa che vale anche per il contatto fisico, le bambine quando giocano non si tirano certo indietro quanto ad aggressività, il problema è farcele arrivare, a giocare.

Giusto. Credo che la componente principale che scoraggia la partecipazione delle bambine sia sicuramente il contatto fisico, ma anche l'identificare lo sport come prettamente "maschile" (e il corollario sono le tendenze sessuali delle praticanti) ha il suo impatto.

Se non sbaglio, gli unici "oriundi" che hanno giocato in nazionale italiana sono giocatori che gicavano (o hanno poi giocato) nel campionato italiano. Facendo 2+2 si dovrebbe arrivare alla semplice conclusione che uno "straniero passaportato" ha prima di tutto interesse a giocare "da italiano", la nazionale è un mezzo o una conseguenza. Se il giocatore è abbastanza buono per giocare in NBA, in Eurolega o in un cambionato europeo dove guadagna meglio che in Italia, al limite si prende il passaporto (come fanno molti argentini) e la nazionale non la considerano proprio. Non c'è tanto da filosofeggiare, poi le eccezioni ci sono, ma generalmente i giocatori guardano prima di tutto il loro interesse, soprattutto se i rapporti con l'Italia sono molto labili (tipo Banchero).

Stessa situazione che ha portati agli scazzi con Sacchetti, ma Pozzecco va a vedergli le carte... C'è pieno di gente che "sulla carta" è disponibile per la nazionale, poi quando si arriva al dunque salta fuori l'infortunio, la squadra NBA che non autorizza, i figli che nascono e così via... Certi giocatori hanno uno status per cui non hanno bisogno (per la loro carriera) di andare a giocare con la Nazionale italiana, se lo dicessero chiaramente non ci troveremmo ogni volta a discutere sl nulla. Hackett uguale, con l'aggravante che lui l'ha dichiarato che in nazionale ha chiuso, ma se ne discute comunque.

Io no... solo qualche nickname da forum.

Aggiungo anche che secondo me c'è un calo fisico, normale dopo aver tirato a questi ritmi da ottobre, sopratutto in Eurolega. E' un problema che abbiamo discusso anche per l'Olimpia; fa specie vedere Mascolo che sale e fa due minuti in estrema difficoltà, mentre dall'altra parte Uglietti fa due canestri piuttosto pesanti. Tema complesso e che direi ancora non ha trovato una soluzione "organica", visto che il turnover programmato tra campionato ed Eurolega non funziona e alla fine i migliori sono sempre sovrautilizzati. Un mese fa la Virtus avrebbe vinto lo stesso, oggi ha pagato dazio.

Davano l'idea di quelli che sanno che tanto prima o poi fai un parziale e la porti a casa, poi rimani impantanato e uscirne non è semplice.