| Ho piacere a contribuire a questa discussione portando il punto di vista di una società, piccola, milanese, che da 50 e passa anni va avanti senza troppi problemi che non siano legati alle risorse economiche ed alla disponibilità delle palestre.
Il settore giovanile è, innanzitutto lo scopo e non un mezzo. Il fine ultimo è formare ragazzi alla pallacenestro, sperando con ciò che diventino dei buoni giocatori, degli sportivi, che stiano lontano da "cattive distrazioni" (e includo anche il troppo tempo passato col naso puntato su uno schermo, di qualsiasi dimensione.
La nostra associazione non nega mai un prestito (possiamo provare da dissuadere un ragazzo se va verso società sportivamente "nemiche" ma se insiste, il prestito si fa sempre). Dopo un anno di prestito, se il ragazzo e la sua famiglia sono "contenti" della nuova squadra, diamo il definitivo, ma solo alle società che accettano il trattamento reciproco, che non sono affatto poche. Poi è ovvio che se il ragazzo ci viene richiesto da una serie A o da una società di cui sappiamo con certezza che la cura del settore giovanile è molto buona, non poniamo ostacoli, me sempre dal secondo anno. Peraltro le società importanti sono le più corrette, in generale.
Per contro ci sono società che negano il "definitivo" a prescindere. Vi racconto un episodio vero. Un ragazzo si è tesserato per la società A a fine MiniBasket ma poi ha voluto unirsi ad una mezza dozzina di compagni di scuola ed è venuto in prestito da noi sin dal primo giorno di under 13. Questo ragazzo ha continuato a giocare con noi, sempre in prestito e noi abbiamo fatto crescere un giocatore che, adesso, si allena ed ha (pochi) minuti con la prima squadra (C Silver) e per il quale, se vorrà giocare fra un paio di anni da noi da senior, dovremo pagare 1250 € all'anno di "diritti di formazione" (i NAS). Fessi noi ad aver costruito un giocatore i cui benefici andranno ad un'altra società? Forse, anzi, certamente! Ma negargli la possibilità di giocare coi suoi amici sarebbe stato contrario ai nostri principi. Ovvio che alla società "A" nego e negherò anche la risposta ad una mail o al telefono e se qualcuno mi chiederà cosa ne penso, dirò la mia opinione.
Riguardo ai NAS, va sottolineato che, per società come la nostra, sono vitali. I NAS non possono essere monetizzati ma vanno a scontare voci dell'estratto conto FIP, quindi a diminuire costi che, altrimenti dovremmo pagare. Ci sono società molto brave nel "costruire" giocatori che hanno un saldo NAS di decine di migliaia di euro (non noi, purtroppo). Tanto più sgravi costi tanto meglio puoi lavorare. Migliori istruttori, migliori strutture, quote più basse. I NAS sono, in genere, un promio al buon lavoro nel settore giovanile.
Infine due parole sullo svincolo, che sembra debba diventare legge dal prossimo anno o dal successivo. Noi lavoriamo su dei ragazzi. Tra questi ragazzi ce ne sono, generalmente, alcuni che sono più bravi. Al 30 giugno, quando ci sarà lo svincolo, questi ragazzi saranno liberi di "firmare" per la nostra associazione o per chiunque altro. Magari uno che gli prospetta di portarli "nel giro di qualche anno" in Eccellenza, di dargli la tuta bella, le sovrammaglie e le scarpe. Potrà essere che quel ragazzo creda alle promesse e "firmi" per l'altra squadra. Poi soprirà che l'eccellenza... "no, forse il gold, ma non è detto", la tuta è riciclata dal gruppo di tre anni più grande, la sovrammaglia è una t-shirt da 3 € col logo del salumiere all'angolo e le scarpe sì ma entro i 50€ (la quota però è di 750). Il ragazzo deluso, può tornare da noi l'anno dopo, ma può anche decidere di smettere (e sono tanti), o cede alle lusinghe di un'altro pifferaio magico.
Io perdo un giocatore, perdo la possibilità di farlo diventare un buon giocatore, magari anche solo di una serie minore, e sono obbligato, ogni anno, a tesserare 150 ragazzi ex novo perchè sono stati svincolati al 30/6 di ciascuna stagione, correndo appresso a due firme per ciascun genitore ed due firme del ragazzo.
Alla fine perdo la voglia e chiudo baracca e burattini e rimangono sulla piazza gli sciacalli ed i figli di buona donna (oltre alle grandi squadre pro o semi pro).
Scusate la lunghezza.
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