CITAZIONE (jeff7 @ 14/9/2023, 12:43)
Entrambi i link che hai postato pongono ottimi spunti di riflessione. Approfitto di questo su Banchi per analizzarne il lavoro fatto, perché secondo me la "favola" Lettonia merita un approfondimento.
La Lettonia ha 1.800.000 abitanti (1 milione in meno della sola Roma), hanno una grande passione per il basket, hanno seguito il mondiale con maxischermi in piazza e dirette delle partite a scuola, erano i tifosi più numerosi in estremo oriente, hanno accolto la squadra al ritorno in patria in 70.000 con una festa da far impallidire chiunque (immagino tra un anno boom di nascite e tanti piccoli Luka
, perché da loro lo chiamano Luka Banki
), compresi i tedeschi vincitori... Ma questa è la conseguenza del lavoro di Banchi, non era così prima! Segno che si può fare tanto anche in mezzo alle macerie, mettendoci passione e impegno.
Perché Banchi arriva là a marzo 2021 nell'indifferenza generale, con la Lettonia reduce da 10 sconfitte sulle ultime 11 giocate, mancata qualificazione ai mondiali 2019 ed europei 2022 e tanta sfiducia attorno, altro che entusiasmo. Prima partita a giugno, amichevole con la Polonia persa al supplementare facendo esperimenti con alcuni giocatori mai visti prima in nazionale e pensionando colonne storiche come il play 39enne Blums o Freimanis. Dalla seconda partita, ad agosto, inizia la vera rivoluzione e da lì in poi saranno 23 vittorie su 26 prima di questi mondiali (le sconfitte sono due amichevoli con la Lituania e una di qualificazione contro la Serbia 101-100, causa un mostruoso Teodosic): ecco da dove nasce il "miracolo" e l'entusiasmo lettone, da questa super cavalcata dopo anni di grandi delusioni.
Abbiamo capito da questa intervista che grande lavoro di scouting (vero, non certo quello di Fois), camp, ecc, ci sia stato in quei mesi, marzo-agosto 2021, dove di fatto viene costruito il nuovo gruppo che è poi arrivato a questo mondiale, con tanti nuovi innesti e nuovi leader a cominciare dai fratelli Bertans, Lomazs, Grazulis, e un notevolissimo cast di contorno, con alcuni pretoriani che si porterà dietro nelle avventure coi club (Mejeris nell'incredibile impresa di Pesaro, il Kurucs lungo e Berzins il vecchio a Strasburgo). Si può dire che ora la Lettonia, compresi alcuni giovani già forgiati da Banchi, abbia una trentina di giocatori di alto livello, meno della Serbia magari, ma sicuramente meglio di noi che pur avremmo un bacino di 60 milioni di abitanti...
Ma come lavora Banchi d'estate? Ci sono immagini del 12 giugno con un primo gruppo di giovani già al lavoro con lui. Giovani 20-23 anni, non bambini delle medie come nella sperimentale di Casalone, e qualche senior. Poi a fine giugno convoca un primo gruppo di 24 per il mondiale, che dopo qualche settimana scremerà prima a 16, poi a 14 e 12. Insomma con Banchi si lavora tutta l'estate e lui segue ogni fase in prima persona, anche il camp dei giovani, infatti alcuni sono già quasi pronti per stupire pure fra i grandi. Si lavora a giugno, luglio e agosto, con risultati evidenti: mentre altre squadre (le americane su tutte) giocavano quasi solo 1c1, la Lettonia ha mostrato il miglior basket del mondiale, con parecchie giocate da playstation e canestri arrivati al termine di azioni corali bellissime dopo una fitta rete di passaggi da far girare la testa agli avversari, schemi sicuramente provati e riprovati in allenamento. Per non parlare della straordinaria tenuta fisica dei lettoni, che quasi in tutti gli ultimi quarti hanno recuperato 10-15 punti agli avversari a quel punto spompati.
Da noi come si è lavorato? Vacanze infinite e telenovele varie fino a fine luglio, quando è uscita la lista dei convocati, pure sbagliata (c'era Mannion), e preparazione giusto ad agosto...
Capitolo Zagars. Tutte le dichiarazioni di Banchi sono interessanti e aiutano a capire tante cose dei suoi metodi, qui ad esempio parla dell'esplosione del mago Arturo:
www.pianetabasket.com/le-nazionali...-livelli-281809.
Aveva sempre avuto poco spazio prima, vuoi anche per infortuni vari, ed è arrivato al raduno da incognita totale. Lo stesso ct ammette l'iniziale scetticismo nei suoi confronti, ma quando ha capito che era pronto a lavorare duro, anche e soprattutto sulla sua testa, perché il play deve essere il leader della squadra, è iniziato quel percorso di crescita che ha portato un tizio semisconosciuto a trasformarsi da Mascolo in Teodosic nel giro di alcune settimane e a dominare contro tutti (da De Colo a Nunez, da Schroder a Jokubaitis, a parte Shai in una partita lasciata andare) al mondiale. E senza mai aver giocato un minuto di EL, che per alcuni solo se giochi lì sei forte.
Banchi è un allenatore speciale, capace di allenare, di leggere le gare, di lavorare sul fisico e sulla testa dei giocatori, di creare gruppo (dice tutto il fatto che Porzingis, stella NBA e davvero infortunato, non come Murray, era talmente dispiaciuto di non poter giocare che è ugualmente andato là con la squadra a sostenere i suoi compagni dalla tribuna, chi altri lo avrebbe fatto?), ma le sue imprese non sono "miracoli", sono frutto di abnegazione, passione, lavoro duro. Nelle sue interviste parla di lavoro, di scouting, camp, programmazione, unità d'intenti, crescita, ecc, mentre nelle interviste del Poz si parla di Petrucci suo padre, giocatori suoi figli, la carta di credito che gli frega Spissu, pugili e puttanate varie, quando non sbraita o piange senza motivo.
Capite che se troviamo la Lettonia al preolimpico non abbiamo la minima speranza di batterla, anche perché se recupera pure il quintetto di assenti (Strelnieks, Lomazs, Bertans Dai., Timma, Porzingis), mi sa che a parte il dream team di LeBron, Curry, Durant ecc, ne bastonerà ancora parecchi.