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LO SPORT NON E' UN GIOCO "Quando c'è la salute c'è tutto". Per mettere ordine tra le priorità della vita non serve un decreto, basta la saggezza popolare. In soldoni, se c'è un pericolo per la salute, tutto il resto - TUTTO IL RESTO - passa in secondo piano. Sappiamo che siamo di fronte a un'emergenza, sappiamo che dobbiamo comportarci responsabilmente, sappiamo che dobbiamo fare sacrifici, sappiamo che in questi momenti il bene collettivo prevale sulle esigenze individuali. Ma sappiamo anche che, in quanto cittadini di uno Stato di diritto, abbiamo il diritto, tra le altre cose, di essere adeguatamente informati, fatta salva la comprensione per chi si trova a dover gestire una situazione enormemente complicata da affrontare. Nel nostro "piccolo" di sportivi, che poi piccolo non è, abbiamo subito in pochi giorni un susseguirsi parossistico di regolamentazioni, l'una più strampalata e contraddittoria dell'altra. Professionista, dilettante, nazionale, regionale, provinciale, individuale, di contatto, al chiuso, all'aperto e chi più ne ha più ne metta. Con il susseguente correre per adeguarsi alla svelta e permettere ai nostri ragazzi di continuare a fare ciò che a loro piace e che li fa star bene, nella mente e nel fisico. Chissà se ora, con l'ultima parola detta dal Ministero degli Interni, siamo arrivati alla fine della saga o ci aspetta qualche altra sorpresa. Nel frattempo, sommessamente, vogliamo ricordare che noi siamo dilettanti orgogliosi di esserlo, nel senso che per diletto ci dedichiamo a un'attività che richiede comunque fatica, lavoro, investimenti. E - soprattutto - che con noi collaborano persone per le quali lo sport non è solo un gioco, anzi. Vorremmo allora che le decisioni che ci riguardano siano prese da professionisti, perché oggi l'impressione non è quella. Angelo Moretti
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