| Avrei voluto dire una qualche parola sulla partita che ha visto Milano3 contrapporsi alla Robur et Fides Varese, ma, come spesso accade, arrivo tardi. Mi limiterò a dire che a me la partita è piaciuta. Al di là dei meriti dei ragazzi di Basiglio, devo rilevare che, tra le squadre sino ad ora da noi incontrate, quello dei giovanotti varesini è stato il migliore gioco praticato in campo. In sintesi, quello più equilibrato, senza essere né troppo “appoggiato” sul valore dei singoli né troppo affidato al tiro dalla distanza degli snipers. Dunque, se Luca DB ha visto un “passo indietro” rispetto alla qualità di gioco attesa, che dire… chapeu! Chissà cosa aspettarsi in giornate di particolare favore. Di sicuro è una signora squadra, che, senza ragazzi particolarmente “fisici”, pratica un ottimo basket supportato da talenti individuali e carattere di squadra. Ad maiora, dunque.
Ad ogni modo, per rispondere a Rosu, sono stato presente a Desio, anche se per altri motivi. Ciononostante, ho avuto l‘occasione di assistere alla partita. Seppure sinceramente distratto, mi è parso di cogliere una maggiore libertà di gioco concessa ai ragazzi di Desio, rispetto al rigore atteso dalla guida precedente (Rocco, per intenderci). Ciò è per me un vantaggio in termini assoluti, ma, al momento si rivela ancora un limite che, partita dopo partita, i ragazzi stanno cercando di superare. Si tratta, invero, di un cambio di mentalità non semplice. Il limite lo si è visto quanto il gioco da semplice, è divenuto macchinoso e risolto per iniziativa del singolo,spesso slegata dalla naturale dinamica della squadra, che, per questo, finisce per essere in ritardo od in anticipo rispetto l’iniziativa individuale. Il risultato è l’errore.
Milano è stata per me una sorpresa, perché è evidentemente più dotata per capacità dei singoli giocatori, più qualificata della direzione tecnica nonché più strutturata nell’organizzazione societaria. Per contro, tutto questo in campo non si è visto od, almeno, io non l’ho visto. Al di là degli episodi (ad esempio non ho compreso come sia stato possibile passare da un vantaggio di 7 punti ad un svantaggio di 8 punti, senza che si sia chiesto un minuto, se non per dare nuove direttive ai ragazzi, almeno per spezzare il momento sfavorevole), mi è parso di vedere una squadra stanca. Quantomeno in apparenza, perché non si dovrebbero poter definire stanchi quegli atleti che continuano a lottare su ogni palla, ad incitare e ad esultare ad ogni punto fatto, ma, nonostante la voglia di fare, in partita la qualità tecnica individuale è divenuta discontinua al passare die minuti ed, inevitabilmente, è salito il numero degli errori. In sintesi, mi è parsa perdere di lucidità tecnica e tattica ad ogni azione non risolta nei primi 14/16 secondi.
Stanca, forse, di testa (concentrazione) e di pancia (motivazione). Al rientro dalla pausa lunga , in vantaggio di tre punti, è parso che il pensiero dominante non dicesse più loro “manca un punto per vincere”, ma “mancano tre punti all'avversario per raggiungerci”. Per tre tempi Milano ha combattuto, poi, nel quarto, ha smesso di crederci.
Desio, dunque, in crescita di gioco e di squadra. A me piace tanto Peri, un ragazzo di talento, davvero, davvero Bravo. Poi, l’atletismo di Maccan è davvero uno spettacolo. E, personalmente, mi ha fatto davvero piacere vedere protagonista in campo Lovato. Milano deve solo ritrovarsi, perché quanto c’é stata è stata bella e vincente.
Questa mia, però, è stata un’osservazione distratta.
Nota: di Palumbo ho memoria solo per la prestazione fatta in occasione del Novipiù Europe Cup. Del ragazzo mi aveva colpito la precisione al tiro, soprattutto dalla lunga distanza. Questa sua dote, nelle due partite a cui ho assistito ha costretto la difesa ad una un’organizzazione debole, per garantire sempre una copertura sul suo tiro. Per contro, mi è parso debole in difesa e da migliorare sicuramente la leadership come focus della dinamica della partita, ossia la capacità di coinvolgere i compagni in ogni occasione di gioco.
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