Basket Café Forum

Under 18 Elite 2017-2018

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romen66
view post Posted on 24/10/2017, 12:04




Ciao Stid, sempre immaginifico nelle tue narrazioni. Buon basket!
 
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Pick & Roll
view post Posted on 25/10/2017, 19:11




:yes: :yes: :yes: :grazie:
CITAZIONE (Stid @ 24/10/2017, 10:33) 
URANIA BASKET MILANO 88 – 55 ARDOR BOLLATE
Girone “B”

La partita ha avuto inizio ed entrambe le squadre sono sembrate determinate a dimostrare che la prima stecca è stata solo un episodio. Un certo nervosismo in campo è stato evidente e lo stesso condizionato inevitabilmente la precisione al tiro di entrambe le squadre. Una migliore organizzazione di gioco ed attenzione sulle linee di passaggio in difesa ha premiato l’Ardor, che ha chiuso il tempo in vantaggio, seppure di misura. Nel secondo quarto, la prestanza fisica dell’Urania ha prevalso sulle individualità tecniche dei ragazzi dell’Ardor, che hanno iniziato a soffrire l’intensità di gioco ed il pressing degli avversari, ma è solo con la difesa a zona che l’Urania si è portata in vantaggio ed in vantaggio ha chiuso il tempo. L’Urania è ora cresciuta, ma è rimasta imprecisa. L’Ardor, dal canto suo, è andata al riposo, lasciando sul campo l’impressione di essere comunque in partita.
Al rientro in campo, però, qualche cosa è cambiata. E’ sceso in campo l’Arcangelo Gabriele (Marnetto), un prodotto del vivaio Urania che, a dispetto dei richiami delle sirene di squadre blasonate che lo hanno cercato nel tempo, ha deciso di rimanere sempre tra i calmi lidi della società di casa. Dopo un paio di minuti di gioco, ha infilato una facile appoggio da sotto canestro ed, in rapida successione, ha realizzato 3/3 dalla lunga distanza, per un break di 11/0 che ha tagliato le gambe ai ragazzi di Bollate. E’, di fatto, la svolta della partita. L’Ardor, stordita, non si è più ripresa e , come spesso accade a questa età, invece che riordinare le fila, ha cercato la soluzione individuale, ma, a volere troppo, si ottiene sempre (o quasi) l’effetto contrario a quello atteso. Come il soffio rabbioso che non ravviva la fiamma, la spegne. Dalla parte opposta del campo, una sequenza di realizzazioni da oltre l’arco, ha scavato un solco incolmabile. Al termine del tempo, la partita ha termine. Il quarto tempo ha avuto poco da dire, se non che si è giocato con la stessa intensità e velocità del primo, senza che la squadra di Milano allentasse la "presa", seppure forte di una grande vantaggio.
Il risultato finale ha penalizzato oltre modo la prestazione dei ragazzi di Bollate, che hanno pagato una pessima prestazione al tiro ( soprattutto ai liberi, che, da soli, avrebbero consentito di mantenere il contatto con l'avversario nel 3/4 e di giocarsi il tutto e per tutto all’ultimo quarto), mentre testimonia la qualità già nota dei ragazzi di Milano.

Ieri è stata la serata di Daniele (Vurchio). Un partita perfetta, la sua. Sporcata solo da un tecnico, ricevuto per presunzione. Un errore di gioventù, anche se Daniele dovrebbe sapere che la presunzione è una corsia di sorpasso, prima dello schianto. In campo, comunque, ha dominato. Preciso al tiro, determinato in difesa e risoluto in attacco. E’ stata anche la sua serata a doppia cifra, grazie al grande numero di triple (9 o 10 se non erro), realizzate con una percentuale incredibile. Ha fatto il suo e, perdinci, l’ha fatto bene.
Con piacere, ho visto in campo Edoardo (Villantieri), un’ala forte imprestata al ruolo di centro. Non è il suo ruolo, ma ha messo in campo il senso del dovere, sempre e comunque, anche quando senso non lo ha avuto. Un segno di grande maturità e responsabilità. Bravo Edo.

Ai ragazzi dell’Ardor, l’onore di avere giocato due tempi alla pari. Poi, qualcosa si è inceppato e del bel gioco fatto lo scorso anno nell’U16, poco si è visto. Di sicuro è mancato il tiro e, purtroppo, in questo gioco per quanto puoi difendere bene, se non realizzi mai, prima o poi l’occasione di perdere capita. Credo, però, sia solo un episodio,
Con piacere ho potuto vedere in campo GiòGiò (Bertolini), un "tweener" naturale, capace di combinare le caratteristiche proprie di una guardia tiratrice e di un playmaker. Ieri ha giocato sia da uno sia da due e , seppure è mancato nel ruolo di guardia tiratrice, ha mostrato l’atteggiamento offensivo di cui un play "puro" deve disporre. Per aspetto e gioco, un vero “america boy”.
In ombra, il mio preferito, Fede (Panseri). La cosa, però non mi preoccupa, perché la qualità c’è ed è solo l’occasione di gioco che è mancata. Mi è molto piaciuto, piuttosto, il lungo (ma mica tanto), filiforme e leggero, di cui purtroppo non conosco il nome. Un vero lottatore, che sino alla fine ci ha creduto e, nel pitturato, ha detto la sua con rimbalzi e punti importanti.
Ai ragazzi di Bollate il mio augurio è quello di riprendersi piano e con dedizione, per evitare di sfilacciarsi e diventare irreparabili. E’ stata una serata avversa. Incredibile e, per questo, forse irripetibile.

E’ stata, in sintesi, una partita giocata con grande intensità e ad alta velocità. Il gioco un poco ne ha risentito, ma, a condizionare la possibile emozione del punto a punto all’ultimo minuto, è stata la straordinaria percentuale di realizzazione al trio dalla lunga distanza che, di fatto, ha premiato l’Urania con un risultato tondo tondo, mortificando oltremodo i ragazzi di Bollate.
Aspettando l’entrata in campo del Malaspina, l’Urania e la Pallacanestro Milano rimangono per me le candidate ai primi posti del girone, sempre che il Curatore mercoledì ...
Ora è tempo di un caffè ed un saluto a tutti.
 
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view post Posted on 25/10/2017, 22:14
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Ragnar Lothbrock

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Pal.Milano in 9 sotto di 13 nel terzo quarto, ribalta incredibilmente la partita vincendo di 5.
 
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Peppa Pig alias Teodolinda
view post Posted on 28/10/2017, 17:14




Forti e Liberi Monza-Apl Lissone 52-68
 
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basket gamer
view post Posted on 13/11/2017, 23:44




BK+- Malaspina 72-71
 
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Stid
view post Posted on 2/3/2018, 14:49




PALL. BERNAREGGIO 59 – 72 MILANO3 BASKET

Vittoria all’esordio del MI3 sul campo del Bernareggio. A dispetto del risultato, con un punteggio relativamente alto, è stata una partita governata dalle difese. Tanto diverse, quanto efficaci. L'una e l'altra squadra hanno giocato l’intera partita con una difesa schierata “a uomo”, cercando di adattare la propria organizzazione difensiva al gioco offensivo dell’avversario. Occorre, qui, fare un paio di premesse importanti. La prima, di carattere generale, è che la difesa, specialmente quella sul pick and roll, è una coperta corta per definizione, che se la tiri da una parte, ti esponi dall’altra. La seconda, più puntuale, è che un buona difesa è quella capace di alterare le scelte dell’attacco. In particolare, se sviluppa la capacità di anticiparne le mosse o guidarle verso condizioni più favorevoli per la squadra che difende.
MI3, ha una squadra piccola, ma in compenso lenta e, soprattutto, poco “fisica” (del tipo mani in tasca e distanze siderali. Mans of good family, per intenderci). Insomma, non l’ideale per organizzare una difesa impenetrabile. In compenso, il coach è riuscito a a fare del limite una virtù. Nell’occasione della partita di ieri, MI3 ha chiesto ai suoi lunghi (lunghi per titolo, ma non di fatto) un grande lavoro di rapidità negli spostamenti “est-ovest”, così da permette di alzare la linea difensiva ed ottenere l’effetto di spostare la linea della contesa fuori dal pitturato, con l’intento di non concedere nessun tipo di penetrazione. In sintesi, è stato chiesto ai lunghi di fare barriera (per il mio amico Barto, in gergo “hedge”). Nei momenti di massima intensità dell’attacco, MI3 ha cercato di aumentare l’aggressività ed ha chiesto un lavoro più certosino al difensore sulla palla, il quale ha dovuto lottare sul blocco, per passare insieme al portatore di palla, mentre il lungo ha chiuso la strada a canestro, cercando di restare comunque in linea con il rollante diretto a canestro, così da poter tornare rapidamente su di lui in caso di ricezione. Quando il gioco ha funzionato, MI3 è stata impenetrabile e solo con il contropiede i ragazzi del Bernaregg hanno raggiunto il ferro.
Il problema per i ragazzi del Basej, come in passato, è mantenere costante il livello di concentrazione sui movimenti e gli aiuti. Per capirci, nel primo quarto, forti un un bel vantaggio, i ragazzi si sono “rilassati” ed hanno allargato le maglie sulla linea di penetrazione, cioè quella che unisce la palla con il canestro, coinvolgendo, di fatto, non più due giocatori, ma tre giocatori. Al gioco di attacco, i primi due, come da intesa, hanno cambiato sulla palla per chiudere l’area, mentre il terzo si allargava, forse per non concedere il mismatch tra il difensore da proteggere ed il portatore del blocco in pick and roll. Sennonché, il difensore coperto da compagno ha letto il secondo cambio con un secondo di ritardo e questo ha fatto la differenza, visto che il suo recupero è diventato inefficace ed ha scoperto sistematicamente il centro area. Questo è accaduto per quattro possessi consecutivi su cinque e per i tre successivi, con un parziale di gioco di 12 a zero, annullando, di fatto, il bel gioco dei primi minuti.
Per il MI3, la regola aurea è che la difesa deve sempre e soltanto essere intesa come l’inizio di una collaborazione di cinque persone, dove se uno dei cinque difensori sbaglia una chiusura, una rotazione, una lettura, il banco salta. E’ un gioco che premia, ma che richiede una grande dispersione di energie fisiche e mentali. La priorità della difesa è proteggere il ferro, proteggere il perimetro e fare attenzione al portatore di palla od al rollante. Il problema che rimane (e non è cosa da poco) è capire quanti giocatori è necessario coinvolgere sulla singola azione, senza dare troppi vantaggi all’attacco avversario. In questo, quando il gioco riesce, chapeau al coach.
Dei ragazzi del Bernaregg, che posso dire. Grande difesa. Un gioco che ha dato spettacolo. Da spettatore ammirato, mi è parso che la regola loro sia azzardare, rompere le geometrie dell’attacco, per togliere la palla di mano al ball-hander o indurre l’attacco a pensare con poco margine di errore. Hanno usato lo “show” difensivo (quando il lungo si “mostra” al portatore di palla dietro il blocco e lo spinge lontano da canestro) od il raddoppio con l’aiuto in linea, innescando, quando necessario, un vorticoso sistema di rotazioni difensive a protezione del canestro o della linea dei tre punti. Hanno dimostrato di saper valutare come e quando la difesa deve prendere l’iniziativa sull’attacco, portando così un raddoppio e cambiando l’inerzia del possesso. In particolare, nel secondo quarto ho visto fare “ice” verso il fondo, per forzare la mano all’attacco ed, al tempo stesso, farlo eseguire fuori dallo spartito. È stata una sorta di “drop” intelligente fatto sul fondo, che si basa sul “ghiacciare” la palla su un quarto di campo, con il difensore del ball-handler che indirizza il pallone sul fondo, mentre il “bigman” chiude il centro. A rendere efficace questo tipo di difesa, per contenere ma anche raddoppiare, sono state le rotazioni tempestive ed intelligenti dei ragazzi dal lato debole, perché se la palla esce, sul lato debole c’è una situazione sovrannumero in favore dell’attacco, poi difficile da tamponare.
Per contro, l’impianto di base della difesa è stato quello di cercare d’impedire che l’avversario potesse attraversare la zona di attacco che è, al momento, stata individuata come vantaggiosa e, nel caso della partita di ieri, era lo spazio di penetrazione centrale, in occasione della linea del tiro libero. Il lavoro è stato quello di ridurre questo spazio accorciando la line di penetrazione, così da ottenere due risultati. Il primo è che, inevitabilmente, l’attaccante non ha sempre vinto; il secondo è che intanto il tempo per ogni azione è trascorso. Per fare ciò, i ragazzi del Bernaregg hanno attaccato l’avversario costringendolo a forzare il palleggio, con il risultato di non farlo passare dal centro (spazio). Contenendone il palleggio, hanno puntando a costringerlo al possesso (e, così, fare scorrere i secondi) o ad una passaggio forzato (e, così, agevolare un recupero). Ieri, e di questo non ne hanno certo colpa, hanno però incontrato una Fradegrada sopra le righe che, in più e più occasioni, ha cavato il coniglio dal cilindro, per lo spettacolo di noi piccini e per il risultato della squadra.
Dunque, posso dire di aver avuto l’occasione di assistere aduna bella partita di basket.
MI3 paga ancora l’incapacità di dare stabilità ai propri talenti di gioco e, sopratutto in questi momenti di difficoltà di organico, di poter contare su una continuità di rendimento da parte dei sui ragazzi. Bernareggio ha pagato il grande dispendio di energie profuso per esprimere il proprio bel gioco, che li ha costretti a momenti di recupero in cui si è costruito il vantaggio del
Lunedì, il MI3 ospiterà il Curtatone. Ci presenteremo ancora a ranghi ridotti, per infortuni e defezioni, ma confidiamo nella divina coincidenza. Ad ogni modo, il mio augurio è che i ragazzi affrontino l’impegno con lo spirito giusto: magari vado a fondo, ma prima nuoto con un certo stile.
A presto

nota 1:
Lunedì ci si incontra con il Curtatone. Personalmente, non nascondo di aver una particolare simpatia per questa squadra, incontrata lo scorso anno in ben tre occasioni nella categoria U16. Purtroppo, persone dotate di quel particolare acume, che li accomuna a tutti coloro che hanno notato che anche quest’anno fra le piante va molto il verde, hanno seminato odio e accanimento contro la squadra di casa, millantando (senza peraltro fondamento) un rapporto diretto tra l'ammissione del MI3 all'eccellenza e l'esclusione dalla stessa del Curtatone. Posto che le due società non sono state le uniche interessate e che il MI3 non è stata l'unica squadra a cui è stata concessa, è bene ricordare la U18, fondata sul biennio, non é la naturale evoluzione del gruppo del 2001. La scelta della WC compete alla Federazione ed è a questa che deve essere rivolto e soddisfatto ogni dubbio. Come dissi a suo tempo, se c'è del marcio in Danimarca, che le società lo denuncino, altrimenti ne sono complici. In un mondo di uomini, ogni denuncia deve avere un nome ed un indirizzo, a cui poter chiedere e pretendere le scuse. Magari.
Per quanto riguarda questo luogo di ciancia, a chi ha seminato odio e rancore dovrebbe essere chiesto di risolvere questo piccolo quesito: dato un ragazzo caricato a palla e lanciato contro l’avversario, si calcoli a che punto del percorso incrocerà il carico d’odio che è stato inviato nel suo cuore. Per gli stessi dal capo falloforme, dotati di acume e che padroneggiano “le cose del basket” , è ammesso l’uso di calcolatrice scientifica. Scusatemi, ma detesto profondamente chi cerca di trasformare le emozioni in ordigni da disinnescare.
Che dire, non ci sono più le mezze cazzate.
Dal canto mio, è probabile che non riesca ad essere presente alla partita, ma spero proprio che la sfida si svolga con tutta la serenità che merita sia i campo, sia sugli spalti.

Nota 2: Ore 21:00. Strade vuote. Locali chiusi. Gente barricata in casa. Pare che a Bernareggio siano pronti da sempre ad un allarme antiterrorismo. Sigh!

Edited by Stid - 2/3/2018, 15:36
 
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view post Posted on 5/3/2018, 23:53
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forumista esperto

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Bravissimo Stid :clap:
Solita disamina perfetta è piena di dettagli tecnici.
A tratti mi è parso di aver assistito alla partita... :yes:
 
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Stid
view post Posted on 7/3/2018, 10:50




MILANO3 BASKET 74 – 66 JBC CURTATONE

Eccomi qua, con puntuale ritardo. Ne approfitto di una breve pausa dalla routine del lavoro, per testimoniare una bella serata di basket. A dispetto dei miei timori (ndr. nota 1 del mio precedente post), i ragazzi di entrambe le squadre hanno offerto uno spettacolo di sport esemplare per correttezza di gioco e rispetto reciproco. Il loro comportamento in campo ha confermato che questo (per fortuna) è solo un luogo di ciance dove i deliri di un narcisista dall’ego ipertrofico o l’eccitazione di chi cerca contesa non trovano terreno fertile in chi la palla non la guarda, ma la fa rimbalzare. Allo stesso tempo, ho avuto la testimonianza che Il disagio più grave dei disagiati è che credono che lo siano gli altri, mentre questi corrono sudano e si divertono.
Ad ogni modo, per tornare alla questione di merito, per chi è interessato ad una giusta narrazione della partita, la può cogliere nello scritto riportato nel sito ufficiale del Milano 3, all’indirizzo web

www.milano3basket.com/under18-elite...o-su-curtatone/

Quanto descritto è, nella sostanza, quello che i presenti al Palabasiglio hanno potuto vedere, ma quello che si è davvero vissuto è stato rivivere il battagliare dello scontro d’armi di Curtatone e Montanara, con i ragazzi del Curtatone a difendere il “Serraglio” del pitturato ora a uomo ora a zona, mentre le incursioni di forza di uomini e non ragazzi, sotto la guida nerboruta del Barrotta (novello De Laugier de Bellecour) hanno portato colpi letali nell’accampamento degli avversari, e con i ragazzi i ragazzi del Basiglio intenti a portare assalti ordinati, alternando colpi di bombarda da oltre l’arco del colle ad assalti alla baionetta sotto le mura del “Curtatono”, lasciando però spesso sguarnita la retroguardia a difesa dell’accampamento.
In generale, il Curtatone ha inteso cogliere la principale dote dei propri ragazzi, ossia un’indiscutibile valenza fisica, supportata da una buona dote tecnica individuale. Ciò ha portato a cercare la soluzione personale, anche forzata, se necessario, a discapito del gioco corale che, quando si è visto, è stata magia.
La forza dei ragazzi, infatti, è l’armonia d’intesa che, negli anni, il gruppo è riuscito a costruire e, su questa organizzazione di gioco, lo scorso anno ha costruito il suo predominio in campo, dando spettacolo. Certo, questa è una squadra in parte diversa, ma la spina dorsale è rimasta la stessa e, nulla me ne vogliano i ragazzi oggi a Cantù, il valore di quella squadra era nella squadra e non tanto nelle individualità da questa sostenute e, quindi, esaltate.
Oggi, di grande valore è stato il gioco di Barrotta e Benedini, ma Tosi, Accorsi, Rosignoli, Masenelli e Tognini hanno dato un contributo decisivo al lavoro della squadra fatto in campo.
Da parte mia, una parola a parte merita Ioan Alexandru Diaconu, perché questo ragazzo non solo ha talento, ma, in potenza, ha tutto ciò che qualifica un giocatore di basket. Fisico, tecnica ed intelligenza tattica. Oggi è una small forward, in grado ricoprire più ruoli. In attacco, trova il suo equilibrio tra i movimenti tipici di una guardia, come il tiro o la penetrazione, e il gioco di forza di un'ala forte, specie a rimbalzo. In difesa è capace in ogni posizione e dà il suo apporto con le palle rubate e rimbalzi. Ha prospettive da senior, a condizione che lo si costruisca guardia, capace di assistere il playmaker nella costruzione dell’azione e, se il playmaker è marcato troppo stretto, sostituirsi a lui. Per limite in altezza (oggi un’ala piccola è attesa nell’immediato intorno dei 2 metri ... e oltre), il suo futuro deve essere costruito attraverso il trattamento palla, veloce ed agile, la la velocità di movimenti di prossimità e, soprattutto, il tiro da 3 punti (chi ha letto in questa descrizione la figura di un Belinelli, per intenderci, sappia che ci è andato vicino, magari oltre). Insomma, il ragazzo può essere un tipetto che non si limita a ricevere e tirare, ma penetra, schiaccia e difende in ogni posizione del campo. Bisogna solo lavorare su di lui, con uno specifico programma individuale, perché il talento è scintilla. Con il lavoro è fiamma.
I ragazzi del Basiglio stanno crescendo, limando i propri difetti e cercando di colmare i propri limiti. Di loro non mi sento di parlare, perché condizionato dalla mia posizione di parte, ma nella partita di ieri certa è stata la qualità dell’opera di Gabanelli. Per comprendere il suo gioco, bisognerebbe coglierne l’intensità, la durata, il calore, la rabbia, le parole silenziose, la necessità di esplodere. Un talento, se non un prospetto. Di pregio, poi, sono stati l'intensità di gioco ed il carattere di Rescia ed i colpi vincenti di Massaro. Ieri, però, è stata la giornata dei nostri lunghi brevilinei, Mori e Torello. Un prova superlativa, la loro. Mori, di fatto, non ha sbagliato nulla. Torello è in crescita, dimostra carattere (per altezza e peso, il centro del pitturato non gli compete, ma ci si diverte e ci diverte), continuità e, seppure solo per alcuni momenti di gioco, una mentalità da senior.
Dunque, ieri ho avuto l’occasione di vedere una bella parità. Intensa, combattuta ed incerta. Partite come queste mi fanno intendere che Dio abbia creato il battito del cuore, ma vedendo che il suo ritmo era costante e alla lunga noioso, pensò bene di creare anche il basket.

nota 1: … a “Ruscello dell’Ovest” e, prima ancora, a “Pick & Roll” …
Se, del caso, ho colto la partita, ho paura che la mia sia stata solo una rara coincidenza, di quelle per cui dietro ogni grande parcheggio, non ci può essere che una grande botta di culo. Ad ogni modo, grazie. Da parte mia, devo confessare che amo chi legge. E leggo chi amo.

nota 2: al termine della partita, ho avuto il piacere di una chiacchiera con il babbo di un ragazzo del Curtatone. Ieri, ho conosciuto uomo rapito dalla passione per la pallacesto, da questi ragazzi e sotto scacco da un cuore immenso. D'altronde, se il cuore fosse innocuo, non starebbe certo chiuso dentro al petto.

Nota 3: per quelli che da lontano giungeranno a Milano 3 e, al termine della partita, vorranno provare il gusto della vera pizza Napoletana, andate da Michele ai tribunali (www.damichele.net). Uscita A1 della tangenziale est, dopo 569 Km prendere per Napoli centro. La consiglio.

Nota 4: Sono consapevole che molto (se non di più) di quello che faccio e di quello che dico è motivo di imbarazzo mio e del mio figliolo, ma vi prego, non fate battute sul mio conto… versateci dei soldi.

Edited by Stid - 7/3/2018, 15:13
 
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Stid
view post Posted on 8/3/2018, 11:38




MILANO 3, un scelta di eccellenza.

Nuova pausa caffè e ne approfitto per dare una risposta a chi mi ha scritto tra ieri ed oggi, cercando di spiegarmi quanto la serie di sconfitte patite dai ragazzi del MI3 segnerà a vita la loro autostima. Provo qui a spiegare in breve come io la penso in generale e perché, in particolare, tra i ragazzi del Basiglio l’autostima non solo non è scalfita, piuttosto si è rafforzata. Intanto, il tutto dipende molto dalla motivazione che viene data ai ragazzi con riferimento al progetto che si intende realizzare. Questa motivazione per me assume un ruolo fondamentale, non tanto riguardo agli impegni a breve termine, quanto ai grandi compiti. Ai ragazzi, soprattutto in una società decisamente omologata come l'attuale (ed il basket, come altro, è specchio della società civile), si ha bisogno delle emozioni, di sentirsi parte di qualcosa che va al di là della routine di tutti i giorni, se non della ragione, di competere per un'impresa straordinaria. Non voglio qui discutere delle motivazioni tecniche che, a mio parere, giustificano pienamente la scelta della società, ma mi soffermo a significare forse la ragione più debole.

Paradossalmente, questa esperienza consentirà loro di acquistare una nuova mentalità vincente

E’ indubbio che, una mentalità vincente si costruisce vincendo, Ma la questione vera è come faccio a vincere? La vittoria è un'opera complessa ed articolata, almeno in tre sue forme.
La prima è la vittoria contro i propri limiti ed i difetti. Questo è il campo di lavoro del Coach, che deve porre obiettivi facilmente raggiungibili, in maniera da far fare un passo alla volta e, soprattutto, deve aiutare a risolvere i difetti. In generale, superare le difficoltà è un allenamento, costruito con l’allenamento. Questa è la seconda vittoria, che si ottiene quando le difficoltà non sono più viste come un qualcosa che “ci impedisce di fare”, ma come la possibilità di “allenarmi a superarle”. Poi segue la vittoria, in senso proprio, ossia quella contro gli avversari.
E’ certamente una componente del progetto che va programmata sia affrontando avversari che siano alla nostra portata (ed i ragazzi sono coinvolti anche in altri campionati dove hanno maggiori occasioni di vittoria) sia, contemporaneamente, confrontandoci contro i migliori, anche se si perde (e questa è l'esperienza dell'eccellenza U18). Solo questo serve per stabilire un punto di riferimento alto, perché a volte s’impara di più perdendo contro un avversario forte, piuttosto che vincendo da uno debole.
Non sono certo che questo sia il principio direttore dell’opera del Coach, ma di questo io ne sono convinto. Nondimeno, da quello che mi viene testimoniato dai ragazzi, non vi è scoramento né idea di essere nel posto sbagliato, ma solo la consapevolezza di avere un’occasione di crescita, un luogo in cui confrontare e degli obiettivi su cui lavorare.
Poi vi è la questione tecnica, ma questa è un’altra storia.

Nota 1: mi compiaccio di essere riuscito a contenere il mio pensiero in 450 parole (2820 caratteri, per la precisione). E che oggi ho deciso di radermi tutti i pensieri superflui.

Edited by Stid - 8/3/2018, 14:11
 
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Stid
view post Posted on 26/3/2018, 10:46




MILANO3 BASKET 56 – 61 BERGAMO BASKET 2014

Sempre con puntuale ritardo, ma con una punta di anticipo rispetto i miei tempi, riporto l’attenzione ad una giusta narrazione della partita, che si può cogliere nello scritto riportato nel sito ufficiale del Milano 3, all’indirizzo web
www.milano3basket.com/

Per quello che posso testimoniare, MI3 ha fatto tutto ciò che poteva fare per perdere una partita, che altrimenti avrebbe potuto vincere. Questa volta, almeno nei numeri, si era tutti presenti, anche se ancora un poco incriccati (recuperi, rientri da infortunio, ritorni da gite, cambi di ruolo, …), ma nulla vale il numero se poi, alla fine, la linea gialla a terra ce la si disegna intorno da soli (ndr. ogni riferimento ad una generica immagine di CSI è puramente accidentale). E’ stata giocata la peggiore partita in difesa della stagione (seconda solo alla prestazione fatta con PGC Cantù al PalaParini) nonché una delle tante dove è mancato il tiro. Del tutto.
In difesa, sono mancate le collaborazioni, gli anticipi e l’aiuto. Non sono state proposte nuove soluzioni in corso di gioco né si è fatto ricorso alle diverse e possibili tattiche difensive (eccezione fatta per un momento di zona 2-3, dove si è recuperato 3 possessi in meno di un minuto). Insomma, si è giocato con una difesa da campetto domenicale. Individuale e debole. In attaccato si è sbagliato, quanto si è potuto sbagliare. Dal semplice appoggio a tabella, al tiro dalla lunga distanza. Un solo dato è sufficiente a comprendere perché si è perso. Al termine della partita, MI3 ha avuto ben 11 possessi a favore, sul totale delle palle giocate, ma non ne ha concretizzato nessuno. Questo significa che MI3 ha giocato di più (non necessariamente meglio), ha avuto più minuti di gioco e si è dimostrata viva in campo, ma ancora che è stata incapace di vincere. Come spesso ho detto, a forza di sbagliare il tiro si ha la concreta possibilità di perdere. E ciò è accaduto. Capisci di aver toccato il fondo quando al sesto del terzo/quarto, di fonte ad una difesa ferma, decidi di usare per tre volte consecutive il tiro da oltre l’arco solo per riordinare le idee di casa, secondo il sistema decimale Dewey. Il tutto nella stessa azione e senza successo.
Di certo, quanto detto non toglie nulla alle qualità mostrate dalla squadra orobica. Bergamo si è dimostrata squadra ben organizzata e disciplinata nel gioco. Ha una particolare dote fisica e su questa si costruisce un gioco, per lo più finalizzato sotto canestro dai centri, diretto con una discreta abilità dal play e sostenuto dalle ali. I ragazzi sono puntuali nel rispondere alle direttive date dalla panchina e con questa sanno confrontarsi.
Perché, nell’occasione, vicino alla panchina avversaria, ho avuto la possibilità di apprezzare il lavoro svolto durante la partita da parte del coach (e del suo secondo).
Nulla posso dire del suo lavoro in palestra, che non conosco, ma in campo l’ho visto richiamare la dinamica del gesto e dell’azione non corretta e chiarirla al giocatore, predisporre la tattica e correggerla in corso di azione, richiamare il play al gioco chiesto e ascoltarlo nella necessità.
Quello che mi parso dall’osservazione della dinamica dalla panchina è che questa rappresenta un centro attorno al quale il gruppo trova la sua unità e la sua forza. Questa forza si esprime prendendo parte ad ogni dialogo, ad ogni iniziativa individuale e ad ogni azione del gruppo. Appare evidente che il Coach rappresentare per i ragazzi un modello, capace di capire e controllare ogni situazione di gioco. Ciò liberare inevitabilmente gli altri dalla necessità di prendere decisioni, ossia disimpegna il gruppo dal peso delle responsabilità, così da creare lo stato d’animo più sereno e favorevole per il raggiungimento degli obiettivi prefissi. Direi, davvero un buon lavoro. Bravo.
Per mio capriccio, mi sarebbe piaciuto vederlo all’opera nel caso del possibile OT, ma l’occasione non v’è stata. C’est dommage.

Dei ragazzi di Bergamo non posso che dire bene. Bravi e corretti giocatori di basket. Così, invero, dei giovani leoni di Basiglio. Tra i ragazzi del MI3, mi preme qui segnalare l’ennesima bella prestazione di Matteo Gabanelli. Il ragazzo si distingue per avere una buona visione di gioco. Completo nella tecnica, riesce a fare del tempismo il suo punto di forza e, per lunghi tratti, è il Dominus in campo. Spesso ha dimostrato di avere il controllo sulla partita, sapendo quando spingere sull'acceleratore, quando è il momento di segnare e quando è il momento di far segnare i suoi compagni di squadra. La sua arma migliore, il suo skill, è la capacità di gestire il tempo e il ritmo del gioco, attaccando la squadra avversaria in contropiede, per sfruttare il posizionamento non ottimale della difesa, oppure organizzando un attacco a metà campo, se la difesa ha avuto modo di riorganizzarsi. In sintesi, è l'uomo che mostra la capacità di essere “floor general”, quello che traduce il piano disegnato dall'allenatore. Nel mio immaginario, il pensiero riporta ad un giovane John Stockton della Gonzaga University, alla guida di Dan Fitzgerald. Vederlo giocare è un piacere.

In estrema sintesi, è stata una bella partita, di quelle che non si rimpiange l’averle fatte, ma il fatto che siano finite.
A presto


Nota1 : Ho mancato il resoconto della partita con Desio, ma poco avrei avuto da dire, se non rilevare che noi si è stati poca cosa (invero mortificati da una situazione e condizione di organico disastrosa) e loro tanta roba. Desio è una bella squadra e, dopo aver visto tanti ragazzi in campo, mi sento di dire che in Davide Peri è possibile cogliere uno dei pochi reali prospetti per le senior. Da qui, il mio personale augurio per un futuro da professionista. Per contro, mi è spiaciuto vedere tanti 2001 poco impiegati. Sono ragazzi che conosco e che apprezzo per le loro doti tecniche ed umane. Tra questi merita una particolare menzione Lorenzo Lovato. E' potente e potentemente capace. Dotato di una presa salda, oltre ad una naturale predisposizione al tiro in condizioni estreme, è resistente e veloce. Ha quella naturale visione del gioco, che gli consente di recuperare un gran numero di palloni sulla linea dei passaggi. In attacco, trova il suo equilibrio tra i movimenti tipici di una guardia, come il tiro o la penetrazione ed il gioco di forza, e quelli tipici di un'ala forte, specie a rimbalzo. Per quanto riguarda la difesa, è in grado di dare il suo apporto con la pressione in copertura e sui rimbalzi. Proprio un bel tipetto. Un diamante grezzo su cui lavorare.
Di Benedini, poi, non comprendo perché non vengano maggiormente colte le doti. Si tratta di un giocatore capace di avviare l’azione, rimanendo aderente al piano dell’allenatore, senza inventare soluzioni particolari o forzature. E’ un giocatore decisamente intelligente, che può inventare passaggi difficili, specialmente dopo una penetrazione, ma, soprattutto, è un buon realizzatore. E' una guardia che segna, attirando su di sé le difese e liberando spazi per i compagni, ma, allo stesso tempo, è capace di scarichi per i compagni vicini o di passaggi ai lunghi sul lato debole, in movimento dietro agli occhi della difesa. E’ il prototipo della combo guard, in un corpo da playmaker. A lui il mio personale augurio di tanta e tanta fortuna sui parquet di oggi e di domani.

Nota 2: … ripensando ai tanti errori commessi, mi è venuto in mente un passo tratto dal romanzo di Nicolai Lilin, Educazione siberiana.
– E lo sai perché Dio ha dato all’uomo una vita più lunga di quella degli animali?
– No, non ci ho mai pensato.
– Perché gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli. L’uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un’altra per poterli capire e una terza per cercare di vivere senza sbagliare.

Da parte mia, ho la sensazione che si nasca sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso, significa dover correggere giorno per giorno il proprio oroscopo.

Nota 3: Ieri mattina, ho avuto l’occasione di vedere un documentario trasmesso in rplica su Rai Storia dal titolo “Viola contro tutti”. Si è trattato della storia della squadra della Viola Reggio Calabria. Una bellissima storia in cui la pallacanestro fa solo da cornice e la Viola viene raccontata come qualcosa che va ben oltre il basket. Quella squadra, in effetti, ha superato ampiamente il fatto sportivo divenendo un fattore importante di riscatto sociale.
Si è trattato di un documentario davvero interessante ed appassionante. Nella mia memoria di ragazzo, ricordo un certo Charles Jerome "C.J." Kupec, grande cecchino (al punto che i sui tiri venivano definiti "bombe K"), che tirava con la palla posta lateralmente al corpo e non sopra la testa come "da manuale". Fu anche uno dei maggiori artefici insieme a Mike D'Antoni della "rinascita" della Olimpia Milano, col nome "Billy", allenata dal coach Dan Peterson. Sarebbe davvero bello se questa produzione non rimanesse un caso unico, perché, di sicuro, non vi è occasione migliore che promuovere questo bellissimo sport con intelligenza ed un poco di cultura.
Una nota nella nota. Ad un certo momento della narrazione il padron della Viola mostra un libricino storico in cui venivano annotati i nomi dei protagonisti da acquistare o cedere ad ogni campionato e … tra un nome l’altro ho intravisto quello di Massimo Moizo, coach a Milano del Banco Ambrosiano nella serie cadetta e mio coach nella categoria “allievi”. Insomma, un tuffo nei ricordi è stato inevitabile.

Nota 4: Per recuperare una forma decente, mi è stata consigliata una soluzione migliore della solita birretta con gli amici. Ora prendo un centrifugato alla pera. Corretto rum, perché ho detto migliore, non perfetta.

Edited by Stid - 26/3/2018, 15:40
 
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Stid
view post Posted on 21/5/2018, 15:22




E’ con vero piacere che riporto la notizia di un grande risultato in campo internazionale raggiunto dalla Stella Azzurra Roma nella massima competizione U18, la Eurolega Adidas Next Generation Tournament
Ieri, la Squadra è stata piegata solo nel finale in volata per 71-76 dai lituani del Lietuvos Rytas Vilnius, che si laurea così Campione d'Europa 2017/18. Confesso che, dopo la bella vittoria contro la Stella Rossa di Belgrado, una speranza nella vittoria l’’ho avuta. Peccato! Resta comunque lo storico risultato che premia il movimento giovanile della bella realtà romana. Chapeau!
Da segnalare Dalph Adem Panopio, guardia forte di 185 cm per 74 Kg di peso, MPF delle Final Eight. Un pensiero va al play Luca Conti, trentino doc, in prestito a Roma per fare esperienza in B. Un talento per un futuro nell’Aquila Trento ed una bella realtà della gioventù italica. Da segnalare la presenza del lombardo Alessandro Cipolla, cresciuto all’ombra dei pini a corona dell’ “Aldo Moro” di Desio, sotto la guida del Ghiro (ora all’ABA). Un risorsa per la nazionale giovanile che già muove i primi passa del professionismo nella Pallacanestro Reggiana. Tolti i prestiti dati per dare sostegno alla squadra in questa manifestazione, questa squadra è quella che affronteranno i nostri ragazzi lombardi nelle finali nazionali U18. Sarà di sicuro bel gioco, sarà un bel vedere. Ad ogni modo, la Stella Azzurra Roma è oggi un riferimento per tutto il movimento cestistico giovanile italiano (www.stellazzurra.it).
Buon basket

… per godersi un poco di bel gioco, ecco la finale:
 
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55 replies since 1/9/2017, 10:51   19915 views
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