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ORLANDINA BASKET

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bresk
view post Posted on 12/5/2018, 19:55 by: bresk
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Le cose giuste non hanno un gran bisogno di parole.

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Niente da dire, purtroppo, sul fatto che questa retrocessione sia meritata. Le statistiche ci condannano, il numero di vittorie (specie quelle casalinghe, 4/15) alla fine ci condanna, il filotto di sconfitte (14) idem. Impensabile anche ad inizio anno, con un rendimento del genere, poter raggiungere la salvezza.

La presenza di Pesaro, a lungo dietro di noi in classifica, è stata per noi un paracadute alla fine rivelatosi bucato.
Ricordo quando eravamo ottavi ad 8 punti, poi quando eravamo comunque a +4 su di loro, quando in pochi (non mi ci metto) guardando il calendario, onestamente, pensavano di non poter conquistare almeno una vittoria tra Cremona, Bologna o Reggio in casa, figuriamoci in trasferta a Pesaro, con la quale credevamo (legittimamente) di essere superiori, ma contro la quale ahimè ci siamo suicidati in un secondo tempo ancora difficile da spiegare.

I veri campanelli di allarme sono scattati al termine di quella partita, quando l'opportunità di dargli un calcio verso il basso si è tramutata in uno schiaffo ricevuto in faccia.
E così anche la possibilità di prendere un giocatore "vero" al posto di Ikovlev (anzi, di Inglis) è diventata quindi necessità, la pazienza con la quale si poteva attendere Maynor è diventata fretta, la riconoscenza verso l'allenatore che ti ha portato ai playoff l'anno prima è andata dissolvendosi fino a che il cambio in panchina è sembrato l'unico, vero, modo per dare una sterzata alla stagione e provare a salvarsi. E così più o meno è stato.

Poche cose hanno funzionato in questa stagione ed è sotto gli occhi di tutti. Il pezzo della Gazzetta del Sud ce lo ricorda amaramente ed a larghi tratti è condivisibile, ma il giornalista in questione parla unicamente di "presunzione" alla base del nostro disastro sportivo: come se decidere di puntare anche sui giovani significhi voler fare lo "chef stellato", o come se la possibilità di tornare in Europa (dopo lo scippo del 2009) sia una roba che capita tutti i giorni. Onestamente non capisco questo passaggio ma comprendo che chi scrive è probabilmente molto distante dalla nostra realtà.

Tornando alla questione retrocessione, parola che onestamente mi viene difficile da masticare ma con la quale dovremo convivere ahimè ancora per qualche mese, io credo che sia da cogliere come momento per capire veramente chi siamo e cosa vogliamo. Per comprendere meglio le nostre dimensioni e provare ad allargare la base, non necessariamente fuori porta (come provato a fare quest'anno) ma cercando la spinta e l'orgoglio proprio dentro di noi, ripartendo dalla voglia di andare al palazzo, di divertirsi, di sfidare squadre blasonate ma allo stesso tempo sentirsi come una Big (me lo auguro), in un campionato che conosciamo molto bene e dal quale possiamo ritornare a stupire.
 
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