Viene il sospetto - e va detto ora, ad un decimo del campionato, perché più tardi sarebbe poco valido - che la squadra sia stata costruita con un equilibrio che noi poveri umani comuni ( trann
e Ubik? ) cominciamo a stento a riconoscere.
L'alternanza Forray-Spanghero prosegue con effetti simili a quelli in Legadue, ma qui la presenza strategica di Sanders è necessaria per consentirlo, di fronte ad una categoria ben più ossessiva.
E di fronte a qualche difficoltà di contenimento del play, suppliamo con l'anticipo nella caccia alla palla.
Il tiratore Mitchell sostituisce altri tiratori, potando in dote un'atleticità immensa ( ma anche qualche tendenza ad esagerare ).
Sotto, non abbiamo pivot di classe e peso insieme ( sarebbero costati come mezza squadra ), ma suppliamo con quel fenomeno naturale che è Pascolo, e così possiamo prendere più rimbalzi perfino rispetto a squadre i cui lunghi guardano dall'alto in basso i nostri.
Si tratta dunque di equilibri in cui ogni giocatore è legato agli altri da una sottile rete di rapporti e ruoli, dove punti di forza e di debolezza si intersecano per far sì che i primi prevalgano.
La squadra trentina è una delle poche in cui, oltre al gioco del basket, si vede quello degli scacchi.
Bisogna rendersi conto di questo, ed apprezzarlo, perché il risultato, che si vinca o si perda, è comunque quasi sempre uno spettacolo.