CITAZIONE (team ticinum @ 22/6/2017, 14:53)
bah ... io al Taliercio vedevo una scena abbastanza patetica, con tutti a ventagliarsi dal terribile caldo ... non so se sia solo un problema di posti a sedere (che 3509 in quel buco non so proprio dove possano metterli). Ma se lo hanno omologato, sarà così.
Certo è che una A1 (insisto) dovrebbe per definizione essere accessibile con campi aventi posti a sedere > A2.
Se non sbagli già 2 anni fa la finale REGGIANA-DINAMO fu +/- giocata nelle stesse condizioni preistoriche.
A mio avviso, la richiesta di impianti condizionati con 5000 min. per le plaioffiste, non dovrebbe essere obbligo derogabile.
La questione del condizionamento degli impianti si è posta dal 2000 quando il calendario stagionale dei club è stato spostato un mese in avanti causa la riforma dell'attività delle Nazionali (Europei a settembre e non più a luglio). Una volta la stagione iniziava a metà settembre e finiva al più tardi al 20 maggio, prevenendo il gran caldo. Difatti fino al 2001 gli impianti dotati di aria condizionata in Italia erano appena due: Pesaro e Messina. Oggi è necessario garantire uno standard qualitativo sia per i giocatori che per gli spettatori.
Ma... come al solito ci scontriamo con i problemi che in Italia spesso fanno rima con burocrazia. Pochissime arene sono private, la maggior parte sono pubbliche. Di queste, anche in presenza di contratti di gestione pluriennali, quelle poche dotate di aria condizionata non sempre garantiscono il servizio - vedi il PalaDozza in cui l'impianto è rotto da anni ma lo si è scoperto solo un anno fa quando arrivarono le Nazionali con annessa figuraccia del nostro movimento.
Se dobbiamo fare una statistica, delle grandi arene di A pochissime hanno l'aria condizionata (e non so poi se con unità efficienti al fabbisogno): Milano, Pesaro e stop. In A2 il PalaDozza l'ho già citato, Trieste si sta attrezzando, Treviso non ce l'ha (ed è privato), Biella e Forlì nemmeno, Mantova figuriamoci, Verona è già tanto che abbia sistemato il parquet dopo il nubifragio della scorsa estate, Reggio Calabria l'avrebbe ma mi risulta che sia nelle stesse condizioni di Bologna.
Poi c'è l'assurdo di palasport piuttosto moderni, condizionati ma poco utilizzati dal basket: Cervia, Torino Olimpico, Messina, Rimini Stadium...
E qui ricadiamo nel problema italico: se pensiamo che in Serie A mediamente si gioca in strutture risalenti agli anni '70-'80 o primi '90 rimodernate, in baracconi (Capo d'Orlando), in luoghi insalubri perché sovraffollati e con un'architettura scadente (Venezia e Brindisi) e che la costruzione più recente in quel campionato è il PalaTrento... c'è poco da stupirsi. In Italia i palasport più recenti sono Biella e l'Olimpico di Torino; costruire col project non funziona più (citofonare Cantù che ci ha provato due volte); privati alla Benetton o alla Maggiò oggi non esistono; i soldi pubblici di una volta (il Del Mauro di Avellino fu costruito con i fondi del terremoto dell'Irpinia) non sono disponibili. Quindi? Giusta e forse anche tardiva la direttiva della FIP ma senza programmazione tra un anno ci sarà la pioggia di deroghe, ché non me la vedo una Venezia andare a giocare al PalaDozza (sperando che l'impianto funzioni).
CITAZIONE (Fidanza89 @ 22/6/2017, 16:03)
CITAZIONE (Irving Thomas @ 22/6/2017, 15:47)
Ok fermi tutti, per fare contento Team Ticinum prendiamo tutte le societá di A2 con palazzi più capienti di quelle di Serie A (non 1) e le promoviamo in A perché a lui non sta bene che in A2 ci siano palazzi da 6.000 o 7.000 ed in A solo da 3.500.. Team Ticinum ha parlato, adesso spetta al mondo adeguarsi a quello che Team Ticinum chiede.. questa è la legge..
secondo me questa storia dei posti devono toglierla nn ha senso!!
se una squadra sale xke vuole salire e nn ha il palazzetto fa niente!!!
però se devono e vogliono tenere la regola io scenderei in A2 palazzetti cn minimo dai 900 1000 posti
Non ci fosse la questione dei posti, la Virtus giocherebbe ancora in Sala Borsa, Cantù sarebbe ancora al campo all'aperto, Udine avrebbe continuato al CONI-Marangoni per chissà quanto, Trieste non avrebbe avuto né Chiarbola né PalaRubini, Pesaro... altro che hangar!
No ma... siamo seri? Oggi è necessario avere stabilità economica, programmazione, strutture. Se non si hanno questi presupposti è bene non cimentarsi nello sport di alto livello nazionale.