| Ancora una volta non mi nascondo dietro alcun dito. Mio o di chiunque altro. Non c'era nessun intruso l'altra sera: Folco Donati, di cui sono stato vice per due anni, mi aveva ragguagliato sulla riunione. Non credo comunque di aver offeso o dileggiato alcuno nel mio post precedente e se l'ho fatto (sono vecchio, polemico, permaloso e a volte pure rancoroso...) chiedo scusa. L'altra sera avevo sentito un racconto dei fatti che mi ha spinto, a caldo, a caldo a scrivere quello che potete ancora leggere e che non voglio, per correttezza storica e responsabilità che non nego, modificare. Oggi, a bocce ferme, correggo e preciso meglio che Donati ha dovuto effettivamente versare nelle casse Fip una cifra (modesta o no dipende dai punti di vista) per ripianare un ammanco dovuto a uscite non sufficientemente documentate e relative alla gestione della sua carta di credito. Il che, da un punto di vista strettamente tecnico-amministrativo, non depone certo a suo discapito ma che, da un punto di vista quantitativo in relazione al volume, non sembra essere un danno grave. Se è vero, oggi più che mai il 'se' è d'obbligo e mi pesa sul cuore come un macigno, che delle due cifre di cui si parla nel provvedimento di commissariamento (che ricordo essere di fine marzo e che possiamo considerare 'il capo d'accusa' e quindi 'l'ambito in cui indagare'), nel documento finale (quello che chiude le indagini e dispone oneri e incombenze, condanne e deferimenti) quella più grossa viene fatta risalire alla competenza regionale mentre quella più piccola, ulteriormente decurtata da sopraggiunti riscontri, è stata coperta di tasca sua da Donati, se tutto questo è vero... allora ditemi voi di che cosa stiamo parlando. Chiedo ancora scusa agli interessati se ho fatto riferimento invece a quelle cifre molto alte che girano dappertutto, e anche ahimè nelle mie orecchie di (ex e a questo punto credo mai più) vicepresidente, magari accompagnate da sorrisini allusivi, secondo le quali Brescia avrebbe sottratto alla pallacanestro italiana chissà quanto e chissà cosa. QUELLE CIFRE NON ERANO NEL NOVERO DELLE INDAGINI, NON SONO MAI STATE NE' CONTESTATE NE' ATTESE almeno da chi sapeva che a Brescia non c'era, e neppure doveva esserci, alcun tesoretto di cassa. Chiudo, precisando ancora e pregando: di non confondere i documenti di apertura di un procedimento con quelli di chiusura e di provvedimento di aspettare, comunque, i tempi di pubblicazione del comunicato che sarà redatto sulla riunione del 28/4 di controllare se ci sarà squalifica o inibizione o deferimento a danno di alcuno e, in caso negativo, chiedersi perché. Preciso e ribadisco anche, visti i documenti che affermerebbero in modo diverso, che il sottoscritto non ha visto, ne letto, ne approvato e neppure aver discusso alcun documento di bilancio nell'anno solare in corso. Per quel che mi riguarda, il basketball non è in declino: oggi è già declinato
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