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C REGIONALE TOSCANA 2013/14, si torna a 16 squadre. ..

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Jackson Keith Wilkes
view post Posted on 9/9/2012, 14:07 by: Jackson Keith Wilkes




CITAZIONE (orgoglioGV @ 9/9/2012, 12:39) 
Spippolando fra i vari topic mi sono imbattuto in quello di Palestrina non sapendo che stanno disputando la C1 o DNC (comunque la 5° categoria, quella che una volta era la serie D)

A pagina 5 c'è un intervento interessante che riporto:
CITAZIONE
Un grido d'allarme... il basket italiano sta morendo



Torno a scrivere un pezzo sul sito dopo circa un anno. In quest'anno, la mancanza di tempo da dedicare al basket ha provocato il mio allontanamento forzato, oltre che dal sito (che continuo ad aggiornare solo per la sua parte "statistica") anche dai palazzetti. Dunque non sono più "addentro" all'ambiente come qualche tempo fa. Ma questo stare al di fuori non mi impedisce - almeno - di avere una "visione d'insieme" di ciò che succede nel mondo della pallacanestro, nostrana e non. E quello che vedo, purtroppo, non mi piace per niente.

Anche in questa stagione, infatti, come successe un anno fa, è in atto "l'ecatombe". Decine di società hanno rinunciato all'iscrizione ai rispettivi campionati, dalla serie A1 (Teramo) alla C regionale (Nereto?), passando per la LegA2 e le tre divisioni nazionali. I motivi, per il 99% di queste società, sono di carattere economico... in quattro parole: non ci sono soldi.

Due anni fa la nostra piccola regione poteva vantarsi di avere due squadre in B dilettanti (nella stessa città, magari una delle due era di troppo ma allo stato attuale delle cose questo purtroppo non ha più importanza), due in C dilettanti e una in B nazionale femminile. In due anni - non per demeriti sportivi, anzi - quattro di queste cinque società hanno chiuso i battenti o stanno per farlo o sono ripartite dai campionati regionali.

Si dirà, e lo abbiamo detto anche noi esattamente un anno fa in occasione della rinuncia alla DNB da parte del Nuovo Basket Campobasso: c'è la crisi. Sì, è vero, c'è la crisi, con tutte le conseguenze ad essa associate e che non è il caso qui di ripetere. Ma c'è anche un'altra cosa: gli ormai famigerati "parametri".

Semplificando, ogni società che ha sotto contratto giocatori non provenienti dal proprio settore giovanile deve versare alla Fip una quota in denaro, variabile da campionato a campionato. La Fip, poi, provvede a versare il dovuto alle società dal cui settore giovanile quei giocatori provengono.

Questa regola, voluta - si badi bene - dalle stesse società, è probabilmente nata con l'intento di indurre i sodalizi che non lo facevano ad investire sul settore giovanile, "producendosi in casa" i giocatori. Ebbene, questa regola - lo dimostrano i fatti - ben lungi dal raggiungere quell'obiettivo, ha fino ad ora prodotto soltanto disastri. Non è un caso che nel Molise a sopravvivere sia soltanto Venafro, cioè la società che impiega in prima squadra il maggior numero di giocatori del proprio settore giovanile (che a Venafro era ben curato anche prima dell'introduzione della regola dei parametri) e dunque deve versare meno soldi. Ma vediamoli, questi disastri:

1. Quello della creazione (e del mantenimento) di un settore giovanile "proficuo" è un investimento a lungo termine (lo dimostra per l'appunto Venafro, che segue questa politica da molti anni), che richiede l'impiego di ingenti risorse economiche ed ha un suo "rischio", nel senso che - pur impiegando tante risorse economiche - non è detto che si riesca a produrre giocatori adatti a giocare in prima squadra. I parametri, poi, tolgono risorse economiche alle società, le quali - piuttosto che investire nel settore giovanile col rischio che l'investimento sia infruttuoso - preferiscono abbandonare l'attività.

2. Fino a questo momento, le uniche società a beneficiare degli introiti provenienti dai parametri sono quelle che un settore giovanile ben avviato e "remunerativo" ce l'avevano già. Un esempio per tutti: la Stella Azzurra Roma.

3. Quella dei parametri è una regola che, come molte altre, discrimina le piccole realtà. Come può mai competere, a livello di settore giovanile, una squadra molisana (ma anche, ad esempio, della Valle d'Aosta) con una di Roma o Milano o Napoli o una qualunque altra grande città? Trecentomila abitanti in tutto il Molise sono più o meno un terzo degli abitanti di una sola di queste grandi città, per non parlare della differenza che esiste in termini di impianti sportivi, infrastrutture, facilità di spostamento ecc. ecc. Quali di queste realtà hanno più probabilità di creare giocatori capaci di militare con sicurezza nei campionati nazionali? Come potrà mai più emergere a livello nazionale una squadra molisana come fece negli anni 80 il Nuovo Basket Campobasso?

4. "The last but not the least", la regola dei parametri ha finora falsato i campionati. Chiedere alla Mens Sana Campobasso, che l'anno scorso fino ad un certo punto "veleggiava" tranquillamente in zona salvezza, per poi - dopo il pagamento dell'ultima rata dei parametri - rimanere con soli cinque giocatori in grado di tenere dignitosamente il campo in DNB e dunque perdere quasi tutte le restanti partite e concludere il campionato con la retrocessione. Una cosa era affrontare la Mens Sana di inizio stagione, tutt'altra cosa affrontare quella "rabberciata" dopo il pagamento dei parametri. Con tanti saluti alla regolarità del campionato. Ma siamo certi che gli esempi da fare in questo senso sarebbero parecchi.

Arrivati a questo punto, con altre decine di società il cui "de profundis" si va ad aggiungere a quelli ai quali abbiamo già assistito dodici mesi fa, c'è qualcuno che si pone delle domande? Non è che per caso l'esperimento dei parametri sia da considerarsi chiuso? Il compito di una Federazione sportiva, oltre a quello di mettere in vetrina la massima espressione dello sport che essa rappresenta (la Nazionale) - è anche e soprattutto quello di promuovere la diffusione del suddetto sport, favorendo l'attività della base e non "strozzandola" economicamente, altrimenti in futuro non ci sarà più una Nazionale da mettere in vetrina. C'è qualcuno ai piani alti della Fip che sta cercando di risolvere il problema? Perché il basket italiano sta morendo... e intorno al suo capezzale non ci sembra di vedere luminari.

Vittorio Salvatorelli

Questi sono gli argomenti su cui i veri amanti del basket dovrebbero discutere e non quelli da bar di coloro che faranno una fugace apparizione nel nostro mondo.

FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO.

Riprendiamoci il nostro amato sport.

Questo qui, secondo me non deve neppure parlare, ai tempi d'oro, in molise c'erano due squadre in B2 a campobasso e una in C1 a termoli, praticamente con tutti giocatori professionisti da fuori, argentini compresi, se prendevano un argentino in meno e un allenatore in più, forse potevano parlare diversamente ;)
 
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