| poter scegliere di fare una squadra che partecipa ai campionati senior senza avere vincoli, secondo me non è anarchia, ma è semplicemente trattare i tesserati con uguali diritti. nè trovo l'obbligo under, una rete di protezione. ti faccio un esempio personale. nell'82 ghemme disputa la serie D (categoria che allora stava tra la quinta e la sesta serie) con 4 ragazzi del 62 (rapportati ad oggi sarebbero i 94) due del 63 e 1 del 65 e 1 del 66 su una rosa di 12 atleti, gli altri 4 non avevano più di 28 anni. Si arrivò a disputare la finale. Scelta, non imposizione, così come scelta era il fatto di avere 8 giocatori su 12 provenienti dal vivaio. Un vivaio che senza grossi sforzi arrivava ad avere dalle tre alle quattro squadre giovanili oltre al minibasket. Nonostante questa “rete di protezione” la società , viste le ristrettezze economiche “saltò”.e oggi quei numeri sono per noi impossibili da ripetere. Detto ciò io credo che sia la struttura dei campionati totalmente da rivedere, ma mi rendo conto che si va contro alle esigenze delle società. Per me non serve nulla avere 2 stranieri su dieci giocatori , in terza serie, forse ,anzi ne sono sicuro, non serve proprio a niente avere lega gold e lega silver, ma con questi termini si accontentano gran parte dei presidenti “con le ali di cera”. Allora certo, se vogliamo che il vertice sia fatto di sabbia, mettiamo l’obbligo degli under, che io non critico, accetto e cerco di adueguarmi nei migliori dei modi ai regolamenti. Io semplicemente non credo che questa sia la strada per rafforzare e soprattutto migliorare il movimento. Ci sarebbe tanto altro da dire, come ad esempio creare una federazione apposita per il basket femminile, e tanto altro ma il problema è che la mia posizione va verso un cambiamento radicale del sistema. Qui invece si cerca soltanto di dare un colpo al cerchio e uno alla botte.
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