CITAZIONE (fio 2.0 @ 1/8/2014, 08:58)
CITAZIONE (Andrea Nicastro @ 31/7/2014, 18:34)
Si può dimostrare tutto ed il contrario di tutto, sta di fatto che sono '97 che possono essere determinanti in D e C2 e negli USA si diventa "senior" non prima dei 23 anni, a parte poche eccezioni.
Continuo a non capire quale sia la tesi.
Che ci sia stato e ci sia
qualche 16enne in grado di fare bene a livello senior, dalla A in giù, non è mai stato messo in discussione. Come non è in discussione che ci siano persone albine, ossia con capelli e sopracciglia bianche anche da giovani. Esistono, ma non costituiscono la regola. Pochissimi 16enni sono in grado di giocare senior, molti 18-19enni lo sarebbero, pochissimi 22-23enni ottengono, nei 10 anni successivi, miglioramenti che stravolgono il loro livello di partenza.
L'università statunitense finisce a 22 anni, non a 23. Inizia a 18 (in Italia a 19) e dura 4 anni (in Italia 3-4-5-6, secondo il tipo di corso frequentato). Le eccezioni sono i 21enni e i 20enni che vanno in NBA prima di finire gli studi. Aggiungo un elemento: a mio parere l'equazione NBA <=> campionati senior italiani non regge. La NBA può essere paragonata strutturalmente alla serie A, campionato nel quale i giocatori devono offrire una prestazione che consenta alla squadra di ottenere un risultato e alla società di vendere biglietti, merchandising e diritti televisivi. Che piaccia o meno, gli intendimenti della FIP sui campionati dilettantistici hanno fini di sviluppo e non di pura prestazione. Lo dimostrano i limiti su nazionalità ed età dei giocatori da schierare a referto, imposti dalla A2 alla D.
Posso convenire su una questione, dibattuta con altri autorevoli allenatori: purtroppo i giocatori italiani, anche a livello molto basso, smettono di lavorare sul proprio miglioramento individuale a 19 anni, quando hanno già compiuto uno sviluppo fisico e caratteriale, ma hanno ancora margini di miglioramento tecnico. Vengono "usati" dalle società per ottemperare alle regole sugli under, vengono allenati solo con e per la squadra, al fine di ottenere risultati e scalare classifiche. Si dà però poca attenzione alla loro crescita, demandata alla libera iniziativa di quegli allenatori che, liberamente e in coscienza, ritengono di doversi spendere in questa direzione. Bisogna chiedere ai dirigenti se interessa di più la crescita di un 19-20enne che ha finito le giovanili, o un playoff di B, C o D. Temo di conoscere la risposta.