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SOCIETA' CHE NON SI ISCRIVONO, dalla LEGA A alla DNC

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paura non ne ha
view post Posted on 13/7/2012, 14:13 by: paura non ne ha




Si salvi chi può...


12.07.2012 19:57 di Sandro Spinetti articolo letto 408 volte








29 per adesso (escluse le società professionistiche) ma il bollettino è ancora ufficioso e sarà aggiornato nei prossimi giorni.
Non venitemi a dire che è colpa della crisi economica!
Certo, ai ritmi di spesa e dei buchi di bilancio registrati da almeno 15 anni a questa parte, di che ci stupiamo?
Io mi sarei stupito (un affettuoso eufemismo)e rallegrato (perché amo questo sport) se una tale caduta non non si fosse verificata.
Purtroppo era una profezia facile, rimandata di qualche anno per l'ardire di tante società e piazze alla ricerca di un giorno di gloria che anche in C dilettanti, pur di vivere uno o due stagioni da prima pagina, "drogavano" stipendi, rimborsi e bilanci.
Il Professionismo è cosa seria e come tale deve poggiare su programmi precisi, su disponibilità adeguate, su bilanci corretti.
Lo Sport, ripeto, è una cosa seria e come tale deve rispondere al desiderio del divertimeno, della passione e della partecipazione, lasciando in ultimo le opportunità di un qualche guadagno (accontentiamoci di una corretto rimborso).
Il Professionismo ha moltiplicato i pani (soldi che non c'erano) ed i pesci (atleti di importazione) e tutti se ne sono fregati della sparizione della Virtus Bologna, della Scavolini o del Livorno che ammainavano bandiera, esse davano spazio a piazze smaniose di emergere per cantare pochissime estati.
Lo Sport, al contrario, ha perso la sua continuità, la valorizzazione dei giovani locali, il giusto equilibrio tra risorse e risultati, lasciando spazio allo sport-lavoro che oggi critichiamo.
Purtroppo, il Professionismo ha travolto lo Sport ed anche i Campionati di C (6° livello se contiamo la A3) costano quanto una B1 di qualche anno addietro.
Cosa non decide l'uomo, lo impone il tempo, perché il tempo è galantuomo e quello che non hanno fatto i regolamenti (acquisto titoli, wild card, campionati di sviluppo, fusioni e ripescaggi, lo fa impietosamente il mercato (in questo caso, leggi lo Sport).
Si lo sport, perchè molte delle "rinunce" presuppongono un "ridimensionamento" ed il riavvio dell'attività con i Giovani o nelle serie minori.
Ma qui suona un nuovo campanello: scendo di due o tre categorie e comincio la rincorsa....., dove ? Al nuovo massacro.
Il quadro è particolarmente avvilente nel settore femminile: Como, Vigarano, Alcamo in A1, altre tre in A2 ed ancora di più in A3, si fanno da parte, Taranto non parteciperà alla Eurolega per mancanza di fondi; ma questa A3 ????? (maschile e femminile).
La Sardegna sembra ignorare la caduta e presenterà (probabilmente) Il Cus Cagliari in A1, la Virtus, il Selargius e l'Alghero in A2 e l'Astro in A3; tutte autostrade che impongono delle pesanti velocità (soldi, organizzazione, giocatrici): ma se paga Mamma Regione.....
Siamo ancora in questo sistema di paradossi, ma è giunta l'ora di una sola ricetta: minor numero di campionati, minor numero di squadre, minor numero di stranieri, minori salari e rimborsi spese ed una maggiore qualità dei vivai e dei loro istruttori.
E' inutile vincere un campionato (magari strapagando qualcuno) e poco dopo dover abbandonare per mancanza delle necessarie risorse.
Potremmo fare tanti esempi, ma le cittadine ed i tifosi che vivono queste situazioni lo sanno bene e per certi versi, sono anche loro un tantino colpevoli di "vanagloria".
Gli esempi che mi sento di evidenziare sono quelli di 2 Squadre pugliesi: Ostuni e Ruvo, che avrebbero potuto lavorare con i ragazzi (esiste già Brindisi) e salire (eventualmente) con i loro prodotti e non con il reclutamento di costosi lavoratori del basket. Ho fatto gli esempi pugliesi per ricordare ai più anziani e dire ai più giovani che la Puglia con Brindisi, giocò nei massimi Campionati fin dagli anni '60 e '70 sotto la guida di Big Elio Pentassuglia e con un gruppo di ragazzi che parlava in pugliese e rispondeva ai nomi di Calderali, Labate, Giuri, Solfrizzi (ce ne fossero) e che da quella splendida terra sono nati i Walter Magnifico ed i Gianluca Basile: altro che “strangers”!

Tanti anni fa si giocava e si lavorava contemporaneamente (perfino in Serie A) e state certi la qualità ed il valore di tanti giocatori era anni luce migliore del 90% di quelli che girano oggi per l'Italia; perché in DNB e DNC non si reintroduce lo stesso principio ?.
Il solo investimento che ti garantisce un futuro é quello sugli Istruttori e sugli Allenatori.
Cambiano i tempi e cambiano le velleità, ma lo Sport è sempre lo stesso: non va sfruttato !

Sandro Spinetti
 
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