Basket Café Forum

Alcune riflessioni sopra la pallacanestro giovanile

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mazzarino
view post Posted on 18/6/2012, 22:24




il basket è prima di tutto divertimento,non dimentichiamocelo
ed è capace di regalare emozioni a pieni mani,un attimo di gloria anche a chi non ha le stimmate del fenomeno:una clamorosa stoppata,un canestro impossibile,un tiro libero decisivo,una bomba da 3 punti....
forse è per questo che(oltre a tutto il resto)si fanno tanti allenamenti e sacrifici
 
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view post Posted on 18/6/2012, 23:09

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Tutti hanno diritto a sognare e/o a provare un'emozione, direi che e' un po' il sale della vita.
Sul termine illusione (anche se buona) invece non sono molto d'accordo: in genere il risveglio da un'illusione non e' mai molto bello e potrebbe essere difficile da gestire.

Un piccolo inciso: 4 allenamenti alla settimana piu' la partita.....ma siamo certi che stiamo parlando tutti della stessa cosa ? Se cosi' fosse direi che questi ragazzi troverebbero un minutaggio interessante in una qualsiasi squadra di un livello piu' tranquillo.
 
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view post Posted on 19/6/2012, 08:15

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CITAZIONE (ilvecchiocasanova @ 18/6/2012, 19:10)
Pochi saranno d'accordo con queste mie poche righe ma il forum è fatto per esternare le proprie idee e confrontarsi con gli altri, in modo civile.
Non credo che la storia delle scelte, delle selezioni e dei minutaggi sia riconducibile a società più o meno professionistiche o altro: fa solo parte della normale competizione della vita.
Per esemplificare il mio concetto parto....dal basso.
Credo che molti di coloro che mi leggono abbiano, durante l'infanzia/adolescenza, passato del tempo libero all'oratorio o tra compagni di scuola o tra gli amici durante la vacanza al mare.
Anche li, a quel livello "non professionistico", c'era la dura legge della competizione.
Si faceva la conta e se il gruppo (non l'allenatore) non ti riteneva idoneo stavi fuori e giocavi poco perchè ...i tuoi compagni volevano vincere.
Nello sport organizzato succede la stessa cosa e in genere non è un male, dovrebbe stimolare i ragazzi a migliorarsi, purchè il tutto sia gestito con educazione e rispetto del singolo.
Forse esiste un solo vincolo importante: ogni ragazzo deve giocare al livello che gli compete o giù di li.
Se il ragazzo gioca poco o nulla forse l'allenatore ritiene che in quel gruppo quello è lo spazio giusto da dargli.
Sta a noi genitori cercare di capire come il ragazzo viva questa situazione, spronarlo a fare di più o, perchè no, a prendere in esame l'idea di cambiare squadra.
A me è capitato da ragazzo: per due anni sono rimasto anche se giocavo poco, al terzo ho cambiato squadra. Ancora oggi (52 anni) gioco a basket appena posso e ringrazio mio padre per avermi ben gestito in quel periodo di piccole delusioni.

CITAZIONE (ilvecchiocasanova @ 19/6/2012, 00:09)
Tutti hanno diritto a sognare e/o a provare un'emozione, direi che e' un po' il sale della vita.
Sul termine illusione (anche se buona) invece non sono molto d'accordo: in genere il risveglio da un'illusione non e' mai molto bello e potrebbe essere difficile da gestire.

Un piccolo inciso: 4 allenamenti alla settimana piu' la partita.....ma siamo certi che stiamo parlando tutti della stessa cosa ? Se cosi' fosse direi che questi ragazzi troverebbero un minutaggio interessante in una qualsiasi squadra di un livello piu' tranquillo.

Ehilà VecchioCasanova, ogni tanto scrivi qualcosa che non condivida....
Non posso fare altro che quotarti in tutto!
;)

Se uno gioca poco in una squadra da 4 allenamenti potrebbe scegliersi una squadra con ambizioni minori ed essere protagonista. Basta capire bene le proprie priorità. Per fortuna in Lombardia ci sono tantissime realtà diverse con livelli diversi ma tutti con eguale dignità: Eccellenza-Elite-Provinciale-Csi e simili.....
 
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TIAJOSH
view post Posted on 19/6/2012, 12:58




quoto ilvecchiocasanova in tutto e per tutto!!

Semi gancio del lungo a 14 anni? ohsignur
 
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invinoveritas
view post Posted on 20/6/2012, 09:22




CITAZIONE (jordanis @ 18/6/2012, 12:00) 
Ricco dell'esperienza che ho accumulato questi ultimi anni come genitore di due giovani cestisti che hanno giocato in ben quattro squadre diverse e hanno avuto ben sette allenatori diversi, e prendendo spunto anche dalla mia esperienza (remota) come giocatore, ho pensato di mettere per iscritto alcune mie riflessioni per quello che riguarda l'organizzazione e la gestione delle squadre di pallacanestro giovanile, nella speranza che nei miei scritti potrebbero trovare qualcosa di utile i dirigenti e gli allenatori di squadre di pallacanestro giovanile.

Forse stai sbagliando qualcosa anche come genitore, se i tuoi figli ogni anno cambiano squadra....

:quoto:
CITAZIONE (Arvydas @ 18/6/2012, 14:45) 
In realtà la frase "i genitori facciano i genitori e gli allenatori gli allenatori" è sacrosanta. E ci aggiungerei anche "i dirigenti facciano i dirigenti".

Poi nulla vieta che un genitore acquisisca le competenze e assuma il ruolo di allenatore o di dirigente. Succede e ci sta. Ma finchè non si è dentro un ruolo, con tutti gli onori ma anche gli oneri, è complicato riuscire ad avere lo sguardo d'insieme e le cognizioni per giudicare o per trovare e proporre soluzioni che stiano in piedi.
Anche perchè per definizione (tranne rarissimi casi), il genitore ha una posizione e un punto di vista parziale. Legittimo ma che non può essere quello di chi gestisce il tutto (allenatore o dirigente che sia).

Un genitore (e relativo figlio) è parte di una squadra, che è parte di una società, che è parte di un comitato. Quello che preme e che magari è proritario per il singolo deve poi misurarsi e conciliarsi con quelle che sono le esigenze e le priorità di un gruppo, di un'intera Associazione (fatta da tanti gruppi), di un movimento.
Senza la visione d'insieme e la capacità di estraniarsi dal caso singolo per guardare all'insieme, non si và lontano. Quindi benvenuti ai genitori, ma nel momento in cui abbandonano i panni dei semplici utenti ma decidono di impegnarsi in un ruolo diverso, che è a più ampio respiro e diventa un darsi da fare per tutta la struttura di cui si è parte.

E' vero che le società e il basket dilettantistico in generale non può prescindere dai genitori e dalle famiglie. Infatti parecchi dirigenti e persone che si danno da fare ad organizzare sono proprio dei genitori. I cui figli giocano, o magari hanno giocato e la passione è rimasta anche quando hanno smesso o sono andati a giocare altrove. Ma questo funziona e i suddetto sono in genere tanto più bravi, quanto hanno saputo e sanno scindere il loro essere genitori dal loro essere dirigenti-organizzatori-allenatori etc etc.

 
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jordanis
view post Posted on 20/6/2012, 10:03




"Forse stai sbagliando qualcosa anche come genitore, se i tuoi figli ogni anno cambiano squadra...."

Mi pare che Lei sbaglia i conti ;). Passando dal minibasket al giovanile abbiamo due squadre, per due figli fanno quattro. Da dove inferisce Lei che i miei figli cambiano squadra ogni anno?
 
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endan
view post Posted on 20/6/2012, 11:07




CITAZIONE (tazmania67 @ 19/6/2012, 09:15) 
Se uno gioca poco in una squadra da 4 allenamenti potrebbe scegliersi una squadra con ambizioni minori ed essere protagonista. Basta capire bene le proprie priorità. Per fortuna in Lombardia ci sono tantissime realtà diverse con livelli diversi ma tutti con eguale dignità: Eccellenza-Elite-Provinciale-Csi e simili.....

... ma i ragazzi che hanno "sane ambizioni" (circa uguale a "buone illusioni") non vogliono oggi essere per forza protagonisti e nemmeno giocare quattro quarti (tanto meno nel CSI). Dato che sono ragazzi e forse pensano più al futuro di quanto noi adulti supponiamo, spesso in primis vogliono solo migliorarsi e per questo sono disposti a fare allenamenti (due, tre, quattro a settimana a seconda delle squadre e del livello in cui giocano) e altro. Mi pare che l'intervento di Jordanis era finalizzato a questo desiderio di miglioramento che c'è nei ragazzi (e perchè no ? anche nei loro genitori e immagino anche nei dirigenti delle squadre titolari del cartellino): poi lui ha dato una soluzione che non soddisfa (in pratica minutaggio minimo garantito) sia per la sua meccanosità e sia per i probabili effetti collaterali negativi (un ragazzo con un minutaggio minimo garantito magari si "siede" invece di darsi da fare). Però una soluzione che porti un miglioramento complessivo dell'intero roaster andrebbe ricercata. Ad esempio un doppio campionato (esempio under 19 provinclale e under 17 superiore) per chi gioca di meno non mi sembra malaccio: certo non tutte le società potrebbero farlo internamente, ma con opportuni prestiti sarebbe possibile ?
 
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view post Posted on 20/6/2012, 11:24

forumista assiduo

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Non devo fare l'avvocato di nessuno ma quando hai scritto "...di due giovani cestisti che hanno giocato in ben quattro squadre diverse e hanno avuto ben sette allenatori diversi..." anche io ho pensato a società diverse.
Comunque questo particolare non modifica il mio pensiero anzi lo rafforza: forse per i ragazzi (se possono) è il caso di esplorare altre opportunita...a meno che non siano loro invece a voler rimanere li, nel qual caso mi sembra che il problema non si ponga
 
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view post Posted on 20/6/2012, 11:31

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verceli

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CITAZIONE (endan @ 20/6/2012, 12:07) 
CITAZIONE (tazmania67 @ 19/6/2012, 09:15) 
Se uno gioca poco in una squadra da 4 allenamenti potrebbe scegliersi una squadra con ambizioni minori ed essere protagonista. Basta capire bene le proprie priorità. Per fortuna in Lombardia ci sono tantissime realtà diverse con livelli diversi ma tutti con eguale dignità: Eccellenza-Elite-Provinciale-Csi e simili.....

... ma i ragazzi che hanno "sane ambizioni" (circa uguale a "buone illusioni") non vogliono oggi essere per forza protagonisti e nemmeno giocare quattro quarti (tanto meno nel CSI). Dato che sono ragazzi e forse pensano più al futuro di quanto noi adulti supponiamo, spesso in primis vogliono solo migliorarsi e per questo sono disposti a fare allenamenti (due, tre, quattro a settimana a seconda delle squadre e del livello in cui giocano) e altro. Mi pare che l'intervento di Jordanis era finalizzato a questo desiderio di miglioramento che c'è nei ragazzi (e perchè no ? anche nei loro genitori e immagino anche nei dirigenti delle squadre titolari del cartellino): poi lui ha dato una soluzione che non soddisfa (in pratica minutaggio minimo garantito) sia per la sua meccanosità e sia per i probabili effetti collaterali negativi (un ragazzo con un minutaggio minimo garantito magari si "siede" invece di darsi da fare). Però una soluzione che porti un miglioramento complessivo dell'intero roaster andrebbe ricercata. Ad esempio un doppio campionato (esempio under 19 provinclale e under 17 superiore) per chi gioca di meno non mi sembra malaccio: certo non tutte le società potrebbero farlo internamente, ma con opportuni prestiti sarebbe possibile ?

Una U17 forte si allena 5 volte a week ed inizia lavori specifici in sala pesi, più eventuali allenamenti con gruppi grandi. Cosa altro bisogna fare ? il tempo è quel che è..perchè esistono amici e scuola e non in questo specifico ordine.
I discorsi fatti sono un po campati in aria perchè non tengono in considerazioni tutti gli aspetti intorno ad un gruppo, alla società , a tutti quei meccanismi interni del ragazzo, del far parte di una squadra ecc...
la soluzione è semplice ma nel contempo difficilisima. Allenarsi nel contesto più appropriato, in modo di avere, a seconda dei livelli, sempre allenamenti competitivi, seguiti e diretti da bravi coaches.
Le società oggi vanno al risparmio su tutto, compreso gli allenatori.
Sto tenendoun corso allievo allenatore e ieri prima della mia lezione, hanno fermato un corsista per chiedergli di fare il 3° ass. in c1. quasi senza conoscerlo..perchè ?
si investono migliaia di euro nelle prime squadre, ma quando occorre pagare 1 euro in più l'allenatore più preparato non si fa...

ragazzi i problemi sono innumerevoli..
 
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jordanis
view post Posted on 20/6/2012, 11:41




CITAZIONE
il desiderio di miglioramento che c'è nei ragazzi (e perchè no ? anche nei loro genitori e immagino anche nei dirigenti delle squadre titolari del cartellino)

Credo che endan abbia pienamente percepito lo scopo del mio intervento. La proposta delle "regole" del minutaggio era una provocazione, ed è per questo che la parola “regole” era messa in virgolette. La provocazione serviva per avere maggiori reazioni intorno all'argomento che veramente m'interessa cioè il miglioramento dei ragazzi che deve essere messo al primo posto nel lavoro di ogni società di pallacanestro giovanile. Però, come ho già scritto, non basta-da solo-allenarsi bene per migliorarsi; é indispensabile giocarsi delle partite per mettere in pratica quello che hai imparato in allenamento. E se ti fanno giocare due minuti, in questi due minuti cerchi di metterti in luce forzando tutto con risultato quasi sicuro di sbagliare per la pressione che senti. Il rimedio di cambiare livello per avere più spaccio è una possibilità valida, ma in tal caso deve essere l'allenatore a prendere l'iniziativa e consigliare il ragazzo di fare il cambiamento, non i genitori, appunto perché come ha scritto pizza & riso "i genitori debbano fare i genitori ed i allenatori gli allenatori".
 
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view post Posted on 20/6/2012, 12:14

forumista assiduo

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Non so quanti anni abbia il ragazzo, ma io gli consiglierei di chiedere una mezz'ora al suo allenatore per esporgli il suo punto di vista, fargli domande e (perchè no) chiedergli un consiglio: "coach, sinceramente, volendo io giocare di più cosa mi consiglia di fare ?". In funzione dell'età del ragazzo auspicherei la sola presenza del genitore (nel senso che sta zitto e non dice nulla)
Questo aiuterebbe il ragazzo a tirar fuori un pò di personalità e obbligherebbe il coach a uscire allo scoperto".
Ribadisco la cosa più importante : il ragazzo deve sapere quello che vuole, perchè se poi il coach gli consiglia di cambiare squadra poi lui la deve cambiare.
 
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DennisRodmanPositivoForever
view post Posted on 20/6/2012, 12:42




CITAZIONE (ilvecchiocasanova @ 18/6/2012, 19:10)
Pochi saranno d'accordo con queste mie poche righe ma il forum è fatto per esternare le proprie idee e confrontarsi con gli altri, in modo civile.
Non credo che la storia delle scelte, delle selezioni e dei minutaggi sia riconducibile a società più o meno professionistiche o altro: fa solo parte della normale competizione della vita.
Per esemplificare il mio concetto parto....dal basso.
Credo che molti di coloro che mi leggono abbiano, durante l'infanzia/adolescenza, passato del tempo libero all'oratorio o tra compagni di scuola o tra gli amici durante la vacanza al mare.
Anche li, a quel livello "non professionistico", c'era la dura legge della competizione.
Si faceva la conta e se il gruppo (non l'allenatore) non ti riteneva idoneo stavi fuori e giocavi poco perchè ...i tuoi compagni volevano vincere.
Nello sport organizzato succede la stessa cosa e in genere non è un male, dovrebbe stimolare i ragazzi a migliorarsi, purchè il tutto sia gestito con educazione e rispetto del singolo.
Forse esiste un solo vincolo importante: ogni ragazzo deve giocare al livello che gli compete o giù di li.
Se il ragazzo gioca poco o nulla forse l'allenatore ritiene che in quel gruppo quello è lo spazio giusto da dargli.
Sta a noi genitori cercare di capire come il ragazzo viva questa situazione, spronarlo a fare di più o, perchè no, a prendere in esame l'idea di cambiare squadra.
A me è capitato da ragazzo: per due anni sono rimasto anche se giocavo poco, al terzo ho cambiato squadra. Ancora oggi (52 anni) gioco a basket appena posso e ringrazio mio padre per avermi ben gestito in quel periodo di piccole delusioni.

Ciao vecioCasa, anche qui ti ritrovo....
....e anche qui i tuoi pensieri sono anche i miei......ma siamo telepatici???? (o abbiamo gli stessi sani principi!!!!)
Vedete io sono un genitore di una ragazzo che l'anno scorso ha fatto faville in ecc mentre quest'anno....2/3/4 minuti a partita!!!! E' la regola delle grandi squadre. Ma Vi pare che avendo le finali nazionali da disputare un allenatore (che verrà valutato e stipendiato sulla base dei risultati ottenuti) non faccia le scelte più congeniali per ottenere la "Vittoria"???
Ma su, siamo seri, le favolette che tutti devono giocare non esistono!!!!!
L'importante è non demotivarsi, trovare il proprio equilibrio in ogni situazione.
Certo è MOLTO difficile a 14, 15 anni o quanti ne volete farsi trovare pronti, nel pieno della propria convinzione psico-fisica quando si è chiamati a giocare 2/3min a partita!!!!
Cosa estremamente importante per me: non mi piace leggere quanto precedentemente detto in altro post!!!!! Capisco gli allenatori ma i ragazzi NON sono macchine!!!! non si può pretendere di schiacciare un pulsante e trovare al 100% chi non gioca mai (o quasi).
A risentirVi per vedere chi trova la migliore soluzione poi, se lo volete, ne indicherò una io.

Edited by DennisRodmanPositivoForever - 20/6/2012, 19:24
 
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invinoveritas
view post Posted on 20/6/2012, 13:41




CITAZIONE (jordanis @ 20/6/2012, 11:03) 
"Forse stai sbagliando qualcosa anche come genitore, se i tuoi figli ogni anno cambiano squadra...."

Mi pare che Lei sbaglia i conti ;). Passando dal minibasket al giovanile abbiamo due squadre, per due figli fanno quattro. Da dove inferisce Lei che i miei figli cambiano squadra ogni anno?

Ho capito male..
 
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view post Posted on 20/6/2012, 14:10

forumista senior

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CITAZIONE (endan @ 20/6/2012, 12:07)
CITAZIONE (tazmania67 @ 19/6/2012, 09:15) 
Se uno gioca poco in una squadra da 4 allenamenti potrebbe scegliersi una squadra con ambizioni minori ed essere protagonista. Basta capire bene le proprie priorità. Per fortuna in Lombardia ci sono tantissime realtà diverse con livelli diversi ma tutti con eguale dignità: Eccellenza-Elite-Provinciale-Csi e simili.....

... ma i ragazzi che hanno "sane ambizioni" (circa uguale a "buone illusioni") non vogliono oggi essere per forza protagonisti e nemmeno giocare quattro quarti (tanto meno nel CSI). Dato che sono ragazzi e forse pensano più al futuro di quanto noi adulti supponiamo, spesso in primis vogliono solo migliorarsi e per questo sono disposti a fare allenamenti (due, tre, quattro a settimana a seconda delle squadre e del livello in cui giocano) e altro. Mi pare che l'intervento di Jordanis era finalizzato a questo desiderio di miglioramento che c'è nei ragazzi (e perchè no ? anche nei loro genitori e immagino anche nei dirigenti delle squadre titolari del cartellino): poi lui ha dato una soluzione che non soddisfa (in pratica minutaggio minimo garantito) sia per la sua meccanosità e sia per i probabili effetti collaterali negativi (un ragazzo con un minutaggio minimo garantito magari si "siede" invece di darsi da fare). Però una soluzione che porti un miglioramento complessivo dell'intero roaster andrebbe ricercata. Ad esempio un doppio campionato (esempio under 19 provinclale e under 17 superiore) per chi gioca di meno non mi sembra malaccio: certo non tutte le società potrebbero farlo internamente, ma con opportuni prestiti sarebbe possibile ?

Chiedo scusa, probabilmente mi sono espresso male.
Con “protagonista” intendevo dire che avesse maggiore minutaggio e soddisfazioni rispetto ai citati pochi minuti a partita.
Chi sta scrivendo qui ha ovviamente portato esempi diversi. Ci sono realtà da 4/5 allenamenti a settimana e realtà da 2. E campionati con impegni molto differenti.
I ragazzi vogliono solo divertirsi e/o migliorare.
Conosco ragazzi che preferiscono rimanere in società più “piccole” per essere tra i migliori della squadra ma soprattutto perché sono molto affiatati con gli amici. Ne conosco altri disposti a non giocare mai ma essere parte del gruppo. Altri che vorrebbero diventare “qualcuno” e mettere da parte tutti gli altri interessi per provare a farlo: magari sacrificando anche le amicizie. Sono d’accordo con chi scriveva che il ragazzo dovrebbe eventualmente parlarne con il proprio allenatore e poi scegliere di conseguenza.
Nel mio piccolo da giovane ero stato chiamato in una società di una categoria superiore alla mia, sono andato a provare, non mi entusiasmava l’ambiente e il gruppo dei giocatori. Sono tornato indietro dopo pochi allenamenti. La motivazione ed il divertimento a questi livelli sono tutto.
Secondo me non ci sono soluzioni che vadano bene per tutti: quella del minutaggio minimo non può essere perseguibile dopo i 12/13 anni.
(Per inciso, una volta che facevo il tavolo ad una partita di mio figlio da “aquilotto non competitivo”, i genitori della nostra squadra un po‘ inesperti alla fine della partita mi hanno chiesto: “ma come mai l’allenatore avversario ha invertito le canottiere ai ragazzi x/y con z/w nell’ultimo tempino?”. Ovviamente erano i 2 bambini più bravi: ed io non mi ero accorto che stessero giocando con numeri diversi da prima, quindi il regolamento era salvo, la sportività un pochino meno…..)
:uhm:
 
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endan
view post Posted on 20/6/2012, 14:40




CITAZIONE (DennisRodmanPositivoForever @ 20/6/2012, 13:42) 
... Ma Vi pare che avendo le finali nazionali da disputare un allenatore (che verrà valutato e stipendiato sulla base dei risultati ottenuti) non faccia le scelte più congeniali per ottenere la "Vittoria"???
Ma su, siamo seri, le favolette che tutti devono giocare non esistono!!!!!
L'importante è non demotivarsi, trovare il proprio equilibrio in ogni situazione.
Certo è MOLTO difficile a 14, 15 anni o quanti ne volete farsi trovare pronti, nel pieno della propria convinzione psico-fisica quando si è chiamati a giocare 2/3min a partita!!!!
...
A risentirVi per vedere chi trova la migliore soluzione poi, se lo volete, ne indicherò una io.

:quoto:
dai, non lasciarci in attesa. qual'è la tua soluzione ?
 
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