| Quando sabato ho visto per quasi due quarti Banks, Brown e Martin in panchina ho pensato di avere tante chance di giocarla alla pari. Lo scorso anno siamo arrivati alla terza partita talmente scoppiati, senza un briciolo di energia fisica e mentale, che era sostanzialmente impossibile immaginare un epilogo vincente per noi.
Quest'anno c'erano le condizioni fisiche, mentali e di contesto per poter fare davvero qualcosa di incredibile per Brindisi, anche perché Venezia, fortissima, veniva da una battaglia fisica con Milano. Poi: - Venezia ha giocato oggettivamente bene, ha difeso togliendo tutto quello che ci ha portato in finale, e cioè contropiede, Banks e Brown dalla media. Le tre scelte difensive, splendide, di De Raffaele sono state non andare a rimbalzo d'attacco ma coprire il contropiede, togliere la palla dalle mani di Banks raddoppiandolo sul p&r laterale, e difendere aggressivo il post-up di Brown switchando sulla zona. Technicalities da NERD del basket, certo, ma nella sostanza l'inceppamento degli ingranaggi dei nostri movimenti offensivi. Certo, la domanda si pone: e deve venire De Raffaele a fare sta roba? Non la potevano fare anche Pozzecco e Martino? Beh, no e no. No, perché Sassari è impostata per giocare al nostro ritmo (e le ha prese), e perché Bologna non ha trovato neanche un mezzo lungo per difendere su Brown, e questo ha condizionato tutto. La partitona di Venezia sta lì, nella difesa di Watt su Brown, nello sfiancamento di Banks - mazzolato, anche male, ma il basket è anche questo - e nella scommessa sugli altri; - Tutto quello che non è Banks in attacco ha funzionato solo in parte. Zanelli presente, Martin presente seppur con limiti tecnici -e credo panchinato nel terzo e parte del quarto quarto per problemi fisici -, Campogrande presentino - ma che buchi in difesa. Perché la scommessa Venezia l'ha vinta su Stone - credo abbia fatto 0/15 o qualcosa del genere - e su Sutton - che ha fatto un vero disastro nell'autoscontro.
Quindi Venezia in controllo, sempre tranne in un momento nel quarto quarto in cui invece di abbassare il ritmo lo ha alzato, ha beccato tre transizioni offensive e siamo arrivati al -4. Forti, forti mentalmente. E noi? Noi, al netto dei discorsi di budget, siamo un gradino sotto Bologna, Venezia e Milano. Secondo me, tecnicamente siamo anche sotto Sassari, che però vive un momento di involuzione. Possiamo arrivare quarti sfruttando il ritardo di Venezia, sperare di trovare Brescia o Cremona e giocarci l'accesso alle semifinali con squadre tecnicamente alla nostra portata.
Però adesso passa tutto dalla tenuta mentale. Sutton in controllo è un'arma, Sutton fuori controllo (o con la palla nelle sue mani per più di due secondi a possesso) è una tassa. Thompson con le ciabatte pure. Stone di domenica non gioca in serie A. Insomma, i punti di domanda che ci separano dall'eccellenza cestista ci sono, e Venezia li ha messi a nudo. Ma questo non vuol dire che non possiamo continuare a divertire e divertirci come abbiamo fatto fino a ieri.
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