CITAZIONE (giordi79 @ 18/4/2024, 09:34)
In sostanza a fine cariera uno non è piu una scommessa... prima sempre!
In sostanza non "è il lavoro che paga" (come tanti dicono) ma la fortuna.
Senza parlare di scommesse e pensando che tutti il giorno dopo devono essere meglio del giorno prima, io direi:
- Gazzotti, Penna, Esposito, Stefanelli, Gabe, Massone giocatori belli che fatti e l'unica incognita è l'amalgama del gruppo.
- Udom doveva ancora dimostrare continuità rispetto al gruppo sopra e, a mio modesto parere, lo sta facendo.
- Ai fratelli Bartoli è chiesto di confermare le loro qualità e migliorare per quanto possibile. Infortuni, inserimenti in corsa, modifiche di roster non hanno certo aiutato.
- Gajc alla prima stagione fuori "casa" è chiesto il nuovo adattamento e di iniziare il percorso di crescita in base alle sue potenzialità. Credo che non diventerà Jordan ma non possiamo pensare nemmeno che passi da comprimario a giocatore che fa la differenza quest'anno.
- Murpy adattamento ad un nuovo campionato: ottimo risultato.
- Buva: fuori categoria ha "costretto" tutti ad adattarsi a lui.
L'anno prossimo prendiamo 10 giocatori da 15 punti a partita e arrivando a 150 puoi difendere anche poco!!! Divertimento assicurato!
Dipende dai punti di vista. Se ambisci ad una tranquilla posizione playoff con il passaggio del turno, allora la squadra da buone garanzie, ma per competere alla promozione, io la vedo come una scommessa.
Si è già detto che 2 anni fa c’erano Rosselli ed Anderson, 2 fuoriclasse per la categoria ed un pini che era stato in finale, promosso e giocato in seria A: 3 certezze così oggi non le abbiamo. Poi c’erano Caroti e Candussi e Johnson che dovevano fare il salto definitivo per la categoria (diciamo un po’ come Esposito, Penna ora) e tre giovan di belle speranze da allevare, chi con qualche esperienza (Grant e Casarin, chi esordiente (Udom). Anche confrontandoci con altri roster, il nostro è meno ricco di giocatori che abbiano già vinto il campionato da protagonisti, in serie A o in nazionale.
E vero che l’incognita fondamentale è l’amalgama: direi che quella è un’incognita che hanno tutti, quella che me ha meno è Forlì, direi, che, quest’anno, è la prosecuzione di un lavoro iniziato l’anno scorso e sta dando dei bei frutti.
Per l’amalgama a Forlì c’è Martino, già eccellente alla guida della sorprendente Ravenna, come della guida della F, infarcita di big (tra cui Rosselli, Pini..)
Per il nostro amalgama c’è Ramagli, alle cui capacità di trasformazione ed evoluzione la Scaligera si è affidata dal suo ritorno 3 anni fa, e per le quali, probabilmente rimarrà ancora, perché qui ha probabilmente maggiori possibilità e tranquillità di costruire, rispetto ad altre parti.
Tra me e m facevo questa riflessione, su come un simile risultato generi sensazioni o reazioni diverse. MI sembra che rispetto ad anni passati dove ci siamo qualificati ai PO da quarti, o da quinti piuttosto che ottavi, ci sia ora meno entusiasmo e voglia di provarci nell’ambiente e anche meno tensione che arriva dalla società (ricordo lo sfogo presidenziale contro l’allora coach per la sconfitta in gara 4 con Treviglio): questo mi da proprio l’idea che cè stato fatto il tentativo, ma si sta accettando che non andrà a buon fine.
Spero comunque di vedere una buona prestazione a Torino, perché non guasterebbe un po’ di entusiasmo e di orgoglio di superare il primo turno e provarci convintamente nel secondo.