| Nemmeno io ho fatto riferimento ad aspetti elettorali. Ho parlato di nomine, che sono previste dai regolamenti. Nominare qualcuno equivale a dargli l'incarico di gestire inevitabilmente sia aspetti tecnici che culturali. Se ci si chiede perché, in media, gli allenatori non partecipino, se non costretti dai PAO, al confronto, si fa una implicita critica (che condivido !!!) al "contenitore", alla "struttura" che dovrebbe stimolarli a partecipare. Di questa "struttura" mi sento parte, come allenatore e anche come istruttore dei corsi. Noi allenatori abbiamo un sacco di responsabilità e difetti, almeno come categoria. Singolarmente presi, ci sono tanti colleghi che nel loro ambito fanno cose egregie, ma con scarsissimo interesse verso forme di collaborazione, trasversale all'appartenenza societaria. Questo per me è un errore e so di essere in minoranza. Credo che sia i tuoi argomenti, riguardanti l'altezza alla quale Procop deve tenere il pallone quando riceve in post, sia i miei, in risposta alla tua corretta provocazione, sulla corresponsabilità attiva degli allenatori nella vita federale, siano adeguati e interessanti in un topic come questo, senza per forza doversi integrare. Resto convinto che un allenatore debba sentire un forte interesse tanto sul confronto tecnico, quanto su quello "politico", nel senso migliore del termine. Se gli manca uno dei due, a mio parere, è un allenatore limitato. Diffiderei di chi mi dice che, come allenatore, devo occuparmi solo di tecnica. Così facendo, si limita la mia autonomia di pensiero, la stessa autonomia che, in ambito formativo, vogliamo stimolare nei giocatori che alleniamo e negli allenatori che formiamo, anche se l'istituzione crede evidentemente più nei precetti e nel controllo (tessere, punti PAO, visione obbligatoria di raduni federali, ecc.) che nell'autonomia.
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