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Io, disegnata con odio

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fede(Buzzer)
view post Posted on 25/11/2009, 15:41 by: fede(Buzzer)
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Orgoglioso membro del club "strozzi ed anche un po' cornuti"

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CITAZIONE (.Torero Camomillo. @ 25/11/2009, 15:02)
CITAZIONE (Latini Santo Subito @ 25/11/2009, 14:53)
Che sia il fatto che l'abbia detta il presidente del consiglio?
Potrebbe essere un indizio.

io ho chiesto prima in un post:

CITAZIONE
la satira è per tutti o solo per alcuni?
se è per alcuni aspetto l'albo, se invece è per tutti, trovo stupido lo sdegno per berlusconi perchè ha detto alla bindi che è più bella che intelligente.

inoltre il presidente del consiglio si è rivolto in quel modo ad una signora che è 30 anni che fa politica, vice presidente della camera ed anche vice presidente del maggior partito d'opposizione (anche se ai tempi non lo era ancora). questo per dire che non se l'è presa con l'ultimo degli sprovveduti, ma con una vecchia faina della politica.
ma ripeto: per me non cambia il discorso, tanto clamore (e raccolta di firrme) e per la meloni tanta difesa del satiro.
qualcosa non torna.

Caro postino (mi manca la tua cordialità: di questo passo la aggiungo io in firma),

la tua opinione è divergente dalla mia e credo che questo sia il sale della discussione. Per me la definizione di satira arriva direttamente dalla scuola di Dario Fo: lo sfottò è la semplice pressione sulle malformazioni fisiche o sui tic di questo o quel personaggio; la satira è la risata anche cattiva o crudele che però fa pensare. Ti ripeto, la frase di Berlusconi rivolta alla Bindi che tipo di pensiero politico può generare? In me nessuno, perchè la bellezza o bruttezza di una persona è un fatto meramente soggettivo, quasi kantiano (le "categorie" quali lenti attraverso cui vediamo il mondo). Una Meloni ritratta caricaturalmente, con le sue contraddizioni politiche e pubbliche, con la frequentazione di personaggi che lei stessa con la sua verace parlata romanesca contestualizza e didascalizza contribuisce a far riflettere sul reale degrado delle istituzioni, visto il mondo assolutamente marcio (e bipartisan) in cui i diversi personaggi si agitano. Anzi, spesso e volentieri in quel fumetto più della Meloni i protagonisti sono altri: si va da Fini che cerca in ogni modo di smarcarsi dal suo passato fascista, ai figli (o nipoti) di papà che campano grazie al nome ed ai soldi o al potere del parente; dal Bertinotti che si presta a farsi irridere ad Atreju fino ai pochi personaggi della cultura che piacciono a destra quale Telese, ritratto come uno scribacchino cui è concessa giusto qualche puntura di spillo ogni tanto. Giorgia Meloni alla fine è quasi il pretesto, il mezzo per navigare in un universo diverso, quello del sottobosco politico in cui solo chi ha la poltrona giusta o il cognome esatto conta davvero. E che dire della cattivissima sequenza in cui Gelli III si abbandona ad una prosopopea vetero-fascista di pseudocultura per descrivere i suoi gusti di vita decadente, arrivando ad includere anche un comunista della prima ora come Pasolini nell'iconografia cinematografica dei miti neri? Questa è satira a 36 carati! Magari ci fosse qualcosa di simile anche a destra, dove invece si assiste al solito disco rotto berlusconiano sui comunisti - ma porca miseria Silvio, visto che come barzellettiere pochi ti tengono testa, perchè non lavori un po' sul materiale che hai a disposizione per fare un po' di satira? - oppure alle pagliacciate in costume del Bagaglino.

Io credo che la maggior parte della critica ad un fumetto sicuramente volgare, ma che vanta anche dei contenuti di spessore, sia l'elemento femminile. Diciamoci la verità: se una simile satira l'avessero fatta su Brunetta (già bastava cambiare una vocale nel titolo, facendolo diventare "Ministronzo"), a sinistra non credo ci sarebbe stato un tale stracciamento di vesti - vabbè, in Parlamento la gara alla solidarietà sarebbe stata immediata, ma la realtà dei fatti sarebbe stata diversa... Per fare un esempio, quando Corrado Guzzanti si truccava da Giulio Tremonti, quanti ridevano solo per la evve moscia o per le episodiche esplosioni di rabbia al grido di "Povca puttana! Povca tvoja!" e quanti invece riflettevano sulla messa alla berlina del politico in sè, che teorizza la finanza creativa facendo solo dei gran casini e che giustifica l'esenzione fiscale per la Chiesa cattolica con presunti motivi di sensibilità religiosa? Bisogna capire effettivamente perchè ridiamo, qual'è la molla che fa scattare il meccanismo: da lì si può partire per una disamina se un fumetto sia satira oppure volgare sfottò. Per quel che mi riguarda, prendendo ad esempio l'imperitura memoria di Pino Zac ed il suo esempio fulgido ("il Male", "L'Anamorfico"), quella di Spataro è satira. Punto.
 
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73 replies since 24/11/2009, 16:52   1071 views
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