Basket Café Forum

Kabul......, Veniamo via di lì....

« Older   Newer »
  Share  
kyklos66
view post Posted on 18/9/2009, 08:44




CITAZIONE (Terra & Libertà @ 18/9/2009, 09:41)
CITAZIONE (kyklos66 @ 18/9/2009, 08:54)
CITAZIONE (JUVENTINOSUPERDOC @ 18/9/2009, 00:25)
perchè guadagnano cifre astronomiche.
stipendi alti x rischi altissimi

:eeh!: :eeh!: :eeh!: :eeh!: :ridi: :ridi: :ridi: :ridi: :ridi:
Beata disinformazione....

dici?

CITAZIONE (No way @ 18/9/2009, 00:34)
perchè non ci va l'Onu a fare la guerra

^_^

Eh, dico, Terra, dico... ;)
Per il resto, stendiamo un velo ^_^
 
Top
view post Posted on 18/9/2009, 08:53
Avatar

« fantasticoso mozzafiatante! »

Group:
Member
Posts:
791
Location:
Vigevano (--)

Status:


CITAZIONE (JUVENTINOSUPERDOC @ 18/9/2009, 00:25)
.....però la verità, magari cruenta, è che ci sono andati volontari perchè guadagnano cifre astronomiche.
stipendi alti x rischi altissimi (sanno che 3 volte a settimana c'è un attentato minimo).lo sanno perfettamente.scelte di vita.
x obblighi verso le direttive dell'ONU qualcuno ci dovevamo mandare.tutti volontari ed ufficiali in carriera.comunque addestrati benissimo.ma strapagatissimi...

circa 5.500 € / mese

quanto guadagnano i rinco...... che siedono in parlamento ?
 
Top
originalgialloblu
view post Posted on 18/9/2009, 09:18




penso che la guerra sia davvero stupida e che i nostri geni che ci governano riescono a venderci la guerra come "Missione di pace" mentre etichettano i pacificisti come "disobbedienti", incredibile come il lavaggio del cervello mediatico non ci faccia vedere le cose per come realmente sono e per come chiaramente sono.
Intanto ieri altri 6 connazionali sono morti in un missione di pace....e per fortuna che non è una guerra....
Poi ora dopo che l'occidente ha mandato nel pieno caos un Paese,che almeno prima riusciva a campare seppur a stenti, ora sta pian piano cercando di abbandonarlo arrendendosi al falliemtno totale che ha portato questa missione, così come dopo anni di lotte i russi lasciarono L'Afganistan ora anche noi ce ne stiamo andando pian piano......e degli afgani???ma chi se ne importa, qualcuno morira nella propria terra, qualcuno cercherà forutna altrove affollando i porti di Patrasso in cerca di tir che partono per l'italia, qualcuno nn ce la farà qualcuno si, in compenso gli USa hanno venduto i loro soldati e i loro figli al DIO delle armi e del petrolio, noi poveri scemi europei abbiamo mandato i nostri soldati a morire in una "missione di pace", e per tutta risposta abbiamo aggiutno nuovi flussi migratori nei nostri confini, nuovi problemi e nuove preoccupazioni.
Forse vale la pena iniziare a pensare se davvero il Dio denaro, delle armi e del petrolio vale tutto ciò, se davvero è giusto sacrificare una nazione e dei soldati di altri Paesei solo per finti valori, per finte paure e per reali interessi economici.
Riflettete signori, qual'è il futuro che vogliamo?? pensiamo che anche da queste cose dipendono le sorti del nostro Paese, che anche il problema dell'immigrazione(se davvero per molti di noi lo è) posso trovare un rimedio anche cambiando questi eventi bellicosi.
Nel frattempo che noi parliamo e riflettiamo ricordiamoci che c'è un Paese che va in rovina dove altri 6 italiani sono morti.......

CITAZIONE (Guinness @ 18/9/2009, 09:53)
CITAZIONE (JUVENTINOSUPERDOC @ 18/9/2009, 00:25)
.....però la verità, magari cruenta, è che ci sono andati volontari perchè guadagnano cifre astronomiche.
stipendi alti x rischi altissimi (sanno che 3 volte a settimana c'è un attentato minimo).lo sanno perfettamente.scelte di vita.
x obblighi verso le direttive dell'ONU qualcuno ci dovevamo mandare.tutti volontari ed ufficiali in carriera.comunque addestrati benissimo.ma strapagatissimi...

circa 5.500 € / mese

quanto guadagnano i rinco...... che siedono in parlamento ?

scusatemi, intanto nn è detto che perchè un ofa una scelta pagata, debba quindi per forza dover mettere in conto la propria vita.
é vero vanno in zone pericolose, sanno che potrebbero vedersela brutta, CHE POTREBBERO anche lasciarci le penne, ma tutto ciò nn giustifica il fatto che solo perchè ben pagati possano morire, non giustifica un governo che li manda a morire ricambiando le famiglie con onoreficenze, funerali diu stato e finte lagrime.
Pensiamo che in un futuro anche un nostro figlio o amico, o parente, o vicino di casa, potrebbe fare una simile scelta, per necessità o per vocazione, pensiamo che quando queste cose ci toccano da vicino non esistono scusanti, giustificazioni o attenuanti.
Come ci indignamo quando muoino operai e lavoratori nelle fabbriche,allo stesso modo dobbiamo indignarci quando muioni i nostri soldati.
E poi se guardiamo gli stipendi, i nostri parlamentari e ministri dovbrebbero rischiare la vita in ogni microseconbdo
cosa sono 5000 euro al mese quando poi rischi la pelle???
 
Top
Terra & Libertà
view post Posted on 18/9/2009, 09:18




CITAZIONE (kyklos66 @ 18/9/2009, 09:44)
CITAZIONE (Terra & Libertà @ 18/9/2009, 09:41)
CITAZIONE (kyklos66 @ 18/9/2009, 08:54)
CITAZIONE (JUVENTINOSUPERDOC @ 18/9/2009, 00:25)
perchè guadagnano cifre astronomiche.
stipendi alti x rischi altissimi

:eeh!: :eeh!: :eeh!: :eeh!: :ridi: :ridi: :ridi: :ridi: :ridi:
Beata disinformazione....

dici?

CITAZIONE (No way @ 18/9/2009, 00:34)
perchè non ci va l'Onu a fare la guerra

^_^

Eh, dico, Terra, dico... ;)
Per il resto, stendiamo un velo ^_^

Solo per chiarire: Intendevo dire che come è disinformato sulle paghe è disinformato sul resto, e per questo dopo il "dici" ho messo ciò che ha detto sul'onu.

Sono un pò paranoico, rileggendo non mi sembrava chiaro image
 
Top
view post Posted on 18/9/2009, 09:34
Avatar

« fantasticoso mozzafiatante! »

Group:
Member
Posts:
791
Location:
Vigevano (--)

Status:


CITAZIONE (originalgialloblu @ 18/9/2009, 10:18)
CITAZIONE (Guinness @ 18/9/2009, 09:53)
circa 5.500 € / mese

quanto guadagnano i rinco...... che siedono in parlamento ?

scusatemi, intanto nn è detto che perchè un ofa una scelta pagata, debba quindi per forza dover mettere in conto la propria vita.
é vero vanno in zone pericolose, sanno che potrebbero vedersela brutta, CHE POTREBBERO anche lasciarci le penne, ma tutto ciò nn giustifica il fatto che solo perchè ben pagati possano morire, non giustifica un governo che li manda a morire ricambiando le famiglie con onoreficenze, funerali diu stato e finte lagrime.
Pensiamo che in un futuro anche un nostro figlio o amico, o parente, o vicino di casa, potrebbe fare una simile scelta, per necessità o per vocazione, pensiamo che quando queste cose ci toccano da vicino non esistono scusanti, giustificazioni o attenuanti.
Come ci indignamo quando muoino operai e lavoratori nelle fabbriche,allo stesso modo dobbiamo indignarci quando muioni i nostri soldati.
E poi se guardiamo gli stipendi, i nostri parlamentari e ministri dovbrebbero rischiare la vita in ogni microseconbdo
cosa sono 5000 euro al mese quando poi rischi la pelle???

:quoto:

forse non sono stato chiaro , volevo sottolineare solo che non sono assolutamente cifre astronomiche
 
Top
AiLovDisGheim
view post Posted on 18/9/2009, 10:28




CITAZIONE
IL RACCONTO.
Nel momento della tragedia non possiamo non chiederci perché a morire sono sempre, o quasi sempre, soldati del Meridione
Quel sangue del Sud versato per il Paese
di ROBERTO SAVIANO

Vengo da una terra di reduci e combattenti. E l'ennesima strage di soldati non l'accolgo con la sorpresa di chi, davanti a una notizia particolarmente dolorosa e grave, torna a includere una terra lontana come l'Afghanistan nella propria geografia mentale. Per me quel territorio ha sempre fatto parte della mia geografia, geografia di luoghi dove non c'è pace. Gli italiani partiti per laggiù e quelli che restano in Sicilia, in Calabria o in Campania per me fanno in qualche modo parte di una mappa unica, diversa da quella che abbraccia pure Firenze, Torino o Bolzano.

Dei ventun soldati italiani caduti in Afghanistan la parte maggiore sono meridionali. Meridionali arruolati nelle loro regioni d'origine, o trasferiti altrove o persino figli di meridionali emigrati. A chi in questi anni dal Nord Italia blaterava sul Sud come di un'appendice necrotizzata di cui liberarsi, oggi, nel silenzio che cade sulle città d'origine di questi uomini dilaniati dai Taliban, troverà quella risposta pesantissima che nessuna invocazione del valore nazionale è stato in grado di dargli. Oggi siamo dinanzi all'ennesimo tributo di sangue che le regioni meridionali, le regioni più povere d'Italia, versano all'intero paese.

Indipendentemente da dove abitiamo, indipendente da come la pensiamo sulle missioni e sulla guerra, nel momento della tragedia non possiamo non considerare l'origine di questi soldati, la loro storia, porci la domanda perché a morire sono sempre o quasi sempre soldati del Sud. L'esercito oggi è fatto in gran parte da questi ragazzi, ragazzi giovani, giovanissimi in molti casi. Anche stavolta è così. Non può che essere così. E a sgoccioli, coi loro nomi diramati dal ministro della Difesa ne arriva la conferma ufficiale. Antonio Fortunato, trentacinque anni, tenente, nato a Lagonegro in Basilicata. Roberto Valente, trentasette anni, sergente maggiore, di Napoli. Davide Ricchiuto, ventisei anni, primo caporalmaggiore, nato a Glarus in Svizzera, ma residente a Tiggiano, in provincia di Lecce. Giandomenico Pistonami, ventisei anni, primo caporalmaggiore, nato ad Orvieto, ma residente a Lubriano in provincia di Viterbo. Massimiliano Randino, trentadue anni, caporalmaggiore, di Pagani, provincia di Salerno. Matteo Mureddu, ventisei anni, caporalmaggiore, di Solarussa, un paesino in provincia di Oristano, figlio di un allevatore di pecore. Due giorni fa Roberto Valente stava ancora a casa sua vicino allo stadio San Paolo, a Piedigrotta, a godersi le ultime ore di licenza con sua moglie e il suo bambino, come pure Massimiliano Radino, sposato da cinque anni, non ancora padre.

Erano appena sbarcati a Kabul, appena saliti sulle auto blindate, quei grossi gipponi "Lince" che hanno fama di essere fra i più sicuri e resistenti, però non reggono alla combinazione di chi dispone di tanto danaro per imbottire un'auto di 150 chili di tritolo e di tanti uomini disposti a farsi esplodere. Andando addosso a un convoglio, aprendo un cratere lunare profondo un metro nella strada, sventrando case, macchine, accartocciando biciclette, uccidendo quindici civili afgani, ferendone un numero non ancora precisato di altri, una sessantina almeno, bambini e donne inclusi.

E dilaniando, bruciando vivi, cuocendo nel loro involucro di metallo inutilmente rafforzato i nostri sei paracadutisti, due dei quali appena arrivati. Partiti dalla mia terra, sbarcati, sventrati sulla strada dell'aeroporto di Kabul, all'altezza di una rotonda intitolata alla memoria del comandante Ahmad Shah Massoud, il leone del Panjshir, il grande nemico dell'ultimo esercito che provò ad occupare quell'impervia terra di montagne, sopravvissuto alla guerra sovietica, ma assassinato dai Taliban. Niente può dirla meglio, la strana geografia dei territori di guerra in cui oggi ci siamo svegliati tutti per la deflagrazione di un'autobomba più potente delle altre, ma che giorno dopo giorno, quando non ce ne accorgiamo, continua a disegnare i suoi confini incerti, mobili, slabbrati. Non è solo la scia di sangue che unisce la mia terra a un luogo che dalle mie parti si sente nominare storpiato in Affanìstan, Afgrànistan, Afgà. E' anche altro. Quell'altro che era arrivato prima che dai paesini della Campania partissero i soldati: l'afgano, l'hashish migliore in assoluto che qui passava in lingotti e riempiva i garage ed è stato per anni il vero richiamo che attirava chiunque nelle piazze di spaccio locali. L'hashish e prima ancora l'eroina e oggi di nuovo l'eroina afgana. Quella che permette ai Taliban di abbondare con l'esplosivo da lanciare contro ai nostri soldati coi loro detonatori umani.

E' anche questo che rende simili queste terre, che fa sembrare l'Afganistan una provincia dell'Italia meridionale. Qui come là i signori della guerra sono forti perché sono signori di altro, delle cose, della droga, del mercato che non conosce né confini né conflitti. Delle armi, del potere, delle vite che con quel che ne ricavano, riescono a comprare. L'eroina che gestiscono i Taliban è praticamente il 90% dell'eroina che si consuma nel mondo. I ragazzi che partono spesso da realtà devastate dai cartelli criminali hanno trovato la morte per mano di chi con quei cartelli criminali ci fa affari. L'eroina afgana inonda il mondo e finanzia la guerra dei Taliban. Questa è una delle verità che meno vengono dette in Italia. Le merci partono e arrivano, gli uomini invece partono sempre senza garanzia di tornare. Quegli uomini, quei ragazzi possono essere nati nella Svizzera tedesca o trasferiti in Toscana, ma il loro baricentro rimane al paese di cui sono originari. È a partire da quei paesini che matura la decisione di andarsene, di arruolarsi, di partire volontari. Per sfuggire alla noia delle serate sempre uguali, sempre le stesse facce, sempre lo stesso bar di cui conosci persino la seduta delle sedie usurate. Per avere uno stipendio decente con cui mettere su famiglia, sostenere un mutuo per la casa, pagarsi un matrimonio come si deve, come aveva già organizzato prima di essere dilaniato in un convoglio simile a quello odierno, Vincenzo Cardella, di San Prisco, pugile dilettante alla stessa palestra di Marcianise che ha appena ricevuto il titolo mondiale dei pesi leggeri grazie a Mirko Valentino. Anche lui uno dei ragazzi della mia terra arruolati: nella polizia, non nell'esercito. Arruolarsi, anche, per non dover partire verso il Nord, alla ricerca di un lavoro forse meno stabile, dove sono meno certe le licenze e quindi i ritorni a casa, dove la solitudine è maggiore che fra i compagni, ragazzi dello stesso paese, della stessa regione, della stessa parte d'Italia. E poi anche per il rifiuto di finire nell'altro esercito, quello della camorra e delle altre organizzazioni criminali, quello che si gonfia e si ingrossa dei ragazzi che non vogliono finire lontani.

E sembra strano, ma per questi ragazzi morti oggi come per molti di quelli caduti negli anni precedenti, fare il soldato sembra una decisione dettata al tempo stesso da un buon senso che rasenta la saggezza perché comunque il calcolo fra rischi e benefici sembra vantaggioso, e dalla voglia di misurarsi, di dimostrare il proprio valore e il proprio coraggio. Di dimostrare, loro cresciuti fra la noia e la guerra che passa o può passare davanti al loro bar abituale fra le strade dei loro paesini addormentati, che "un'altra guerra è possibile". Che combattere con una divisa per una guerra lontana può avere molta più dignità che lamentarsi della disoccupazione quasi fosse una sventura naturale e del mondo che non gira come dovrebbe, come di una condizione immutabile.

Sapendo che i molti italiani che li chiameranno invasori e assassini, ma pure gli altri che li chiameranno eroi, non hanno entrambi idea di che cosa significhi davvero fare il mestiere del soldato. E sapendo pure che, se entrambi non ne hanno idea e non avrebbero mai potuto intraprendere la stessa strada, è perché qualcuno gliene ne ha regalate di molto più comode, certo non al rischio di finire sventrati da un'autobomba. Infatti loro, le destinazioni per cui partono, non le chiamano "missione di pace".

Forse non lo sanno sino in fondo che nelle caserme dell'Afghanistan possono trovare la stessa noia o la stessa morte che a casa. Ma scelgono di arruolarsi nell'esercito che porta la bandiera di uno Stato, in una forza che non dispone della vita e della morte grazie al denaro dei signori della guerra e della droga. Per questo, mi augurerei che anche chi odia la guerra e ritiene ipocrita la sua ridefinizione in "missione di pace", possa fermarsi un attimo a ricordare questi ragazzi. A provare non solo dolore per degli uomini strappati alla vita in modo atroce, ma commemorarli come sarebbe piaciuto a loro. A onorarli come soldati e come uomini morti per il loro lavoro. Quando è arrivata la notizia dell'attentato, un amico pugliese mi ha chiamato immediatamente e mi ha detto: "Tutti i ragazzi morti sono nostri". Sono nostri è come per dire sono delle nostre zone. Come per Nassiriya, come per il Libano ora anche per Kabul. E che siano nostri lo dimostriamo non nella retorica delle condoglianze ma raccontando cosa significa nascere in certe terre, cosa significa partire per una missione militare, e che le loro morti non portino una sorta di pietra tombale sulla voglia di cambiare le cose. Come se sui loro cadaveri possa celebrarsi una presunta pacificazione nazionale nata dal cordoglio. No, al contrario, dobbiamo continuare a porre e porci domande, a capire perché si parte per la guerra, perché il paese decide di subire sempre tutto come se fosse indifferente a ogni dolore, assuefatto ad ogni tragedia.

Queste morti ci chiedono perché tutto in Italia è sempre valutato con cinismo, sospetto, indifferenza, e persino decine e decine di morti non svegliano nessun tipo di reazione, ma solo ancora una volta apatia, sofferenza passiva, tristezza inattiva, il solito "è sempre andata così". Questi uomini del Sud, questi soldati caduti urlano alle coscienze, se ancora ne abbiamo, che le cose in questo paese non vanno bene, dicono che non va più bene che ci si accorga del Sud e di cosa vive una parte del paese solo quando paga un alto tributo di sangue come hanno fatto oggi questi sei soldati. Perché a Sud si è in guerra. Sempre.

(18 settembre 2009)

 
Top
bank robber
view post Posted on 18/9/2009, 10:44




Il ragionamento di Zucconi è improntato al buon senso e dice molte cose vere.

La coalizione occidentale sta perdendo la guerra perchè non riesce a mantenere in modo stabile il controllo del territorio. Nel momento in cui le forze alleate attaccano una zona controllata dai guerriglieri, Talebani o altro, questi dopo aver opposto una resistenza funzionale ai loro scopi, si disperdono per poi radunarsi in una nuova area d'operazioni. Cosa intendo con "resistenza funzionale ai loro scopi"? La guerriglia, per poter sopravvivere ed essere efficace, deve possedere alcune caratteristiche come la mobilità la flessibilità, l'iniziativa ecc., ma soprattutto necessita di un "appoggio logistico" civile e deve essere in grado di attrarre civili disposti ad arruolarsi e a rimpiazzare le perdite. Per fare questo la parte avversa deve essere mal vista se non odiata da una parte consistente, se non maggioritaria, della popolazione civile: in più questa avversione deve essere continuamente coltivata. Un'operazione di propagandala cui efficacia si misura anche sull'esposizione o la manipolazione di fatti concreti. In tal senso la resistenza è funzionale in quanto obbliga le forze della coalizione all'errore (e all'orrore): un guerrigliero spesso è in abiti civili, in un paese poi in cui quasi ogni tribù possiede un arsenale. Diventa pertanto difficile distinguere per la coalizione un civile, o un assembramento di civili, da un guerrigliero o da un gruppo di fuoco nemico. L'errata strategia occidentale quindi porta inevitabilmente a nuove stragi di civili a prescindere dalla volontarietà (su cui bisonerebbe fare un discorso a parte). Chi ha avuto amici o parenti uccisi "per errore" può diventare una potenziale recluta anche perchè di fronte ad una guerra continua ed estenuante portata avanti da forze straniere, anche l'orribile pax talibana può sembrare un'alternativa preferibile.
Una pacificazione militare del paese richiederebbe, per avere buone chances un numero di miltari dieci volte superiore all'attuale (circa 50.000 se non erro): cosa che sicuramente nessuno farà.

I militari italiani uccisi: non posso avere un'opinione precisa su di loro perchè evidentemente non li conoscevo, quindi lungi da me volere speculare sul perchè abbiano voluto fare il mestiere delle armi. Sarebbe un'esercizio questa volta si speculare alla retorica dei tromboni che parlano di patria ed onore tra una sniffata, una colazione d'affari e ed una serata in dolce e profumatamente pagata compagnia. Le motivazioni sono sempre individuali e gli individui, sino a prova contraria, devono essere rispettati e, in casi come questo, rimpianti.
Detto questo vorrei solo aggiungere che a parte poche voci, il can can politico e mediatico fa poco o nulla per chiarire la situazione e moltissimo per intorbidire le acque. Che l'Italia sia lì in guerra l'hanno capito anche i muri, ma i politici continuano a nascondersi dietro l'effimera maschera della missione di pace. Sarai anche andato lì per quella ragione (cosa di cui dubito, visto lo scenario operativo) e con determinate regole d'ingaggio, ma quando pallotole e le bombe hanno comincitao a caderti vicino e a colpirti, le cose si sono rivelate per quelle che effettivamente erano.
Il "nemico": non sono semplicemente "terroristi". Sono un esercito di guerriglieri (forse dal punto di vista militare il migliore al mondo) che utilizza anche metodi terroristici: ovvero attentati contro forze militari avversarie che come "effetto collaterale" provocano anche parecchie vittime civili. Logica aberrante quanto si vuole, ma largamente applicata anche da alcune forze armate dei paesi della coalizione, dove se "formalmente" l'obbiettivo" da colpire è militare, quindi lecito, le conseguenze dell'azione per i civili sono lasciate alla clemenza del caso. Tanto "Dio riconoscerà i suoi", come disse il legato pontificio Arnaud Amaury quando ordinò lo sterminio di tutta la popolazione della città occitana di Beziers, allora in mano agli eretici albigesi.
Quindi la logica che guida l'azione con cui sono stati colpiti i militari italiani se non è proprio la stessa è strettamente imparentata con quella che guida per esempio i bombardamenti. Sono diverse le finalità della lotta: i taliban vogliono riconquistare il paese e sottoporlo nuovamente al loro ottuso e brutale regime teocratico. La coalizione dice di voler portare la democrazia, ma chi ci metterebbe la mano sul fuoco?
 
Top
kyklos66
view post Posted on 18/9/2009, 11:14




CITAZIONE (Guinness @ 18/9/2009, 10:34)
CITAZIONE (originalgialloblu @ 18/9/2009, 10:18)
scusatemi, intanto nn è detto che perchè un ofa una scelta pagata, debba quindi per forza dover mettere in conto la propria vita.
é vero vanno in zone pericolose, sanno che potrebbero vedersela brutta, CHE POTREBBERO anche lasciarci le penne, ma tutto ciò nn giustifica il fatto che solo perchè ben pagati possano morire, non giustifica un governo che li manda a morire ricambiando le famiglie con onoreficenze, funerali diu stato e finte lagrime.
Pensiamo che in un futuro anche un nostro figlio o amico, o parente, o vicino di casa, potrebbe fare una simile scelta, per necessità o per vocazione, pensiamo che quando queste cose ci toccano da vicino non esistono scusanti, giustificazioni o attenuanti.
Come ci indignamo quando muoino operai e lavoratori nelle fabbriche,allo stesso modo dobbiamo indignarci quando muioni i nostri soldati.
E poi se guardiamo gli stipendi, i nostri parlamentari e ministri dovbrebbero rischiare la vita in ogni microseconbdo
cosa sono 5000 euro al mese quando poi rischi la pelle???

:quoto:

forse non sono stato chiaro , volevo sottolineare solo che non sono assolutamente cifre astronomiche

Ma infatti vorrei vedere quanti avrebbero seriamente il coraggio di definire astronomico un compenso di 150 euro per 24h di lavoro in un teatro di guerra. La verità è che per un 5% di gente che ci va per vocazione più un altro tot che è costretta ad andarci perchè magari lavora in Reparti che ci devono andare e basta, ce n'è uno STRA-TOT che ci va perchè torni, se torni, con 15.000 euro (minchia, che cifra astronomica...) con i quali ti aiuti a pagare il mutuo per il resto dell'anno piuttosto che a estinguere debiti contratti come la maggior parte degli italiani che vivono di stipendio. Questa è la verità.


@Terra: ti avevo capito benissimo :blink2:
 
Top
No way
view post Posted on 18/9/2009, 15:44




Le interviste ai parenti non fanno altro che confermare che non esistono missioni di pace.
 
Top
conmar
view post Posted on 18/9/2009, 23:49




Da: Tempo Reale-Il Blog di Vittorio Zucconi
CITAZIONE
18 set 2009

Ai uanna ganna

Per controllare un po’ il damage prodotto dallla Northern League attraverso la promessa del suo boss di riportare i nostri boys dall’Afghanistan by Christmas, Silvio Berlusconi, the italian Prime Minister, ci annuncia ora una transition strategy, la quale in italian sarebbe, wow!, una semplice “strategia di transizione” ma che suona molto better se viene spoken nel solito inglisc ai maccheroni genere Family Day. Ricordiamo, lunedi’ quando i crocodiles spargeranno le loro inutili tears sui coffins dei nostri connazionali morti a Kabul, che i buffoons che li mandano a morire si vergognano anche di usare the language della nazione nel cui nome essi combattono e cadono.

 
Top
conmar
view post Posted on 21/9/2009, 13:02




E mentre il coccodrillo piange.....

Ciao Ragazzi...con tutto il cuore..........
Che la terra vi sia lieve
 
Top
conmar
view post Posted on 21/9/2009, 20:09




CITAZIONE
| Emanuele Giordana*
Così Karzai fa il taleban

Vietata la musica nei luoghi pubblici. E, se il volume è troppo alto, anche nelle case private. Vietato non osservare la tradizione del velo e vietato, pena una multa, che un uomo e una donna si stringano la mano se non sono parenti. Vietato offrire un passaggio notturno a una fanciulla che non sia accompagnata da un consanguineo o dal marito. E stia ben attento chi affitta una stanza per la notte a una donna e un uomo che non sono sposati perché, in questi casi, si rischia anche il carcere: da tre mesi a un anno.
Non è purtroppo uno dei funesti editti che hanno resa famosa la più oscurantista tra le interpretazioni del dettato religioso islamico. Non è una legge dei taleban che, sino al 2001, fecero dell'Afghanistan un emirato ispirato alla purezza delle origini.
È una legge «taleban» che il parlamento attuale di Kabul sta discutendo nella Commissione che ha il compito di licenziarla per poi sottoporla alla firma del presidente della repubblica.
La legge per la «Lotta alla corruzione etica e per la salvaguardia sociale» non è ancora un caso ma presto lo diventerà. C'è altro da occuparsi al momento e poi, con qualche morbido emendamento, si è appena chiuso il capitolo della famosa legge sul diritto privato degli sciiti. Ma è questione di settimane, forse di giorni. Il testo gira, creando imbarazzo e disappunto, sui tavoli della ambasciate dei paesi occidentali, gli sponsor della democrazia da laboratorio fabbricata per l'Afghanistan dopo il 2001. Con questi risultati?
È una bomba a tempo destinata a creare nuove polemiche e, una volta per tutte, a squarciare il velo (è il caso di dirlo) delle ipocrisie: nel parlamento afghano siedono deputati la cui ideologia non differisce granché da quella di mullah Omar. Sono i vecchi mujaheddin della resistenza anti sovietica, non meno islamisti degli uomini in turbante che assaltano i convogli della Nato. Hanno solo fatto una diversa scelta di campo su cui, per convenienza, a lungo si è chiuso un occhio.
La legge in discussione prevede la nascita di una Commissione etica guidata dal ministero per l'Haj (il pellegrinaggio alla Mecca), nei cui uffici dovrebbe nascere un segretariato operativo col compito di individuare e punire. Preludio forse a una polizia del vizio su modello iraniano. Ed è molto chiara negli obiettivi: intende combattere la «corruzione» ma non quella del portafoglio. Quella «etica e sociale» ossia «atti contro la Sharia islamica...che minano lo sviluppo sociale». E' contro le «trasmissioni devianti...contrarie ai valori islamici» e riguarda l'«osservanza religiosa del velo (Sharia)», il codice attraverso cui vestirsi e la protezione di tutti i luoghi pubblici (dai parchi agli i autobus, dalle scuole ai bazar - praticamente ogni spazio comune) in cui si cammina, si entra o si staziona.
Le punizioni sono variabili: è punito con tre mesi o un anno chi vende e compra alcolici o video cassette in cui si vedano anche solo «corpi mezzi nudi» e l'albergatore che non si assicuri se i suoi ospiti sono marito e moglie. Sei mesi o un anno vengono comminati a chi organizza danze femminili, pena prevista anche per la ballerina professionista che danzi davanti a un pubblico di maschi. Un anno e una multa a chi prepara corsi di palestra per uomini e donne. Tre mesi o un anno a chi permette a una femmina o a un bambino di ballare, mentre una multa tocca a chi dà un passaggio di notte a una donna non accompagnata da parenti o a chi si «travesta» con abiti dell'altro sesso. Ma persino una donna o un uomo che si stringano la mano senza essere parenti andranno incontro a un'ammenda. Che diventa più alta per chi organizza feste miste.
C'è inoltre un monito allarmante alle ong: non potranno far viaggiare il personale femminile senza il compagno legale e non potranno, nei loro locali, ospitare donne che non siano regolarmente impiegate. Come organizzare dunque riunioni con le donne senza mariti o fratelli al seguito? Vengono anche puniti il gioco d'azzardo, il fumo in pubblico e la lotta tra animali (quest'ultima una piaga assai diffusa - dai galli alle quaglie - anche a Kabul). Ma viene anche vietata la musica all'aperto e, se ad alto volume, persino in casa. Come ai tempi del mullah Omar.
* Lettera 22

Ev noi abbiamo mandato nostri connazionali a morire li per dargli la democrazia.... Ma se sono loro per primi che preferiscono stare sottomessi allai loro religione....
 
Top
Heroito
view post Posted on 21/9/2009, 21:38




questo è verissimo.eppure quando c'era la monarchia era tutto meglio.
 
Top
JUVENTINOSUPERDOC
view post Posted on 21/9/2009, 22:06




CITAZIONE (kyklos66 @ 18/9/2009, 12:14)
CITAZIONE (Guinness @ 18/9/2009, 10:34)
:quoto:

forse non sono stato chiaro , volevo sottolineare solo che non sono assolutamente cifre astronomiche

Ma infatti vorrei vedere quanti avrebbero seriamente il coraggio di definire astronomico un compenso di 150 euro per 24h di lavoro in un teatro di guerra. La verità è che per un 5% di gente che ci va per vocazione più un altro tot che è costretta ad andarci perchè magari lavora in Reparti che ci devono andare e basta, ce n'è uno STRA-TOT che ci va perchè torni, se torni, con 15.000 euro (minchia, che cifra astronomica...) con i quali ti aiuti a pagare il mutuo per il resto dell'anno piuttosto che a estinguere debiti contratti come la maggior parte degli italiani che vivono di stipendio. Questa è la verità.


@Terra: ti avevo capito benissimo :blink2:

quanto qualunquismo nelle vostre parole....
disinformazione o no non ci vuole la scienza a capire la verità.
se non erro nella precedente legislatura si è cercato (senza esito) di ottenere la decisione del parlamento di far rientrare tutti i nostri reparti all'estero PERCHE' ECONOMICAMENTE SCONVENIENTE E DAI COSTI MOSTRUOSI INSOSTENIBILI A LUNGO TERMINE X IL NOSTRO PAESE?

Parlate come se avessimo portato quei ragazzi con la forza là.........che ipocrisia.
come ha detto un forumista.......c'è una piccola parte di soldati costretta x necessità oggettive in quanto indispensabili sui posti di guerra.
GLI ALTRI SONO VOLONTARI ADDESTRATISSIMI ED ISTRUITI SUI RISCHI.Hanno fatto gare competizioni concorsi pur di ottenere il diritto ad andare in missione.perchè? perchè non guadagnano 1500 euro al mese.ma dai 6/7 mila IN SU a seconda di ruoli e gradi.
Cifre che non guadagna nessuno da noi tra la gente comune.non facciamo della demagogia parlando di morte.il poliziotto che fa lo scontro a fuoco in una rapina o il portavalori assaltado da un commando guadagna 1.500 euro al mese.corre anch'egli rischi.anch'egli ogni tanto muore (chi vuol capire capisce).

non sto facendo un discorso di umanità.ogni morte è dolore e dispiacere.anche un incidente stradale o una brutta malattia.soprattutto se si parla di giovani.
ma il guadagno certo enorme che permette di risolvere problemi in 5/10 anni di meno rispetto alla normalità.....fa partire QUESTI VOLONTARI COL SORRISO SULLE LABBRA come se avessero vinto un terno al lotto.
perchè tutti diciamo dentro di noi: "tanto a me non succede".lo diciamo tutti in tutte le situazioni delle nostre vite.anche loro lo dicono.
ma quando succede poi.......è il caos.sarà nudo e crudo dirlo ragazzi.....ma i nostri valorosi soldati sono morti sul lavoro, come qualsiasi altra morte bianca riferita ad un lavoro pericoloso.
questo fa più effetto perchè è guerra e si tratta comunque di omicidio, non di una caduta da una impalcatura.ma l'effetto è tutto qua.le morti sono dolorose in qualsiasi dei casi succitati.
 
Top
hustlazz
view post Posted on 22/9/2009, 07:14




FOLGORE! FOLGORE! FOLGORE! SONO ORGOGLIOSO DI ESSERE ITALIANO.

 
Top
122 replies since 17/9/2009, 11:18   1232 views
  Share