Non abito nelle vostre zone, (e in qualche modo ne verrò fuori, peccato che io abiti a 40 km dalla sede della società per cui lavoro altrimenti...
) però i vostri commenti mi hanno consolato.
Io per un paio d'anni ho fatto l'istruttrice minibasket in passato e non avrei MAI MA POI MAI MAI detto a un genitore che suo figlio non era buono di giocare a basket. Anche perché per esperienza personale c'era il bimbo ciccio con la faccia da pesca e i piedi a papera preso in giro dai compagni piccoli e agili e razzenti, e poi dopo tre anni quel bimbo diventava una stanga nerboruta mentre il compagno piccolo e razzente dopo tre anni era piccolo e razzente uguale. Infine non posso dimenticare che conosco bene un giocatore senior molto apprezzato e gran tiratore da tre, e gli manca un pezzo di mano, mi immagino un istruttore minibasket dirgli "con quella mano tu vorresti giocare a basket?"... e cosa avremmo perso, se l'avesse fatto...
Quello che mi amareggia in generale è l'atmosfera iperprestazionale in ambito giovanile, per cui in pratica lo sport giovanile altro non è diventato che il mero scimmiottare di quello senior (con la differenza sostanziale che dei senior si hanno i doveri e non i vantaggi). Noto a malincuore anche una diffusa ipocrisia. Perché non c'è allenatore che non proclami certi valori, ma che poi li metta veramente in pratica beh, è tutt'altro discorso. Sono stata testimone di partite MINIBASKET interrotte per intemperanze dei genitori in tribuna, e scelte "tattiche" di fallo e motivazioni a colpi di "romperemo il * agli avversari". Questo perché magari l'altra società aveva fatto degli "sgarri" o c'era della ruggine. Inoltre, pur conoscendo bene la tematica dal lato dirigente, o forse proprio per questo, ammetto che un genitore che affida il figlio a una società sportiva firma una sorta di contratto in bianco per la faccenda del vincolo (anche se avviato a cancellarsi, e mentre come dirigente me ne dolgo, come genitore ne son contenta perché ho visto succedere di quelle porcate, tipo addirittura spingere un ragazzino a smettere piuttosto di lasciarlo andare, perché non la si può dar vinta a X e X non deve rubarci i ragazzini ecc. ecc. - e al ragazzino chi ci pensa?).
In tanti anni posso dire che gli ideali dello sport giovanile li ho visti traditi tante volte, troppe (se poi ci metto la mia esperienza in altro sport, c'è da piangere). Alla fine diventa punitivo proprio per quei soggetti giovani che non intraprendono lo sport col preciso intento di diventare professionisti: no, si vuole il soggetto
focused, si vuole il risultato, una squadra è buona quando vince o stravince (e forse solo per via del mio background io guardo piuttosto se la gente in campo ha dei movimenti tecnici, giuro che ho visto partite anche di adolescenti dove ho visto né più né meno la tecnica che si apprenderebbe spontaneamente su qualunque campetto, poi non mi devo stupire se in C1 vedo giocatori giovani incapaci di ambidestrismo o con posizioni difensive di fantasia, o tiri dal petto o con una mano e mezza...)
Gli allenamenti di tecnica sono la manna dal cielo proprio per i ragazzini più tranquilli, quelli che non hanno fretta, che non sono smaniosi, che non amano il basket inteso come un continuo correre avanti e indietro per il campo non appena si sa a malapena come funziona il gioco. Ce ne sono, mio figlio non è certo il solo. Ma c'è fretta, tanta fretta, perché c'è da mediare con il nervosismo di chi vuole subito il risutato, ed è inutile dire che è questa parte che viene spesso accontentata.
Tanto per tirare un ponte ideale con un altro topic, io ho fatto un intero anno di minibasket senza giocare (a parte le partitelle tra di noi). Ho avuto Alberto Albique come allenatore, a quel tempo. Io non so come abbia fatto, ma ancora adesso tutto quel che mi ha insegnato di tecnica è rimasta, posso dire di aver "vissuto di rendita" su quegli allenamenti che non mi hanno mai annoiata, perché c'era un piacere anche a fare il ball handling senza sbagliare, o a tirare nel modo giusto...
Non avevo fretta. Non avevo nemmeno talento. Né impressionanti mezzi fisici. Ma ho giocato per anni, e la mia ultima partita l'ho fatta a quasi quarant'anni, prima di rompermi le ginocchia.
E' stato divertente.
Mi domando se davvero adesso sia impossibile lavorare a questo modo, o
non si voglia lavorare in questo modo.