| Nati nel 1926 su iniziatitiva di Abe Saperstain, abile e lungimirante impresario artistico, gli Harlem Globetrotters, un’autentica leggenda della pallacanestro, sono inizialmente impiegati per intrattenere i clienti di una famosa sala da ballo di Chicago, la Savoy Hall, da cui prendono il loro primo nome: Five Savoy. Nel locale, essi danno vita allo spettacolo che fa da intermezzo ai momenti di musica e, pur con quest’unica esibizione, si costruiscono in breve una grande reputazione per le incredibili evoluzioni con cui arricchiscono il loro particolarissimo modo di giocare a basket. Spettacolo sì, ma anche una forma di protesta visto che, in quegli anni, ai neri è di fatto ostacolata la partecipazione ai campionati nordamericani di basket e baseball, i due più importanti sport nazionali. Supportata dalle doti tecniche e atletiche dei suoi componenti, la fama degli Harlem (che nel frattempo, per enfatizzare la loro origine di afro-americani, assumono il nome del quartiere nero di New York) cresce rapidamente, anche grazie alla vittoria del campionato professionistico del 1940 antesignana edizione della moderna NBA. Qualche anno più tardi, gli Harlem si ritirano definitivamente dalle competizioni ufficiali, preferendo proseguire nell’interpretazione del basket in chiave spettacolare. Una scelta vincente che, in 80 anni, li porta a girare il mondo per oltre 54 volte, tutte a partire dagli anni ’50, quando incominciano ad esibirsi fuori da Stati Uniti e Canada. Gli Harlem sono una squadra unica, piena di talenti del basket professionistico ed universitario americano, tutti rigorosamente di colore, come la loro tradizione impone: nel tempo, hanno vestito la maglia del team grandi campioni, come il mitico Wilt Chamberlain, stella dell’NBA tra gli anni ‘60 e ’70, e Earvin “Magic” Johnson.
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