Gentile sig. Giampiero Hruby,
ho avuto modo di leggere l’e-mail del collega coach pubblicata sul
www.basketnet.it ed intitolata “Frangar non flectar” e... non mi trova assolutamente d’accordo né nella parte riguardante la critica verso i crediti PAO, necessari al rinnovo della tessera di Allenatore, né in quella riguardante la tessera di Allenatore (superiore a quella di Allenatore di Base) necessaria per poter allenare sia nelle categoria Nazionali (fino alla B Dilettanti maschile che alla A2 femminile) che in nelle giovanili d’Eccellenza.
Per quel che riguarda i crediti P.A.O., dal punto di vista logistico non credo che partecipare nel giro di due anni a 5/6 riunioni organizzate dal Comitato Regionale Allenatore sia un problema; anzi, sono fermamente convinto che esse siano necessarie allo sviluppo conoscitivo (e parlo di tecnica, tattica, atletica e… chi più né ha più ne mettea!) di noi allenatori troppo spesso fermi nelle nostre convinzioni secolari ed anguste che, spesso, si rifanno più che altro al nostro bagaglio personale di ex-giocatori magari (come il sottoscritto!) di basso livello; insomma, se si vuol far crescere il movimento cestistico, ritengo necessario obbligare noi insegnanti e istruttori di pallacanestro ad aggiornarci.
Obbligarci appunto ad aggiornarci visto che, come noto, la maggior parte di noi italiani (me compreso!) tende a fare (o a non fare!) le cose soltanto quando gli è imposto a termine di legge; obbligare noi allenatori a seguire questi mini-clinic, è stato un puro modo per farci partecipare visto che quando non lo erano… difficilmente vedevamo la folta presenza di noi istruttori impegnati sì, molto spesso, sui campi ad allenare ma, altrettanto spesso, semplicemente “menefreghisti” verso questi incontri formativi.
Se poi, vogliamo discutere (come ho avuto modo di leggere nella lettera scritta da coach Ettore Messina), sul fatto che “…il sistema di aggiornamento periodico obbligatorio ha una validità se poi è prevista una verifica di ciò che si vuole venga appreso..”, questo è un altro ambito che una sua totale validità.
Per quel che riguarda la necessità di prendere la tessera di “Allenatore” per allenare nelle categorie giovanili d’Eccellenza… non posso che confermare come la ritenga (e non solo perché l’ho presa a mie spese!) una norma giusta e quanto mai tardiva a divenire. Convinzione che sposo sia allacciandomi a quanto ampiamente discusso sopra sull’esigenza di un aggiornamento necessario per chi vuole insegnare basket e lo vuole fare per decenni, sia per il fatto che ricordo quell’esperienza biennale di Norcia come un momento formativo che ha letteralmente modificato il modo di allenare facendomi progredire. Chi non ha fatto queste esperienze, con tutto il rispetto, non può dire d’essere un coach o, almeno, non può dire di esserlo completamente.
A tal proposito, sto personalmente combattendo una battaglia serrata contro chi (e le assicuro che ad Ancona esiste!) permette ad allenatori della propria società di allenare sia in B Dilettanti che nelle categorie giovanili d’Eccellenza (servendosi di un “prestanome”) seppur privi di quella specifica tessera di Allenatore. Troppo spesso ho dovuto ascoltare la filastrocca raccontatami da molti che, non riteneva giusto dover prendere la tessera di Allenatore per il fatto di dover trascorrere, per due estati consecutive, due settimane a Norcia (o a Bormio) a proprie spese. Chi ha sostenuto quel corso è più stupido degli altri? O è semplicemente più bravo? La domanda sorge spontanea.
Se ne avrà la possibilità spero possa pubblicarla. Comunque sia, la ringrazio fin d’ora per la disponibilità. Saluti,
David Luconi (Allenatore serie D maschile - Under 17 regionale)