CITAZIONE
Lega 2 - Parla Ryan
di Michele Gerevini - 01/05/2008
Fonte: dalla rete Difficile da credere, ma il primo playoff italiano di Damien Ryan arriva solo alla quinta stagione nello stivale: per fortuna della Vanoli, quella in corso. Strano che un giocatore del suo calibro non abbia mai disputato la post season, di certo l’australiano non ne fa un dramma, anzi: “Non ho mai avuto la possibilità di disputarli, però ho sempre lavorato per raggiungere quel traguardo: ora che l’ho centrato, vorrei provare a vincere. Non è una sorpresa, non penso di avere pretese particolari, ci scontreremo contro con un top team come Casale allenato da un coach di spessore e con giocatori di qualità superiore nel roster: difficile fare una previsione, abbiamo comunque l’obbligo di provarci per non lasciare nulla d’intentato”.
Il fatto che in campionato il responso vi abbia premiato due volte conta davvero così poco? O è uno stimolo ulteriore per entrambe?
“Possiamo vincere in “conference” tutte le volte che vogliamo, ma la post season è tutta un’altra cosa, lo sai meglio di me. I ragazzi vogliono vincere prima di tutto per loro stessi, per dare un senso alla stagione: controlleremo quello che potremo controllare, anche l’emozione, l’intensità, l’applicazione difensiva. Se butteremo sul campo tutte le nostre migliori caratteristiche, anche la qualità dell’azione offensiva salirà di conseguenza: certo, il double in campionato fa piacere, ma da domenica si gioca ad un altro gioco”.
Cioppi ti sta preparando per la difesa su Pierich, ma soprattutto verrai dirottato su Bell; o Taquan Dean. A parte gli auguri di rigore, chi è meglio non marcare dei due?
“Poca scelta, due giocatori clamorosi, basta vedere il loro score per capire con chi si ha a che fare: a me o chi per me cambia poco, massima attenzione sui due lati del campo, senza dimenticare gli altri”.
Casale forte, d’accordo, ma anche voi non scherzate.
“Certo, siamo una buonissima squadra, dieci giocatori intercambiabili mentre la Fastweb è più corta; siamo esperti, ambiziosi, con talento e capacità di interpretare il momento. Adesso è il momento della verità, i ragazzi vogliono vincere, sappiamo di poterlo fare, ognuno è pronto a rinunciare a qualcosa per dare una mano agli altri: Lollis è carico, Gigena non parliamone, penso siamo pronti, le 4 partite in sette giorni non spaventano, stiamo lavorando per quello. Magari nemmeno ci arriviamo, alla quarta”.
Gara 5, punto a punto estenuante, Soresina ha in mano l’ultimo tiro: è tuo?
“”The last shot”, il sogno di ogni giocatore…premesso che preferirei non arrivarci, a gara 5 e chiuderla magari in tre partite, sfruttando al massimo le prime due gare casalinghe della serie, una delle leggi non scritte dei playoff è che se non sei più forte dell’altro, già sarebbe un successo arrivaci alla bella; ebbene, in quel caso si, quel tiro vorrei prenderlo io: mal che vada, contribuire a costruire il miglior tiro possibile”.
Non hai mai perso il tuo self control quest’anno, mai una protesta sopra le righe, mai una reazione anche di fronte a evidenti errori arbitrali: retaggio d’un british style degli antipodi?
“Esperienza, solo esperienza, gioco in Italia da 4-5 anni, ho capito la vostra mentalità ed è inutile protestare: penso solo al gioco, cerco di far valere tutto il lato australiano della mia personalità, cioè relax senza però rinunciare alla leadership. Che come dite voi è silenziosa, però non la faccio mai mancare”.
La miglior squadra vista quest’anno?
“Dopo di noi, naturalmente…di sicuro Ferrara; poi Caserta, giocatori forti in ogni posizione che già due volte ci hanno messo sotto, ma non devo essere certo io a ricordare che adesso si gioca un’altra pallacanestro; per arrivare a questo livello, tutte le squadre qualificate devono avere avuto qualcosa di speciale, il che rende ancora più interessanti e incerte tutte le serie. Anticipo la risposta alla domanda che verrà: il miglior giocatore è stato Collins, la point guard di Ferrara, completo, capace di tirare, penetrare, coinvolgere i compagni alzandone il rendimento. Si, il migliore è stato lui, ha fatto un buon lavoro”.
Tre mesi e mezzo alle Olimpiadi: speranze intatte?
“Ci sono, eccome se ci sono. Momento unico per un’atleta, vorrei andarci: lo scorso anno ho speso l’estate giocando per le qualificazioni, fatto un sacco di tornei con la nazionale, messo a disposizione la mia esperienza avendone in cambio molte soddisfazioni ed un’ulteriore crescita tecnico-tattica. Certo, il dover fare su e giù per il mondo porta ad avere cali di rendimento ogni tanto, pur accumulando esperienza ad ogni partita: ho dato tutto quello che potevo, ancora darò quando chiamato in causa, sapendo che dovrò spremermi al massimo per convincere il coach. Andarci è importantissimo, anche per la carriera futura: lo scorso anno fu decisivo, spero lo diventi anche questo, una robusta carriera in Europa per quanto possibile, magari in Italia, anche a Soresina se il presidente lo riterrà opportuno. Da Pechino passa il mio futuro; non dovesse arrivare la convocazione, significa non l’avrò meritata, quindi lavorerò ancora più duro. Prima ci sono i playoff , all’Olimpiade ci si pensa dal giorno dopo”.
Com’è la tua vita cremonese? Melbourne non è esattamente la stessa cosa…
“Ci sto benissimo, nella sua diversità è assolutamente a misura d’uomo: tranquilla, piccola eppure grande. Grande nel senso che tutto qui è eccellente: le persone, la qualità della vita, lo sport, il cibo, i giornalisti ma non tutti (ennesimo sorriso in mezzo a mille, ndr). Non riesco a trovare nulla di negativo nella città, tranne il clima! Passo l’inverno in Italia e quando torno downunder me lo ritrovo anche a casa, seppure meno rigido: è una congiura”.
I pronostici di Damien Ryan, in palio una cassa di Forster’s?
“Caserta-Rimini dico Caserta. Rimini sta giocando bene, giocatori di spessore, ma la Pepsi è veramente forte, al PalaMaggiò vincere è sempre complicato. Jesi dovrebbe avere la meglio su Sassari, mentre tra Reggio e Pistoia, nell’equilibrio dovrebbe spuntarla Reggio. Ne manca una dici? Già…beh, i playoff sono strutturati sulle cinque gare diciamo che se la chiudi in tre ti godi un bonus che puoi sfruttare in altro modo. Difficile ci siano sorprese dopo cinque incontri alla morte: vince sempre il migliore”.