Coppa Italia A1: l'eterna Schio e quello che ci ha detto la Final Eight in prospettiva-playoffLa capitana di Schio riceve il trofeo e lo alza al cielo fra il giubilo delle compagne e il rutilare di coriandoli. Quante volte abbiamo visto questa scena negli ultimi 15 anni? Giusto una quarantina (14 Coppe Italia, 13 Supercoppe, 11 scudetti; fanno 38, ma manca poco alla cifra tonda).
Non si corre il rischio d'eccitarsi troppo per l'alternanza di vincitrici, per l'equilibrio mozzafiato, nel nostro basket femminile.
Ma il cannibalismo nello sport non è reato, anzi: non è colpa delle scledensi, anzi è gran merito se, nonostante la bacheca stracolma, sembrano sempre loro quelle più affamate di vincere (e non solo le più forti, che a volte non basta); e aveva ragione il vecchio Andreotti: il potere logora chi non ce l'ha. Le avversarie, trofeo dopo trofeo, si confermano o troppo inferiori, o brave a mettere occasionalmente alle corde Schio mancando però il colpo del k.o., oppure incapaci di giocare due grandi partite di fila, requisito indispensabile per portare a casa una competizione su più giornate.
Della prima categoria fa parte la generosa ma troppo corta Sassari; della seconda la volubile Ragusa che ha giocato una gran partita ma ha sbagliato il tiro per vincere; della terza una Reyer che certo non esce male da queste Final Eight, ma in finale è stata lontana parente di quella che la sera prima aveva sciorinato 15 minuti da salto sulla sedia contro Bologna. La quale a sua volta rimane incagliata nella categoria delle "grandi oggi, piccole domani": dopo la Supercoppa d'inizio stagione, in cui impressionò in semifinale salvo sciogliersi al cospetto di Schio l'indomani, stavolta ha mostrato i muscoli con Campobasso (e di nuovo ci siamo cascati, pensando: "Questa è la volta buone che vince la Virtus") ma è inopinatamente evaporata contro Venezia.
- Storia di una
finale senza storia. La Reyer è senza Santucci dopo la contrattura rimediata in semifinale, ma è arduo pensare che con lei sarebbe cambiato qualcosa. Mazzon ripropone il quintetto che aveva preso un'imbarcata in avvio con Bologna, e puntualmente prende l'imbarcata anche stavolta: 8-0 in 2 minuti, 12-2 dopo 3'30". Errore fatale del coach veneto? Forse, ma altrettanto forse, cambiando quintetto prendevi l'imbarcata al giro di cambi. Contro una Schio in formato-killer, o rispondi con una grande prestazione o prima o poi ti ammazzano. E Venezia non ha risposto con una grande prestazione. In realtà appena ha tolto Yasuma, Pan e Kuier, mettendo Villa, Delaere e Madera, si è rimessa quasi in pari (14-12) ma è stato un fuochetto di paglia.
La contro-risposta delle cannibali è stata micidiale: 5-0 nel finale di 1° quarto con Howard e Sventoraite (19-12), poi Sottana in avvio del 2° quarto, poi Bestagno e ancora la lituana (27-16 al 13', dopo un numero di Villa, due volte dietro la schiena in palleggio, sprecato da Yasuma che sbaglia la tripla sul suo scarico; e non è l'unica occasione sciupata dalla Reyer in questo momento-chiave), infine - dopo una mini-reazione lagunare, 30-23, con timeout precauzionale di Dikaioulakos - si è presa tutta la scena la matadora di serata, Howard, col suo show balistico da 5 triple, e buonanotte al secchio (42-25 al 19'); anzi, la buonanotte l'ha augurata a tutti Verona con una tripla allo scadere dell'intervallo, pazzesca, da poco oltre metà campo (47-28); e dopo una botta così non ti rialzi più.
Soprassediamo sul secondo tempo perché è servito solo alle più volenterose tra le veneziane per mettere un po' di fieno nel proprio tabellino, senza che la partita minimamente si riaprisse (66-45 al 30'); il punteggio finale,
73-62, non umilia Venezia ma a chi si ricorderà di questa finale rimarrà in memoria un dominio assoluto di Schio.
Howard 20 punti, tutti nel 1° tempo, si pappa l'mvp; Mabrey 11 (senza nemmeno doversi spremere, ancor meno Ndour, 2 punti), Sventoraite 10; di là Shepard 12+9 rimbalzi ma senza incidere davvero; Villa e Fassina 10, di cui parecchi a buoi scappati. Dati più eloquenti sono: Venezia 20 palle perse; 10 triple Schio contro 5; Yasuma meno 22 di plus/minus, Kuier meno 18.
- E quindi se la Coppa vale come indicazione per i
playoff, torna ad essere Schio la squadra da battere, dopo l'effimera cessione dello scettro a Bologna nel finale di stagione regolare. L'incognita è la Final Four di Eurolega, piazzata fra quarti e semifinali: comunque vada, succhierà energie fisiche e mentali. Lì potrebbe, una Reyer che nelle sue oscillazioni sfoderasse il meglio e non il peggio di sé, approfittarne per colpire; ma prima dovrà sbarazzarsi di una Ragusa che se è quella vista in Molise, è assolutamente competitiva.
- La Virtus entra papa a Campobasso e ne esce cardinale. Schio aveva un problema sotto canestro, visto il flop di Zahui, ed è corsa ai ripari con Sventoraite che non è una cima, ma strada facendo si sta mostrando utile. Bologna ha celebrato lo storico primato in stagione regolare, e va bene, ma al momento di fare sul serio il problema-Dojkic si è riacutizzato e cosa è stato fatto per non pagarlo carissimo?
Altrettanto penalizzante quando ti trovi contro Schio o Venezia, è il dislivello tra le top-5 di Bologna e il resto dell'organico. Se le "titolari" non fanno pentole e coperchi, non vi è chi possa rimediare con assi nella manica dalla panca, come ha dimostrato di poter fare Venezia in semifinale.
Quindi rivedremo nei playoff il film della Coppa, cioè il flop sul più bello? Non è detto: c'è una differenza non da poco a vantaggio della Virtus, e cioè che con la testa di serie n°1 eviterà sia Ragusa sia Venezia sulla strada verso l'auspicata finale. Resterà l'ultimo passo da fare; sarebbe bello se davanti a 5.000 persone al PalaDozza.
Sullo screzio, o scambio d'opinioni, avvenuto tra Zanda e Ticchi in semifinale, non mi pronunzio,
perché può essere spia di un nervosismo covante sotto la cenere, di un rapporto scollato, oppure non essere spia di nulla ma solo un episodio, indice di una più che comprensibile voglia di vincere che per ora non s'è appagata.
-
Venezia è la terza incomoda per il titolo o solo la terza e basta (anzi, magari destinata a farsi sorprendere da Ragusa)? Well, la Coppa ha dato indicazioni contraddittorie: esaltante la semifinale (anche se, a ben vedere, si è trattato di 10-15 minuti di fuoco, non di 40), un po' depressiva la finale. Certo, come abbiamo già apprezzato in Eurocup, è una squadra che sa appassionare, soprattutto per via delle italiane giovani, però come abbiamo già notato in varie salse, se non hai straniere di grande (o almeno buona) affidabilità rischi di non andare lontano; e le suddite di Brugnaro non le hanno, sia pure a livelli diversi tra l'una e l'altra.
- Quindi, per chiudere, posto che Bologna-Crema e Schio-Campobasso non dovrebbero riservare sorprese, e posto che Venezia-Ragusa abbiamo già detto prospettarsi interessantissima, rimane un
Sassari-Geas rivincita immediata del bruttino, ma non banale, quarto di Coppa. Il Geas ha un organico più lungo, su questo non ci piove (rotazione da 10 contro 7) ma soffre di vuoti d'aria paurosi. Vedi appunto quanto successo a Campobasso: va a +16 in un quarto e rotti, poi si sconnette e finisce sotto; si riprende ma in volata perde.
L'altro problema, rispetto a Sassari, è il rovescio della medaglia di un organico lungo e "democratico": le sarde sono corte corte, ma hanno riferimenti chiarissimi; mentre Cinzia Zanotti ogni volta, a parte una Moore che ha trovato una bella continuità, non riesce a prevedere su chi delle sue sarà in serata e chi no, perché chi svetta una volta è anonima la volta dopo, e viceversa. Potenzialmente comunque la serie è 50-50%, diciamo 51% per Sassari perché ha il fattore-campo.
Nella foto: cambiano ogni anno alcune facce, ma la scena è sempre la stessa.
Edited by meursault - 4/4/2023, 10:38Attached Image: Schio_festa-CItalia