Finali promozione di A2. Al termine di radiose giornate di maggio,
Broni e
La Spezia salgono la scalinata del paradiso. Le grandi favorite di tutta la stagione ce la fanno, una 2-0 e l'altra 2-1 ma entrambe passando attraverso le forche di un supplementare. Serie nobilitate dalla capacità di Castel S. Pietro e Crema di dimostrarsi all'altezza.
Broni, l'immensità. Giammai si potrà superare, al massimo eguagliare, anzi forse c'è stato qualche eguale nel passato, ma mai nell'era della Coppa Italia di A2, quindi con un'imbattibilità su un numero minore di partite e senza il doppio trofeo.
In
gara-1, il 15 maggio, nel calderone bronese, la corazzata di casa cerca subito la fuga (18-9 dopo 6 minuti) con Bratka dominante in area. La Magika risponde però con sorprendente personalità, per nulla scossa dal ciclone iniziale; del resto arrivava carica a pallettoni dopo aver eliminato Ferrara col fattore-campo a sfavore, fruendo dell'effetto-
Suarez, cioè il play spagnolo preso ad aprile e nuovo catalizzatore del potenziale delle varie Brunetti, Santucci, Pieropan oltre a concludere spesso e volentieri in proprio. Le varie reduci dalla finale dello scorso anno col Geas avevano poi evidentemente un'esperienza utile da calare sul piatto in questo nuovo assalto-promozione. Così con un parziale di 11-22 nel 2° quarto era +1 Castel all'intervallo (35-36).
Era decisiva però la contro-reazione di Broni nel terzo: dopo una tripla iniziale di Suarez, la difesa di casa veniva sigillata col silicone Saratoga, non concedendo più alcun punto sino alla sirena, contro 14 realizzati (49-39). Il vento cambiava così definitivamente rotta, con Galbiati che nel finale sigillava dalla lunetta (
69-56). Bratka 23 e Galbiati 18 per chi vince, Brunetti 22 e Suarez 15 per chi perde.
Per
gara-2, mercoledì 18, c'è un esodo biblico di tifosi da Broni. Non solo i Viking ma mezza città; si dice 300, magari non in maggioranza numerica ma sicuramente acustica per larghi tratti.
Rischiano però di tornare con le pive nel… Sacchi, perché Castel S.P. fa davvero di tutto per pareggiare la serie. La chiave sta, apparentemente, nell'approccio battagliero con cui le bolognesi aggrediscono Broni, senza cioè partire con quel po' di timore reverenziale che durante la stagione ha condizionato le pluri-battute avversarie delle pavesi.
Suarez ancora trascinatrice principe; con lei stavolta non tanto Brunetti ma le gemelle locali Santucci-Franceschelli. Inoltre Bratka è museruolata per bene dalla difesa allestita da Seletti.
La Magika zompa sul
24-13 al 10', ma da lì inizia un'erosione lenta ma progressiva del vantaggio; prima +6 al 20', poi +5 al 30', finché la difesa, vera arma principe di Broni quest'anno, più ancora del talento offensivo delle "big", fa di nuovo la differenza concedendo 11 punti nell'ultimo quarto. Sembra tuttavia che Castel S.P. arrivi in porto, sul +3 e due liberi per Santucci e mezzo minuto dal termine o giù di lì. Ma la talentuosa '97 non è, storicamente, affidabilissima dalla lunetta e li manda ambo sul ferro. E se non ammazzi il drago, rischi che ti stordisca col colpo di coda. Infatti
Richter, nome che evoca terremoti,
provoca un sisma nella parte di palazzetto occupata dai bronesi, infilando una tripla tabellata a -7" per il supplementare (64-64). Salvata la ghirba, l'OMC Cignoli (o Cingoli, com'è stata chiamata per tutto l'anno dal sito Fip) ormai ha le ali ai piedi e domina il prolungamento (
69-78). Pavia 18, Galbiati 17 per chi trionfa; Suarez 21, Santucci 17 per chi geme per il secondo anno di fila in finale.
Più che una vittoria è una festa di popolo; simbolicamente un paese intero, come non di frequente succede nel femminile, gioisce insieme alla squadra. La Lombardia ritrova il posto in A1 temporaneamente perso con la retrocessione del Geas. Auguriamo a Broni di aver miglior sorte delle sestesi ma intanto questa squadra imbattibile è già leggenda. E' probabile che la squadra di Sacchi avrebbe comunque vinto in gara-3 (anche se, con tutta la pressione addosso, non è detto), ma con la perla del percorso netto vale molto di più. D'ora innanzi, almeno nella prossima decina d'anni, quando apparirà sulla scena dell'A2 una nuova dominatrice, si dirà "sì, brave, ma vuoi mettere con Broni del 2016?".
Fine prima parte - si continuerà prossimamenteNella foto: la festa di Broni e, sotto, i due lati opposti della storia: l'esultanza di Richter dopo la tripla salva-partita, e il dolore di Castel S. Pietro.
Edited by meursault - 27/5/2016, 22:08Attached Image: Broni-promoz-ok