Semifinale, gara-3: Schio è Schio, Venezia no- Non c'è niente da fare: razionalmente puoi ripeterti mille volte che "nei playoff ogni partita fa storia a sé"; puoi scrivere (come in effetti avevo fatto) qualcosa tipo "mai scommettere contro Schio in una gara-3"; ma quando vedi una squadra sulle ginocchia farsi scartavetrare dall'avversaria, emotivamente non riesci a immaginare che nel giro di 3 giorni possa cambiare tutto.
E invece va proprio così: il collasso delle arancio era solo temporaneo; ancora una volta, spalle al muro, trovano energie dal fondo del serbatoio, o perlomeno riescono a mettere in scacco l'avversaria, che non sa premere il grilletto quando sembra avere la tempia delle scledensi a portata di sparo.
La sua parte la fa sicuramente il PalaRomare; lì, nel suo fortino, è come se un'aura moltiplicasse le forze scledensi e fiaccasse quelle altrui. Non è un caso se l'altalenante Famila di questi playoff ha sempre vinto dentro (4-0) e perso fuori (0-2); e come si ricorderà, pure nella finale-scudetto perduta nel 2021, contro una Venezia più gagliarda, le arancio cedettero netto 3 volte su 3 al Taliercio ma riuscirono, con le unghie e con i peli, a strappare le due in casa.
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Tredici finali consecutive, più tutti i trofei minori che sfuggono solo ogni morte di papa; certo, col primo budget d'Italia si parte avvantaggiati, però, crisbio, non è che bastino i soldi per vincere 99 volte su 100 quando conta (chiedere a Milano maschile, per quanto il paragone valga solo fino a un certo punto). C'è un ambiente, io credo, sia a livello di pubblico sia di società, che riesce a mettere la pressione giusta, e cioè non ti permette di sentirti appagato, ti dà l'idea che c'è sempre qualcosa in più da conquistare, ma senza stressarti con lo spettro del fallimento. Poi evidentemente vincere aiuta a vincere e fa da calamita per altri successi, così come, per le avversarie, continuare a sbattere la testa contro il muro di Schio mette tarli che rodono nella testa quando si arriva al dunque.
Fatto sta che Venezia, due volte quest'anno, ha battuto Schio, ma le due volte in cui c'era l'obiettivo grosso in palio (finale di Coppa Italia e questa gara-3) ha giocato molto peggio della volta prima, quando evidentemente la testa era più sgombra.
Si può discutere, come leggo che si sta facendo, se Mazzon doveva far giocare più in velocità le sue, per sfiancare Schio, dare più minuti a Tizia e meno a Caia, ma è uno sterile confrontare i fatti con le ipotesi, col presupposto di fondo che l'allenatore di turno sia uno strano incrocio tra un somaro e un masochista.
Chiaro che il coach azzecca qualche mossa e ne sbaglia altre, ma la vedo in modo più semplice: stanca o meno, Schio ha più giocatrici affidabili nei momenti di massima pressione (nonostante manchi Ndour che sarebbe una di quelle), mentre Venezia ha tante buone giocatrici ma nessuna che ti offra la garanzia di traghettare la squadra oltre le difficoltà, contro una Schio, o contro un Galatasaray, eccetera. Né fra le straniere né fra le italiane. Cioè: occasionalmente più d'una di loro lo può fare, ma è come tirare un dado.
L'occasione grossa per fare il colpo in trasferta, questa era la sensazione alla vigilia della serie, sarebbe stata soprattutto gara-1, con Schio reduce dalle Final Four; e così è avvenuto. Gara-3 è finita di 5 punti ma, a ben guardare, Venezia da metà 2° quarto, non è mai stata avanti e non ha mai dato realmente la sensazione di prendere le redini. Fatto sta che se esci sconfitto da una serie in cui la differenza-canestri (se mai contasse) è +16 per te, è dura consolarsi con le solite frasi "a testa alta", "dato tutto", eccetera. E' un'occasione gigante non sfruttata.
Peccato per la Reyer, perché è un gruppo che si è fatto amare (anche in gara-3 tanti al seguito), però in tutte le competizioni le è mancato qualcosa sul più bello. Amen, può essere un buon punto di partenza se fa le mosse giuste in estate per rafforzare senza stravolgere.
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Cronacuccia. Se fosse una partita di calcio, sarebbe una di quelle bloccate sullo zero a zero con scarsi o nulli tiri in porta; ma è basket e un po' si segna, ma poco poco, in un
1° quarto in cui Schio sembra ancora imballata come in gara-2 ma Venezia ha perso tutta la baldanza che aveva sabato ed è contratta come una corda di violoncello; al 10' si è su un risicato
9-10, fissato da Nicolodi. Sono più gli spalti, strapieni (2800 spettatori dichiarati; probabile l'esaurito anche senza ingresso gratuito), a offrire spettacolo.
Secondo quarto più frizzante e, direi, di peso psicologico notevole, anche se non sbilancia il punteggio. Ma è il momento in cui si capisce che la supremazia di gara-2 per Venezia è evaporata. All'inizio della frazione, infatti, le suddite del doge (ancora prive di Fassina) fanno un minibreak con Pan e Villa, la quale appare con la verve dei giorni migliori, dopo due gare offensivamente opache. Da 13-19 per le ospiti, però, s'accende Verona che segna 9 punti cruciali per ribaltare l'andamento (parziale di 13-2), compreso un arresto-e-tiro in transizione che danza sul ferro ed entra, a mo' di segnale del destino. A sua volta Venezia reagisce con Shepard e Kuier (uno dei pochi loro lampi di giornata) ma Schio va sul
28-26 all'intervallo.
- La ripresa sarà tutta una serie di allunghini di Schio e rimontine di Venezia, sempre senza vera continuità da parte degli appannati attacchi; casomai ancora fiammatine individuali a turno.
Nel
3° quarto Schio va sul 35-28; Villa torna a farsi sentire (35-34) ma si segna davvero poco, 11-10 nella frazione, ed è
39-36 al 30'.
Ogni scenario è possibile, anche quello di un crollo repentino di Schio per sfinimento. Invece no, avviene il contrario. Il Famila allunga con Sventoraite (discreto fattore stavolta), Sottana con un triplazzo e la consorte Mestdagh dalla media: 48-38 a soli 5'30" dalla fine.
In perdurante latitanza delle straniere veneziane, è Santucci, fin lì imprecisa, a riprendere la partita per i capelli, con 6 punti; sul 48-46 a 4' dal gong, tutto si riapre di nuovo. Ma per l'ennesima volta Schio "under pressure" reagisce da par suo: triple di Howard e Verona mentre nel contempo Villa e Yasuma da 3 sbagliano: sul 56-48 a -1'15" le sorti della serie sono segnate.
Il forcing finale di Santucci e Kuier lenisce lo scarto al
62-57 finale, dando l'idea di un equilibrio maggiore di quello che in realtà c'è stato.
Marcatrici: per le regine che non abdicano, Mabrey 17, la più costante anche se con 5/15 al tiro (era stata male di stomaco nei giorni precedenti, ha svelato Dikeoulà nel dopo-partita); Verona 12; Howard, Sventoraite e Keys 8; per le sfidanti che non sfondano, Santucci 11, Shepard 9 con 3/10 (ahi ahi), Villa 9, Kuier 8 (uhi uhi),
Nella foto: Shepard fermata dalla difesa di Schio.
Edited by meursault - 27/4/2023, 13:51Attached Image: schio-venG3