CITAZIONE (hulkster @ 21/11/2008, 12:36)
sono daccordo con te su tutto, ma per la crisi Russa non mi dispiace per niente, per anni hanno tolto competitività alle maggiori compagini europee, sfornando contratti impareggiabili e di conseguenza togliendo interesse per le coppe europee maschili e femminili.
Il dissesto del CSKA, che purtroppo è negativo per il movimento, non è mica cosi isolato. In islanda, campionato europeo di livello medio basso ma con squadre che fanno le coppe europee e stipendi più che dignitosi nella media europea, la grossa crisi economica in cui è caduto il paese ha portato alla crisi finanziaria di 3 grosse banche, che erano i principali sponsor del campionato, con il risultato che sono stati rilasciati tutti i giocatori americani (circa una quarantina nella massima serie maschile e una ventina nella massima serie femminile, più o meno lo stesso numero per la seconda serie) e qualche squadra non riesce a affrontare le trasferte, che non sono proprio come andare da milano a bologna in autostrada. Ma senza andare cosi lontano basta vedere cosa è successo questa estate in spagna, dove è saltata una società storica come il girona, e ancora più vicino a noi a viterbo, dove è bastato il dietrofront di uno sponsor per far crollare la società, con l’effetto che vediamo, straniere rilasciate, retrocessione certa e quant’altro. Troppo facile dare la colpa alla crisi economica mondiale, si sa che lo sport è le sponsorizzazioni sono le prime cose a venire tagliate. Certo è che il mecenatismo che tiene in piedi il nostro sistema, più ai massimi livelli che non nel sottobosco dove si vive ancora dei mille euro che ti da il panettiere per il calendarietto e i tremila euro che ti da il carrozziere per lo striscione in palestra, non aiutano la situazione. Non è comunque giusto criticare la gestione del CSKA perché avendo possibilità superiori alle altre gonfiava gli stipendi, è la stessa cosa che fanno tutte le società che hanno più soldi delle altre, anche in Italia succede, chiedere a Venezia Schio e Taranto… E’ un po’ che parlate di Reyer, il vostro amico reyerino la esalta spesso dal punto di vista gestionale, ma forse gli sfugge che anche la Reyer, come il CSKA, è tutto un grande bluff. Non c’è niente di solido dietro. C’è Brugnaro che è un grande appassionato e vuole vincere e ha la fortuna di avere una azienza che negli ultimi 5 anni ha aumentato il fatturato del 300% o giù di li. A parte che, visto il tipo di azienda e la situazione del mercato è anche interessante capire come sia salito in modo cosi esponenziale il fatturato di Umana, ma qua stiamo parlando di basket e non di economia aziendale. Detto questo la Reyer è un castello di carte, guardate i suoi main sponsor. Umana, e va bene, Casinò di Venezia, che visto il numero di società ed eventi che finanzia non credo si sveni troppo per ognuno di essi, Vento di Reyer, società di abbigliamento del gruppo Reyer che vende prodotti griffati Reyer, Attiva, società di marketing e comunicazione del gruppo Reyer che si occupa della promozione dell’immagine e della comunicazione di Reyer e di Umana. Fine. Quale è la conclusione? Intendiamoci, nulla da dire contro Brugnaro, anzi chi porta soldi nel sistema, e lui ne porta non tanti ma tantissimi tra maschile e femminile, fa bene al sistema, se non crea distorsioni. Reyer è innovativa, è la prima società italiana che si è creata la sua tv e ognuno la domenica può vedersi la partita dal pc di casa a 1 euro pagando con carta di credito, non lo fa nessuno in italia, c’è rosso alice per la serie A maschile ma è un circuito dello sponsor del campionato, non di una società. In Europa conosco solo euroleague Tv e nessun altro caso simile. Reyer fa anche iniziative carine, tipo “adotta un tifoso”, ossia se qualcuno si avvicina al basket per la prima volta quando va al palazzetto può chiedere aiuto a un ragazzo che si siede vicino a lui e gli spiega le regole… Quantomeno originale. Reyer spende 70.000 euro netti l’anni per la consulenza di Dan Peterson, che una volta al mese raduna allenatori e staff Reyer e li motiva…. Beati loro, con 70.000 una società di medio livello ci prende un giocatore americano/a. Ma Dan è Dan, conosce il basket meglio di tutti, anche se per 7.000 euro al mese troveremmo anche noi argomenti per tenere discorsi motivazionali di due ore… Il tutto solo per dire che Reyer ha i soldi, e quando hai i soldi è tutto più facile, puoi mettere le cheerleader, fare un sito internet di primissimo livello, innovativo e sempre aggiornato ed è facile emergere in un mondo dove si lotta per sopravvivere, dove entri in competizione con Umbertide che il sito internet manco ce l’ha, o con chi ce l’ha ma è graficamente illeggibile, quasi tutte le altre (guardatevi il sito di taranto per favore). Ma come è saltato oggi il CSKA domani potrebbe saltare Reyer perché alla spalle non c’è niente di solido, non c’è una copertura nemmeno parziale dei costi con i ricavi dell’attività, c’è solo mecenatismo. La Reyer a giugno 2008 ha organizzato le finali under 19 maschili a venezia (non al talericio, troppo comodo, all’arsenale. 1 km dopo piazza san marco) e a pellestrina, isoletta a 45 minuti di vaporetto da piazzale roma. Bei posti direte voi, certo peccato che alle finali ci sono solo addetti ai lavori, che non sono li a fare turismo, e vai con alberghi a venezia impossibili da trovare a meno di 100 euro a notte, trasporti solo in vaporetto a 7 euro a tratta con ore di coda in mezzo a turisti giapponesi, ecc.ecc. dice: ma perché ci racconti questo? Perché tutte le società si sono lamentate della logistica delle finali, risposta della federazione? Reyer ha pagato per organizzare, Reyer organizza come vuole. Bene. Sono state le prime finali under 19 della storia a pagamento, 15 euro al giorno per vedere i ragazzini, pagati solo dai genitori dei ragazzini) comunque scusate la divagazione, reyer organizza le finali, dietro i canestri due gigantografie una di “bobo” prandin, veneziano doc che ha appena conquistato la legadue con la reyer (e costruito un po’ dalla reyer un po’ dal college italia a vigna di valle), e uno di giorgia sottana (formatasi in parte, non tutta, in reyer), slogan sul manifesto: Crediamo nei giovani. Proprio in quei giorni viene presentata Corradini, con queste parole: “miglior playmaker giovane della scorsa stagione, lo abbiamo preso noi per consacrarla ai massimi livelli, crediamo nei giovani”. Bravissimi, peccato che appena napoli ha avuto bisogno di due soldi hanno ricoperto d’oro cirone e la giovane in cui credono è li a fare il terzo playmaker e la partita in cui ha giocato di più ha fatto 9 minuti e siamo a fine novembre. E allora di cosa stiamo parlando? Cosa ci vogliamo raccontare?
Il Geas, si parla di geas, polemiche infinite su cosa succede al geas,gente che si dimette e che spara a zero sugli altri. Non succede niente di particolare, semplicemente comandano persone diverse e la società si è riposizionata sul mercato, contano i soldi e chi porta i soldi decide, i rapporti umani passano in secondo piano. E come in tutte le società quando c’è un passaggio di potere c’è della gente che esce, o viene fatta uscire, e della gente che entra. Può piacere o non piacere ma non è più il Geas di due tre o cinque anni fa, Lo so che è la solita retorica, ma non c’è pochissimo di romantico nello sport ad altissimo livello, non ci sono più le bandiere, le identità societarie. Ci sono i soldi, la politica. Ma per fare un esempio stupido, aprite la gazzetta dello sport e aprite, se la avete (io ce l’ho) una copia della gazzetta di 15 anni fa. Ma vi sembra lo stesso giornale??? La gazzetta oggi è piena di pubblicità, giochi a premi, il Gazza store che vende di tutto e di più. Articolo ridotti, foto gigantesche, colori inguardabili, pettegolezzi, love story, i fidanzati della pellegrini e le nuove letterine che vanno con i calciatori, pagine di utilità sociale, ti spiegano la politica. Ma che roba è? Però il giornale deve vendere e la nuova società (e il mondo di internet) costringono a cambiare orizzonti. Una volta il lunedi la prima cosa che si guardava sulla gazzetta erano i tabellini della serie A, visto che la domenica sportiva a malapena dava i risultati, ora la domenica mezzora dopo la fine delle partite on line trovo tabellini, commenti, interviste, highlights, fotografie e in TV ho visto almeno 3 partite in diretta della giornata tra sabato e domenica. Ma a cosa mi servono più i tabellini sulla gazzetta?
Dice, ma che cosa c’entra tutto questo? C’entra perché le nuove generazioni sono diverse da quelle che eravamo noi e i risultati li vediamo di riflesso sul campo. Il livello tecnico è sempre più scadente, il gioco è solo fisico. Ma perché secondo voi? Io penso che ci siano una serie di motivi che spesso vengono sottovalutati, intanto è indubbio che ora stiamo bene a livello economico e siamo tutti più viziati, in generale non abbiamo “fame” di emergere e voglia di fare fatica, invece per esempio gli slavi, i paesi della ex unione sovietica sono mediamente di livello molto più alto in questo, e basta vedere le giovanili di molti club di serie A, quasi tutti ormai hanno qualche ragazzo dell’est europa. Gente che a 14 molla tutto per venire dove c’è una speranza di costruirsi un futuro da giocatore. I nostri giovani se a 16 anni lo devi spostare da Lodi a Pesaro perché ti cerca la Scavolini “ma mi moh non so la scuola la mamma gli amici”. Un’altra cosa, si gioca molto di meno, ci sono troppe distrazioni. Noi quando eravamo bocia finito di mangiare si andava all’oratorio o in cortile a giocare a pallone o a basket fino a sera, non c’era altro, nessuno aveva il computer, si c’era qualche cartone in tele ma fondamentalmente si giocava. Oggi a dodici anni hanno il cellulare, la chat, la playstation 3, 146 film in dvd. E voi sapete bene quanto è importante per la crescita di un giocatore il basket di strada, imparare a fare le cose che non ti vengono, giocare e giocare…. Poi nei ragazzini oggi manca l’amore per lo sport, chi è appassionato lo segue certo, ma manca quell’attaccamento…. Non so, io mi ricordo che quando ero bocia nella mia classe tutti avevamo l’album dei calciatori, sapevamo a memoria le rose di tutte le squadre con le statistiche della carriera di tutti i giocatori e in tanti conoscevamo i roster delle squadre di serie A e i pochi che prendevamo telemontecarlo che faceva vedere un po’ di basket ogni tanto registravano le partite che poi si passavano. Oggi i ragazzini, andate a vedere un qualunque allenamento, parlano di wrestling. Non vedono l’ora di tornare a casa perché alla tv c’è il wrestling, e se vedono il basket vedono NBA Action con garnett che schiaccia a ogni azione! è un mondo finto, gonfiato, e lo sport è lo specchio della vita, è molto meno genuino di 20 anni fa.
Un’ultima cosa poi finisco, chi dice che bisognerebbe obbligare la giocatrici ad andare in nazionale pena una squalifica, io non sono d’accordo, intanto perché per andare controvoglia è meglio stare a casa, che ci si allena poco e male e si fanno allenare male anche quelle che avrebbero voglia, e poi nel basket le motivazioni sono molto importanti, far stare in nazionale una ragazza senza motivazioni non ha senso, non è produttivo. Andare in nazionale dovrebbe essere un onore, ma se uno non ci vuole andare non è che possiamo frustrarlo, anche perché il basket a questo livello è un lavoro, la nazionale solitamente è il coronamento di un lavoro ben fatto, un premio, non un obbligo. Piuttosto secondo me bisognerebbe sedersi un attimo e chiedersi perché la nazionale è cosi poco attrattiva. Intanto i raduni sono molto lunghi, forse troppo. Poi si perdono molte delle ferie e si rischia di non essere al top per la stagione di club (che è quella, ricordiamolo, che ti fa avere i contratti per gli anni seguenti…..). Prendiamo masciadri che in questi primi mesi di stagione è sotto il suo livello standard, ha giocato wnba fino a metà settembre, è tornata e il giorno dopo era in palestra a schio, e due giorni dopo ha giocato la supercoppa italiana con venezia. Masciadri ha 28 anni e fisicamente è ancora al top, ma fare una stagione cosi è massacrante a livello di testa, pensate se ne fate 3 o 4 di fila perché ogni estate c’è la wnba o la nazionale… è chiaro che è difficile riposizionare il calendario che già cosi è fitto, e meno male che abbiamo appena ridotto il numero delle squadre, ma è un problema non di poco conto. Poi ci sono gli interessi dei grandi club, che poi sono quelli che danno le giocatrici alla nazionale, che si vedono spremute le loro atlete migliori e soprattutto a maggior rischio infortunio. Non parliamo neanche di premi per la formazione di giocatirici della nazionale, che già cosi ci sono convocazioni politiche, figuriamoci se ci mettiamo di metto gli euro. Ricordo che quando ai mondiali del 98 si fece male nesta in nazionale, la lazio fece causa alla federazione per un risarcimento danni pazzesco, oltre agli stipendi pagati a vuoto, il miglior difensore italiano di 26 anni era a rischio di non tornare più al top dopo essersi distrutto un ginocchio. E’ una provocazione, ma anche i club hanno diritto a veder tutelati i loro investimenti, specie se sono investimenti cospicui, e soprattutto perché sono i club che pagano gli stipendi, trovano sponsor, e portano avanti il sistema. E creano, dovrebbero creare, le giocatrici. L’altro problema, appunto, è che non ci sono giocatrici di livello assoluto, e quelle di buonissimo livello si contano sulla punta delle dita. Le società non cercano di creare giocatrici, pensano solo a vincere una partita, al risultato immediato, non si prova neanche a programmare, se perdo 3 partite di fila mando via l’allenatore, se una giocatrice gioca male appena posso la cambio, si vuole tutto e subito. Anche qui manca lo spirito di sacrificio, di perseverare. Avevo già scritto l’anno scorso un esempio, su parma, su come secondo me dovrebbe essere costruito il roster di una squadra, su quali dovrebbero essere gli obiettivi di una stagione e i risultati da cercare. Invece ogni anno le squadre cambiano 8 giocatrici, si gioca solo pick and roll perché cosi è più facile adattare le straniere di culture cestistiche diverse, non vedo mai difese un po’ divrse dalla uomo o dalla zona classica, ormai le giocatrici sono tutte tecniche tutte tiratrici, straniere scarse che costano meno delle italiane e le tolgono spazio anche se spesso non sono meglio, il gioco è francamente bruttino, non si prova a costruire niente, ma tiriamo indietro di mezzo metro sta cazzo di linea del tiro da 3 e vediamo, torniamo a far fare la rimessa negli ultimi due minuti, togliamo i due liberi piu possesso al fallo antisportivo che pesa come un macigno ed è tutto a discrezione dell’arbitro, salvaguardiamo il gioco. Togliamo i playout, ma che senso hanno i playout? Giocare per non morire, partite ai 50 punti. Anche questo sarebbe un incentivo a lanciare qualche giocatrice in più, il rischio e la paura di andare ai playout bloccano anche le squadre di livello medio che magari invece di una straniera in più o di una vecchia cariatide potrebbero lanciare un’italiana che se arrivo ottovo è un premio ma se arrivo decimo va benissimo lo stesso, invece no ora se arrivo ottavo bene se arrivo decimo rischio di morire se sbaglio una partita ai playout. In america in tutti gli sport professionistici avete mai visto un play-out? Ma vi siete chiesti perché? La si cerca di esaltare lo spettacolo, i playout sono l’antispettacolo per eccellenza…. iamo tutti schiavi del risultato. I risultati devono essere anche altri, creare una giocatrice, lanciare una diciottenne sono tutti risultati. E’ inutile che ci si lamenti delle straniere scarse, le straniere vanno dove ci sono più soldi, e non è il caso dell’italia a parte pochissime società, ma sapete che con quello che schio pagava braxton, che poi han tagliato, costa come tutto il quintetto di una squadra da basse posizioni playoff? Certo nelle squadre scarse ci sono straniere inutili, ma costano sempre meno delle italiane, perché ci sono i cartellini, i prestiti che sono assurdi. Vai da una squadra di a2 a chiedere una italiana bravina giovane che puoi lanciare in a1 e magari farla migliorare usando le strutture e gli allenatori di a1, ti chiedono la luna come minimo “ah se la vogliano ce la devono pagare, e poi se fanno la a1 sono abituati a certi costi”, certo, infatti la ragazza te la tieni in a2 e loro prendono una comunitaria che costa meno ed è già formata. E poi ci chiediamo perché il movimento non cresce. Il livello degli allenatori sta scadendo sempre di più e non solo perché chiunque prende la tessera, ma proprio perché c’è in giro gente scarsa, non preparata, perché le società la prima cosa dove risparmiano è l’allenatore, perché lo giudicano inutile. La panchina la trova chi porta lo sponsor, o chi si svende. Se costi meno o ti autopaghi hai più possibilità di allenare, i risultati ormai non li guarda nessuno, tanto se va male ti cambio e comunque la squadra la fa il presidente che si deve divertire, ma guarda taranto, che secondo me è una squadra costruita secondo me con qualche doppione e qualche equivoco, e un budget stellare, ha preso l’allenatore a fine mercato con 9 giocatrici già contrattualizzate. Ma santo dio, ma potrà l’allenatore scegliere chi vuole in base alle sue caratteristiche? Potrà dire se una giocatrice gli va o no? No, squadra pronta se vuoi la alleni cosi. Boh, sono stupito. Non si conoscono le giocatrici, si guardano solo le statistiche. Le società si affidano agli agenti che fanno e disfano a loro piacimento, pensando alle loro provvvigioni e a spostare le ragazze come pacchi. Ci sono direttori sportivi che tengono i piedi in due o tre squadre e fanno un po’ quel che gli pare, altro che lobby o circolo privato, nel basket rosa ci sono poche persone che fanno su e disfano a piacimento, soprattutto in A2 dove la professionalità è ancor meno. Le giocatrici poi… su questo forum negli anni sono sempre state esaltate alcune ragazze che hanno carattere da vendere e voglia di emergere per arrivare ai massimi livelli e subito arriva il professore di turno che dice che tecnicamente non vale, che dovrebbe stare in categorie piu basse ecc.ecc. Ma invece di criticare chi cerca di arrivare, pensate a tirare bastonate sulle orecchie alle ragazze, e sono tantissime, che potrebbero fare ma non fanno. Sapete quante ragazze vivacchiano in a2 perché non hanno voglia di fare un cazzo e di lavorare in palestra e stanno li a fare 3 allenbamenti la settimana con allenatori scarsi e realtà in non professionistiche, perché vedono nel basket un modo di rimandare di qualche anno l’ingresso nel mondo del lavoro, divertirsi, esci tutte le sere e puoi avere due soldi in tasca. Ma sapete quante giocatrici non conoscono la pallacanestro??? Basta leggere le interviste su superbasket, vedi le partite degli uomini? La maggior parte dice di no. Sapete quante non conoscono i giocatori di serie a italiana? In a2 femminile spesso non solo non conoscono la a1 femminile, ma neanche le squadre di a2 lontane più di 50 chilometri!!! E’ tutto approssimativo, come la credibilità del sistema. Abbiamo talenti nelle giovanili allenati da ragazzini, i migliori allenatori li dovrebbero mettere nei cadetti e nelle juniores a insegnare finchè i ragazzi sono in tempo a imparare. Ma chi ci lavora su, costa tutto questo e non ha ritorni certi. Gli incentivi e i premi tesseramento sono totalmente da rivedere, si fanno valutazioni di cartellino assurde, quando firmi cartellino minibasket regali a qualcuno tutti i tuoi diritti sportivi fino ai 26 anni, ma sapete quanti casi di bambini che smettono di giocare perché magari a tredici anni vogliono cambiare squadra per andare assieme all’amico o al compagno di scuola e la società chiede soldi per il cartellino??? I pivot non esistono, poi vado a vedere la pallavolo e vedo che ogni squadra ha 5 ragazze sopra il metro e ottantacinque, grazie al cazzo ma perché nessuna di esse gioca a pallacanestro. Qua a cremona dove c’è molto campanilismo e ci sono molte società del sottobosco ce n’è una delle superminors, che appartiene a un ricco imprenditore che potenzialmente potrebbe fare l’eurolega, che più per dispetto a un’altra società che per convinzione quest’anno ha fatto minibasket gratuito. I bambini non pagano nulla, ricevono il loro zainetto e il giubbino della squadra e hanno palestre e istruttori gratis. E’ ovvio che hanno reclutato molti ragazzi, la principale società rivale è andata sui giornali a gridare ai quattro venti che si tratta di una mossa scorretta, che hanno subito un danno notevole che si riscontrerà anche sull’attività della prima squadra. Avete capito a cosa servono le quote del minibasket? Altro che a creare giocatori…
Non abbiamo credibilità, chiediamoci da chi sono composte le commissioni che decidono le regole sui passaportati, le pezze e contropezze che vengono messe assieme ogni anno, le regole fatte su misura per la persona… sono vergognose. Dove ci sono più soldi e più alti interessi ci sono più inghippi e politica, rimango sempre affascinato guardando il sistema americano, purtroppo impensabile da noi, delle high school che formato giocatori con allenatori professionisti preparati, dei college che sono importanti al pari delle società PRO, del sistema che seppure non è tutto rose e fiori ha una sua logica e delle basi precise e solide, qua in Italia il basket è conciato veramente male e vi assicuro che da fuori ci considerano come il terzo mondo. E i risultati della nazionale gli danno ragione.
Chiudo dicendo che non so se crippa è una tiratrice o no nel senso “lato” del termine ma se le va male con il basket ditele che potrebbe essere un linebacker titolare di qualsiasi squadra di football americano maschile italiana….