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Basket femminile a ruota libera, Spunti di discussione - tipe - partite viste

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meursault
view post Posted on 28/10/2014, 23:59 by: meursault
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alias M.B., il Comitato, Meurlock Holmes

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LA WEEK EN ROSE - 20

Speciale Decennium - Intervista a Meursault (2. parte)

- Allora, di queste vicende del campo, ripercorriamo la più saliente per ogni stagione forumistica.
"Be', 2004/05 è facile: le 5 esordienti milanesi alle prese con l'A1".

- Dove peraltro non trovarono molta gloria.
"Ma nessuna di loro era pronosticata per diventare una stella assoluta. Masha Maiorano è stata 10 anni di fila in A1, una semifinale con la Comense, un'Eurolega giocata con Schio, una classifica della percentuale da 3 di Eurocup vinta con Parma...: penso sia stato più di quanto prevedessero per lei gli addetti ai lavori. Le altre (Ntumba, Rovida, Contestabile e Fumagalli) hanno avuto meno fortuna in A1, è vero; di tutte loro peraltro ricordo ottime cose nelle categorie inferiori e penso che le loro carriere siano state ben spese. Ma è stata una generazione sfortunata, quella: si è affacciata all'A1 nel periodo peggiore, con le 4 straniere, le naturalizzate, in seguito anche la crisi economica; in più era cresciuta in un periodo di dismissione dei vivai e in cui il Settore squadre nazionali non lavorava bene come adesso con le selezioni giovanili. Qualcuna poi è stata bloccata da gravi infortuni all'apice della crescita, come Vujovic, la cui faccia era il mio primo avatar con la scritta 'The next one' (credevo, e continuo a credere, che avesse il potenziale per diventare un'ala grande di livello A1), o Calastri".

- 2005/06?
"Non ci fu una storia particolare legata a una squadra; il Geas, ad esempio, visse un'annata di riflusso dopo la promozione rifiut... ehm, mancata all'ultimo turno dell'anno prima. Mi appassionai per un paio di settimane a Vittuone che, a sorpresa, arrivò a una vittoria dall'A2, con De Fiori, Delle Stelle, Rovida, perdendo alla fine con Crema. Ma diciamo che fu soprattutto la stagione in cui scoprii alcune giocatrici, tra cui Michela Frantini".

- Già, la sua seconda favorita dopo Masha Maiorano. Ma fare preferenze non è sbagliato, per uno che in teoria è super partes?
"Mi son sempre considerato ampiamente sotto le partes. E poi, è vero che parlavo di loro più che delle altre, ma non è che le considerassi migliori delle altre. Semplicemente, per via di circostanze, ho conosciuto meglio loro e mi hanno ispirato di più".

- Ma perché le trovava così speciali? Brave, però non hanno fatto la storia del basket.
"Ma hanno fatto la mia. Che ci trovavo? Il loro modo di giocare, ma anche di vivere il basket. Diversissime tra loro, sia nel fisico sia nel carattere, però entrambe mi hanno sempre dato la sensazione che la loro vita dipendesse da quello che facevano sul campo. Ecco perché mi sono sempre emozionato a seguirle. Se una ha l'aria del tipo 'abbiamo perso e non ho brillato ma pazienza, ci sono cose più importanti nella vita', è senza dubbio una persona saggia, ma le manca la scintilla di grandezza".

- Scintilla che però, a volte, provoca… scintille.
"E' un risvolto negativo che ho sempre accettato, per quanto foriero d'infauste conseguenze. Preferisco una che, se ha la luna storta perché magari è stata in panchina due minuti di troppo o ha sbagliato un tiro sul +20 a 30 secondi dalla fine, non esita a mandarti a quel paese, o perlomeno incenerirti con lo sguardo, se arrivi lì con la faccia da pesce a dire parole di circostanza. Con Masha e Michela non sapevo mai se avrei trovato il sole o la tempesta".

- Contento lei... Allora sarà stato entusiasta di quando Chiara Catella, la grande varesina, scrisse sul suo blog che voleva tirarle una craniata per cose scritte qui sul forum.
"Esatto, fu l'occasione di conoscersi, e almeno in parte apprezzarsi, anche se la distanza geografica mi ha consentito di vederla giocare solo di rado. Ma lei era un vulcano in perenne eruzione, un caso estremo. L'ideale è una giocatrice di passione e carattere, positiva il 90% del tempo ma con quel 10% di negatività e incazzosità che rende più completa una persona. Dice Meurfucio: non abbiate paura dei sentimenti negativi; in qualche modo vi daranno la forza per esprimere meglio quelli positivi".

- No alle pillole filosofiche, per pietà. Torniamo agli eventi: 2006/07?
"La Carugate delle stelle, con un turbinio di alti e bassi, vicende strane tipo la panchina punitiva di Gottardi a Broni ma anche l'esclusione dalle 10 (nella prima parte della stagione) di una bandiera come Claudia Biscari, una giocatrice che umanamente, ma anche tecnicamente, ho apprezzato molto; il vertice della classifica e poi il declino fino all'epilogo amaro, le polemiche fuori e dentro il forum. Ripensandoci, forse fu realmente un fiasco boia se una squadra con Gottardi, Milica Micovic, Fumagalli, Arcangeli rimase fuori dalle prime 4".

- Ah, adesso lo ammette! Ma ai tempi si ostinava a minimizzare, in chilometriche discussioni.
Ma molte critiche venivano da gente che remava contro. E poi ci sono mille esempi storici di squadre con nomi importanti ma meno performanti di altre meglio assortite (e ce n'erano almeno 5 o 6 buone, in quell'A2 Nord): quindi fallimento sì, ma non lo scandalo epocale che qualcuno dipingeva. In quella stagione poi vi fu un Geas-Carugate che ricordo ancora come meraviglioso. Rileggo adesso la cronaca e mi accorgo che tre comprimarie di quella partita, ovvero Giulia Gatti, Martina Crippa e Marcella Filippi, adesso sono in A1 con ottimi minutaggi. Per dire di che 'cast' ci fosse all'opera. Non so se sia stata realmente la partita meglio giocata tra quelle che ho visto; magari no; ma tutti noi, credo, abbiamo nella memoria una partita che ci ha appassionato a uno sport o a una categoria di quello sport. Ecco, per me quella è la partita in cui il femminile mi ha conquistato definitivamente".

- 2007/08?
"Vorrei ricordare il viaggio a Parma per trovare Maiorano e Zanoni, assistendo a un allenamento della squadra e poi in trattoria con Laurence Van Malderen e Megan Mahoney sedute di fronte a tavola (pensate l'onore), ma ovviamente la vicenda-simbolo fu la promozione del Geas in A1. E' stato il top emotivo che abbia mai vissuto: e spero irripetibile perché si passò attraverso il lutto per Natalino Carzaniga. Però non va dimenticato che si vide anche del gran bel basket nella finale con Crema, oltre che in gara-3 di semifinale al PalaDozza di Bologna. Anche senza il significato 'mistico' che ha avuto, sarebbe stata una bella storia sportiva, quelle ragazze cresciute passo per passo fino a conquistarsi l'A1: Censini, Arturi, Frantini, Ponchiroli, Calastri, Crippa, aiutate dalla grande Yadi Rios".

- 2008/09?
"L'anno più bestiale dal punto di vista forumistico. Tempo dopo, ho raccolto tutto quello che ho scritto in quella stagione e ho riempito un file Word da 500 pagine. Roba da ricovero. Ma c'era tanto da dire. Come evento-top sono diviso fra il primo anno del Geas in A1, con il glamour della presentazione (quando arrivò Diana Bracco sembrava fosse giunto il padreterno), la festa di Natale con la Coppa Campioni '78, Penicheiro, Tillis ma anche le ragazze di casa che fecero meglio di ogni previsione (a un certo punto, se non avessero avuto quello 0-20 all'esordio con Parma, sarebbero state in testa); e la promozione in A2 del Sanga di Gottardi, Barzaghi, Cipo Brioschi, Miciona Gatti, Giunzioni, soprattutto per l'indimenticabile cornice dei 1000-1500 al Palalido di Milano nella gara-3 con Torino. Non molti ricordano, però, che quella partita fu possibile grazie a un'epica impresa in trasferta a Collegno, in gara-2, in cui Selene Marulli segnò una tripla decisiva dall'angolo. Ecco, visto che prima parlavo di emozioni: l'anno prima avevo visto Marulli piangere, durante i festeggiamenti per la promozione del Geas; ricorderete che lei era stata messa fuori squadra poco tempo prima e quindi non aveva potuto partecipare ai playoff. Be', ero contento che l'anno dopo avesse potuto prendersi quella soddisfazione, a risarcimento".

- Ha nominato Penicheiro: è la miglior giocatrice che lei abbia visto dal vivo?
"Assolutamente sì. Certo, forse Rebekkah Brunson era più all'apice della carriera, più forza della natura eccetera. Poi anche Tamecka Dixon era grandissima, e s'è vista altra bella gente in quei 4 anni di A1. Però con Penicheiro, signori, vedevi il genio assoluto. Quando aveva la palla pregustavi l'assist che si sarebbe inventata: non provavo quella sensazione da quando c'era Magic Johnson in tv negli anni '80. E il fascino della sua personalità era unico anch'esso".

- 2009/10?
"L'illusione e la delusione. A settembre, a una kermesse in piazza Duomo, c'erano un Geas e un Sanga ambiziosi, si respirava un'aria di ritrovata grandeur per il femminile della zona. Finì che il Sanga deluse, finendo fuori negli ottavi dei playoff; e il Geas si raddrizzò solo sul finire, con in mezzo la vicenda delle dimissioni di Galli accettate a sorpresa dalla società".

- Già, Meurlock Holmes ci sguazzò, in quella storia.
"Sì, ma tutto l'ambiente del femminile rimase di sasso, considerando quanto Galli fosse, fino a poco tempo prima, considerato indispensabile, centrale, angolare e miliare nel progetto-Geas. E invece in una brumosa serata di dicembre veniva archiviato nel giro di poche ore. Giusto o sbagliato, non lo dissi allora né saprei dirlo adesso; ricordo solo che fece scalpore. Quello fu però un anno in cui ti aspettavi alcune cose e ne capitavano di opposte, in un senso e nell'altro".

- Ad esempio?
"Ad esempio ci fu una sorprendente Biassono, che dopo esser partita nei bassifondi finì per far meglio del Sanga e sfiorare le semifinali di A2. Biassono per me è sempre stata, da seguire, come un'isola parallela con vicende mai banali, anche se magari non da titolo principale: dalla promozione in A2 del 2008 alle scintille tra Elisa Zanon e Yadi Rios l'anno dopo, l'emergere del talento di Virginia Galbiati, salvezze avventurose, retrocessioni e ripescaggi, e tanti bei derby tesi con Milano.
E poi, sempre in quel 2009/10, e tornando a quella kermesse in piazza Duomo, fu anche l'alba di una nuova grande storia, perché stava nascendo la dinastia giovanile Geas delle Gambarini e delle Zandalasini. Proprio lì in Duomo le allora ragazzine giocarono in un'esibizione e qualcuno dei presenti mi disse che Zanda era la nuova Macchi".

- 2010/11?
"Un grande Geas, con Haynie, Summerton, Petrona Ujhelyi e le lombarde, che arriva fino alle semifinali, giocandosela alla pari con Taranto finché l'infortunio a Haynie l'azzoppa. Ci si sentiva vicini al top assoluto. Una stella Wnba come Sophia Young sudava mille camicie per mettere a tacere Crippa e compagne. Fu bello anche avere l'Opening Day a Cinisello. Si respirava un'aria glamour-casereccia, quel misto che mi ha sempre attratto nel femminile. Lo guardi da una parte e ti affascina, lo guardi dall'altra e vedi magari che sta in piedi con lo stucco. Non sai mai come ti sembrerà. Di quell'anno ricordo anche un viaggio a La Spezia per vedere la Virtus di Frantini e Vujovic contro il vituperato College Italia, con le gemelle Dotto in campo. E poi le esplosioni realizzative di Maffenini a Cantù: nel filone di quelle sorprese di cui dicevo poc'anzi, che danno più sapore a ciò che si segue".

- Non faccia finta di non ricordare, di quell'anno, il caso degl'insulti razzisti a Wabara: polemiche a non finire, sia fuori che dentro il forum.
"Il mio grande rimpianto fu che per motivi familiari non fui presente alla partita incriminata, dopo che non me n'ero persa una in 3 anni... Anche se visto che tra i presenti non c'è concordanza sui fatti, forse non avrei colto neanch'io con precisione quel che avvenne. Resta il ricordo di giorni surreali, con la vicenda che andava in prima pagina sui quotidiani nazionali, trattata da editorialisti di vaglia eccetera. A me spiacque soprattutto quando lessi su un giornale una frase tipo 'domani c'è gara-3 fra Geas e Comense ma tutti guarderanno a ciò che succederà in tribuna', perché per gli appassionati veri era la partita più attesa da anni e c'importava il campo, non se qualche zulù riprovava a fare il matto (come infatti non avvenne). Io di quella serie mi ricordo la grande Zanoni di gara-2 e 3. E la stessa Wabara, nella gara-2 del casino, fu splendida".

- 2011/12?
"Dalla parte opposta della barricata: la grande stagione della Comense, a sua volta in semifinale, arrivando fino a gara-5 con Schio. Brooke Smith, Harmon, Cameo Hicks, la giovane Spreafico… In più c'era Maiorano, quindi il massimo per il vecchio Meur. Però rimane il senso di tristezza per la scomparsa della società subito dopo. Andavi al Palasampietro, magari a dicembre o gennaio, nell'inverno del profondo Nord, col parcheggio innevato o pieno di lastre di ghiaccio, sentivi dall'esterno il rumore dei tamburi, entravi in questa cattedrale con gli stendardi appesi e l'atmosfera di una gloria appena passata ma che sembrava già perduta per sempre. E poi, da un giorno all'altro, tutto questo viene cancellato come se non valesse nulla".

- E come poteva andare diversamente? C'erano di mezzo vicende giudiziarie del patron Pennestrì.
"Senza dubbio. Ma quando la legalità lascia solo tabula rasa al suo passaggio, sei quasi costretto a sperare che non arrivi. Ci vorrebbe che la collettività prendesse in carico di ricostituire ciò che lei stessa, tramite la giustizia, ha demolito, se è assodato che ha un valore per la collettività medesima".

- Molto profondo questo concetto. Ci ha meditato a lungo?
"Almeno un paio di minuti. Ma comunque, quell'estate 2012 fu quella in cui la crisi economica, già in atto da un paio d'anni, esplose in maniera più violenta. Non ho mai respirato un'aria così cupa. Tra gli elementi di depressione, c'era un altro elemento in comune fra la Comense e il Geas dell'anno prima, e comune a tante nostre realtà: raggiungi il tuo massimo dal punto di vista sportivo, ma non ne ricavi nulla. Frustrante perché ti spezza i sogni: paradossalmente rischi di più se raggiungi obiettivi insperati, che se navighi nel tran-tran quotidiano. In fondo è il tema di questo decennio fin da quando il Geas, nel 2005, vedeva la promozione in A1 come la peste".

- A proposito: in quell'estate ci fu anche la rinunzia del Geas all'A1, con qualche codazzo di discussione sul forum tra lei e il presidente Mazzoleni.

"Lasciamo perdere le discussioni, il minore dei problemi. La tristezza fu perdere in un colpo solo due squadre storiche di A1, che quando si affrontavano nel derby era sempre appassionante. Ma almeno, il Geas è sopravvissuto; e la Comense in qualche modo sta rinascendo".

- 2012/13?
"Un grande Sanga che arriva in finale per l'A1. Il PalaGiordani talmente pieno che fecero scendere le ragazzine dalle tribune per farle sedere a bordo campo. Le grandi veterane di Milano, Stabile-Gottardi-Frantini-Manu Zanon, che danno tutto, come se fosse l'ultima grande recita della loro carriera (anche se poi lo è stata solo per Zanon), ma alla fine soccombono alla forza ruspante di San Martino, a sua volta una bella storia. In precedenza, c'erano state due intensissime serie-derby con Broni e Crema: la giovane Zandalasini torchiata da Zanon ma che ne esce in piedi, il duello Capoferri-Frantini, con l'incredibile gioco da 4 punti della prima per vincere gara-2, e la riscossa della seconda in gara-3…".

- 2013/14?
"Come risultato di squadra, Carugate che sale in A2, chiudendo per me un cerchio in quanto, 10 anni prima, il mio debutto nel femminile fu proprio per la partita che promosse Carugate in A2 la prima volta. Ma quest'ultimo anno è stato marchiato anche dall'emergere e dal consacrarsi di una nuova generazione di giocatrici, quelle nate negli anni '90. Zandalasini come talento principe, ma anche Gambarini e le altre del Geas, e poi in A1 ragazze come Galbiati, Spreafico e Melchiori, per limitarmi alle lombarde. Ma non voglio nominare qualcuna e tralasciarne altre; il senso è che le nuove giocatrici, per me, sono in grado di non far rimpiangere le vecchie. Di sicuro, hanno già avuto molte più soddisfazioni con le nazionali giovanili e avranno, o hanno già, più spazio in A1. Anche se, probabilmente, meno soldi e mi spiace per loro, perché se fossero maschi, a parità di valore, potrebbero dedicarsi 100% al basket e mettere danari da parte".

- A proposito: la decadenza del livello tecnico è ai primi posti nella classifica dei tormentoni ricorrenti del forum.
"Meglio non riaprire la questione, tanto non sarà mai dimostrabile, e nemmeno il contrario. Di sicuro, l'A1 20-30 anni fa era il miglior campionato d'Europa e ora non più; di sicuro una volta avevamo più tesserate. Ma nel basket più legato a questo forum, cioè A2, A3, giovanili, rispetto a 10 anni fa vedo partite altrettanto belle e brutte, e giocatrici altrettanto brave e meno brave; più in là nel tempo non so arrivare. Meglio vivere il presente, senza caricarlo di zavorre del passato. Una volta, era proprio la sera della promzoione in A1 del Geas, la grande Rosi Bozzolo mi disse che non era vera 'sta storia che una volta si giocava meglio. Diceva che ai suoi tempi c'erano dei fenomeni che spiccavano, ma il livello medio non era affatto superiore a oggi. E credo sia un parere piuttosto attendibile il suo...".

- Altro tormentone-top: il confronto col volley.
"No, pietà, ci siamo abbastanza tritati i maroni negli ultimi giorni, al riguardo. Mettiamoci il cuore in pace, che è meglio. Casomai lasciamo combattere Silvia Gottardi, che è gagliarda: li ha fatti sclerare per bene con la storia del sudore, del trucco e del didietro in posizione fotografica. Anche se adesso quelli ribattono con gl'interessi".

- Ma gli attacchi al volley non nascondono invidia?
"Be', la mia è invidia palese, altro che nascosta. Han fatto 3 partite di fila con 12.000 spettatori in tribuna, milioni in tv... Ma invidio soprattutto una cosa: che oggi, in Italia, una ragazzina che fa volley ha più sogni da alimentare rispetto a una che fa basket. Trent'anni fa la sigla di 'Mimì e la nazionale di pallavolo' cantava: 'Arci-super-grande campionato mondiale, aah, aah'. Be', loro quel sogno l'hanno realizzato. I sogni per le nostre mini-cestiste sono molto più piccoli: forse solo quello di poter continuare a giocare dopo i 12 anni, come dicevo pure all'inizio".

- Ma con la Fondazione Meursault le cose cambieranno.
"Spero. Ma prima ho bisogno di un milione di euro".

- Auguri. Una dedica finale?
"Agli utenti di più lunga data, alcuni dei quali ho già nominato e ai quali aggiungo almeno Thorodrim per il suo ruolo istituzionale di moderatore, e poi personaggi di spessore del movimento che hanno scelto di esporsi apertamente (so che altri hanno scritto anonimamente, cosa che rispetto), come Giovanni Lucchesi tra gli allenatori, Big Roberto Lurisi e Massimiliano Mascolo per i giornalisti, mentre tra i patro societari, per non far torto a nessuno, cito Franz Pinotti e Mario Mazzoleni perché sono quelli con cui ho litigato di più. Non faccio una lista degli altri, ma nessuno si senta escluso dal ringraziamento. Anche per chi ha scritto o letto almeno una volta invoco la benedizione d'Iddio". :graziee:

- Grazie.
"Prego".

Edited by meursault - 2/11/2014, 09:43
 
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