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| Vi giro un ricordo di Claudio uscito ieri sul bisettimanale di Vigevano.
Claudio Monti se ne è andato. Per sempre. Un incidente stradale se lo è portato via lunedì pomeriggio a Milano. Avrebbe compiuto cinquant’anni alla fine dell’anno. Lui, che sembrava sempre quello arrivato a Vigevano nell’estate del 1997 per giocarsi la grande occasione da head-coach dopo aver lavorato in modo eccellente nei settori giovanili di Milano e Cantù ed aver contribuito in modo decisivo a costruire tanti uomini e parecchi buoni giocatori. Era un insegnate ed un allenatore di grande spessore e un uomo ancora più grande. Che un destino vigliacco aveva preso di mira più volte, senza piegarlo e senza togliergli quel sorriso contagioso. Era rimasto a Vigevano pochi mesi, ma tanto gli era bastato per cementare amicizie vere. La sua avventura ducale, in una annata sportivamente tremenda, si chiuse dopo pochi mesi con un esonero giunto a poche settimane da un lutto gravissimo. Il giorno dopo l’ultimo saluto al figlioletto, portato via da una malattia che non perdona, si presentò in panchina a San Giovanni Valdarno, perchè il suo vice di allora, Alfredo Bertari, non aveva la tessera per la categoria. In quel frangente la statura morale di quell’omino, che per tutti era il «Puffo», sembrò cancellare quella fisica dei giganti in campo. Che persero. Prima la faccia che la partita. Monti lasciò Vigevano di lì a poco e di fatto anche il suo impegno in palestra. Passò a lavorare dietro la scrivania nel progetto del Centro San Carlo di Milano, che curava ormai da anni. Lascia la moglie Anna, i suo tre adorati figli ed un vuoto incolmabile in tutti noi che lo abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto bene.
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