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Della satira..., ...ovvero del diritto alla libertà di parola...

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fede(Buzzer)
view post Posted on 6/12/2006, 18:08 by: fede(Buzzer)
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Orgoglioso membro del club "strozzi ed anche un po' cornuti"

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Una capsula (da clonazione) di fluido primario...

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L'Italia è un Paese strano: alterna clamorose esplosioni di genio a grandi silenzi... Forse aveva ragione H. G. Wells che disse che "l'ordine e la precisione svizzeri hanno partorito solo fabbricanti d'orologi e susseguiosi banchieri; il casino italico invece Leonardo e tutti gli altri...".

Fatto sta che anche nel campo della satira, ovvero del diritto a manifestare in un modo diverso, libero e divertito, il proprio pensiero (spesso politico), cercando al contempo di informare e di divertire, alterniamo periodi di inaudita creatività ad altri sterili, condizionati spesso da ignobili censure imposte dai supposti autoproclamatisi tutori della morale e del buongusto... "Sono pochi, innocui e non spaventano nessuno", disse di loro il giornalista anarcoide Massimo Fini...

Nella prima metà del '900 c'erano piccoli libelli satirici a colori quali "L'Asino" ed "Il becco giallo", apprezzate voci fuori dal coro, illustrate da stampe e disegni di buona mano e completate da graffianti articoli, ben presto messe a tacere dalla potente volontà del Puzzone (che pure in gioventù si era distinto per un paio di pezzi satirici dal pesante sapore anticlericale)...

Poi, con il dopoguerra, arrivò il ritorno sporadico e spesso saltuario (causa sequestri e denunce) di riviste davvero belle come "Il Travaso" ed il "Marc'Aurelio", caratterizzate dalle prime forme di presunta pornografia (capirai: disegni di donnine un po' piccanti... oggi nulla al confronto di certe riviste di pubblico interesse quali "Panorama"!...) e da un pessimismo lievemente cosmico ma decisamente autoironico che colpiva tutti i poteri, da destra a sinistra...

Negli anni '70, forse solleticata dal clima effervescente (meglio, vulcanico) della vita politica e sociale, ci fu la nascita di un breve periodo di satira libera ed indipendente... Pure troppo, avrebbe detto qualcuno...

In principio fu "Il Male"
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rivista fondata da quel genio che era Pino Zac e che, attraverso fasi turbolente della sua stessa vita (Zac che dopo 3 numeri litiga e se ne va, i continui cambi di direzione e sede della redazione), si affermerà come base miliare della satira stampata, specie attraverso copertine-scandalo (Woytila in piscina, sbertucciamento della neo-legge sul pentitismo, condanna "fecale" del pentapartito, elogio grottesco dei vantaggi nucleari...) e falsi dei più diffusi quotidiani ("Tognazzi capo delle BR", "E' asciuto pazze 'o patrone" sulla presunta improvvisa pazzia di Gianni Agnelli, la scomparsa dello Stato che viene dichiarato "estinto", il rapimento del sindaco di Venezia Mario Rigo durante il carnevale da una gang mafiosa capitanata da De Michelis...).
Ma "Il Male" portava la satira oltre, nella vita quotidiana della Capitale e di parte del Paese: redattori che vendevano a Piazza S. Pietro l'acqua (ovviamente Santa) della piscina del Papa, inaugurazione al Pincio di un busto ad Andreotti, partecipazione al Giro d'Italia con un loro personalissimo corridore, accredito al Congresso del PSI a Bari di un loro inviato travestito da "Benito Crazzo"(!), auto cariche di falsi della "Pravda" e di "Trybuna Ludu" che partono per Mosca e Varsavia...
Insomma, "Il Male" fa notizia, accumula denunce - 150 nel solo primo anno di vita! - smuove le coscenze, viene accusato di essere "falso, osceno, brutto, scurrile, reazionario, goliardico, pornografico, infantile..." (Signorelli).
Non poteva che finire presto. E finire male.

Poi venne la "diaspora" dei vari disegnatori: Forattini e la sua volgarità, Cemak ed il suo distacco lunare, la penna arguta di Vincino, il Cipputi di Altan... Fenomeni belli ed estemporanei come "Zut!", "L'Anamorfico" (ultima creazione di Pino Zac prima della prematura scomparsa) ed il "Satyricon" di "Repubblica"... Ma il meglio doveva ancora arrivare...

Balliamo il tango, compagno segretario!
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per un paio d'anni supplemento satirico settimanale de "L'Unità", diretto da quel Sergio Staino diventato famoso come creatore di Bobo, il militante comunista occhialuto e dal gran nasone... "Tango" è un esperimento che dura poco ma lascia il segno: il fatto stesso che la sua redazione sia completamente indipendente da quella del quotidiano del PCI.
Esemplare (e decisivo alla fine, per la sua chiusura) sarà il numero dedicato alla morte del pittore Renato Guttuso, in cui ci si fa beffe di tutto e di tutti: dei comunisti che decidono in punto di morte di convertirsi al cattolicesimo; dei bacchettoni del Partito stesso; di Andreotti che, dovesse morire, manderebbe a chiamare Bufalini per farsi comunista; degli integralisti religiosi; dei pezzi grossi della cultura politica come Argan (che riabilita Guttuso dopo che è morto, mentre in vita lo aveva dipinto come un artista da 4 soldi)... Insomma, una satira che graffia, fa ridere, ma fa anche riflettere. Dunque pericolosa e da chiudere subito.

Oggi? Oggi i periodici satirici non hanno più spazio in edicola. La satira in tv ha conosciuto un breve periodo di libertà, subito stroncata dagli "specialisti del vilipendio" e dai "maniaci del contraddittorio": dai Guzzanti a Luttazzi fino a Crozza, la satira si scontra e viene spesso bastonata dal perbenismo (spesso finto ed opportunista), che pretende di ergersi a difensore anche di ciò che non meriterebbe difesa.

ma si sa, in Italia siamo capaci di clamorose esplosioni di genio, coperte da grandi silenzi spesso imposti...
 
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