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S.S.C. NAPOLI

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Cicero
view post Posted on 19/9/2006, 12:29 by: Cicero




Floro Flores: "Marino decise che non ero utile alla società"

Quattro stagioni e mezzo nel Napoli in crisi economica e societaria. L’addio nel 2003, alla vigilia del fallimento della vecchia società. Un pezzetto di stagione alla Samp di Novellino; il tentativo, fallito, di convincere Marino e De Laurentiis che avrebbe avuto tanto da dare al nuovo club. Così l’anno scorso Antonio Floro Flores ha iniziato una nuova vita: prima Perugia, oggi Arezzo. Il ragazzo del Rione Traiano è diventato calciatore napoletano emigrante, proprio quel tipo di giocatore che ama fare gol alla squadra azzurra, come Nocerino e Riccio. Floro Flores, è pronto a segnare? «No, se cominciamo così chiudo il telefono. Mica vogliamo metterla subito sulla polemica?». Perché, ci sarebbero polemiche da fare? «Beh, per come mi ha trattato l’attuale società...». Vuol parlarne? «Possiamo evitare? È acqua passata, oggi sono un giocatore dell’Arezzo contento di esserlo». Ma resta tifoso del Napoli... «Per me sarebbe impossibile non esserlo». E se dovesse fare gol agli azzurri? «Naturalmente non esulterei. Mi sembra logico: è una questione di rispetto verso i tifosi, quindi anche verso me stesso che sono tifoso». Ma la voglia di segnare c’è? «Naturalmente, ed è fortissima. Potrei metterne dentro anche due per la voglia di segnare che ho». Gol all’esordio, rigore sbagliato alla seconda... «Sono cose che capitano a un attaccante. Poi in questo momento l’Arezzo ha un po’ di problemi di infermeria e io mi ritrovo come unico punto di riferimento in attacco. È un lavoro duro ma lo faccio con entusiasmo». Quell’entusiasmo che aveva perduto a Napoli... «Sono stati gli anni peggiori della mia carriera. Di Napoli salvo solo i tifosi. Per il resto non ho nemmeno un ricordo piacevole: la società era in crisi, lo spogliatoio invivibile». Cosa succedeva nello spogliatoio di quel Napoli? «Che anche per i compagni il capro espiatorio di tutti i mali era diventato Floro Flores. Andai via perché non ce la facevo più». Fu costretto ad emigrare? «Lo decisi io. Era la prima volta che andavo via da casa. Alla Samp pensavo che avrei giocato sempre, invece non entravo mai. Ma anche quell’esperienza è stata utile. Mi ha formato». Se non fosse nato in quel Napoli disastrato, avrebbe avuto un’altra carriera? «Io ne sono certo. Una società forte riesce a valorizzare i suoi giocatori. Io me la sono dovuta vedere da solo». Tornerebbe al Napoli? «Di corsa, a quale calciatore non piacerebbe il Napoli? Però scriva che Arezzo è una grande squadra, una ottima società e io qui ci sto benissimo. Lo scriva, perché è vero...».

De Laurentiis : "Sono sicuro che ci sarà la reazione ad Arezzo"

Assente sabato a Piacenza, De Laurentiis interviene dagli Stati Uniti. «Niente drammi dopo la sconfitta. Sono sicuro che ci sarà la reazione ad Arezzo», dice il presidente del Napoli. Ieri, poche ore dopo la caduta a Piacenza, il faccia a faccia nell’albergo di Pescia. Marino chiede alla squadra un atteggiamento più responsabile: meno leggerezza, meno presunzione, più grinta. Montervino e gli altri recepiscono il messaggio. «Occorre un'immediata risposta, già ad Arezzo in campo un Napoli-operaio», dicono Cannavaro e Bucchi quando giungono al campo. Volti scuri quelli di Reja e degli azzurri; un grande silenzio rotto solo dalle urla di gioia di una ventina di bambini. «Non fosse stato per Iezzo, avremmo subìto una goleada - osserva Montervino a cui Reja ha mimato cosa avrebbe dovuto fare per non far segnare Nocerino -. Passiamoci la mano sulla coscienza. I primi 25 minuti sono stati i peggiori del Napoli da quando sono qui. Non eravamo messi bene, sembravamo in inferiorità numerica. Loro andavano a mille. Occorre più intensità fuori casa. Se abbiamo subìto due gol, quattro in 180 minuti, è colpa anche di noi centrocampisti in fase di interdizione e degli attaccanti che non hanno scalato. Non siamo l'ammazzacampionato, ma neanche quelli visti a Piacenza. Occorre che il Napoli sia meno presuntuoso e più pratico. Maggiori sacrifici da parte di tutti e una partitaccia del genere non la rivedremo più. Comunque, meglio che la lezione sia arrivata in avvio di torneo. Abbiamo perso un punto, quello del pareggio, ma ne conquisteremo 20 in più fuori casa facendo tesoro della lezione di sabato. La mia prestazione? Brutta». Bucchi sostiene che «il Piacenza è stato più aggressivo ed in serie B è una dote fondamentale. Non siamo stati compatti ed abbiamo incassato due reti. Abbiamo lasciato troppi spazi: loro si sono esaltati. Le colpe? Quando incassi un gol, i primi responsabili sono gli attaccanti che devono contenere. Magari, la grande voglia di fare gol ha fatto sì che ci spingessimo tutti all'attacco. Un eccesso di generosità pagato a caro prezzo. Sono certo che già contro l'Arezzo gli equilibri in campo saranno diversi. All'attacco senza essere scriteriati, in difesa con una punta di cattiveria in più. Mi spiace per i cinquemila tifosi che ci hanno seguiti. Avrebbero meritato che il Napoli vincesse». E Calaiò, migliore in campo, avrebbe meritato di non subire la sostituzione numero 37 in 60 gare giocate con Reja in panchina. «Più compatti, più coperti, più concentrati», sono i tre più che sono mancati e che Cannavaro suggerisce di impiegare ad Arezzo. «C'è Floro Flores, un altro napoletano molto bravo, che vorrà rifarsi del rigore sbagliato, c'è un Arezzo che è simile al Piacenza per grinta - aggiunge il difensore -. Brucia la batosta a Piacenza. In B la parte atletica spesso prevale e loro andavano a mille all'ora. Con più filtro a centrocampo, con più equilibrio tattico, potremo riscattarci. Iniziamo a non prendere gol: tanto almeno uno riusciamo sempre a farlo. Un pizzico di presunzione in meno e ci riscatteremo, altrimenti perderemo ovunque».
 
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