Basket Café Forum

Alessandra Demurtas, studentessa del Corso di di laurea specialistico in scienze politiche all'Università di Cagliari, ha avuto la brillante idea di osservare e analizzare in ogni dettaglio il nostro forum, che è diventato oggetto di un vero e proprio studio.

L'elaborato è stato presentato da Alessandra all'esame di sociologia della comunicazione (Prof.ssa Giuliana Mandich), sostenuto il 29 settembre scorso, e l'ha aiutata al conseguimento del massimo dei voti: 30 e lode.

Ad Alessandra, che gentilmente mette a disposizione del forum il frutto del suo lavoro, il nostro ringraziamento, i più sinceri complimenti, e un in bocca la lupo per il proseguimento degli studi.



La comunicazione mediata dal computer e le comunità online

L’esperienza di

Alessandra Demurtas

1 Premessa

2 I nuovi media

3 La comunicazione mediata dal computer

4 Gli studi sulla Cmc

5 Le comunità virtuali

6 L'oggetto della ricerca: il forum di Basketcafé (storia e struttura)

7 Basketcafé è una comunità online?

Bibliografia


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1 Premessa

In questo lavoro mi propongo di approfondire la riflessione sulla comunicazione mediata dal computer, riassumendo cosa si intenda per nuovi media e distinguendo le varie forme di comunicazione. Ci si soffermerà sulle diverse declinazioni della Cmc per poi ricordare le teorie sociopsicologiche su di essa. In seguito, prendendo spunto dagli studi che valutano l’impatto della Cmc nella vita quotidiana, analizzerò le comunità virtuali (che ne sono il frutto) dal punto di vista teorico ed empirico, descrivendo il forum del sito www.basketcafe.it . L’obiettivo della ricerca è studiare le dinamiche di una comunità online e constatarne il suo “stato di salute”, ricercando caratteri positivi e negativi delle comunità virtuali messi in luce dalla letteratura.

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2 I nuovi media. Alcune caratteristiche

Il progresso tecnologico degli ultimi decenni del Novecento ha fatto sì che accanto ai mass media tradizionali (carta stampata, radio, televisione) trovassero posto i nuovi media: la comunicazione via computer e il World Wide Web, l’editoria elettronica, i servizi satellitari, la telefonia cellulare e molti altri [Roversi 2004].

I media di recente o recentissima generazione hanno alcune caratteristiche comuni che, tuttavia, devono essere considerate solamente indicative.

I nuovi media elaborano i dati utilizzando il formato digitale, cioè l’informazione è rappresentata, meglio, digitalizzata, attraverso una serie di cifre. La digitalizzazione consente di agevolare enormemente il trattamento dei dati, oltre che l’archiviazione (p.e., un Cd-Rom può contenere l’equivalente di un’enciclopedia)

Inoltre i nuovi media sono caratterizzati dalla multimedialità, ossia l’articolazione del contenuto tramite molteplici canali sensoriali ed espressivi, ad esempio l’uso simultaneo di immagini, suoni, testi scritti, con una conseguente integrazione dei codici.

I nuovi media poi si denotano per la loro interattività, che nella definizione di Jensen si intende come «la misura del potenziale di un medium di lasciare che l’utente eserciti un’influenza sul contenuto e/o sulla forma della comunicazione mediata». L’interattività può essere graduata secondo tre livelli crescenti: 1) Ad un primo stadio l’utente seleziona le informazioni all’interno di un arco ampio ma finito di informazioni fisse e precedentemente codificate. In questo caso il medium è ancora unidirezionale e non è previsto l’invio di feedback dall’utente (un buon esempio è il televideo). 2) Un secondo livello prevede un canale di ritorno attraverso il quale l’utente può inviare informazioni. Come nel World Wide Web, egli consulta delle informazioni predefinite ma comunica delle richieste al server. 3) L’ultimo livello è l’unico che si può assimilare all’idea di interazione sociale ed è permesso dall’e-mail e dai sistemi di conferenza elettronica (forum, newsgroup ecc.). L’utente elabora le informazioni, che poi sono fatte circolare dal sistema.

Una ulteriore caratteristica è l’ipertestualità. Le informazione presenti sul nuovo medium sono organizzate in modo ipertestuale: i concetti e le informazioni sono collegati tra loro secondo una rete di collegamenti logici non sequenziali, come nel World Wide Web [Paccagnella 2004].

Roversi mette in luce altre due peculiarità dei nuovi media: innanzitutto essi sono artefatti tecnologici ibridi, cioè nascono dalla contaminazione tra vecchie e nuove tecnologie (le connessioni Internet utilizzano le linee telefoniche tradizionali). Inoltre i nuovi media permettono una comunicazione mediata ma anche altamente personalizzata, tanto da essere chiamati media de-massificati.

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3 La comunicazione mediata dal computer (Cmc)

Le forme di comunicazione sono suddivise generalmente in tre categorie:

a. La comunicazione faccia a faccia;

b. La comunicazione dei mass media;

c. La comunicazione via computer.

La comunicazione faccia a faccia (one to one) è lo scambio comunicativo che avviene con la compresenza fisica e temporale degli interlocutori. Un simile scambio può essere di tipo verbale o non verbale, se espresso tramite parole ed elementi non verbali del parlato o tramite elementi cinesici, e dialogico o asimmetrico.

La comunicazione dei mass media (one to many) è detta appunto “di massa” in quanto i messaggi che diffonde sono ad alta penetrazione sociale, cioè raggiungono fasce di popolazione molto ampie. Essa è caratterizzata dall’utilizzo di un mezzo tecnico (medium, quindi), dalla separazione strutturale tra il luogo di produzione del messaggio mediato e i luoghi della ricezione, dalla prevalente unidirezionalità dei messaggi, dall’estesa accessibilità nello spazio e nel tempo e dalla circolazione pubblica dei messaggi.

La comunicazione mediata dal computer presenta elementi comuni ad entrambe le tipologie appena enunciate. Grazie al computer è possibile comunicare one to one, inviando un’e-mail ad un amico, oppure one to many, con la forma centralizzata di un sito web, oppure ancora many to many, utilizzando le forme di comunicazione collettiva e multidirezionale di un forum online [Paccagnella 2004].

La Cmc avviene secondo due modalità: testuale (sincrona e asincrona) e grafica (solo asincrona, p.e. le Home Page), che in questo caso non verrà presa in considerazione.

La Cmc testuale asincrona comprende la posta elettronica (e-mail), le mailing list e i newsgroup. I tratti comuni sono 1) l’invio di un testo scritto ad utenti che non sono compresente temporalmente né spazialmente; 2) sia la presa di visione del messaggio sia l’invio di una eventuale risposta avviene successivamente al ricevimento; inoltre di solito 3) l’identità di emittenti e riceventi è nota.

La Cmc testuale sincrona comprende in sostanza tre forme: i sistemi di Istant Messaging, i MUD e IRC.

Un sistema di Istant Messaging permette, attraverso una connessione Internet, di segnalare la presenza in linea di altri utenti che, utilizzando uno stesso programma, possono iniziare una conversazione in tempo reale (sincrona). La conversazione, attuata con brevi messaggi alternati, può essere collettiva oppure riservata a due soli utenti. È possibile dialogare sia con utenti noti sia con utenti ignoti, di cui si conosce solo il nickname che nasconde la vera identità. Questa modalità permette un dialogo interattivo testuale di tipo immediato a carattere solitamente privato.

I MUD (Multi Users Domains), o giochi di ruolo, sono scenari di gioco sviluppati virtualmente, nei quali l’utente, assumendo l’identità di un personaggio prende parte (digitando sulla tastiera i comandi ai quali corrispondono le azioni, che verranno letti dagli altri giocatori) ad avventure disciplinate da regole complesse definite dagli inventori del gioco. I MUD sono una forma di comunicazione multiutente che rappresentano l’evoluzione tecnologica di alcuni giochi da tavolo sviluppati negli anni Cinquanta (wargames), rielaborati a metà anni Settanta ed infine adattati al mondo elettronico negli anni Novanta.

Un’altra tipologia di Cmc testuale sincrona è IRC, (Internet Relay Chat). Anche IRC è un dispositivo di comunicazione sincrona multiutente, ma al contrario dei MUD (la cui grafica è sempre molto elaborata) gli scambi avvengono in “stanze” (rooms) graficamente semplici, all’interno delle quali gli utenti comunicano direttamente, in tempo reale, con testi digitati ma anche attraverso lo scambio di immagini e/o file audio.

In sintesi, i caratteri distintivi delle forme di Cmc testuale sincrona sono: 1) la testualità della comunicazione; 2) la compresenza temporale delle persone che sono impegnate nello scambio comunicativo; 3) l’anonimità degli utenti, che si nascondono dietro nicknames (soprannomi) [Roversi 2004].

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4 Gli studi sulla comunicazione mediata dal computer

4.1 Il paradigma RSC (Reduced social cues)

Il primo filone di studi sulla Cmc si sviluppa all’interno della psicologia sociale a partire dal 1982. Gli accademici che facevano capo all’approccio RSD (Reduced social cues) intendevano definire l’impatto della Cmc in ambito organizzativo, e le strategie più opportune per l’implementazione di reti di comunicazione all’interno delle aziende. L’obiettivo era ottenere il massimo dalle nuove tecnologie in gruppi dotati di uno scopo produttivo ben preciso. Gli studiosi convennero su due caratteristiche fondamentali comuni a tutta la comunicazione mediata dal computer e intrinseche al medium: la scarsità di informazioni relative al contesto sociale in cui la comunicazione avviene e la scarsità di norme comunemente accettate in grado di orientare lo sviluppo della comunicazione stessa. Secondo questo paradigma la Cmc è socialmente povera e ciò ha diversi effetti: mancanza di feedback sociale rende complicato coordinare gli attori e difficile la comprensione dei messaggi; le capacità di influenza sociale si annullano perché i dati relativi allo status restano nascoste; lo stile comunicativo diventa più libero e impersonale, l’anonimato incentiva i processi di de-individuazione e di polarizzazione del gruppo, assecondando negli attori comportamenti antisociali. Dal punto di vista organizzativo, la Cmc livella le differenze di status e incentiva una partecipazione più libera, dall’altra crea una condizione di de-individuazione che rende l’ambiente (lavorativo) meno efficiente.

La scarsa larghezza di banda (la quantità di informazioni veicolabili nell’unità di tempo) limita la quantità e la qualità dei dati trasmessi, quindi la Cmc risulta discretamente efficace nel trasmette informazioni precise e puntuali (ad esempio delle direttive aziendali), ma è incapace di diffondere ì indicatori sociali (social cues) come i simboli di potere. Da un lato la Cmc sarebbe quindi intrinsecamente democratica, dall’altro la de-individuazione e l’anonimato rendono la Cmc un ambiente sociale incline al litigio e a posizioni estreme [Paccagnella 2000].

4.2 Il modello SIDE (Social identity de-individuation)

La prospettiva deterministica del paradigma Rsc viene criticato negli anni Novanta soprattutto da Lea e Spears, con riferimento anche in questo caso a teorie e concetti della psicologia sociale. Il punto focale del modello SIDE (Social identity de-individuation) è l’attenzione posta sul contesto sociale in cui avviene l’interazione. Quando il contesto coinvolge gli attori come singoli individui, acquista importanza la loro identità personale; viceversa, se il contesto enfatizza l’dentità sociale, gli attori si adegueranno alle norme e agli standard associati al gruppo di riferimento. Inoltre viene proposta una nuova concettualizzazione dei fenomeni di de-individuazione, che non è più intesa come la perdita di identità dovuta all’immersione nella folla. È ora prevista una de-individuazione dovuta all’immersione in un gruppo sociale specifico. Applicando questa teoria alla Cmc, si ha che la scarsa larghezza di banda insita in essa può portare alla de-individuazione a all’anonimato visivo, ma le conseguenze sociali di ciò dipendono dal contesto in cui la comunicazione avviene.

Contrariamente a quanto affermato dai teorici Rsc, la Cmc non dà luogo a condotte più democratiche, devianti o aride dal punto di vista emozionale in proporzione maggiore rispetto ad altri media, ma questi comportamenti discendono da una serie di elementi, il più importante dei quali è il contesto sociale in cui gli attori operano.

La diffusione a livello privato della Rete rivela l’uso ricreativo della Cmc e sposta l’attenzione dagli ambienti sociali reali a quelli virtuali, dagli effetti della Cmc ai processi di costruzione simbolica dei significati e dell’azione online. I modelli di interazione sono studiati osservando le comunità virtuali, si nota come l’azione sia orientata dal contesto sociale generale ma anche dai vincoli temporali, dall’infrastruttura tecnologica, gli obiettivi del gruppo, e molto altro [Paccagnella 2000 e 2004].

4.3 La Cmc come dimensione quotidiana

Negli studi di terza generazione sulla Cmc i sociologi hanno preso a valutare gli effetti prodotti sulla società nel suo insieme dall’introduzione comunicazione mediata dal computer nella vita dei cittadini occidentali. Il cambio di prospettiva ha causato l’abbandono della ricerca degli effetti sociali insiti nella Cmc e lo spostamento sul contesto in cui la comunicazione avviene e sui modi in cui il contesto influenza le rappresentazioni e le interpretazioni che gli attori danno delle proprie azioni [Paccagnella 2000 e 2004].

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5 Le comunità virtuali

L’incontro fra identità online porta alla formazione di un nuovo tipo di comunità. Secondo Roversi, «le comunità virtuali sono luoghi di incontro di persone con gli stessi interessi e passioni e che si avvalgono dell’ausilio della Rete per comunicare in modo sufficientemente continuativo e intenso», tali luoghi individuano un nuovo spazio che può essere chiamato lo spazio del sapere.

Il processo di formazione delle comunità da un lato è stato considerato l’apice di un processo storico di separazione tra luogo e socialità, altri hanno sostenuto che la diffusione di Internet stia portando alla rottura della comunicazione sociale e della vita familiare, creando individui “senza identità” che rifuggono l’interazione faccia a faccia di un contesto reale. Tale affermazione può essere sottoposta a tre critiche: innanzitutto questo dibattito ha preceduto la diffusione di Internet a livello domestico, concentrandosi sul suo utilizzo in ambito lavorativo e amplificando la distanza sociale tra utenti e il resto della società (Rcs). Secondariamente, si è notata la carenza di una ricerca empirica affidabile sugli usi effettivi della Rete. Infine, si è creata una contrapposizione ideologica semplicistica tra una comunità locale (reale) in armonia e una comunità virtuale fatta di soggetti alienati che passano la loro vita davanti ad un personal computer (ma qui passiamo nel campo della patologia) [Castells, 2006]. Paccagnella comunque ammette una certa diffidenza intorno al concetto di “comunità virtuale”, non per negarne l’esistenza, ma al contrario perché esse, quando esistano, sono semplicemente “comunità” con i problemi e le contraddizioni connesse a questa forma sociale. Inoltre, Anderson ricorda che tutte le comunità (online o offline) sono “virtuali” perché immaginate, costruite.

Howard Rheingold, uno dei maggiori studiosi delle comunità virtuali, a sua volte definisce le comunità online come «aggregazioni sociali che emergono dalla Rete quando un certo numero di persone porta avanti delle discussioni pubbliche sufficientemente a lungo, con un certo livello di emozioni umane, tanto da formare dei reticoli di relazioni sociali nel cyberspazio».

Cosa distingue una vera comunità virtuale da una semplice occasione di socialità mediata dal computer? Vi si ritrovano relazioni personali condotte tramite diversi livelli (e-mail private, telefonate, incontri fisici), da parte di partecipanti coerenti e stabili (il cui nickname non cambia di frequente), che condividono un linguaggio, elaborano un sistema di norme e ruoli ed eseguono riti che ne sanciscono i confini.

Le comunità virtuali si affermano come spazi sociali in cui la collaborazione intenzionale tra individui ha lo scopo di creare qualcosa di superiore rispetto alla somma dei contributi individuali. La comunità online diventa un’entità propria che genera identità, capitale di conoscenze e competenze emotive, possibilità di espressione ma anche di costruzione e sperimentazione della personalità. Essa è un luogo che stimola i membri (non più solo utenti) ad essere proattivi, a solidarizzare con i pari, a creare un sistema sociale.

Quali sono le motivazioni che spingono gli individui a frequentare questi luoghi virtuali? Le comunità online assolvono a tre funzioni: 1) strumentale, sono create in vista di un obiettivo specifico (reperimento di dati, elaborazione progetti); 2) espressiva, la cifra consiste nella volontà di stare insieme e nella sperimentazione di nuove forme di socialità; 3) di sperimentazione dell’identità, laddove si verifica fino a che punto è possibile cambiare i confini del proprio Sé [Roversi, 2004].

Esistono degli elementi in comune tra comunità tradizionali offline e comunità online, ma anche importanti differenze. Tra le peculiarità rintracciabili in entrambe troviamo la condivisione di interessi, la condivisione di valori, la capacità di attenzione e di relazione interpersonale, la capacità di discussione e l’esistenza di una morale. Le difformità invece attengono alla permeabilità e ai rischi di ciber-balcanizzazione. Sebbene l’ingresso o l’uscita da una comunità virtuale tecnicamente richieda pochi passaggi, allo stesso tempo provoca grandi investimenti emotivi. L’abbandono causato da dissidi con altri membri provoca emozioni “vere” ma più gestibili rispetto alla comunità fisica, in cui il contesto geografico e familiare vincola ancora pesantemente l’individuo. Inoltre, le comunità basate su adesioni volontarie e interessi condivisi spesso non sono capaci di comprendere il diverso e non mettono in discussione le proprie specificità, appunto a causa della selezione preventiva dei nuovi membri sulla base di pareri e/o interessi. Ciò può causare povertà sociale e culturale e tendenza alla contrapposizione piuttosto che al confronto. Nelle comunità più esclusive e coese si riscontra un certo ethos, gli argomenti non sono dibattuti ma si afferma solo ciò che è coerente con i valori condivisi, dando il via al rischio di ciber-balcanizzazione [Paccagnella 2004].

Analizzando la socialità in rete si può anche distinguere tra legami forti e legami deboli. Internet è particolarmente adatta allo sviluppo di legami deboli multipli, che sono utili in quanto forniscono informazioni e opportunità a basso costo.

Al di là delle differenze, si è ormai riscontrato che la vita online e quella offline sono integrate piuttosto che in contrasto. «Quando ci si collega alla rete, le comunità preesistenti (reali) non scompaiono» ma «forniscono la comprensione sociale e le pratiche mediante e rispetto le quali si sviluppano le nuove interazioni» mediate dal computer [Baym 2002]. Il crescente contatto tra le “due vite” ha fatto sì che le conoscenze interpersonali nate in contesti virtuali siano coltivate tramite media più tradizionali come il telefono, e non sono rari gli incontri fisici. Secondo Wellman le comunità virtuali non devono essere contrapposte alle comunità fisiche. Esse, semplicemente, sono comunità diverse, con dinamiche proprie, e interagiscono con le altre forme di comunità. Wellman preferisce parlare di comunità personali, tipiche delle società avanzate: reti sociali di individui con legami interpersonali informali, che funzionano sia online che offline. Di frequente la socialità online diventa una spinta propulsiva per la socialità “reale”: i membri delle comunità virtuali tendono a viaggiare con più frequenza e ad avere mediamente più amici e conoscenti e si assiste ormai al passaggio dalla comunità ai reticoli (networks). Gli utenti di Internet si raggruppano sulla base dei propri multiformi interessi, quindi anche l’attività online sarà diversificata. Castells parla al proposito di “portafogli di socialità”, mentre Wellman e Giulia indicano l’espressione “portafogli personali” [Castells, 2002, Wellman 1999].

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6 L’oggetto della ricerca: il forum di Basketcafé (storia e struttura)

La parte teorica sopra esposta fornisce gli strumenti per analizzare il caso empirico prescelto: l’esperienza di Basketcafé, una comunità virtuale nata dalla frequentazione di un forum di discussione sulla pallacanestro, di cui si descriveranno le caratteristiche attraverso l’esame delle pagine web (in particolare quelle relative alla settimana 28agosto/3 settembre) e interviste, telefoniche e via email, ad alcuni tra i responsabili del sito.

Verso la fine degli anni ’90 (il primo messaggio è datato 16 dicembre 1997) un gruppo di appassionati del basket cominciò a scrivere, in modo continuativo, sul forum della versione online della “Gazzetta dello sport”. Gli interventi, dedicati soprattutto alle vicende delle squadre che militavano allora nei campionati cadetti, diventarono più numerosi a partire dal 1999. Gli autori delle origini, che hanno formato una sorta di nucleo storico della comunità, non si dispersero con la chiusura dello spazio a loro dedicato su http://www.gazzetta.it, ma si ritrovarono su un altro sito internet, Ebasket.it, e di nuovo, con l’ultimo trasloco su www.basketcafe.it (vi sono alcune pagine dedicate alla “storia” in http://basket.forumfree.net/?t=365075 ).


Già a partire dal nome il sito intende evocare un luogo informale in cui gli appassionati del basket possano ritrovarsi a discorrere della loro passione. Secondo libero7, amministratore e voce storica del forum, lo si può pensare come «un ”Bar Sport” in cui c’è chi discute con cognizione di causa e chi le spara grosse, chi ascolta in silenzio e chi alza la voce». Attualmente Basketcafé conta circa 10.000 iscritti ufficiali, ognuno dotato di nickname, password e di un profilo che fornisce alcune informazioni statistiche sull’utente (messaggi scritti, media di messaggi giornaliera, data dell’ultimo accesso e altro). La scelta degli pseudonimi è spesso ispirata a ragioni sportive (Gasol, Palla a spicchi, Doctor Belinelli, Basket 1989), di origine geografica (riconoscibili i longobardi Teodolinda e Re Alboino) o di orientamento politico (Karl Marx, Terra e Libertà). La cifra degli iscritti è certamente notevole ma va considerato che spesso gli utenti si registrano con più nicknames, creandosi molteplici identità, perciò un certo numero di iscrizioni non dovrebbero essere conteggiate, perché frutto di “identità dimenticate” (nicknames ormai inutilizzati), cloni e registrazioni non completate. Inoltre il sistema provvede periodicamente, ogni tre mesi, a cancellare le identità inattive. In base ad una stima degli “amministratori” (i responsabili del sito) gli iscritti unici raggiungono le 8.000 unità, cui si possono sommare i visitatori non iscritti, che non possono scrivere messaggi ma accedono solo in modalità lettura. I contatti giornalieri (le “visite”al forum) sono in media 12.000, gli utenti registrati rappresentano circa il 60% dei collegamenti e si può affermare che gli iscritti reali si collegano al forum almeno una volta al giorno, anche se non è detto che tutti i giorni scriva un post.


Il forum di Basketcafé è un forum moderato, ossia ogni sezione è affidata ad uno o più moderatori che vigilano sui messaggi “postati”, controllando che vengano inseriti nelle giuste pagine tematiche, che gli utenti non “aprano discussioni” che siano un doppione di topic già presenti, e che siano rispettate le basilari regole della civile convivenza tra più voci, a volte molto accalorate. Questa delicata macchina è gestita da quattro amministratori e circa trenta moderatori. Non esiste una gerarchia, le decisioni importanti vengono prese dopo una discussione nell’”area comune” (riservata). È consuetudine che, in caso di divergenza su problemi riguardanti una specifica sezione, sia il suo specifico moderatore a prendere una decisione. Spesso si ricorre allo strumento della votazione, utilizzando il criterio della maggioranza (ad esempio, nel caso della nomina di un nuovo moderatore). Questo metodo, a detta degli stessi responsabili, fa in modo che a volte il processo decisionale sia lento e macchinoso, e qualora emergano forti contrasti, spesso si finisce per non decidere nulla.

Graficamente le pagine web del sito in analisi portano al centro dell’attenzione lo sport dibattuto: lo sfondo è rappresentato dal tipico parquet che pavimenta i campi di gioco. La homepage (http://basket.forumfree.net) elenca tutte le sezioni che racchiudono gli argomenti trattati: innanzitutto il regolamento, che spiega con dovizia di particolari diritti e doveri dei forumisti; al di sotto lo spazio dedicato alle serie A (A1 e A2) e alle Nazionali, alle cosiddette minors (B1, B2, C1 e C2), al basket femminile, forse un po’ sacrificato, e poi alle Giovanili e alla pallacanestro USA. Non manca una sezione più “tecnica”, ritrovo per allenatori, arbitri o curiosi delle regole di gioco. C’è spazio anche per il basket in carrozzina, il concorso pronostici e per il cosiddetto Offtopic, ossia tutti quegli argomenti di non diretta attinenza col basket. Si va dagli auguri di Natale alla politica, dalla pubblicazione di foto delle città d’origine a sondaggi sulle materie più varie).




FORZA SASSARI

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Gruppo: Moderatore
Messaggi: 11051
Provenienza: Sassari

Stato:

La figura sopra rappresenta un esempio di avatar, una sorta di carta che identifica l’autore di un messaggio ed è sempre accompagnato ad esso. Spesso i forumisti lo personalizzano, scegliendo una immagine (la propria foto, quella di uno sportivo o anche disegni; in questo caso si riconosce il gonfalone della città di origine dell’autore), abbinando a volte un testo (Forza Sassari) e una “targhetta” che indica l’appartenenza al gruppo dei moderatori. Inoltre, è indicato il numero di messaggi “postati” dal momento dell’iscrizione (11.051) e la provenienza (che in qui viene ribadita più volte) e lo stato dell’utente, connesso oppure non connesso. All’avatar talvolta si accompagna anche una “firma”, che segue ogni intervento inviato:

CAPO D'ORLANDO image

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OrlandinaBasket 2006/2007: Mokongo,Young,Freeman,Wells,Francis Fabi,Rabaglietti,Esposito©,Toure,Rush,Fevola,Pomenti

Questa è la firma di un tifoso dell’Orlandina Basket, corredata da foto di giocatori e bandiera della squadra.

I topic (le pagine di discussione) più frequentati sono quelli appartenenti alle comunità di tifosi più numerose: Rieti, Sassari, Pavia, Caserta ma anche Trapani, Vigevano, Riva del Garda e Firenze. I forumisti sono più attivi, ovviamente, durante il campionato, grosso modo da ottobre a maggio, soprattutto i mesi finali, con le sfide dei playoffs. Sono molto visitate, quando è “stagione”, le pagine dedicate al basket-mercato e quelle sulla Nazionale in occasione di Olimpiadi e campionati mondiali o continentali. Le statistiche pubblicate da www.forumfree.net (piattaforma di cui Basketcafé fa parte) parlano di circa 100.000 messaggi e oltre 250.000 visite “uniche” mensili. La durata media di un collegamento non è un dato rilevato, e difficilmente rilevabile. In ogni caso si può stimare che le ore di punta sono quelle centrali, in particolare dalle 11 alle 16, e si può supporre che molti utenti accedano al forum dai luoghi di lavoro. Il giorno della settimana con più contatti è naturalmente il lunedì. Gli appassionati e gli addetti ai lavori si collegano più volte al giorno, più volte alla settimana: i reloads (contatti ripetuti giornalieri) sono circa 4 volte più numerosi dei contatti unici.

Grazie ad alcuni sondaggi interni, che comunque non hanno pretesa di scientificità, è possibile ottenere qualche informazione supplementare sui membri di Basketcafé. Innanzitutto l’età:


La maggior parte dei partecipanti al sondaggio ha tra i 16 e i 25 anni (circa il 43 %). Importante il segmento 31-40 (21%) e quello degli ultraquarantenni (12%).

Per quanto riguarda la residenza, a farla da padrone è la Lombardia, con il 28%, seguita da Emilia Romagna (16% circa), Piemonte e Toscana a parimerito (11,60%), Sicilia (13%) e Sardegna (circa 8%). Non sono state rappresentate le regioni prive di iscritti. È evidente la maggiore diffusione nelle aree con una tradizione cestistica più consolidata, (non a caso, i membri di origine sarda sono nella quasi totalità di origine sassarese).


Nella settimana presa in esame (28ago/3sett), sono stati registrati circa 100.000 contatti, un numero inferiore alla media, giustificato dall’assenza di molti a causa delle vacanze estive. Circa l’80% degli accessi è dovuto ai reloads. Hanno avuto parecchie visite le pagine dedicate ai Campionati mondiali di basket disputati in Giappone, e quelle riservate alle squadre delle maggiori categorie (circa 70 post in 7 giorni), su cui si discute dell’allestimento delle squadre in vista del nuovo campionato. Il linguaggio è molto tecnico, per esempio un tifoso della Fortitudo afferma che nessuna dei tre acquisti della sua compagine «è una guardia quindi dobbiamo tenere il beli anke xkè nn credo ke si ritornerà sul mercato anke se cn i soldi ke eventualmente prenderemmo dalla cessione del 20enne possiamo comprarci un grande guardia...inoltre edney diventerà italiano tra qlk mese». Quasi deserte le sezioni dei campionati giovanili (3 messaggi in una settimana), un po’ più animata la zona Offtopic, ma con una partecipazione molto frammentata: molto attivo il topic dedicato alle condizioni del tempo e quello sulle colonne sonore. Gli altri interventi si limitano ad auguri di compleanno e a qualche sporadica ”riesumazione” di vecchie discussioni (intese come topic aperti diversi mesi fa).

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7 Basketcafé è una comunità online?

Il gruppo creatosi intorno al forum di Basketcafé aderisce alle definizioni di comunità online date in precedenza. Abbiamo l’incontro di persone con gli stessi interessi e passioni che si avvalgono del Web per dialogare in modo continuativo (Roversi), sviluppando reticoli di relazioni sociali supportati da un certo livello di relazioni umane (Rheingold). Si rintracciano le tre funzioni a cui le comunità ondine assolvono, strumentale (molti giornalisti sportivi utilizzano questo forum per documentare i propri articoli), espressiva (i forumisti fanno amicizia, si scambiano informazioni di carattere personale, si “cercano”, sulla Rete e fuori) e di sperimentazione dell’identità (sono frequenti i casi in cui un membro si appropria di due o più nicknames, intervenendo ora con l’uno ora con l’altro, fingendo identità distinte). Spesso comportamenti di questo tipo sono tenuti da utenti (chiamati troll) che hanno l’obiettivo di portare scompiglio, fomentando l’aggressività nelle discussioni. Nel caso analizzato, l’individuazione e la messa al bando di uno di tali personaggi (Stefasno), che per diversi mesi aveva agito da elemento di disturbo, è ricordato dagli utenti più assidui come un momento “fondante” della comunità, che di comune accordo ha espulso il colpevole.


Per quel che riguarda le peculiarità delle comunità virtuali, ovviamente ritroviamo la condivisione di un interesse, il basket, che da il nome al forum e ne caratterizza profondamente il tipo di utenza. Gli “estranei” perlopiù sono frequentatori saltuari che si limitano a qualche visita nelle sezioni Offtopic. Gli utenti, al momento della registrazione accettano un regolamento (http://basket.forumfree.net/?f=67503) che non consente «insulti personali tra iscritti, offese alle istituzioni o alla religione di qualunque fede. L'utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, osceni, volgari, diffamatori, di odio, minatori o qualunque altro materiale che possa violare qualunque legge applicabile. L'indirizzo IP di tutti i messaggi viene registrato per aiutare a rinforzare queste condizioni.[…] A prescindere dall'ampia facoltà e diritto di discutere di tali argomenti, devono essere evitati commenti in chiave sarcastica, sbeffeggiatoria, sacrilega e denigratoria. Sono inoltre vietati: il razzismo ed ogni apologia dell'inferiorità o superiorità di una razza rispetto alle altre. […] La deliberata inosservanza di quanto riportato sopra comporterà l'immediato bannaggio dal forum, a discrezione dei moderatori e/o degli amministratori del forum.» Il regolamento rimanda ad una morale chiara e tollerante, ispirata quasi a principi decubertainiani, anche se spesso risulta difficile farla rispettare, soprattutto nei topic di carattere politico, che varie volte sono stati chiusi a scopo disciplinare. Altro carattere facilmente individuato è la capacità di attenzione e di relazione personale. I forumisti condividono eventi lieti come un compleanno (http://basket.forumfree.net/?t=4581701), una nascita (http://basket.forumfree.net/?t=2736586), un matrimonio (http://basket.forumfree.net/?t=7909627), ma anche lutti che colpiscono l’ambiente sportivo (http://basket.forumfree.net/?t=5617529) o un membro in particolare (http://basket.forumfree.net/?t=6396240). Interessante è stata la lettura del topic “Storie di forumisti” che raccoglie le esperienze e i ricordi più significativi legati a Basketcafé (http://basket.forumfree.net/?t=6425450). Ecco il racconto di AndySax17: «Per inaugurare il topic, non credo ci sia niente di più adatto del mio primo incontro con Zob0n, Enzone e Scianzi, ovvero il nucleo storico dei tifosi dell'ormai defunta Armata Montichiari, un nome che ai nuovi del Forum, probabilmente non dirà niente, ma qualche anno fà, era uno dei simboli fra gli ultras forumisti...L'incontro avvenne un Venerdì sera a Montichiari, quando io ed Erika (compagna di mille trasferte assurde...) ci presentammo al PalaGeorge, per seguire la partita fra la nostra Dinamo, la corazzata di quel campionato di B1 e appunto Montichiari, una buona squadra che però, in teoria, non avrebbe dovuto rappresentare un grosso ostacolo... uno si potrebbe chiedere perché a due ragazzi quasi sani di mente, fosse venuta la malsana idea di fare un viaggio simile, visto che la partita sarebbe stata trasmessa in diretta alla TV... Beh, la risposta penso sia ovvia, perché ci tenevamo troppo a conoscere i componenti dell'Armata e infatti la delusione per la clamorosa sconfitta, passò in un attimo quando la sera ci ritrovammo allo 030 Café, in compagnia di Zob0n, Enzo e alcuni giocatori della New Wash...che serata!». Una forumista, Il Cappellaio Matto, sulla stessa lunghezza d’onda afferma che: «La cosa che adoro di più di BC comunque, è che si ha la possibilità di conoscere persone da ogni parte d'Italia. Il mio primo raduno, quest'anno a Vigevano, è stato bellissimo e colgo l'occasione per salutare ancora tutti!».

Leggermente più nascosta è la capacità di discussione, collegata al grado di permeabilità della comunità. Essa è franca e corretta negli spazi dedicati alle squadre (quelli che segnano il maggior numero di contatti), a parte qualche raro caso in cui, ad esempio, un allenatore particolarmente permaloso non ha gradito alcuni (pesanti) commenti sul suo operato e ha minacciato di adire le vie legali. Questo episodio ha colpito in particolar modo il gruppo dei moderatori e degli amministratori, che all’epoca decisero di chiudere il forum per ventriquattr’ore (http://basket.forumfree.net/?t=8990816). Più problematica è l’area Offtopic, i cui accessi ultimamente sono in crescita. La varietà degli argomenti trattati e la disomogeneità degli utenti rendono maggiormente complicato il suo governo. Infatti mentre sul topic dedicato alla squadra di Iesi si incontreranno in linea di massima i suoi tifosi, che scambieranno commenti tecnico sportivi a volte in disaccordo ma sostanzialmente accomunati dalla “fede” comune, un topic sull’operato del governo Prodi (http://basket.forumfree.net/?t=8286438) vedrà confrontarsi sostenitori, delusi e avversari, spesso senza esclusione di colpi. Proprio un moderatore responsabile di tale area ha dato origine ad un “caso” che porta in sé il pericolo della ciber-balcanizzazione. La tendenza di molti utenti a diffondere messaggi a scopo promozionale-pubblicitario (una azione di spamming) al di fuori degli spazi ad essi destinati ha causato la creazione dell’”Angolo dei distratti” (in un primo tempo denominato “Angolo dei tonti”), una sorta di gogna online in cui mettere alla berlina il nickname di colui che, dolosamente, inserisce post nel luogo non deputato. Questa poco felice iniziativa ha provocato non poche polemiche. Da un lato i moderatori hanno difeso le proprie ragioni, spiegando che la paura del ridicolo nelle intenzioni doveva essere un deterrente, e alleggerire così i loro compiti (spostare d’autorità i messaggi incriminati oppure cancellarli). Dall’altro, diversi utenti hanno dapprima contestato il nome originario del topic, per poi entrare nel merito della sua utilità. In realtà, in modo occulto, si è creata una situazione in cui ai moderatori (difensori di un certo ethos e appartenenti a quella che può essere definita la “vecchia guardia”) si sono opposti degli utenti di più recente iscrizione, che hanno rimarcato disparità di trattamento e ostilità. La querelle è ancora in corso ( http://basket.forumfree.net/?t=9034253 ) ed è difficile esprimere un giudizio, se non quello che un po’ più di eleganza nella scelta del titolo avrebbe portato ad un minore surriscaldamento degli animi.

Per quanto riguarda i portafogli di socialità (Castells) o di personalità (Wellman), si può stimare che vi sono utenti che scrivono solo su Basketcafé e altri che lo considerano come forum “di elezione”, ma partecipano ad altre iniziative virtuali, contemporaneamente. Osservando le “firme” si riscontrano link che rimandano a forum per appassionati di automobilismo, tennis o determinati generi musicali. Si può ipotizzare quindi che questi particolari iscritti abbiano costruito un reticolo di conoscenze e contatti variegati, e di volta in volta scelgano a quale comunità fare riferimento.


Ciò che colpisce leggendo la quantità di pagine presenti è il senso di appartenenza e di identità che caratterizza gli iscritti, che spesso si riferiscono a se stessi come «noi di Basketcafé», e hanno stampato striscioni, T-shirts e felpe con il proprio logo. Quando i forumisti si scollegano dal Web la comunità non scompare, ma sopravvive e caratterizza i comportamenti della vita offline, con una vera e propria interrelazione tra virtuale e reale. Le strutture della comunità vengono affermate e rinnovate dai modi di agire abituali e ricorrenti dei membri (il darsi appuntamento online a certi orari, o incontrarsi quando le rispettive squadre giocano insieme, ad esempio) [Baym, 2002].

Il momento di maggior valore emotivo per i forumisti è il Raduno: l’incontro, dal vivo, del maggior numero possibile di iscritti. In uno dei tanti commenti che hanno seguito un rendez vous nota che è stato «tutto stupendo, come sempre del resto. Il Raduno di Basketcafé è una delle cose a cui non rinuncerei mai e quoto in pieno quanto scritto da Gallo Senone qualche pagina fa, sul fatto che bisognerebbe fare di tutto pur di essere sempre presenti, cosa che io ho sempre fatto e sono orgogliosissimo di questo! Anche io non posso che ringraziare chi si è sbattuto per organizzare il tutto, in primis il già citato Gallo Senone (è stato un piacerissimo conoscerti, gran bella persona!), l'affascinantissima Cuoredipivot (come, dite che sono ripetitivo!?), Bruja1 e il suo scooter acrobatico (ci sarebbe un simpatico aneddoto da raccontare, su questa cosa, ma io è meglio che mi stia zitto...) e anche se lui fa finta di nulla, un ringraziamento anche a Gasol, con cui dovrò scusarmi in eterno, per non averlo riconosciuto appena arrivato in spiaggia... A proposito della spiaggia, veramente una bella idea quella di ritrovarci lì, peccato solo che si sia rimasti un p’ poco, ma chissà, magari però, in futuro potremmo tornare sull'argomento...Non vorrei scrivere il solito papirone (no, eh!?), quindi eviterò di raccontare dettagli e dettaglini del fantastico weekend, però ci tengo a salutare tutti e soprattutto tutte, perché per chi come me arriva da lontano, ogni occasione per rivedere i vecchi amici, o conoscerne di nuovi è un momento speciale, ed è per questo che, come dicevo prima, ho fatto e continuerò a fare di tutto per poter essere presente a momenti come questi!». Un particolare degno di nota è l'abitudine, sempre constatata, a chiamare per nickname i propri colleghi forumisti.


A partire dal 2002 (dopo qualche tentativo più amatoriale) si sono effettuati un Raduno invernale ed uno estivo, che constano in un pretesto, solitamente un pranzo, in occasione del quale persone provenienti da tutta Italia si incontrano per la prima volta e altre si ritrovano, e in un Torneo (di basket, ovviamente), in cui si giocano combattutissime partite tra squadre sorteggiate, e la gara di tiri da tre punti.



Attualmente l’incontro più partecipato è stato quello di Vigevano, nell’inverno 2006, con circa settanta tra forumisti e familiari. Un numero significativo che accompagna il diffondersi del fenomeno Basketcafé, (che ha incuriosito anche la stampa locale e Sky tv), da comunità online a comunità reale, o forse sarebbe più semplice definirla una comunità vera, con una propria identità ma con qualche problema di integrazione, soggetta a tensioni ma comunque grande supporto emotivo e relazionale per i suoi membri.



Bibliografia:

BAYM, N. [2002], Il posto delle comunità online nella vita offline, in «Rassegna Italiana di Sociologia», XLIII, 1, 2002.

CASTELLS, M. [1996], The rise of the network society, Oxford, Blackwell, trad. it. La nascita della società in rete, Milano, Università Bocconi Editore, 2000.

– [2001], Internet Galaxy, Oxford, Oxford University Press, trad. it. Galassia Internet, Milano, Feltrinelli, 2002.

DELLERBA, O. [2005], Alla scoperta di Basketcafé, «Il Punto», 17 gennaio 2005.

– [2005], I primi messaggi nel dicembre 1997, quattromila iscritti dopo sette stagioni, «Il Punto», 17 gennaio 2005.

FERRI, P. [2001], La rivoluzione digitale. Comunità, individuo e testo nell’era di Internet, Milano, Mimesis.

FORMENTI, C. [2000], Incantati dalla Rete: immaginari, utopie e conflitti nell’epoca di Internet, Milano, R.Cortina.

PACCAGNELLA, L. [2000], La comunicazione al computer. Sociologia delle reti telematiche, Bologna, Il Mulino.

– [2004], Sociologia della comunicazione, Bologna, Il Mulino.

PALMER, M, La comunicazione interpersonale e la realtà virtuale: la frontiera delle relazioni interpersonali, in GALIMBERTI, RIVA (a cura di), La comunicazione virtuale, dal computer alle reti telematiche: nuove frontiere di interazione sociale, Milano, Guerini.

RHEINGOLD, H. [1993], The Virtual Community, Reading, Addison-Wesley, trad. it. Comunità virtuali, Milano, Sperling & Kupfer, 1994.

ROVERSI, A. [2004], Introduzione alla sociologia mediata dal computer, Bologna, Il Mulino.

WELLMAN, B. [1999], Networks in the global village, Boulder, Westview Press.



Siti Internet:

http://www.basketcafe.it

http://www.realbasket.it/basketcafe_storia.php

http://www.forumfree.net

http://extremetracking.com/open;unique?login=baskafe

http://www.gazzetta.it

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