Coppa Italia A2: Udine mette in... Riga Derthona nella "finale del secolo" -
Udine strappa il trono della Coppa Italia di A2 alla detentrice
Derthona dopo una finale incredibile, la più lunga di sempre (se sia stata anche la più bella, difficile dirlo; ma sicuramente fra due grandi squadre), riscattando un'edizione non troppo esaltante nei primi due turni.
L'evento di Roseto è capitato nel momento peggiore della stagione per troppe squadre, soprattutto per via degli
infortuni. Valdarno senza Nasraoui e Amatori; Selargius senza Granzotto e Berrad; Roseto senza Botteghi (più Obouh-Fegue e Miccio convalescenti) e con un cambio di guida tecnica ancora da assorbire; Matelica senza "Pepo" Gonzalez; Broni rimasta senza Policari pur avendo messo una pezza di prestigio con Bocchetti. La stessa Udine, che poi ha trionfato, aveva in borghese Ronchi (e la giovane Penna), anche se ha compensato molto bene col ritorno di Alice Milani.
In sostanza solo
tre squadre sembravano giungere all'appuntamento col vento in poppa anziché con le vele scuffiate: dall'Est, Udine (11 vittorie di fila) e Alpo, dall'Ovest solo Derthona (peraltro battuta in casa da Mantova nel turno precedente di campionato; ma prima 15 successi consecutivi).
- I
quarti di finale, per la verità, non sono stati banali. Ma questo perché gli accoppiamenti partoriti dai valori di due mesi fa hanno messo di fronte, casualmente, due delle suddette tre squadre in forma (Derthona e Alpo), che hanno prodotto un match d'alto livello, e quattro di quelle malconce, che così hanno dato vita a confronti equilibrati ancorché scarsini nella qualità.
In sostanza solo
Udine-Broni è stata a senso unico. Meccanismo perfetto le friulane, con le lunghe a spadroneggiare dentro l'area, segnando quando e come volevano; ma anche triple, contropiedi, pacchetto completo. Per Broni solo un sussultino nel 1° quarto rispondendo al break iniziale, ma per il resto impotenza. Il 3° quarto di Udine è stato perfetto, 33-9 di parziale con 7/9 da 2 e 4/6 da 3; una mappa di tiro da manuale del basket moderno, perché se guardi, ti accorgi che le discepole di Riga hanno tirato solo da dentro l'area o da dietro l'arco, senza cioè l'obsoleto (secondo i modernisti) tiro dalla media. Da 74-36 al 30' le pavesi hanno solo potuto lenire lo scarto finale (
87-65). 5 in doppia cifra per Udine, guidata appunto dalle lunghe Katshitshi (17+8 rimba), Cancelli (14 con 7/9) ma anche un'interessante Shash dalla panchina (14+8 rimba+5 ass.); per Broni 19 di Molnar ma molti a babbo stramorto.
A seguire, di alto livello, si diceva, il confronto tra
Derthona e
Alpo. Le veronesi vanno avanti 39-43 all'intervallo ma subiscono la fiammata bruciatutto da parte delle piemontesi nel 3° quarto, 30-11 di parziale, e non si riprendono più (
84-67). Attura 21 punti, Premasunac 20, Cerino 15 ("fiammata di Cerino" potrebbe essere la... freddura del secolo,
ma non è stata solo sua); per Alpo 19 di Turel, 12+10 rimba di Nori, 12 di Frustaci. Sfortunata Alpo nell'accoppiamento; almeno la semifinale la meritava.
Tocca poi al risultato a sorpresa, con finale rocambolesco. Tra
Valdarno e
Matelica (con le assenze già menzionate), equilibrio per 3 quarti (46-46), poi le tosche sembrano trovare lo spunto vincente con Mioni e Reggiani, 58-48 a 4' dalla fine, ma incredibilmente non segnano più nulla da lì alla fine. Le marchigiane iniziano a crederci risalendo punticino dopo punticino con Offro, Gramaccioni e poi Cabrini con la tripla del pareggio (58-58 a -2'30"). Dopo questa doppia scossa si ha uno stallo di quasi due minuti, poi Valdarno combina altri danni ed è punita da Gramaccioni per il contropiede del 58-60 a -45"; indi Dell'Orto, la minuta play da poco giunta dalla B lombarda di Usmate, trovando subito spazio importante, sigilla con un 3/4 ai liberi (
58-63). Rossini 15 e Mioni 14 per le deluse, Cabrini 15 e Poggio 11 per le festeggianti.
A chiudere il venerdì rosetano, ecco le
padrone di casa che dopo 3 quarti di testa-a-testa senza breaks significativi con
Selargius (45-46 al 30', quasi uguale al match precedente), piazza lo spunto buono con un 8-0 fra il 37' e il 38', e a differenza di Valdarno non si fa rimontare; finisce
59-51. Mentre le "big" rosetane erano o fuori o ammaccate, s'erge a gran protagonista
Cecili con 21 punti, 8/12, 7 rimbalzi, 7 recuperi, 36 di valutazione; per le sarde Pavrette 15+8 rimba.
- Sottotono la giornata di sabato, con due
semifinali a senso unico per le più forti.
Udine scappa sul 47-24 al 20' con
Matelica e chiude
84-59; altra esibizione di collettivo completo, 5 in doppia cifra con 14 di Bovenzi e Gregori a guidare. Per le marchigiane l'immarcescibile ed eterna Sanchez ne fa 17 con 8 rimbalzi.
A seguire, altro monologo, ad opera di
Derthona che non ha pietà di
Roseto, spegnendo presto ogni speranza del pubblico nativo: 39-24 al 20',
66-38 finale. Attura 20 punti, Obouh-Fegue manda buoni segnali di ripresa in vista del campionato con 14+8rimba.
- Ed eccoci dunque alla
finale: la più giusta; la più attesa; la più epica, alla fine. Ma non sembrava destinata ad essere tale, stante il dominio iniziale di
Derthona (
Premasunac la mattatrice in questo frangente): 10-0, 17-6, poi 22-9, anche se già parzialmente rappezzato da
Udine sul
24-14 a fine 1° quarto. Col quintetto titolare un po' inebetito (anche se poi Katshitshi e Bovenzi saranno monumentali), serviva un elemento che entrasse dalla panchina con impatto immediato, per sbloccare anche le compagne e dare una svolta tecnica e mentale; ed è
Gregori a incarnare questo ruolo. Con lei Udine si riporta a meno 3; all'intervallo meno 5. Non basta, però, giacché a sua volta Derthona risponde con una nuova gragnòla di colpi: Attura, Prema, Marangoni, Cerino, sembrano troppa roba persino per Udine; è nuova fuga sul
46-32 al 23'.
Merito delle discepole di Riga è quello di restare in piedi, vacillando ma non crollando, per poi recuperare di nuovo con pazienza; di nuovo Gregori importante insieme a Bovenzi e Katshitshi che salgono vistosamente di livello. Tuttavia nemmeno questo sembra bastare fino a 7'30" dal termine, quando Derthona è ancora a +8.
E lì il momento di svolta, quando con un parziale di
0-10, aperto e chiuso da Cancelli, Udine per la prima volta perviene al sorpasso: 61-63 a 4' dalla fine. Da lì in poi, per ben 19 minuti, compresi cioè i tre supplementari, sarà duello da annali. Potrebbe già risolversi nei regolamentari quando Bovenzi realizza il 68-70 a -17"; ma Attura pareggia dalla lunetta e Katshitshi non trova il guizzo vincente allo scadere (
70-70).
- Nel
1° overtime riparte meglio Derthona, che va 76-72 con 4 di Prema e 2 di Attura; se la stessa italo-yankee segnasse il +6 a -1'20" sarebbe forse il k.o., ma sbaglia; e la roulette degli episodi gira tutta a favore di Udine: da rimbalzo offensivo nasce un assist di Milani per
Katshitshi; poi fallo in attacco di Premasunac ed è il suo quinto (tegola mortifera); altro assist di Milani per la lunga italo-congolese che pareggia (
76-76); Derthona pasticcia nell'ultimo possesso.
2° overtime:
Attura, orfana di Prema, entra in modalità "faso tuto mi".
Bruttino da vedere per gli amanti del collettivo; soprattutto sconcerta la riduzione di
Melchiori a comprimaria che si fa le vasche avanti-indietro da una metà campo all'altra senza quasi vedere palla né tantomeno tirare; finirà con 3 tentativi in 39'. O non stava bene lei, o gliel'ha chiesto il coach di sacrificarsi, o c'è qualcosa di strano,
considerando che viene pure lei dall'A1 come Attura e che ha vinto più volte la Coppa Italia con tanto di mvp. 32 tiri la compagna (che oltre tutto sarebbe il play) e 3 Melchiori?
Altrettanto schiettamente, però, bisogna dire che Attura ha sì tirato 17 volte nei supplementari, un'enormità, ma non si può negare che abbia segnato spesso, e in momenti in cui la palla era di piombo rovente: 5/12 da 2 e 2/5 da 3. Non ci sentiamo di dire che se l'avesse passata di più, Derthona avrebbe vinto. Poteva benissimo vincere anche così, e sarebbe stato giusto celebrare gli eroismi di Attura. Difficile, nel complesso, segnare più di 14 punti in un overtime, come ha fatto l'Autosped nel secondo; il problema è che ne ha subiti altrettanti. Anzi, è più spesso avanti la Delser in questo prolungamento, con Gregori da 3, Milani che uccella Attura con un gran passo d'incrocio; poi ennesimo canestro dal post basso per Katshitshi ed è 87-90 a 30" dalla fine. Ma Attura, caparbia, dopo un errore da 3 ha ragione lei perché sul rimbalzo offensivo delle sue, si prende di nuovo un tiro dall'arco e stavolta lo mette:
90-90, si va ancora avanti, allucinante.
-
3° overtime: dopo la santabarbara dei minuti precedenti c'è un rifiatare collettivo; in quasi 3 minuti c'è solo un canestro di Udine. Poi si riaccende tutto quando Attura fa l'ennesima prodezza, ma sarà l'ultima, realizzando la tripla del 93-92 a -1'50". Poi Gregori, ancora con nervi d'acciaro, segna un'entratona; ma Gianolla guizza a rimbalzo offensivo (95-94 Derthona a -1'15"). Quando Bovenzi sbaglia la replica, Derthona ha la chance di mettere il sigillo, ma Katshitshi, sublime, stoppa una tripla di Attura e, di là, subisce fallo e trasforma i due liberi (95-96). Cerino sbaglia da 3, Milani fa 2/2, timeout e ultimo appello per Derthona, ma Gianolla fa nettamente fuori misura dall'arco. Festa Udine.
-
Cifre individuali atomiche, com'è normale vista la durata extra; per le trionfatrici
Katshitshi, eletta mvp, fa 29 punti con 11/22 dal campo, 6/8 ai liberi, 21 rimbalzi, 3 recuperi, 7 assist, 10 falli subiti,
50 di valutazione.
Bovenzi ha 20 punti, 13 assist, 30 di valutazione. Gregori 16 con 4/6 da 3, Milani 13, Cancelli 12, Bacchini 8. Solo queste a segno, ma è bastato.
Per le battute fa 32 punti Attura (10/23 da 2, 2/9 da 3, 6/8 ai liberi, 6 assist, 23 di valutazione); 24 di Premasunac, con 11/13 da 2, 15 rimbalzi e 5 assist, 41 di valutazione. Col rimpianto della sua uscita prematura. Cerino 12, Marangoni 9 (con 8 soli tiri in 45', tanto per fare il paio di "timide", o trascurate, con Melchiori).
Le cifre di squadra si bilanciano (Derthona meglio da 2 e nel bilancio perse-recuperi, Udine meglio da 3 e nei rimbalzi offensivi); molti più falli Derthona, 28 vs 15, ma spesso non sul tiro, tant'è che i liberi sono solo +4 per Udine. Una differenza, come già detto, data da episodi, non da fattori tecnici particolari. Applausi a tutte.
- Certo, rispetto ai bei tempi in cui la finale di Coppa A2 andava in tv su RaiSport, solitamente nel periodo di Pasqua se non ricordo male, è un peccato non offrire una partita così a una platea più grande di quella di LBF Tv (e forse MS Channel). Ma va notata la paginona intera dedicata oggi dal "
Corriere dello Sport" (vedi allegato); certo, è per la partnership siglata con la Lega, non per spontaneo amore nei confronti del basket femminile, ma è pur sempre un bel vedere.