Posts written by bresk

Fermo dalla stagione 16/17 (praticamente due stagioni piene), è nello staff tecnico della squadra di G-League affiliata ai Celtics.
È un 4 fatto e finito per caratteristiche fisiche e tecniche. Il suo innesto ha permesso una maggiore rotazione sui lunghi e l'utilizzo di Parks da 3, se in campo insieme a Bruttini.

Finalmente una gran partita di Bellan, migliore in campo oggi, che oltre alla solida prestazione difensiva è stato importante anche in fase realizzativa.

Starting five con Triche da playmaker che penalizza Laganà (oggi nervoso), ma che ci dà più centimetri e fisicità.
Dal miglioramento suo e dal contributo degli altri sappiamo che passa gran parte della nostra stagione, in un campionato dove la qualità degli italiani fa la differenza.

Oggi la classifica dice che abbiamo vinto con quelle sotto di noi e perso contro quelle sopra. Se questa è la nostra dimensione è giusto trovarsi lì, ma io credo che abbiamo ancora del potenziale inespresso ed è quindi obbligatorio salire qualche gradino più su.

Importante aver trovato i primi 2 punti davanti ad un pubblico presente e partecipe (si può fare ovviamente di meglio, ma stasera non mi aspettavo di più).

Prestazione in campo, purtroppo, da rivedere. Passo indietro rispetto alla buona prestazione di Agrigento.

Male i singoli, considerato il fatto che giocavamo contro squadra modesta che però ha avuto il merito di non mollare.

Salvo Parks, l'unico costante nei 40', Bruttini (che ha dato tutto nonostante qualche acciacco) e il supplementare di Lucarelli.

Attendiamo con pazienza Bellan: fondamentale avere un altro uomo negli esterni. Forza!

Poco più di un minuto di intervista per capire che chi ci guiderà nella prossima stagione sembra proprio essere uno con la faccia giusta.
A lui il compito di riaccendere la fiamma dopo un anno complicato (su più fronti) seguito da mesi di riflessione, silenzi e lavoro sotto traccia.
Chi si aspettava proclami o rilanci è forse rimasto spiazzato da un'estate che definirei interlocutoria: è compito nostro, adesso, far sentire che ci siamo, indipendentemente dalla categoria.

Niente da dire, purtroppo, sul fatto che questa retrocessione sia meritata. Le statistiche ci condannano, il numero di vittorie (specie quelle casalinghe, 4/15) alla fine ci condanna, il filotto di sconfitte (14) idem. Impensabile anche ad inizio anno, con un rendimento del genere, poter raggiungere la salvezza.

La presenza di Pesaro, a lungo dietro di noi in classifica, è stata per noi un paracadute alla fine rivelatosi bucato.
Ricordo quando eravamo ottavi ad 8 punti, poi quando eravamo comunque a +4 su di loro, quando in pochi (non mi ci metto) guardando il calendario, onestamente, pensavano di non poter conquistare almeno una vittoria tra Cremona, Bologna o Reggio in casa, figuriamoci in trasferta a Pesaro, con la quale credevamo (legittimamente) di essere superiori, ma contro la quale ahimè ci siamo suicidati in un secondo tempo ancora difficile da spiegare.

I veri campanelli di allarme sono scattati al termine di quella partita, quando l'opportunità di dargli un calcio verso il basso si è tramutata in uno schiaffo ricevuto in faccia.
E così anche la possibilità di prendere un giocatore "vero" al posto di Ikovlev (anzi, di Inglis) è diventata quindi necessità, la pazienza con la quale si poteva attendere Maynor è diventata fretta, la riconoscenza verso l'allenatore che ti ha portato ai playoff l'anno prima è andata dissolvendosi fino a che il cambio in panchina è sembrato l'unico, vero, modo per dare una sterzata alla stagione e provare a salvarsi. E così più o meno è stato.

Poche cose hanno funzionato in questa stagione ed è sotto gli occhi di tutti. Il pezzo della Gazzetta del Sud ce lo ricorda amaramente ed a larghi tratti è condivisibile, ma il giornalista in questione parla unicamente di "presunzione" alla base del nostro disastro sportivo: come se decidere di puntare anche sui giovani significhi voler fare lo "chef stellato", o come se la possibilità di tornare in Europa (dopo lo scippo del 2009) sia una roba che capita tutti i giorni. Onestamente non capisco questo passaggio ma comprendo che chi scrive è probabilmente molto distante dalla nostra realtà.

Tornando alla questione retrocessione, parola che onestamente mi viene difficile da masticare ma con la quale dovremo convivere ahimè ancora per qualche mese, io credo che sia da cogliere come momento per capire veramente chi siamo e cosa vogliamo. Per comprendere meglio le nostre dimensioni e provare ad allargare la base, non necessariamente fuori porta (come provato a fare quest'anno) ma cercando la spinta e l'orgoglio proprio dentro di noi, ripartendo dalla voglia di andare al palazzo, di divertirsi, di sfidare squadre blasonate ma allo stesso tempo sentirsi come una Big (me lo auguro), in un campionato che conosciamo molto bene e dal quale possiamo ritornare a stupire.

Non credo di esagerare se dico che quella di domani è la partita più importante di sempre.

Che bello quando ognuno di noi pensa di aver fatto qualcosa che possa aver contribuito alla vittoria. Quanti di voi hanno cambiato abitudini, messo al collo una sciarpa, cambiato posto in cui guardare la partita, fatto almeno UNA cosa diversa per provare a cambiare il destino?

Guai, comunque, a pensare che sia già finita. Domani mattina intanto godiamoci il primo risveglio felice dopo 4 mesi di agonia.

Morti. e risorti.

Quando l'apatia iniziale si trasforma in non-dormire-la-notte, significa che qualcosa sta cambiando.

Con questo non voglio pensare o dire che tutti i tifosi dell'Orlandina domenica sera dopo il canestro di Okoye non siano riusciti a prendere sonno, come me. Ma la paura di poter perdere qualcosa di troppo grande ha risvegliato in ognuno di noi un minimo di senso di appartenenza, che onestamente da Settembre a Febbraio pareva finito nel dimenticatoio. È quello che ho rivisto nelle ultime partite casalinghe, specie l'ultima, grazie all'assist del cambio in panchina fornito dalla società. Chi ci vede da fuori può leggittimamente pensare che 20 sconfitte di fila significhino la fine, rassegnazione, come qualcuno, tra l'altro, vorrebbe far credere. Qui invece si costruisce, sicuramente qualche volta si sbaglia, ma poi si prova a correggere. E non si molla mai.

Non è tempo di stabilire cosa è andato storto fino adesso. Magari a fine stagione, quando saremo salvi, potremmo interrogarci sugli errori e sul perchè di determinate scelte.

Oggi è solo tempo di credere che prima o poi, in questa travagliata stagione, una volta deve girare dalla nostra. Credo alla fortuna e ancor di più nell'unione di intenti, ma so bene che questo non basta perchè in campo non scenderanno i tifosi.

La nostra nuova guida tecnica ha delle idee ben chiare, sa bene cosa poter prendere da ognuno dei giocatori e ha l'esperienza per condurci alla salvezza. Ma neanche l'allenatore, per tornare a quanto detto prima, scende in campo a giocare.

Ai giocatori non credo manchi la voglia di vincere e nemmeno le doti tecniche: paragonandoci alle altre squadre del nostro livello, non abbiamo nulla da invidiare. Se c'è una cosa che invece ci è mancata tremendamente è la capacità di portare a casa la partita quando conta. Penso a Reggio in casa, a Torino, a Pesaro, all'ultima con Varese, e non voglio considerare Brescia viste le nostre defezioni. Facciamo quel passo in più, sconfiggiamo, prima ancora che la nostra avversaria, la paura di perdere di nuovo. Basta poco.

Dispiace per Mario, lo consideravo uno dei nostri, ma arrivati a questo punto il suo addio è un bene sia per noi che per lui.
Il pubblico, già da tempo, non gli perdonava più nulla.

Domenica 28 Gennaio sarà la seconda di ritorno e si giocherà contro la Virtus Bologna.

Due anni fa, nello stesso periodo, si giocava contro la Reyer Venezia (24 Gennaio 2016, 41 anni di Basile) e sportivamente parlando il periodo era sicuramente meno felice di quello che stiamo vivendo adesso: 8 sconfitte consecutive in campionato, squadra che non vinceva da 2 mesi (in casa addirittura da 3) e da poco affidata all'assistente allenatore dell'esonerato.
Di quella partita, che finì con una vittoria, ho dei ricordi indelebili e la porterò sempre nel cuore perchè segnò l'inizio di un percorso che ci ha portato prima ad una salvezza insperata e poi a tutto quello che abbiamo conquistato nella stagione successiva.
Bisognava meritarsela quella vittoria e quella Serie A, tutti insieme, passo dopo passo. Senza Boatright, con un lungo appena inserito (Nankivil) e con un un gruppo di ragazzi sicuramente non in fiducia.

In molti mi diranno che gli uomini erano diversi da quelli di oggi, ed io vi di darò sicuramente ragione, ma quella vittoria fu frutto di un lavoro partito dalla base, fu costruita ed ottenuta con forza da persone che sapevano che quello era il momento di risollevarsi, che quella era l'occasione per tornare a giocarsela con tutti e rimettere tutto in discussione.
Ricordo chi nel mondo del basket ci dava per morti e forse saranno gli stessi che oggi pensano che retrocederemo.
Io sono convinto che ce la metteremo tutta per salvarci e che faremo qualsiasi cosa serva per mantenere questa categoria.

Non mi aspetto una partita spettacolare. Orlandina-Venezia del 2016 fu una partita bruttissima, finì 55-53 e nessuno la ricorderà per il bel basket.


Dai giocatori mi aspetto la grinta per lottare e buttarsi su ogni pallone, pensando che quel possesso sia fondamentale per la vittoria.


La voglia di divertirsi, in un periodo in cui si fatica anche a vedere il "cinque" dato ad un compagno.


Dallo staff mi aspetto attenzione, sicuramente anche un pò di pressione, umiltà ma anche consapevolezza che l'unica cosa importante alle 8 di sera è aver conquistato questi 2 benedetti punti.


Negli occhi delle persone, dopo quella vittoria, c'era la sensazione di aver vinto lo scudetto, di aver dimostrato a tutti di essere ancora vivi. Ricordo che gridai così forte che mi feci male alla mandibola, e nella foga tirai anche un pugno involontario ad un collega in tribuna stampa (tutto vero).

Per una volta, focalizziamoci soltanto sulla prossima partita. Per tutto il resto, per fortuna, c'è ancora tempo.

FORZA!

Hai dimenticato di aggiungere due tra i nostri migliori giocatori per rendimento fino ad oggi: Alibegovic e Ikovlev.

Con Ihring considerato a tutti gli effetti un giocatore facente parte delle rotazioni (designato come cambio del playmaker già ad inizio stagione), il nostro roster di oggi conta 9 elementi, esclusi gli under.
A numeri secondo me ci siamo, quante squadre fanno rotazioni a 12?
A ruoli forse un pò meno dato il “peso” della partenza di Inglis, inizialmente colmata grazie all’apporto (superiore a quanto ci si aspettava) di Ikovlev.

Se c’è un ruolo in cui intervenire per dare una scossa e sgravare qualche giocatore da qualche responsabilità, probabilmente è quello.

Edited by bresk - 4/1/2018, 13:52

Facciamo fatica a rientrare in partita quando andiamo sotto oltre la doppia cifra. A memoria ricordo poche gare nelle quali siamo riusciti a raddrizzarla e a portare a casa i due punti.

Non siamo ad oggi una squadra di medio-alta classifica come lo eravamo lo scorso anno ma probabilmente ne eravamo consapevoli già ad inizio stagione viste le scommesse sui giovani e poi il livello (ed aggiungerei il budget) delle altre. La nostra posizione attuale - per la quale avrei messo la firma a Settembre - ci ha permesso e ci permette di poter sperare in un posto nelle prime otto al termine del girone d’andata, ma la sconfitta di oggi ci ricorda probabilmente che per ambire a palcoscenici più alti servono più continuità ma soprattutto più concretezza. Che è quella che mi aspetto da gente esperta come Maynor, tanto atteso giocatore che in effetti il playmaker sta facendo, forse fin troppo, latitando invece in fase realizzativa. Kuba e Atsur, per motivi diversi, sono stati i primi a beneficiare del suo arrivo ed il loro apporto offensivo si è rivelato decisivo nelle ultime vittorie. Ma è innegabile che le aspettative su di lui siano altre, in un momento storico in cui vedere un pò più di spettacolo sarebbe sicuramente bello (su tutti i campi di Serie A, non solo sul nostro) ma ciò che può fare la differenza è anche l’energia che si mette.

Giocatori come Ikovlev, squadre come Trento, tifosi come quelli di Avellino con lo striscione “GARRA!” ci insegnano che per provare a vincere bisogna innanzi tutto lottare.

Per chiudere: oggi abbiamo fatto un buon primo tempo in attacco, trovando buoni tiri e facendo girare la palla. Abbiamo sofferto troppo sull’altro lato del campo, con un Wojciechowski purtroppo nullo in difesa e con gli esterni disattenti sui backdoor di Rich e lenti a fare equilibrio difensivo. Il tutto aggravato dalle percentuali irreali dei giocatori avversari.

Nessuno ha parlato del rientro (e del passaggio) di Stojanovic. La notizia più bella della serata è sicuramente questa.

Forse si riferiva all'ingaggio richiesto da Hogue ad inizio campionato (così alto che la stessa Trento non riuscì a rifirmarlo in estate).

Trento ha pagato la clausola di Hogue alla squadra coreana con parte del buyout incassato dalla cessione di Baldi Rossi.
Un'operazione economicamente simile a quella nostra con Maynor (che comunque era free agent), arrivato dopo aver incassato il buyout per Edwards.

Risultato che, purtroppo, non ci aiuta.