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Senza arbitri non si gioca.
Rediamo l'essere arbitri un impegno rispettato e anche remunerato meglio di quanto lo sia ora. Parliamo spesso di arbitri senza renderci conto che senza di loro non potremmo giocare. Vero che spesso riteniamo che i loro livello non sia adatto ma forse sopravvalutiamo anche le nostre squadre e le nostre società. Facciamo un passo indietro, respiriamo e impariamo ad essere sempre umili. Rispettiamo coloro che ci consentono di dispuare le partite e facciamo in modo che giovani arbitri possano crescere. Vero che si vedono spesso errori, a volte grossolani, ma la partita dura 40 minuti e se uno vince difficilmente (molto difficilmente) vince grazie all'arbitraggio, idem se perde. Rispetto sempre e comunque, pensiamo al nostro lavoro e lasciamo fare l'arbitro a chi è preposto e, ripeto, facciamo in modo che chi decide di fare l'arbitro non sia un martire ma una persona, che, come tutti, può sbagliare. Usiamo il dialogo civile e educato, chiediamo che ad ogni amichevole possa esserci un arbitro, o due (o tre) che hanno bisogno di crescere. Aiutiamoli nella gestione intervenendo solo con onestà e onorando il loro impegno. Poi la soluzione di mandare chi fa il corso allenatori ad arbitrare le partite giovanili o di R3 o 4 potrebbe tamponare una lacuna numerica fin tanto che non si arriveà ad avere persone sufficienti alle esigenze |